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Autore: PrincesMonica    27/10/2008    9 recensioni
E ho capito che ci siamo cacciati in un guaio non da poco, nel momento stesso in cui il nostro “amico” croato si è messo quel imbarazzante grembiule con scritto “kiss the croatian”, regalo di una Echelon particolarmente simpatica. Jared lo sta fissando annoiato e Tim, vicino ad una finestra, sta fumando come un turco. FF scritta per un contest
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ristorante Milicevic

Autrice: Princes_of_the_Univers

Disclaimer: L’autrice non scrive a scopo di lucro. Tutta la storia è assolutamente stata inventata da me e dalla mia mente bacata. Purtroppo non posso dire di possedere i diritti sul protagonista maschile della storia, altrimenti sarei una donna veramente felice.

Timeline: imprecisata.

Rating: Per tutti

Commenti: per qualsiasi insulto, prego… princes_of_the_univers@italianmarsarmy.com

 

Avevo capito che non poteva essere una grande giornata quando Tomo mi ha chiamato alle sette del mattino…da quando in qua Tomo è sveglio a quell’ora? O lo sono io, del resto. Essere un batterista famoso ha i suoi lati positivi, ma certo non quello di andare a letto presto.

E ho capito che ci siamo cacciati in un guaio non da poco, nel momento stesso in cui il nostro “amico” croato si è messo quel imbarazzante grembiule con scritto “kiss the croatian”, regalo di una Echelon particolarmente simpatica. Jared lo sta fissando annoiato e Tim, vicino ad una finestra, sta fumando come un turco.

“Dunque, vi ho chiamato qui perché so che voi siete miei amici e gli amici si vedono nel momento del bisogno. Ragazzi, io ho bisogno di voi, anzi, la mia famiglia ha bisogno di voi.”

Infatti ci ha chiamato a raccolta nel ristorante dei suoi genitori: la cucina è linda e pulita, qualche padella è già sul fuoco e mi sta facendo venire l’acquolina in bocca.

“Tomo, arriva al succo del discorso. Ho sonno.” Il tono del mio fratellino è seccato e lo capisco perfettamente.

“I miei se ne sono andati per un week-end romantico e mi hanno lasciato in mano il locale. Non dovevano esserci problemi, tranne per il fatto che stamattina ho scoperto che tutto il personale è a vomitare l’anima a causa di un burrito di scarsa qualità mangiato al chiosco all’angolo.” L’odio trasuda dalla sua voce: non gli piacciono i burriti?

“Bhe, allora chiudi e tanti saluti.” Fa Tim esalando una nube di fumo azzurrognola.

“Spegni quella roba, non è igienico qui dentro. Potessi chiudere, lo farei, ma oggi c’è una festa di matrimonio per 100 persone e quindi non posso mandarli per strada a mangiare come barboni: devo cucinare io e voi mi aiuterete a gestire il ristorante.”

Scoppio a ridere. Non posso fare altrimenti, chi sarebbe così scemo da chiederci di gestire un locale?

Ehi, perché rido solo io? Guardo Jared e me lo ritrovo con gli occhi ancora più a palla del normale, mentre Tim sta sputando un polmone a forza di tossire.

“Te lo dicevo che faceva male.” Riprende Tomo come se nulla fosse. “Comunque, ho già chiamato Ivana e Filip. Ivi mi aiuterà in cucina, mentre Fil potrebbe aiutare a servire.”

“E noi che ci facciamo qui?” Chiede Jared ancora incredulo.

“Bhe, principino dei miei stivali, credi che mandare avanti la cucina sia così facile?” Principino? Mo Jared lo scanna. Da dove viene fuori questo Tomo così autoritario? Di solito è il più calmo di tutti noi. “Tim, tu starai dietro il bancone del bar.”

“Ehy, figo!” Fa lui esaltatissimo, mentre si lecca le labbra di anticipazione.

“Guarda che le birre sono per i clienti, non per te. Altrimenti paghi!”  l’entusiasmo del nostro bassista si attenua un bel po’.

“Ok, Tim a fare il barista ci sta, ma io? Io brucio qualsiasi cosa.” E’ tempo che dica la mia. Lavorare in cucina mi preoccupa un bel po’.

“Oh, tu e Jared potete decidere che cosa fare.” Fantastico…io decido di non fare nulla. “uno farà il cameriere e l’altro il lavapiatti.”

Di scatto guardo Jay: è sbiancato. Ancora si sveglia di notte con i sudori freddi ricordando la sua esperienza di lavapiatti: avrà anche detto in giro che è stato il suo lavoro più figo, ma solo un’idiota potrebbe crederci. Tornava a casa piangendo che odiava quel posto…sarà per questo che mi è diventato vegetariano?

“Io faccio il cameriere!” Esclama, infatti. Cazzo, non voglio passare una giornata intera a lavare pentole… e poi ecco la soluzione, semplice e indolore…bhe, almeno per me.

“Sì, fai tu il cameriere, così poi oltre ai 100 posti del matrimonio dovremo servire le 500 fangirl urlanti che piomberanno qui urlando ‘Jared quanto sei figo’. Apposto siamo… sei proprio un genio del male.” Ridacchio per dare enfasi alle mie parole e inizio a sentire il tipico fuckeggiamento di Jared. Ho colpito nel punto giusto.

“Ma fu**er the Fu**er, io non voglio di nuovo lavare piatti…io l’ho già fatto e so che cosa vuol dire.” Gli vado vicino e gli poso una mano sulla spalla. Con tutto il mio talento da attore mancato, faccio la migliore faccia di circostanza funesta.

“Mi spiace Jay, fa più male a me che a te, credimi, ma devi capire, non possiamo dare a Tomo altre preoccupazioni.” Lo sguardo di Jared da arrabbiato passa in modalità rassegnato, mette il broncio e guarda Tomino che ha iniziato a togliere dal frigo le prime cose da cucinare.

“Ok, faccio il f********o lavapiatti, ma esigo un paio di cose: doppio paio di guanti in silicone morbido, misura 8 e mezzo e poi della crema all’aloe vera per mantenere la mia pelle delicata, morbida e profumata.” Lo guardo perplesso. Ok, ha fatto Efestione che non era proprio l’emblema della mascolinità, però qui si esagera.

“Non è un problema.” Fa Tomo svolazzando una mano con noncuranza. “Ah, Shan, dietro la porta dello spogliatoio trovi la tua divisa.”

Alt! Divisa? Io non porto divise, io sono anticonformista, io sono diverso, io sono l’Animale.

“Tomo, ho capito male…divisa?” Jared che sghignazza felice mi fa venire voglia di spaccargli il nasino perfetto…

“No, hai capito benissimo. E mi raccomando, la cravatta.”

Ok, è la fine del mondo.

 

 

Ora ne sono certo: non mi sposerò mai. Sono le sei del pomeriggio e questi sono appena al secondo… li vorrei uccidere tutti. Ma si può?

Le scarpe di vernice nera mi stanno strette, la cravatta mi strozza e mi sono sporcato la camicia grazie ad un bambino che mi ha sputato addosso.  È un incubo. E per i miei amici non va meglio.

Tomo è rosso da far paura: i vapori caldi lo stanno facendo sudare come un levriero afgano al galoppo. In più Ivana non lo aiuta molto, dato che spesso hanno da dirsi qualcosa in croato stretto. Suppongo che si stiano mandando a quel paese, dato che quando stavamo assieme, Ivana usava lo stesso tono con me. Però devo fare ancora faville, mi lancia certe occhiate di fuoco…

“Shannon, sembri un maiale sgozzato con quella cravatta.” Mi fa lei senza mezzi termine. C***o e io che credevo volesse dirmi che sono bellissimo, mi ha smontato in mezzo nano secondo.

“Smettetela di amoreggiare voi due. Shan, prendi sti piatti e vai.” Gesù, Giuseppe e Maria, Tomo è peggio di un sergente maggiore.

Con grazia felina faccio slalom tra le sedie e i bambini che giocano, scocco un sorriso alla gentile vecchietta e cerco Tim con lo sguardo: è lì che sta bevendo a canna dalla bottiglia di una Corona. Se lo vede Tomo, lo ammazza.

“Mettila via.” Gli sussurro.

“Ma dai, vuoi che lo scopra?” Fa Tim quasi preoccupato, poi scrolla le spalle “me la farò togliere dalla busta paga.”

“Perché pensi che Tomo ci pagherà per questa giornata?”

“Ovvio, lo richiederò espressamente. Già nella band faccio di tutto a salario minimo: procurare take away vegetariani per Jared, pulire le scarpe, fattorino e per finire bassista. Mi deve pagare.” Lo guardo scettico. Tomo è sempre stato il tirchio della band. “Ah, Shan…secondo me qualcuno si è accorto che noi siamo…bhe Tu-Sai-Che-Cosa.” Siamo Voldemort? “Ci sono due ragazze tra le invitate che non fanno che seguirti con lo sguardo. Una rossa, poi, miagola ogni volta che passi vicino a lei.”

Uhmmm forse questa giornata alla fine non sarà completamente da buttare se riesco a rimorchiare qualcuna.

Torno in cucina: la vecchietta di prima mi sta ammiccando…oddio, sarà mica lei la rossa che miagola e Tim si è bevuto il cervello, oltre che la birra?

Porto dei piatti a Jared. Oddio, ha lo sguardo da invasato, le mani gli tremano: sta per avere una crisi isterica.

“Jay, prendi un bel respiro. Perché non ti vai a fumare una cicca con Tim?” L’occhiata assassina che mi lancia mi fa tacere. Eh dai, ho capito che sei salutista e avanti di sto passo, ma io stavo solo pensando al tuo bene.

“Non vedo l’ora che questa f*********a giornata sia finita. Non sopporto più questi piatti, o peggio, le padelle.” Anche la voce è da crisi isterica. Peccato che non so che fare per dargli una mano. La vasca del lavello è ricolma di scodelle, bicchieri e piatti di tutte le forme, ma quel che è peggio, negli altri lavatoi la situazione è delirante: ci sono vasche di metallo unte, scatolame di plastica da risciacquare, pentole incrostate.

“Shannon, muoviti!” Sento Tomo che mi chiama e non posso fare altro che andare da lui.

“Che vuoi?”

“Porta questi al tavolo e inizia a tirare su i piatti del secondo.” Se penso che Jared non ha finito di lavare quelli del primo mi viene male. Prendo un vassoio carico di carne e lo posiziono davanti agli sposi: loro non se ne sono neppure accorti, ma sono così presi con tutto il resto che non gli do torto. Mi carico una decina di piatti unti e vado da Jared. Secondo me scoppia a piangere quando mi vede.

Invece succede il finimondo: io e Filip ci scontriamo ed è un tripudio di ceramica infranta. Tra me e lui credo che rompiamo almeno una ventina di piatti. Insomma, alla fine qualcosa di buono per Jared sono riuscito a fare. E quasi quasi chiedo ai Sig. Milicevic se mi regalano dei piatti per la batteria, fanno un rumore favoloso.

“Shannon, sei un genio.” Mi dice sorridendo. E riprende a lavare fischiettando.

Tomo, d’altra parte, si sta insultando con il fratellino e io, quatto quatto, inizio a tirare su i cocci. Manca solo che qualcuno si faccia male.

Finirà questo inferno?

 

 

Dieci di sera: ormai manca solo la torta. Jared è riuscito a terminare i piatti: ora si ritrova solo una caterva di posate sporche, ma soprassediamo.

“Milicevic, maledetto, come minimo mi devi una f****a manicure. A forza di grattare pentole mi si è rovinata la french!” il morbo di Efestione si fa risentire.

“Ragazzi, io sto crollando” Tim è davanti a noi e sembra stanco. “Il padre della sposa non fa che bere ed urlare. Crede che io sia suo fratello morto in guerra e tra un po’ si metterà a piangere.” Si siede pesantemente su uno sgabello di legno “Se avessi saputo che farvi da bassista portava a cose del genere, col cavolo che accettavo. Fa***o!”

La verità è che gli hanno consumato tutte le Corona e quindi non sa che bere.

Quando ognuno è tornato al proprio posto, vedo spuntare una figura alla porta. È un bambino di non più di otto anni, biondo e con gli occhi grigi. Sembra Jared da piccolo.

“Ehi, ti sei perso?” gli fa Ivana. Ah, gene materno femminile. Il bimbo scuote la testa e mi indica.

“Io so chi sei. Tu sei Shannon dei 30 Seconds to Mars.” Il tempo si ferma: abbiamo fatto di tutto perché nessuno scoprisse chi fossimo e l’unico che si accorge di qualcosa è un mocciosetto. M****a!

“No, piccolo, guarda che ti sbagli. Che ci farebbe Shannon qui?”

“Sei tu Shannon. La mia sorella ha tutte le foto appese al muro.” Tomo ridacchia.

“E a tua sorella piace Shan?” chiede mentre inizia a portare le ultime cose nella lavanderia.

“No. A noi piace Jared.” Oh, un Echelon in erba.

“Nicky!!! Dove diavolo sei finito?”

“A quanto pare la mamma ti cerca.”

Appare una ragazza elegantemente vestita, con i capelli lunghi e mossi e un paio di occhiali blu elettrico.

“Monica, guarda, c’è Shannon.” Ma porca vacca, stare zitto no? Lei alza lo sguardo e mi vede. Ok, ci ha scoperti. È paralizzata e fa vagare gli occhi tra me e Tomo che è tornato in cucina.

“Nicola, vai a chiamare Stefy per favore.” Il bambino ritorna poco dopo con una rossa dai capelli corti che borbotta. Appena mi vede, miagola. Ecco la tipa che mi aveva detto Tim!!! Meglio della vecchietta di sicuro.

“Ok, possiamo spiegare.” Ma da dove mi è venuta sta frase da film di serie B? Manco stessimo facendo qualcosa di male.

“Io non potevo crederci…mi sembrava Tim, ma era troppo inverosimile.”

“Che c***o succede di qua?” Ecco, ci mancava solo il frontman. La rossa si avvicina sorridendo a quaranta denti.

“Ciao, io sono Stefy.” Ok, la situazione è surreale. La moretta è sbiancata ulteriormente quando ha visto Jared e pure il bambino urla felice.

“Monica!!!! E’ Jared Leto!”

“Sssss per carità, non dirlo troppo forte.” Fa Jay sorpreso da quella inaspettata fama.

“Sentite, abbiamo da fare.”

“Dai Tomo, sono Echelon.” Fa Jared con la speranza negli occhi: magari così smette di lavorare.

“Me ne frego. Finisci di lavare e poi ne riparliamo.” Mi fa paura, giuro che lo porto da un esorcista, questo non può essere il vero Tomo.

“Jared lava i piatti?” la ragazza a stento non ride e contagia pure me. Ci mettiamo poco a scoppiare, sotto lo sguardo infuriato del diretto interessato.

“Ma andate a farvi f****e!” e se ne torna alla sua postazione.

“Scusalo, ma il lavoro è duro.”

“Lei lo sa bene, lavorava in un ristorante.” Mi fa Stefy “Ti posso aiutare, bel micione?”

“Sai portare i piatti?”

“No.”

“E allora che vuoi fare?”

“Ti guardo le spalle…e non solo quelle.” Monica se ne va con il fratello da Jared. La seguo perché sono curioso: trovo mio fratello che fuckeggia allegramente, mentre è alle prese con forchette e coltelli. Occhio che se li lancia fa male, ha una buona mira.

“Se vuoi ti do una mano e ti insegno come far scomparire le cose.” Jared la guarda senza capire e lei, in fretta, inizia ad accumulare tutte le vasche sporche nei lavelli inutilizzati. Crea una pila semi invisibile, poi passa la spugnetta sul piano d’acciaio e il gioco è fatto. “Così lasci roba a chi viene domani.” Guardo Jay: è innamorato. Ok, innamorato è una parola grossa, ma di sicuro è felice.

“Mi salvi la vita.”

“Esagerato.”

“E tu, quanta roba devi portare ancora?” mi fa la mia spalla privata.

“Niente, credo…” Lei sorride.

“Fantastico, ti offro da bere.” Mica male l’offerta. Mi tolgo la cravatta dell’incubo e la lancio a Tomo.

“Io ho terminato. Hasta la vista Tomino!” e me ne vado al bar. Poco dopo, vicino a noi, si siedono Monica, il fratello e Jared. Quello più eccitato è il bambino che a me non calcola neanche di striscio, ma che sta facendo una testa quadra a Jay.

Tim si unisce a noi, e pure Tomo riesce ad arrivare.

“Alla fine non ce la siamo cavata male dai.” Fa lui guardando gli invitati.

Se Dio vuole, l’Apocalisse è terminata.

 

 

“Shannon…Ho bisogno di voi. La mia famiglia ha bisogno di voi.”

 

NO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

   
 
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