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Autore: Dakkun    13/11/2014    1 recensioni
Luca, un 16enne ripetente ma molto intelligente, vede il mondo da un punto di vista pessimistico, trova tutto noioso e crede non ci sia nulla di emozionante nella vita. Cambia idea quando incontra Giulia.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Giulia

Capitolo 01

Sette del mattino, la sveglia suona e mia madre urla, grande novità. Mi alzo dal letto, mi vesto e scendo in cucina, dove un panino farcito con la Nutella è sul tavolo ad aspettarmi. Mentre mi gusto la colazione trovo come sottofondo le prediche di mia madre: “Hai già perso un anno”, “Mi raccomando, stai attento”, “Fatti subito amici i tuoi nuovi compagni” per poi tornare a rimarcare il fatto che ho perso un anno. Sì, sono stato bocciato, e allora? In un mondo noioso, pieno di persone noiose, cosa può motivarmi a studiare il latino, quando ancora non so cosa voglio fare in futuro? Quando non so nemmeno se avrò un futuro, diamine! Il nostro paese non naviga nell'oro, per cui mia madre ha avuto la bellissima idea di farmi frequentare un Liceo Classico con la convinzione che “Con questo diploma e una laurea, troverai qualsiasi lavoro tu voglia”. Fatto sta che io non voglio studiare, e anche se ho perso un anno non mi ritengo inferiore a nessuno, i voti non contano nulla. A fine ramanzina vado a in bagno a lavarmi faccia e denti, per poi uscire di casa con un sonoro “Io esco”.
Dritto per mezzo chilometro e poi sempre a sinistra, questa la strada che ho seguito tutte le mattina per due anni, inaugurando oggi il terzo.
A livello estetico mi piace come scuola, ha uno stile molto arcaico ed elegante, ti infonde un certo senso di tranquillità. Il problema sono gli studenti. Tutti uguali, zero personalità, tutte copie stupide e ignoranti. Ho paura per la futura nuova generazione, che avranno idioti del genere al comando.
Varcato il cancello principale noto con mia grande sorpresa che ci sono più matricole dell'anno scorso, il che mi da la speranza che almeno un terzo di loro siano persone con un minimo di cultura e di materia grigia, ma ormai sono rassegnato.
Cammino a testa bassa, così da evitare gli sguardi degli altri, e cerco di ricordare che materia ho la prima ora, quando d'improvviso sbatto contro qualcuno.
“Scusa, non ero attento. Tutto a posto?” chiedo alla vittima mentre mi massaggio la testa nel punto dell'impatto.
“Sì” è la sua risposta, “tranquillo”. Alzo gli occhi e vedo la ragazza più bella che abbia mai visto (non che ne veda molte) sorridermi.
Era bassa, coi capelli lunghissimi e rossi, un rosso chiaro, stupendo. Lentiggini, tante, che la rendono ancora più bella. Ha gli occhi verdi, più splendenti di uno smeraldo, e stanno fissando me, quelle gemme mi stanno guardando.
Mentre la ammiro stupefatto, sento chiamare il mio nome un paio di metri più indietro, e riconoscendone la voce, abbasso il volto arrossato e tiro dritto.
Accidenti, chi l'avrebbe mai detto? Non l'ho mai vista, deve essere nuova. È stupenda. Senza alcun dubbio ha già un ragazzo, purtroppo... beh, non che avessi qualche chance.
Entro in classe giusto in tempo, con la campanella che ancora suona. I ragazzi sono già tutti seduti e disposti nei banchi, e mi fissano come fossi un maniaco. Questa volta avere gli occhi puntati addosso non mi fa arrossire, mi fa solo salire la bile. Dopo aver salutato educatamente l'insegnante, cerco un banco vuoto dove potermi sedere, e ne trovo addirittura due.
E così, il mio anno da ripetente inizia in questo modo: ultima fila senza alcun compagno di banco.
TOC TOC
La porta si aprì, e subito la mia attenzione si concentrò sull'ingresso dell'aula: la ragazza di stamattina era li, piegata in due ansimando dalla sforzo, probabilmente aveva corso.
“Mi scusi.. non trovavo la classe” si giustificò con l'insegnante, il quale osservava annoiato il registro elettronico.
“Prego” ribatté lui, indicando verso di me.
Dopo che lei ebbe annuito s'incammino sotto lo sguardo di tutti verso l'ultima fila, e si sedette vicino a me.
Mi venne il batticuore.
“Ci si rivede” mi disse sorridendo, “Piacere, mi chiamo Giulia” mi disse porgendomi la mano, fissandomi con quei suoi occhi meravigliosi.
“P-piacere, Luca..”
Rettifico: il mio anno da ripetente inizia nel migliore dei modi.

   
 
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