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Autore: GrayGarden    15/11/2014    0 recensioni
"Gli occhi tristi, mi correggo, gli occhi grigi ti fissavano, valutavano ogni tuo movimento con un Si, va bene o con un No, non va bene, ti mandavano occhiatacce ad ogni tuo errore, ricordo che tremavi, piangevi, i tuoi odiati ma dolci occhi verdi lasciavano cadere delle gocce di blu puro, una famiglia, non ricordo il suo nome, amava quel colore, forse era per loro che piangevi?, mi è sempre dispiaciuto non avertelo chiesto, ma alla fine... non mi importa più"
L'anima di una persona è nascosta nel suo sguardo, per questo abbiamo paura di farci guardare negli occhi.
(coppie: GerIta FrUk/UsUk RoChu)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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La vita nel pianeta nero era difficile, la famiglia Kirkland era probabilmente l'unica che non se ne rendevano conto, vivevano in una villa molto grande dalle decorazioni aristocratiche, oggetti costosi e colori costosi, perchè nel pianeta nero ogni colore costava qualcosa, tranne il nero, tutto il pianeta era stato in origine nero, poi il traffico illegale di colori provenienti dagli altri pianeti lo avevano lentamente colorato, la villa aveva i muri esterni del colore più costoso poiche proveniva da un pianeta molto lontano, il blu lo amava tutta la famiglia Kirkland, la villa era spesso chiamata Ocean, tutto blu e azzurro all' esterno ma colorato come i pesci all' interno, un vero e proprio oceano, la famiglia Kirkland era molto buona, amata da tutto il pianeta, erano più generosi del dovuto, sopratutto uno dei quattro figli, Ireland, una volta aveva dedicato un mese intero ad "accudire" una famiglia molto povera senza una reale ragione, forse il fatto che uno dei due figli avesse un grande talento che nei bassi fondi del pianeta, dove vivevano sopratutto i poveri o ladri o assassini, sarebbe andato sprecato, in un mese erano diventati una famiglia della bassa borghesia, per loro era un sogno che divenica realtà, un giorno si, un giorno no, Ireland rinunciava a mangiare per dare loro qualcosa, gli diede anche oro, argento, un' anno dopo aveva sentito di un bravissimo pittore, era il ragazzo che aveva aiutato.
Non sapeva spiegarsi il perchè, le domestiche odiassero e avessero paura di tutti gli uomini della famiglia, sopratutto del padre, inziarono ad evitarlo tutte quando aveva 7 anni, lasciando completamente solo Arthur (il più piccolo), riusciva a parlare poco con i suoi fratelli, erano sempre impegnati, il secondo più giovane della famiglia aveva iniziato a fumare i sigari dello zio minacciando il più piccolo che lo avrebbe ammazzato se avesse spifferato qualcosa e che se fosse stato buono gli avrebbe coperto anche lui un segreto, e lui aveva felicemente accettato quel compromesso.

Pianeta nero 27/11/ 2X17

Arthur stava uscendo dalla villa con passi lenti, era stanco di quella solita monotonia della Domenica, aveva deciso di sua iniziativa di uscire prima del pranzo per passeggiare nel bosco in parte alla villa, si era vestito come un cacciatore per non essere riconosciuto se avesse incrociato la strada con qualcuno, non aveva voglia di parlare, si era slegato i lunghi capelli dal nastro rosso scarlatto che a volte lo faceva sembrare una ragazza, si vestì di semplici pantaloncini marroni e una maglietta e un mantello con cappuccio verde, con se aveva anche portato un arco e delle freccie, poteva anche fare qualche tiro.
L' entrata del bosco era diversa da quel che ricordava, aveva dieci anni e per la sua età era molto basso, non era cresciuto a differenza degli alberi, di fronte a lui c' ernao degli splendidi cigliegi del sole chiamati in quel modo a causa delle loro foglie dorate che riflettevano il sole come degli specchi.
quel bosco aveva diverse piante, alberi e creature che Arthur aveva visto poche volte dal vivo ma le conosceva perfettamente, aveva letto molti libri sulle creature del suo e degli altri pianeti, aveva anche imparato la magia grazie ai libri, li adorava, tutto quello che non sapeva era scritto sui libri che aveva nella biblioteca, vide davanti a se un coniglio di menta che volava tranquillo, in realtà era solo una pianta di Menra, se veniva mangiata da un coniglio con allergie alla Menra (più o meno il 70% ne era allergico) veniva contagiato da questa pianta che si impossessava del corpo e della mente del coniglio, la Menra in parole povere era una pianta carnivora, non agiva solo sui conigli, aveva un aspetto e un'odore delizioso, ma solo i conigli li mangiavano solitamente, le reazioni sugli umani erano molto pericolose, ma non se ne importava, di certo non avrebbe mai mangiato una pianta dalla forma circolare; una caramella morbidissima grande quanto la testa di un criceto, non sarebbe caduto in tentazione.
passò un quindici minuti ad osservare i conigli di menta mentre camminava prima di raggiungere la seconda parte del bosco, li i Rosacee dominavano tutto il sentiero, i Rosacee erano dei cigliegi che vivevano in una lontana terra, da piccoli avevano i petali rosa mentre da adulti gialli, ernao veri e propri animali, potevano anche muoversi e parlare, nella loro lingua ovviamente, vide delle dolci fate ma non gli diede troppa attenzione notando invece un movimento fulmineo alla fine del sentiero, una figura era corsa dietro al suo grande e preferito albero lontano da tutti gli altri e che copriva più del dovuto il cielo, era un immenso Cigliegio dai petali marini, aveva dei fiori d' acqua che appena toccavano terra diventavano del puro colore blu, nessuno tranne lui conosceva quell' albero, pensando che la figura fosse un animale Kirkland salì sull'albero più vicino senza fare rumore per poi saltare e arrampicarsi da albero a albero per poi arrivare al capolinea, non poteva saltare sul suo albero preferito, lo avrebbe rovinato, provò allora a colpire l' animale da quella distanza, circa quindici metri, si concentrò, posizionò la freccia sull' arco, chiuse un'occhio, trattene il respiro e sparò la freccia contro l' animale, fatto sta che chiunque dovesse essere colpito si era abbassato schivando la freccia "che rottura" sussurrò lui per poi riprovare, accarezzò la punta della freccia dicendo in seguito "Gold" un sussurro che fù udito solo dal vento, la freccia si illuminò d' oro, chiuse di nuovo un' occhio, mirò e la sparò e centrò il bersaglio spostandosi da solo leggermente a destra, "Evvai!" avrebbe perfettamente potuto attaccare qualsiasi altro animale ma non avrebbe avuto soddisfazione nel colpire un coniglio di menta, non avrebbe nemmeno potuto mangiarlo ne era pur sempre allergico, credeva, arrivato alla sua preda potè giurare di aver perso qualche battito, due occhi azzurri lo stavano guardando socchiusi con sofferenza mentre il vestito blu si stava macchiando col sangue facendo diventare quel bel vestito violaceo, leggermente nero, come il suo pianeta, quegli occhi azzurri bluastri erano splendidi, aveva cacciato dei così begli occhi solo per divertimento, gli occhi blu erano stati cacciati dal verde dei suoi occhi.
Iniziò a nevicare nell'esatto momento in cui i suoi occhi verdi incrociarono lo sguardo con quelli azzurri dell' altro.

"Certe persone chiudono un occhio soltanto per poter mirare meglio"


Note autrice

hello!! mi presento! io sono Gray, una nuova fan di Hetalia, le mie amiche che ho conosciuto grazie a questo manga e io abbiamo deciso di buttare giù qualche idea per una storia, ed ecco qui il primo capitolo, ogni titolo di capitolo sarà riferito ad una o più frasi all' interno del suo capitolo ed ogni personaggio quando parlerà avrà un colore, (mi piace fare queste cose) si capisce subito chi sta parlando almeno credo, spero vi sia piaciuto, lasciate una recensione per favore!
*inchino*
al prossimo capitolo!
   
 
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