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Autore: slyfox18    14/11/2014    2 recensioni
Una ragazza dai lunghi capelli rossi siede in riva al mare. Il suo sguardo si perde all'orizzonte ascoltando la dolce melodia delle onde.
Poco lontano, seduto sull'ultimo scalino della gradinata che porta al paese, un ragazzo dagli occhi verdi la osserva.
Unico spettatore di questo scambio di sguardi è il mare, che continua a intonare il suo canto...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prima di cominciare a leggere: per chi dovesse aver letto la mia fiction originale intitolata "Il Mare", questa one shot avrà di certo qualcosa di familiare.
Ho deciso di cancellare quella storia visto che non ero più in grado di continuarla e non mi andava di lasciarla incompleta.
Dato che, originariamente, questa storia nasceva come un capitolo unico, ho deciso di tornare alle origini e pubblicare solo quello che rappresentava la fiction originale.
Ci tenevo a spiegarlo, in caso qualcuno avesse letto in "passato" l'altra storia.
Grazie e scusate l'intrusione a inizio storia.


IL CANTO DEL MARE
capitolo unico


(lui)
 
C’è sempre una ragazza seduta sulla spiaggia a quell’ora.
La vede, scendendo le scale di legno che dal lungomare portano alla spiaggia, e sono giorni che la osserva da lontano.
I lunghi capelli rossi, illuminati dalla luce del tramonto, sfiorano la sabbia chiara. Sono mossi, con onde morbide, proprio come quelle del mare.
La ragazza, con le ginocchia strette tra le braccia, se ne sta seduta sulla sabbia calda e osserva il mare, come se lo stesse ascoltando. Sembra che quella enorme distesa d’acqua intoni un canto di cui solo lei conosce le parole.
Quanti giorni sono passati dalla prima volta che l’ha vista?
Non lo sa. Non lo ricorda.
L’immagine di lei lo tormenta al punto da avergli fatto perdere la cognizione del tempo.
Si sente un idiota, perché non può fare a meno di perdersi nelle onde dei suoi capelli, come un marinaio tra i flutti. Ogni giorno, si ferma sull’ultimo gradino e la osserva in silenzio, senza mai avvicinarsi. Resta sempre fermo lì, seduto sul legno umido, guardando lei che guarda il mare e il mare che guarda lei.
Vorrebbe che intonasse per lui quella canzone che il mare sembra cantarle.
Ogni giorno, prima di andarsene, aspetta che lei si incammini verso la scogliera e sparisca al di là delle dune. Quel giorno, però, è diverso.
Il sole è tramontato e una luna piena e brillante si specchia sul mare calmo. Lei è ancora lì, seduta ad osservare.
Se solo potesse vedere i suoi occhi…è più che certo che sarebbero blu come il mare.
Se solo potesse sentire la sua voce…non ha dubbi che sarebbe melodiosa come quella di una sirena.
Vorrebbe avvicinarsi, ma non ne ha il coraggio. C’è qualcosa in quella ragazza misteriosa, che lo attrae e lo respinge allo stesso tempo.
Si riscuote dai suoi pensieri solo quando la vede alzarsi di scatto, come quando suona la sveglia e si è in ritardo. Non sa bene perché, ma anche lui si alza e fa alcuni passi verso di lei.
La vede spogliarsi dei suoi abiti e, illuminata dalla luna, correre tra le onde e tuffarsi in acqua. La vede nuotare ed è sicuro che stia sorridendo.
Poi, all’improvviso scompare, inghiottita dalle onde.
Non riesce a trattenere un urlo e, senza pensarci, la segue. In un attimo l’acqua gli arriva al petto, ma della ragazza nemmeno l’ombra. Poco lontano scorge un bagliore, poi, qualcosa si muove.
All’improvviso, dall’acqua, emerge la giovane della spiaggia che gli sorride. Ha il seno coperto da un intreccio di alghe e conchiglie, una grande coda sinuosa e lucente che risplende di mille colori e i suoi occhi sono blu come il mare più profondo.
«Grazie» sussurra lei, con la voce più dolce che lui abbia mai sentito.
«Grazie per aver vegliato su di me, mentre aspettavo che il mare mi chiamasse» continua sorridendo.
Vorrebbe chiederle tante cose, ma lei non gli da il tempo di parlare e, con un guizzo, si tuffa tra le onde, sparendo nelle profondità del mare.
«Una sirena…» pensa.
«Una sirena!» bisbiglia.
Solo la luna, che ha assistito silenziosa a tutta la scena, può scorgere il sorriso sul volto del ragazzo. Solo la luna è testimone del desiderio di rivederla che, lentamente, comincia a riempirgli il cuore.


 

(lei)
 
Scende in riva al mare ogni giorno, sempre alla stessa ora.
Il sole è quasi tramontato, illuminando di rosso l’orizzonte. Presto, gli ultimi raggi temerari dovranno lasciare spazio al chiarore argenteo della luna.
Quella è l’ora in cui il mare intona la sua canzone. Saluta il sole, augurandogli buon riposo e omaggia la luna con i suoi complimenti.
Chiunque può ascoltarne la melodia, data dallo sciabordio delle onde, ma nessuno riesce a capirne le parole. Nessuno tranne lei.
Sono giorni che scende in spiaggia ad ascoltare il concerto del mare, ma questa sera c’è qualcosa di diverso.
Questa sera, mentre un venticello leggero soffia tra i suoi lunghi capelli rossi, il mare sta cantando una nuova canzone. Una canzone tutta per lei.
Sorride al pensiero che finalmente è giunto il suo momento, che finalmente il mare la sta chiamando.
Da qualche tempo, però,  c’è un altro richiamo a cui non resiste: due occhi verdi che la guardano da lontano.
«Eccolo» pensa la ragazza, sistemandosi imbarazzata i capelli dietro l’orecchio e voltandosi leggermente per non farsi vedere.
Da diversi giorni ormai, seduto sull’ultimo scalino della gradinata che porta al lungomare, c’è un ragazzo dai capelli neri come la notte più scura e gli occhi più verdi che lei abbia mai visto. Sono dello stesso colore degli aghi dei pini, proprio come quelli che ha visto, più a nord, risalendo il fiume.
Lui non lo sa, ma lei lo ha osservato per molto tempo, nascosta tra gli scogli vicino al faro, mentre, con paio di buffi occhiali calati sul naso, era intento a scrivere su un vecchio taccuino consumato.
«Uno scrittore» aveva pensato.
Era sempre stata affascinata dalla capacità di creare nuovi mondi e grandi avventure con l’aiuto di carta e penna.
«Chissà se un giorno scriverà anche di me…» non può fare a meno di pensare, sognante e malinconica, ogni volta che lo vede.
È ancora persa nei suoi pensieri quando il mare la invita.
«Vieni…vieni figlia mia…vieni mia piccola bambina…» sussurrano le onde infrangendosi sulla riva.
È il momento, si dice, alzandosi in piedi e spogliandosi di quegli abiti così scomodi.
In un attimo l’acqua le arriva alla vita e alcuni pesciolini le solleticano le gambe.
Sorride, si tuffa tra le onde. Ora, le sue gambe sono diventate una bellissima coda argentata dalle squame lucenti.
Quando riemerge, il ragazzo è lì a pochi passi da lei, con l’acqua che gli arriva al petto.
La sta fissando con un misto di spavento e stupore. Ma non è spaventato da lei, è spaventato per lei, lo legge in quei meravigliosi occhi verdi.
Gli sorride dolcemente e lo vede rilassarsi.
«Grazie» gli sussurra.
«Grazie per aver vegliato su di me, mentre aspettavo che il mare mi chiamasse»
Vorrebbe avvicinarsi, spiegargli molte cose e rispondere a tutte le sue domande, ma non può.
Il Popolo del Mare e il Popolo della Terra non possono stringere legami.
«Sono una sirena e la mia casa è il mare, mio giovane scrittore dagli occhi verdi. Non potrò mai parlarti, ma spero che un giorno, in un tuo libro, racconterai di me» pensa tristemente.
Poi, sorridendogli e perdendosi un’ultima volta nel verde dei suoi occhi, si tuffa tra le onde, sparendo nelle profondità marine.
 

   
 
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