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Autore: daffodils82    14/11/2014    6 recensioni
Con tutta onestà, questa storia è uscita di getto, se non è perfetta scusatemi ma ho davvero faticato a tenerla dentro, esigeva di essere messa nero su bianco. E' basata sugli spoiler che sono usciti nell'ultimo periodo e soprattutto sul cliff hanger che penso si verificherà prima della pausa natalizia. spero vi piaccia.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Lo guardavano in silenzio mentre finiva di mettere le sue cose nello zaino. Non era più tempo per le discussioni, non c'era più tempo per cercare di fargli cambiare idea, non avevano più tempo per cercare una soluzione meno dolorosa. Oliver si era offerto volontario per entrare nella Lega degli Assassini. Dire offerto volontario era un eufenismo, era stato costretto a tale decisione per salvare Thea. Ra's al Ghul aveva saputo della formazione impartita da Merlin a sua sorella senza l'approvazione della Lega e i patti erano stati chiari da subito, Thea si sarebbe unita alla Lega o ne avrebbe pagato le conseguenze con la sua vita. Oliver si era offerto come merce di scambio.

Fu John il primo a rompere quel silenzio assordante:

“Oliver, forse possiamo trovare ancora una soluzione!”

“Gia!” intervenne Roy, “Ra's al Ghul ha una figlia, Thea è solo una ragazza, non può non avere sentimenti.”

“Quell'uomo non ha sentimenti!” sbottò Felicity cercando di trattenere le lacrime, “un padre che fa entrare sua figlia in una lega di assassini professionisti non prova amore, non so cosa sia, ma non è amore.”

La ragazza guardò Oliver che continuava a dar loro le spalle e per la prima volta temette di vederlo rompersi in mille pezzi. Insieme al Team Arrow avevano vissuto molte battaglie, molte le avevano vinte, ma avevano vissuto anche momenti bui, di dolore, di tristezza. Anche in quei periodi però, Felicity aveva sempre visto l'eroe in Oliver trovare un modo per reagire e combattere. Ora sembrava un normale ragazzo, incapace di trovare quella forza, le si spezzò il cuore.

Oliver chiuse lo zaino e si girò a guardarli. Un momento per ognuno di loro, la sua squadra, i suoi amici. John, la sua spalla destra, la voce della ragione nella sua testa, Roy, il ragazzo a cui si era trovato a fare da mentore, il ragazzo che ormai considerava come un fratello. E Felicity, la donna che amava, la donna con cui avrebbe voluto trascorrere la sua vita, la luce sempre accesa nelle sue tenebre.

C'erano state tensioni, gelosie e parole non dette tra di loro ma ora, guardandola, forse per l'ultima volta, quei momenti bui tra loro sembravano svaniti. Rimaneva solo l'amore.

“Sono pronto.”

“Ehi che ne dici se io e Roy ti aspettiamo in macchina?”

Oliver annuì e guardò Felicity che aveva il viso bagnato di lacrime. Diggle e Roy uscirono e li lasciarono ai loro ultimi istanti insieme.

“Beh, almeno stavolta ho l'opportunità di dire addio alla ragazza che...”

“Non dirlo”, lo interruppe Felicity.

“Felicity.”
“Non dire addio. Sai sono convinta che questo sia un incubo, tra qualche ora mi sveglierò e tutto tornerà normale, sarà stato solo un brutto sogno e tu sarai qui a prenderti cura della città come sempre, con la tua squadra, con me.”

“Ma questo non è un incubo.”
“No, non lo è. Oliver, io...” Le parole le morirono in gola, le lacrime le toglievano il fiato.

Oliver aveva cercato in tutti i modi di evitare un contatto fisico tra di loro, se l' avesse anche solo solo sfiorata non sarebbe più riuscito a lasciarla andare, non sarebbe più riuscito ad andare. Ma i suoi muri crollarono vedendola in quello stato. Chiuse la distanza che li separava e prese il suo viso tra le mani, asciugando le sua lacrime.

“Ehi, shhh, non piangere.”

“Mi dispiace. Mi dispiace per tutte le tensioni che ci sono state tra di noi, per le incomprensioni, per non averti mai detto...”

“Ehi, no, sono io quello che deve chiederti scusa. Avevi ragione, avrei dovuto scegliere di vivere, avrei dovuto amarti come meritavi. Perdonami, stavo solo cercando di proteggerti dai pericoli, è stato l'unico modo in cui potevo permettermi di amarti.”

Felicity strinse le mani alle sue.

“Questo lo so ma anche tu avresti dovuto permettermi di amarti come meritavi. Ti amo. Dio, mi sembra di averlo tenuto dentro per così tanto tempo da non poter più trattenerlo. Ti amo Oliver e non è giusto, noi...”

Ma non finì il discorso, sentì le labbra di lui posarsi sulle sue e entrambi erano a casa. Felicity gettò le braccia intorno al collo di Oliver e lui la strinse a sè, i loro corpi aderivano perfettamente l'uno all'altro.Le mani di lui risalirono lungo la schiena della ragazza fino a fermarsi un'ultima volta su quel prezioso viso bagnato dalle lacrime.

“Promettimi che tornerai”, sussurrò la ragazza, il viso ancora vicino a quello di lui.

“Ti amo Felicity e voglio che tu mi prometta una cosa. Promettimi che sarai felice, promettimi che vivrai la tua vita al meglio. Sei destinata a fare grandi cose un giorno ed io...”

“E tu sarai qui con me. Ascoltami. Non lasciare entrare le tenebre, mai, e ricorda: tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere è una persona che ci ami davvero e tu ce l'hai, non dimenticarlo mai, non lasciare che Ra's al Ghul te lo porti via.”

Con gli occhi chiusi sentì Oliver posarle un bacio sulla fronte. Non aveva bisogno di riaprirli per sapere che lui se ne era andato.

 

  
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