Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Thiliol    27/10/2008    3 recensioni
Questa è una storiella scritta senza pensarci troppo che avevo già pubblicato ma che poi ho ritirato. Ora ve la ripropongo rivista e corretta, spero che vi possa piacere: è la storia della fatina Ivrin e della sua ricerca, perchè quando senti qualcosa di mancante nella tua vita non puoi fare a meno di partire.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ivrin 

 

Tanto e tanto tempo fa, quando gli uomini non avevano ancora colonizzato la terra e nei boschi tutto era pace, nei pressi di un piccolo fiume viveva una fata. Il suo nome era Ivrin.
I suoi lunghi capelli  erano viola e argentati, gli occhi avevano il colore scuro del notturno cielo stellato.

 La sua voce era simile al canto dell'usignolo, fresco e limpido, e tutti gli abitanti della foresta erano presi da malia, quando, al crepuscolo, Ivrin cantava tra le fronde.

Tuttavia, nella sua felicità, a volte sentiva come un vuoto, la sensazione che le mancasse qualcosa, un qualcosa che non poteva trovarsi nel bosco in cui viveva. Lì si sentiva protetta eppure veniva sempre divorata dalla curiosità di sapere cosa ci fosse oltre gli alberi e voleva conoscere altri animali oltre le bestie e gli uccelli che l’accompagnavano nel canto.
Passò l’inverno e arrivò la primavera. I fiori sbocciarono colorati e profumati sotto i suoi occhi, sugli alberi nacquero nuove gemme di un verde brillante e ogni forma di vita sembrava rinata o svegliata da un lungo e profondo sonno. Gli animali suoi amici ascoltavano ancora mentre cantava sotto una quercia o sulle sponde del ruscello nel quale immergeva i piedini delicati, ma lo facevano amoreggiando tra loro: i cerbiatti si sfregavano il muso, le farfalle volteggiavano in danze leggiadre e gli uccellini cinguettavano con passione. Lei li  guardava senza capire cosa stessero facendo, sentendo solo un gran vuoto nel suo cuore. Presa allora dallo sconforto abbandonò i suoi amici e si mise in viaggio. "Se viaggerò molto ed esplorerò il mondo oltre i confini di questa radura,forse scoprirò il perché della loro gioia " si disse, e per giorni e giorni camminò leggera nel fitto degli alberi che la circondavano. La foresta sembrava non aver mai fine e Ivrin era meravigliata e attonita di tutte le meraviglie che le si presentavano, nuove specie di piante e animali che la seguivano e l’accompagnavano e con cui lei si fermava spesso a giocare.
Dopo molto viaggiare giunse, stanca, sulle sponde del mare e ne rimase incantata poiché mai aveva visto una cosa così meravigliosa: i raggi del sole risplendevano sulla superficie calma e piccole onde andavano a lambirle i piedi nudi.
Mentre, rapita, osservava l'orizzonte lontano, un giovane le si affiancò sorridendo:"A lungo ti ho aspettato, Ivrin. Ora, ti prego, rimani con me per sempre!".
Ivrin si girò sorpresa di sentir pronunciare il suo nome.
Di fronte le stava un giovane molto simile a lei, eppur diverso; i capelli dello stesso colore del mare gli incorniciavano il volto ridente,mentre degli occhi profondi azzurro intenso la guardavano fissa.


< Chi sei tu, che conosci il mio nome? > chiese incantata.
< Io sono l'essenza del mare > rispose il giovane con un grande sorriso < Non stupirti Ivrin, perché sono innumerevoli secoli che attendo il tuo arrivo.>

< Tu sapevi del mio arrivo? > esclamò Ivrin sorpresa. Com’era possibile che la stesse aspettando mentre per lei lui era un perfetto sconosciuto?
Il giovane sorrise enigmatico < Lo sapevo e basta > rispose < Non lo sapevi forse anche tu? >

Ella allora sorrise e, presolo per mano, corse ridendo sul bagnasciuga; per molti giorni rimase con il Mare compiacendosi della sua felicità e ammirandone la calma cristallina. Si tuffava tra le sue acque profonde e accoglienti e iniziò a cantare accompagnata dai gabbiani e tutti i pesci si radunavano per ascoltarla, proprio come avveniva nella sua radura.
Un giorno, però, giunse inattesa una tremenda tempesta e il mare si ingrossò, diventando scuro.
< Cos'è tutto ciò? > gli chiese spaventata da quel cambiamento repentino < Eri calmo e cristallino, ma ora sei scuro e minaccioso! >
Allora il Mare si girò verso Ivrin, la prese per mano e condottola su un alto scoglio che cadeva a picco fra i flutti, disse < Questo sono io, è la mia natura, calma a volte e altre volte indomabile >
Ivrin guardò giù dallo scoglio, perdendosi tra le onde che risuonavano burrascose e la schiuma bianca che saliva verso l'alto. Era spaventata e al contempo affascinata da quei flutti tumultuosi. Si ricordò di quando si era tuffata nelle sue acque placide per nuotare libera da ogni costrizione e pensò a quanto fosse grande e infinito in confronto alla piccola radura in cui aveva vissuto. Infine si meravigliò di quanto fosse bello e seducente ora che si agitava, con l’acqua dello stesso colore dei suoi capelli al chiaro di luna.

< Desideri forse tornare alla foresta d’onde provieni? > chiese il Mare tristemente e nuovi tuoni squarciarono le nubi.
Ivrin allora si voltò e guardandolo fisso negli occhi disse: < Finalmente ho trovato ciò che andavo cercando! Il mare mi ha suscitato gioia quando ammirai le sue acque chiare e pacate, ma ora che odo la sua voce potente e scorgo i suoi alti flutti infrangersi sulla scogliera non provo più gioia, ma Amore! >
E alzatasi sulle punte dei piedi lo baciò.
Fu così che, mentre Infuriava la tempesta, Ivrin riempì il vuoto che l’aveva resa triste, legandosi al Mare per sempre e vivendo sulle sue sponde dorate.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Thiliol