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Autore: Frecchan    25/10/2008    12 recensioni
C’era una volta un bambino, con i capelli rossi e gli occhi smeraldo, che diceva di saper volare.
C’era una volta un bambino, con i capelli d’oro e gli occhi oltremare, che diceva di saper uccidere.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta un bambino, con i capelli rossi e gli occhi smeraldo, che diceva di saper volare.





Il bambino giocava, rideva e scherzava, in quella bianca casa, che sembrava una giostra.

Il piccolo sorrideva alla vita, perché la vita sorrideva a lui.

Calciava palloni e giocava al game boy, e questo per lui significava esser vivi.

Perché il bambino era felice, o almeno lo credeva, e volava volava, perso nei suoi sogni.





C’era una volta un bambino, con i capelli d’oro e gli occhi oltremare, che diceva di saper uccidere.





Il bambino pensava, ricordava e piangeva, in quella buia casa, che sembrava una grande gabbia nera.

Il piccolo rimaneva muto, perché non c’era nulla da dire, in quella prigione di ricordi.

Studiava e mangiava cioccolata, e questo per lui significava andare avanti.

Perché il bambino era infelice, e ne era certo, e uccideva uccideva, le sue memorie come mosche, perso nei suoi rimpianti.





C’erano una volta due bambini, in un edificio grigio, che ridevano e piangevano, uccidevano e volavano.





I due bambini sapevano, che tutto poteva essere un gioco solo se sapevano giocare.

Un bambino giocava, e l’altro restava immobile.

I due bambini credevano, che tutto poteva volar via come il vento, libero dal peso del passato, libero dall’infelicità.

Ma un bambino volava, e l’altro uccideva.

I due bambini speravano, che tutto potesse andar meglio di così, meglio di finzioni e meglio di verità.

E tutti e due, insieme, lottavano.





C’erano una volta due bambini diversi, con i capelli rossi e con i capelli oro.





I due bambini si guardavano straniti, perché le loro idee erano differenti.

Tu non sei capace di ridere” diceva uno.

Tu non sei capace di piangere” diceva l’altro.





C’erano una volta due bambini diversi, con gli occhi verdi e con gli occhi blu, che però erano uguali.





E se mi insegnassi a ridere, e io ti insegnassi a piangere, non sarebbe forse meglio?”





C’erano una volta due bambini, nati opposti, che erano diventati amici, diventando simili.





In quel modo un bambino dai capelli rossi cominciò a vedere il nero, in tutto quello stupido bianco.

Si accorse che quella casa non li abbracciava, ma li soffocava.

In quel modo un bambino dai capelli d’oro cominciò a vedere il bianco, in tutto quel maledetto nero.

Si accorse che quella casa non li uccideva, ma li salvava.





C’erano una volta due bambini, che chiameremo Mail e Mihael, che si erano voluti bene.

Mihael vedeva tutto scuro, Mail vedeva tutto chiaro.

Un giorno i due crebbero, e impararono ad essere felici e infelici, ridere e piangere, accettare verità e bugie.

E si accorsero che, a d’un tratto, tutto diventò più facile e semplice.

Come per magia.





Non è brutto essere felici, no?”

Non è brutto essere sinceri con se stessi, vero?”





C’erano una volta due bambini, uno che volava e uno che uccideva.

Uno volava per la propria fantasia,

L’altro uccideva i propri ricordi.

Ma nel giorno in cui l’aquila si accorse di poter attaccare,

l’uomo che volava si accorse di poter uccidere.

Nel giorno in cui il leone vide di poter giocare,

l’assassino vide di poter volare.

Volando e uccidendo, vissero;

giocando al game boy e mangiando cioccolata.





Mihael e Mail diventarono grandi, da bambini si trasformarono in uomini.

E tutti e due, felici e infelici, continuarono a vivere.

Insieme o separati, che importanza aveva?



No, se ve lo state chiedendo, questa favola non ha un lietofine.

Non spetta a me raccontare come termina la loro vita.

A me l’onore e l’onere di descrivere come due opposti si sono tramutati in uguali, come due persone si sono unite e sono cresciute, nel bene o nel male, modificando quei loro caratteri troppo giusti o troppo sbagliati.



Sono diventati diversi, certo.

Eppure, eppure





Il bambino dai capelli oro, che adesso è un uomo che uccide le persone e non più le memorie, mangia ancora cioccolata.

Il bambino dai capelli rossi, che ora è un uomo che vive in una sua realtà troppo vicina allo squallore della vera vita, gioca ancora al suo game boy.





E’ tutto come prima, eppure è tutto diverso.



Non è buffo?


  
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