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Autore: pierres    16/11/2014    3 recensioni
Il suo mondo è rosa pallido, le pareti sono grandi pupille che la fissano e la opprimono. Il suo cielo è di intonaco bianco, la sua erba di legno, le sue nuvole ragnatele.
Quando l'orologio batte le dodici, se grida non se ne accorge.

Tre imprecisi disegni per la solitudine.
[ClaraxDoctor!12] [post Death in Heaven] [Clara's pov]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di cartastraccia'
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Costellazioni di ragni

 





 

I need to find a place to hide:
you'll never know what could be waiting outside,
the accidents that you could find
it's like some kind of suicide.
[Restless Heart Syndrome ~ Green Day]










Il disegno della solitudine è un confuso ammasso di pigiami sformati e occhi rossi di pianto e secchi e sempre aperti - Clara non dorme. Clara non ha la minima idea di come si faccia a dormire.

Quando si stende sul letto fissa il soffitto. Una volta celeste disuguale di macchie di umidità e intonaco un po' scrostato, quando ha provato a formare le costellazioni ha visto volti deformati, una tomba, un bracciale, il suo volto - poi ha smesso.

Il disegno della solitudine è un relativamente ordinato succedersi di azioni identiche, quando si lava i denti, si veste e poi si cambia di nuovo, quando va a dormire e invece fissa il soffitto e trova sempre nuove costellazioni - fa finta di smettere e fa finta di dormire.

Se si addormenta, Clara affoga. Sente che il sonno la avvolge e la ricopre e le manca il fiato, rotola nel panico, perché ha paura - ha avuto così tante volte paura, così tante, non è bello, non lo è per niente, le pareti della sua camera da letto le mettono ansia e la tranquillizzano allo stesso tempo. Ha paura perché non c'è lui - a Clara manca Danny, a Clara manca visceralmente, sente il suo profumo sulla felpa e nei propri capelli, vede le sue labbra sulla tazza, la sua sagoma sul lato destro del divano, ma ha paura perché non c'è lui.

Quando si stende sul letto fissa il soffitto e cerca di non addormentarsi perché sa che non c'è più nessuno a vegliare su di lei. Soffocata da stelle di macchie e di ragni, ha pensato di uscire fuori per cancellare quei disegni sbagliati che ha creato e che ora non riesce più a scomporre - ma poi se qualcosa la nota chi viene a salvarla 'sta volta, ha chiuso un capitolo ma le sembra di essere giunta all'epilogo e non deve, non deve dormire - quegli abbozzi di ricordi potrebbero precipitarle addosso, e Clara ha sempre odiato i ragni.


-


Se si affaccia alla finestra riesce a vedere il cielo - ci sono un sacco di comignoli e la signora del piano di sopra che stende i panni, ma riesce a vederlo lo stesso - forse dovrebbe inchiodare qualche asse.

La notte, quando non dorme - perché non dorme, nossignore, è fiera dei suoi risultati, non nota gli occhi secchi, le labbra disfatte, le livide occhiaie - si siede sul davanzale che è troppo stretto. Sta scomoda e ha un po' freddo ma non ha molta importanza, poggia il capo contro la finestra e il vetro non si appanna tanto è morto il suo respiro.
La notte, quando non dorme, Clara conta tutte le costellazioni, più e più volte, le dedica a Danny, a sua nonna, al Dottore, chiude gli occhi ed esprime un desiderio - non ha visto nessuna stella cadente, ma non importa, ha conosciuto tante forme di vita, tanti re, tanti falsi déi, e magari se tutte le sere chiude gli occhi ed esprime un desiderio e trattiene le lacrime qualcuno prima o poi le darà ascolto.

Il Dottore è lassù da qualche parte. Lontano anni e anni luce - quando Clara pensa a Gallifrey la ricorda come dorata e vermiglia e rifrangente di sorrisi, riesce ad immaginare il Dottore con sua moglie e i suoi figli, riesce a vederlo finalmente a casa - chissà quante persone ha finto di abbracciare. Si sente un po' speciale quando pensa che probabilmente resterà l'unica a sapere veramente quanto odia gli abbracci - si ricorderà di mettere a posto il manipolatore di particelle prima di andare a dormire, o succederà come l'altra volta? Avrebbe dovuto fargli una lista delle cose da fare, non si sa mai.

Le stelle bruciano immobili. Clara chiude di nuovo gli occhi.

Se le costellazioni sono formate da soli distanti miliardi di anni luce tra loro, magari anche lei, Danny e il Dottore ne creano una - esiste un posto abbastanza lontano per indovinare che forma abbia?


-


Il suo mondo è rosa pallido, le pareti sono grandi pupille che la fissano e la opprimono - inizia ad avere caldo ma non riesce ad uscire, se si spoglia trema ma continua a soffocare. Il suo cielo è di intonaco bianco, la sua erba di legno, le sue nuvole ragnatele.

Quando l'orologio batte le dodici, se grida non se ne accorge.


-


Quando smette di vagare come un fantasma per i corridoi sono passati due mesi. Con le spalle curve, a terra, il vuoto nel petto, mette la punta dello stivale oltre la soglia e nulla si apre per inghiottirla. Forse è un po' delusa - di sicuro no.

In classe, se chiunque sa qualcosa non lo da a vedere, Clara svolge la sua lezione, da i compiti e torna a casa - nel soffitto della mensa ha visto ancora un uomo di metallo, un ombrello e un cacciavite e nessuno l'ha chiamata per farle distogliere lo sguardo.

Nel suo letto bianco, freddo - non ha odore, la stanza è sterile, sembra di stare in un ospedale - si rigira senza mai dormire, da quell'angolazione non riesce a vedere fuori dalla finestra - ma se il Dottore è contento va bene così, è nata per salvarlo in fondo, non ha fatto nulla di più - questa volta non fa nemmeno male. Questa volta non fa niente - almeno crede.

I ragni hanno cambiato posto. Clara continua a cercarlo in quelle malate costellazioni finché non le lacrimano gli occhi. Dorme quando può e sente la sua voce dirle che va tutto bene, vede il suo fantasma magro passeggiare su e giù per la stanza con irritazione, quando si sveglia lo adocchia aggiustare qualcosa sulla sedia a dondolo - è vuota.

Il disegno della solitudine è una classificazione ordinata di gesti ossessivi, occhi sanguinanti, un mondo angosciato di magre consolazioni della vita felice di qualcun'altro. Se Clara facesse parte di una costellazione, sarebbe la rappresentazione stilizzata di file e file di singhiozzi ansiosi che si spengono nel buio.












































Note: un po' inquietante, ve lo concedo. Questi due stanno diventando i nuovi TenxRose, per me.
Oh, e arriverà il giorno in cui potrò scrivere qualcosa di vomitevolmente fluff perché la mia coppia preferita vivrà sposata in una casetta di pan di zenzero e cuoricini, ma non è questo il giorno.
Spero che abbiate gradito - se vi va, lasciate una recensione c:
Grazie per essere arrivati fin qui,
whammy.

  
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