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Autore: Elenwen    14/11/2014    2 recensioni
Durante la prima era, Morgoth, signore del male e delle tenebre, colpì duramente la Terra di Mezzo scatenando una grande e violenta guerra.
Elfi di Noldor insieme al portavoce degli uomini, Eärendil, guidato dalla luce del suo Silmaril, partirono alla volta di Valinor in rappresentanza delle rispettive razze degli Elfi e degli Uomini, chiedendo per esse perdono per aver disobbedito ai loro consigli durante la creazione del mondo Arda, ed aiuto per sconfiggere il potere di Morgoth.
Le parole di aiuto di Eärendil raggiunsero le coste di Aman, dove Eönwë, signore delle armi, fu il primo ad accoglierle e successivamente giunsero anche al re Manwë, signore del popolo dei Valar che decise di rispondere all'appello mettendo proprio il coraggioso Eönwë a capo di un grande esercito per combattere la Guerra d'Ira.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bard, Elrond, Gandalf, Glorfindel, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Durante la prima era, Morgoth, signore del male e delle tenebre, colpì duramente la Terra di Mezzo scatenando una grande e violenta guerra.
Elfi di Noldor insieme al portavoce degli uomini, Eärendil, guidato dalla luce del suo Silmaril, partirono alla volta di Valinor in rappresentanza delle rispettive razze degli Elfi e degli Uomini, chiedendo per esse perdono per aver disobbedito ai loro consigli durante la creazione del mondo Arda, ed aiuto per sconfiggere il potere di Morgoth.
Le parole di aiuto di Eärendil raggiunsero le coste di Aman, dove Eönwë, signore delle armi, fu il primo ad accoglierle e successivamente giunsero anche al re Manwë, signore del popolo dei Valar che decise di rispondere all'appello mettendo proprio il coraggioso Eönwë a capo di un grande esercito per combattere la Guerra d'Ira.
Una alleanza tra elfi, uomini e Valar si formò al fine di combattere per la propria libertà e quella di tutti i popoli della Terra di Mezzo.
La Guerra d'Ira portò alla scomparsa definitiva delle terre del Beleriand e alla distruzione di gran parte delle terre a ovest degli Ered Luin che poi furono devastate e occupate dalle acque del Belegaer.
Alla fine però tutti gli sforzi vennero ripagati e Morgoth, signore dell'oscurità, ormai privo di energie e di orchi venne sconfitto.
Dopo la vittoria, Ëonwë, signore delle armi, invitò tutti gli elfi ad unirsi a lui nel viaggio verso Aman ma moltissimi rifiutarono, decisi a rimanere nella Terra di Mezzo a ricostruire le loro case e a mantenere la pace.
Passarono più di duemilacinquecento anni da quell'evento finchè la seconda era della Terra di Mezzo non portò una nuova ondata di malinconia e disperazione nel mondo.
L'aria attorno alle montagne di Rohan diventò fredda, i fiumi delle Terre Selvagge si ghiacciarono, le colline dei Colli Torrioni e la vecchia foresta nella terra di Buck si ricoprirono velocemente di uno spesso strato di neve e ghiaccio.
Nessun uomo, nano o elfo per quanto potenteera in grado di dominare quella gelida tempesta, tranne forse Celebrimor.
Era un elfo che nacque a Valinor, terra degli dei e dei creatori del mondo e sviluppò ben presto immensi poteri che non potevano essere più nascosti dalla sua gente, specialmente al tempo della Guerra d'Ira, così fuggì insieme ad Ëonwë nella Terra di Mezzo, trovando rifugio nell'Eriador tra le Montagne Nebbiose. Si racconta che Celebrimor fosse in grado di sollevare le montagne per trovarvi rifugio al loro interno.
Col passare degli anni fece molta pratica ed ebbe tempo a sufficienza per perfezionarsi ma per quanti incantesimi provasse o inventasse niente era in grado di fermare la tempesta. Amareggiato ed illuso dall'idea di essere l'unico in grado di sconfiggere l'orribile bufera, scese dalle montagne e viaggiò di villaggio in villaggio in cerca del potere di cui tanto aveva bisogno. Fu vicino alle cascate di Rauros che incontrò uno straniero, Sauron, signore dei doni.
Vedendo di cosa fosse capace, lo seguì e insieme forgiarono gli anelli del potere, cioè anelli dai grandi poteri magici le cui specialità variavano dalla forza di volontà e dalle azioni di chi li portava. Tre furono donati agli elfi gli esseri immortali più saggi e leali di tutti, sette ai re dei nani grandi minatori e costruttori di città nelle montagne e nove anelli furono dati alla razza degli uomini che più di qualunque cosa desiderava il potere.
Grazie ai poteri dei portatori degli anelli, Cerebrimor potè finalmente attingere ad abbastanza forza da fermare la tempesta che affliggeva la Terra di Mezzo: il vento tagliente cominciò ad affievolirsi e i fiumi ghiacciati piano piano cominciarono a sciogliersi e ad essere percorsi da acque fresche e zampillanti.

Aria di felicità si manifestava nelle Terre Selvagge e tra gli alberi di Bosco Verde si aggirava un giovane elfo dai capelli lunghi e biondi. Il suo nome era Thranduil, figlio Oropher, re di Bosco Verde.
Il giovane principe era un abile guerriero, forte, coraggioso e affrontò molte guerre insieme a suo padre, ma accadde qualcosa di veramente inaspettato.
Il suo cuore lo portò ad innamorarsi di Esteliel, una semplice elfa silvana. La conobbe per caso, sorpresa a rubare dei pugnali nella città di Dale durante uno scambio di merci ed i due elfi si innamorarono al primo istante. Era la creatura più bella che il giovane Thranduil avesse mai visto in tutti i suoi seicento anni, con i capelli ramati raccolti da piccole trecce che facevano risaltare il suo splendido viso e quegli occhi, verdi come smeraldo.
Il giovane principe non si sarebbe fatto scappare un'occasione come quella e condusse la fanciulla a palazzo per chiedere la benedizione del re Oropher.
Il re di Bosco Verde però si oppose fermamente: "Certo che no, figlio mio, non vorrai sposare un'elfa silvana? Hai intenzione di disonorare questa famiglia e tutta la tua stirpe?"
Esteliel chinò lo sguardo e appena potèsenza neanche inchinarsi davanti al re, corse fuori scappando dal palazzo.
Thranduil la seguì e la fermò vicino alle porte del regno, l'abbracciò a sé e la rincuorò: "Non potremmo sposarci, ma staremo insieme in un modo o nell'altro. Rimarrai qui a Bosco Verde e troveremo una soluzione vedrai..." disse sussurrando.
Il re non accettò mai Esteliel a corte, non poteva neanche immaginare di avere un erede silvano a palazzo e per mesi l'elfa si rifugiò nelle stanze del principe finché un giorno improvvisamente decise di andarsene.

 

Thranduil: “Esteliel dove stai andando?!" Esclamò fermandola.
Esteliel: “Non posso più stare qui...”
Thranduil: “Che è successo? Mio padre ti ha insultata? Ti ha cacciata?"
Esteliel: “Nulla di tutto ciò... Io... Aspetto un bambino.”
Thranduil: “Che cosa? Ma è una notizia meravigliosa!”
Esteliel: “Ti prego, tuo padre non lo deve sapere! Mi ucciderà, o forse ci ucciderà entrambi... Questo bambino non potrà stare in questo regno. Torno a Dale, conosco qualcuno che mi potrà aiutare.”
Thranduil: “No! Non posso lasciarti andare!”
Esteliel : “Devi invece! Ti manderò un messaggero e se dovesse succedermi qualcosa porta il bambino a Brea, li sarà al sicuro e lontano dal male. Per favore, promettimelo!!”

 

Quelle parole lasciarono il giovane principe di stucco, la rabbia che provava per suo padre lo fece piangere. Riabbracciò la sua amata un'ultima volta e la lasciò andare per le Terre Selvagge.
Al momento del parto Thranduil ricevette notizie e corse dalla sua Esteliel ma arrivò tardi, l'elfa era morta poche ore prima dando alla luce una bambina. In quel momento il giovane principe fu assalito da un vortice di dolore e gioia nella stessa misura, mentre stringeva a sé la bambina e i suoi occhi erano fissi sul corpo freddo di Esteliel distesa su un letto e coperta da un lenzuolo bianco come la neve.
"Devo portare la bambina al sicuro" si disse tra le lacrime ricordando le parole della sua amata. La strinse a sè e scappò da Dale giungendo nelle foreste vicino a Brea.
"Ti avrei tenuta con me se avessi potuto piccola mia... Ma tuo nonno è una persona orribile.”
Le diede un bacio sulla fronte e disse: Spero di rincontrarti un giorno.” e lasciandola vicino ad un albero le diede un Silmaril "Buona fortuna piccola!”

La giovane creatura rimase nel bosco avvolta nelle sue calde coperte fino al calar del giorno ed i suoi pianti si udirono per tutta la foresta di Brea. Le notti non eran più fredde e ghiacciate come le ere passate, ma corvi e bestie che vagavano nell'ombra la sorvegliavano. Affamati si avvicinarono alla piccola creatura, ed improvvisamente il potere del Silmaril donatole dal padre scacció i corvi formando un'immenso scudo di luce bianca.
Nessuno si accorse di quella magia, tranne un mago che vagava per quei sentieri. Senza indugio si affrettò ad abbandonare il suo carro correndo verso la luce bianca che man mano andava a svanire. Trovò la bambina in una piccola buca formata dalle radici di una quercia e la luce del suo ciondolo ormai era svanita. La prese in braccio cercando di farla smettere di piangere e lei con le sue piccole e gracili mani intrecciava le sue dita nella folta barba grigia del vecchio. Lui sorrise e molto delicatamente scostò la coperta che le copriva il capo. "Dunque sei un elfo eh? Ti porto via da qui o i tuoi pianti sveglieranno i troll che vivono sulle montagne" disse portandola con sè al carro.
Per tutta la notte lo stregone percorse la grande via est giungendo alle sponde del fiume Bruinen mentre la bambina dormiva tranquilla e la luce bianca del suo Silmarin illuminava il sentiero.
Un elfo dai capelli lunghi e biondi lo stava aspettando alle porte di Imladris: "Mithrandir" urlò salutando lo stregone.
Glorfindel, amico mio. Devo parlare con re Elrond” disse lo stregone.
L'elfo scese da cavallo avvicinandosi al mago: Il mio signore Elrond vuole essere certo che sia la prescelta colei che porti tra le tue braccia” disse il capitano della guardia di Imladris.
Prescelta? Che cosa stai dicendo?” Chiese stupito lo stregone.
Tutti gli elfi conoscono la storia... Vi prego ora, mostratemi il suo volto” Rispose ignorando le domande del mago e avvicinandosi al carro per osservare in viso la creatura.
E' lei, ne sono certo. Portiamola dal re presto!”
Attraversarono il fiume Bruinen ed entrarono a palazzo.
La terra di Imladris è situata a nord della Terra di Mezzo, in una valle nascosta alle pendici delle Montagne Nebbiose chiamata da tutti Gran Burrone. Molti elfi Noldor si avvicinarono allo stregone curiosi di conoscere la prescelta.
Lasciatelo passare!” Esclamò Glorfindel facendo strada al mago verso la sala principale. Mithrandir, porto il vostro cavallo nelle scuderie, il mio signore Elrond sarà presto da voi” disse la guardia indietreggiando verso l'uscita.
La sala era silenziosa e dei piccoli singhiozzi si udirono tra le braccia dello stregone: Non piangere, ti troverai bene qui, il re è una brava persona” disse il mago stringendola a sé.
Gandalf! Amico mio... Non credevo che un giorno saresti diventato padre” disse ironizzando re Elron entrando nella sala.
Non sono portato lo sai, ho sempre preferito fare il nonno.” rispose lo stregone abbracciandolo. Dunque, Glorfindel ti ha parlato della prescelta?”
Ne sono totalmente all'oscuro in realtà, che cosa significa tutto questo?” domandò Gandalf.
Solo lei sarà in grado di comandare un esercito tale da sconfiggere Sauron” rispose Elrond voltandosi verso l'orizzonte Sauron non è stato sconfitto, delle ombre vagano nelle terre di Mordor e se falliremo noi elfi non potremmo nemmeno scappare nelle terre immortali di Valinor. Distruggerà la Terra di Mezzo e ne resteranno solo orchi e creature malvagie di ogni genere. Gandalf, senza questa bambina il mondo cadrà.” Spiegò il re.
Come puoi credere che lei sia la prescelta? Era stata abbandonata nei boschi di Brea!” Esclamò Gandalf.
Ma la luce del suo Silmaril ti ha condotto qui! Questa è stata la mia visione...” replicò Elrond.
E' vero, la sua luce mi ha illuminato il cammino. Ma se dobbiamo sconfiggere Sauron deve essere istruita il più presto possibile e al meglio..” rispose Gandalf.
Non ho ancora molto chiaro il suo futuro, ma non sarà una strada semplice quella che dovrà percorrere...” disse il re prendendola in braccio cullandola.
Dovremmo darle un nome, crescerà insieme alla sua razza e le farò da padre. Ti chiameremo Elrien... regina delle stelle”.


 

   
 
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