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Autore: PaleMagnolia    26/10/2008    2 recensioni
Avete presente la femme fatale degli anni Cinquanta - Marilyn, l'elegantissima Grace Kelly, Veronica Lake? Con biondi capelli sempre in ordine, classe e fascino da vendere, labbra color del corallo, e bellissimi abiti da sera?
Ecco, Evelyn Cleve non ci assomiglia neanche un po'. Ma non perché non ci provi, sia chiaro: anzi, le piacerebbe tanto, ma tanto tanto tanto, essere una di loro... Ma, ehi!, voi avete mai provato a essere impeccabili, quando un gatto vi osserva (appollaiato in cima al mobiletto del bagno come un piccolo avvoltoio peloso) mentre vi infilate le calze, la vostra migliore amica è in pieno delirio amoroso, vi sospira nelle orecchie tutto il giorno e mangia solo mele, e la vostra vecchia zia vi rimpinza di focaccine sciroppose?!
Io non so, ma Evelyn assicura che non è facile... No, non è facile neanche un po'! Seguite Eve Cleve attraverso (letteralmente) sandwiches con il tonno (e la maionese, e le cipolline), gatti mangia-calze, pasticcio di rognone e amiche logorroiche: ne vedrete delle belle, e soprattutto assaggerete un po' di tutto.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Qualche precisazione "storica" a integrazione del capitolo.

La bambola Chatty Cathy ("Caterina Chiacchierina") fu commercializzata nel 1960 come prima bambola parlante, ed ebbe un enorme successo di pubblico. Era bionda, con gli occhi celesti e una boccuccia sorridente dai dentini scoperti, e tirando una cordicella pronunciava 11 frasi preimpostate , fra cui "Raccontami una storia, per favore" e "Mamma, ho fame".

La Nutella venne inventata nel 1960 in Piemonte da Pietro Ferrero, col nome prima di Giandujot, poi di Supercrema.

Il primo personal computer fu inventato nei primi anni del 1960 dall'azienda italiana Olivetti.

Il thermos fu inventato alla fine dell'800 da James Dewar.

Internet venne usato per la prima volta alla fine degli anni Cinquanta dall'ARPA, negli Stati Uniti, ma non fu reso pubblico fino al 1969, quando divenne noto come Telenet.

Il lungometraggio "Dumbo" fu proiettato per la prima volta nel 1940; potete decidere fra due opzioni: se Evelyn l'ha visto, le ha procurato traumi infantili notevoli; se non l'ha visto, allora ha una immaginazione decisamente fervida.

P.S. No, non scrivo un capitolo al giorno; la storia era già stata abbozzata a partire da questa estate, e in parte scritta; per adesso sto solo rivedendo quel che avevo buttato giù, e cercando di migliorare la storia dove non mi convince (cioè quasi ogni riga). I capitoli che verranno, invece, diciamo dal quinto/sesto (compresi) in poi, sono invece materiale nuovo.

P.P.S: dopo lunga e attenta ricerca, ho deciso che si scrive Mississippi.

Evelyn prese posto nella sua postazione, davanti a un paio di centinaia di spie rosse lampeggianti

 

Evelyn prese posto nella sua postazione, davanti a un paio di centinaia di spie rosse lampeggianti.

Si infilò lentamente le cuffie, con un vago senso di terrore.

Accanto a lei, in una lunga fila, una decina di ragazze rispondevano al telefono in continuazione, e spostavano spinotti ad una velocità allarmante.

Dopo un po’ che le fissava, cominciò a vedere spirali rosse lampeggiare davanti ai suoi occhi, e disporsi in figure geometriche. Vide anche una parata di elefanti volanti, rossi e luminosi, che comparivano e si dissolvevano come bolle di sapone.

Se avesse saputo il significato dell’espressione “brutto viaggio”, probabilmente l’avrebbe usata… Ma per gli allucinogeni si sarebbero dovuti attendere gli anni novanta.

La parola “centralinista” le aveva sempre evocato l’immagine di un gruppo di ragazze ridacchianti che ascoltavano le telefonate degli altri, passandosi una lima sulle unghie.

O mangiando.

Chissà cosa le aveva preparato la zia per pranzo.

Forse rognone. Buono, il rognone.

Si rese conto che stava divagando.

Si voltò verso la donna seduta di fianco a lei.

“Salve”, disse.

“Hm”, rispose quella.

Silenzio.

Evelin si protese un po’ verso di lei. Forse, con le cuffie addosso, non l’aveva sentita.

“Come va?”

“Hm”

“Sono nuova”, disse, in tono confidenziale.

“Hm-hm.”

Evelyn tornò al suo posto. Le persone di campagna spesso sono un po’ timide, riflettè.

Guardò la collega di sottecchi. Lei le rivolse uno sguardo truce.

Evelyn pensò che doveva decisamente migliorare i rapporti sociali.

Tornò a concentrarsi sulle spie rosse, che occhieggiavano malignamente.

Trepidante, spinse il tasto che le consentiva di rispondere alle telefonate.

“Mr. Corcoran, reparto 4C-bis, urgente.”, abbaiò una voce maschile, rapidissima.

Evelyn sentì le parole “Mr.” e “urgente”, intervallate da un rumore indistinto, che le suonò vagamente come “Co-cor-bhs”.

“C-come, prego?”, chiese.

“Mrco-cor-bhsurgente”, ripetè la voce al telefono, irritata.

Cercando disperatamente di scacciare dalla sua testa l’immagine di una gallina starnazzante (cosa che le fece venir voglia di un buon brodo di pollo), chiuse gli occhi e, in preda a disperazione, staccò lo spinotto della comunicazione e lo ricollegò ad un settore a caso.

“Beh, tutti possono sbagliare, la prima volta”, si disse, con filosofia. “La prossima andrà meglio.”

In capo a un’ora, aveva mandato in tilt quattro sezioni dell’azienda, messo in comunicazione un caposettore con l’amante di sua moglie, e rovinato il delicato rapporto di fiducia fra due dirigenti scambiando per sbaglio la destinazione degli spinotti.

Non era colpa sua, si disse, avvilita, quando vide uno dei due prendere la porta con una scatola di cartone piena di oggetti personali in mano; avrebbe dovuto stare più attento a chi stava dall’altro capo del filo, quando aveva definito il suo capo “quel grasso imbecille, con l’alito che puzza di cadavere, a cui non affiderei neanche il salvadanaio a forma di maialino di mia nipote”.

Quando una campanella suonò l’inizio della pausa-pranzo, Evelyn ne fu enormemente sollevata.

Certo, forse non avrebbe dovuto alzarsi in piedi e gridare “Al fuoco!”, quando aveva sentito il suono. Le altre, che stavano raccogliendo le loro borsette e riponendo le cuffie, si erano fermate a guardarla, un po’ perplesse.

Si era rimessa a sedere di scatto, sorridendo nervosamente.

Seduta su una panchina davanti all’edificio, Evelyn addentò il sandwich che la zia le aveva preparato per il pranzo. Era buono, ma avrebbe preferito il rognone.

O brodo di pollo.

Riflettè che, forse, il brodo di pollo non avrebbe potuto avvolgerlo in un tovagliolino e portarselo dietro in un sacchetto di carta.

Evelyn si ripromise di pensare a come risolvere il problema.

“A cosa stai pensando?”, chiese una voce accanto a lei.

Alzando lo sguardo al di sopra del sandwich, Evelyn vide Merry che la guardava sorridendo, con un tramezzino ammaccato in mano.

“Uh, niente, immaginavo un contenitore a tenuta stagna che tenga caldo il contenuto anche per qualche ora, magari frapponendo aree di vuoto con l’esterno per isolare termicamente i liquidi all’interno.”

Merry la guardava, perplessa.

“Un thermos. Vuoi dire un thermos.”

“Oh.” Dannazione. Decise di non parlarle della sua idea di un calcolatore elettronico portatile che fungesse anche da ricevitore per il segnale telefonico. Probabilmente qualcuno l'aveva già inventato.

“Posso sedermi?”, chiese Merry.

Evelyn si scostò per farle posto.

“Cosa mangi?”, chiese alla ragazza.

“Un tramezzino con crema di cacao, latte e nocciole. È  una farcitura che ho ideato io.”

Che schifo, pensò Evelyn. Cioccolata, latte e nocciole. Che idea.

“Che bella invenzione, il telefono”, disse, per cambiare discorso.

“Già. Persone lontane chilometri possono parlare fra loro come se fossero nella stessa stanza.”

“Io penso”, disse Evelyn, con aria sognante “che un giorno, oltre alle voci, si potranno trasmettere con lo stesso sistema anche informazioni, documenti, suoni, perfino immagini, che correranno sui fili sotto forma di pacchetti di dati, e…”

Merry la fissò. “Stai bene?”

Evelyn si zittì, avvilita. “Benissimo”, pigolò. Addentò il sandwich.

Hmmm. Maionese.

“Forse il primo giorno di lavoro è stato un po’ pesante, per te”, la giustificò Merry.

“Uh-hu. Non sono molto brava.” Prese un tono confidenziale “Ho cercato di fare amicizia con la ragazza di fianco a me, ma credo che sia un po’ strana.”

“Chi, Chatty Cathy? La chiamiamo così. Ha sempre voglia di scherzare, quella, non far caso a lei. E non preoccuparti se all’inizio fai un po’ di confusione. Il primo giorno di lavoro, io ho passato un caposettore all’amante di sua moglie, e… Che c’è?”

“Niente”, disse Evelyn, facendosi piccola piccola.

  
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