Indice:
Cap I: Devil in your eyes
Rating: Verde
Coppia: Octavian/OC
Set: Rosso
Prompt: Diavolo
Cap II: Forever mine
Rating: Arancione
Coppia: Drew/OC
Set: Rosso
Prompt: Sangue
Cap III: One, two, three
… not only you and me
Rating: Verde
Coppia: Will/OC/Lee
Set: Rosso
Prompt: Amore
Cap IV: I know you want
me
Rating:
Arancione
Coppia:
Percy/Nico
Set:
Rosso
Prompt:
Imbarazzo
Cap V: Kissed by the Sun
Rating: Verde
Coppia: Apollo/Talia
Set: Rosso
Prompt: Divieto
Cap VI: Last Halfblood
night
Rating: Arancione
Coppia: Pollux/OC
Set: Rosso
Prompt: Vino
Cap VII: This boy is on
fire
Rating: Verde
Coppia: Leo/Calipso
Set: Rosso
Prompt: Fuoco
Devil in your eyes
Keller
aveva cambiato nome il giorno stesso in cui aveva
messo piede per la prima volta al Campo Giove. Solo Lupa sapeva quale
fosse il
suo nome, Raksha come quello di un demone indù, ma
ciò non aveva impedito al
resto del Campo di parlare alle sue spalle. Keller aveva gli occhi di
un
accecante giallo ambra che risaltavano per il contrasto con le onde
corvine e
la facevano sembrare ancora più inquietante e inumana e,
come se tutto questo
non bastasse, suo padre era Plutone.
Tutto
ciò aveva contribuito ad affibbiarle nel giro di una
manciata di ore il soprannome che si portava ormai dietro da tutta la
vita: “Keller,
il diavolo dagli occhi gialli”.
C’era
una cosa positiva in questo, doveva riconoscerlo, perché
la maggior parte dei semidei sembrava essere troppo impaurita da lei
per darle
fastidio. Si limitavano a sussurri, occhiate lanciate di sottecchi,
finchè
qualche commento malevolo non veniva pronunciato a voce troppo alta e
lei si
voltava a fulminarli con un’occhiataccia. Allora le risatine
scemavano per poi
riprendere quando si era allontanata.
Anche
in quel momento, mentre camminava in direzione degli
alloggi della Prima Coorte, intercettò un gruppetto di
figlie di Venere che la
indicavano ridacchiando divertite.
Oche
senza cervello, pensò aspramente, continuando a
camminare come se niente fosse. Era quasi arrivata a destinazione
quando finì
con lo scontrarsi contro il petto di un semidio.
Alzò
gli occhi al cielo, seccata.
-
Sei troppo stupido per guardare dove cammini? –
esclamò,
prima di rendersi conto di aver travolto l’Augure del Campo
Giove.
Octavian,
un metro e ottanta di capelli biondi e occhi blu,
la fissava lievemente corrucciato.
-
Guarda che sei tu che mi sei venuta addosso –
ribattè duramente.
Stringeva
tra le mani un orsacchiotto di peluches e aveva un
po’ di laniccia tra le ciocche lisce. Non era male,
considerò, anche se un po’
troppo gracilino. Era un reietto come lei, d’altro canto,
sebbene solitamente
gli venisse mostrato un po’ più di rispetto dovuto
alla sua posizione d’importanza
fondamentale all’interno del Campo.
-
Bè? Credevo che avessi una lingua velenosa, Keller, e
invece non hai nulla da dire? –
-
Magari ho semplicemente deciso che non vale la pena di
sprecare fiato parlando con te – ribattè.
Octavian
abbozzò un sorrisetto divertito.
-
Ah, ma allora quello che dicono è vero. Sarei rimasto
parecchio deluso se non ti fossi dimostrata all’altezza della
tua reputazione. –
Keller
inarcò un sopracciglio, pronta a sfoderare nuovamente
la sua aggressività, - E cos’è che
dicono? –
-
Che sei il diavolo dagli occhi gialli del Campo, che
starti troppo vicino non è una cosa saggia e … -
s’interruppe, accigliandosi
come se ci fosse qualcosa che proprio non riusciva a
ricordare, - Ah, sì, che hai un pessimo
carattere. –
Si
prese un po’ di tempo per spiare la sua reazione prima di
riprendere il discorso. Keller era leggermente sbiancata e serrava i
pugni con
rabbia. Per certi versi gli ricordava tremendamente se stesso quando
era
arrivato al Campo e tutti lo trattavano come una mezza cartuccia
perché non
aveva un genitore divino, ma era un semplice discendente. Poi era
diventato
Augure e aveva assunto tanto potere nelle sue mani da riuscire a
mettere fine
agli atti di bullismo e derisione con cui l’avevano
tormentato per i primi
mesi. Però non era uno stupido, sapeva di essere
più temuto che rispettato, e
la cosa gli andava bene lo stesso.
-
Io non so d’accordo con loro. Non mi sembra che porti
particolare sfortuna, né che i tuoi occhi siano da diavolo.
Anzi, devo dire che
sono belli, particolari e selvaggi, come quelli di un animale
selvatico. –
-
E riguardo al pessimo carattere? –
L’Augure
rise.
-
Bè, su quello non posso dar loro torto. D’altro
canto,
anche io ho un pessimo carattere quindi … -
-
Quindi? – l’esortò.
-
Quindi potremmo continuare a comportarci in modo pessimo
insieme, no? –
Octavian
voleva la posizione di Pretore, Keller lo sapeva
bene, e cercava consensi un po’ ovunque. Solitamente
però adottava la classica
minaccia “vota per me o renderò la tua vita un
inferno in terra” e non
lusingava gli altri semidei. La stava trattando da pari a pari,
offrendole un’opportunità
più unica che rara.
Lui
voleva il posto da Pretore, lei quello da Centurione.
Lui le stava offrendo la sua amicizia e lei aveva davvero bisogno di un
amico.
-
Direi proprio di sì – accettò,
stringendo la mano che gli
tendeva.
*
Keller
era sdraiata sul letto a baldacchino del Centurione
della Prima Coorte e Octavian la guardava sonnecchiare con
un’espressione da
gatta soddisfatta.
Le
baciò una spalla nuda, sorridendo quando la sentì
fremere
contro di lui.
-
E così Jackson è entrato nella Quinta Coorte
– disse,
lasciando vagare le dita sottili sul petto glabro del ragazzo.
-
Già. Non mi piace quel Graecus, porterà solo
guai. –
La
figlia di Plutone puntò gli occhi gialli su di lui,
chinandosi in avanti per scoccargli un rapido bacio a fior di labbra, -
Ti
preoccupi troppo. Andrà bene, parola di diavolo dagli occhi
gialli – rise.
Ma
no, non era andata bene, e lei si era ritrovata
nuovamente sola.
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