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Autore: Dc_Winchester    16/11/2014    3 recensioni
Castiel ha bisogno di un passaggio. Fortunatamente Dean è nei paraggi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural

Paring/Personaggi:
 Destiel

Rating: Pg

Chapters: 1/1

Genere: Generale.

Warning: Slash.

Summary: Castiel ha bisogno di un passaggio. Fortunatamente Dean è nei paraggi. 

Note: Boh, non so come sia uscita questa cosa, ma visto che sono io -ed io sono pazza- ho deciso lo stesso di pubblicarla. E' nata come one-shot -e sono certa che finirà come one-shot- ma ho una voglia matta di continuarla che boh, non so perché non lo stia già facendo. Spero di leggere qualche vostro commento e magari sapere se sia buono continuarla o no.
Ah, prima che mi dimentichi; il titolo non c'entra niente con la storia, ma visto che mi piaceva l'ho messo lo stesso XD

Note importanti: Prima fan fiction su questo paring. Ho una paura matta di essere andata OOC con i personaggi. 





Il pub non è un posto calmo. 
Ci sono gli ubriaconi, quelli con problemi familiari, problemi economici, quelli con una vita di merda o quelli che, per sorte o per noia cercano del divertimento. Castiel crede che alla fine ne rimangano delusi, non lo sa il perché, sesto senso dice suo fratello, lui crede sia solo una sensazione. 
Ha i turni serali, Castiel. Inizia verso le 19:00 e stacca alle 23:00. Una buon ora, si dice, dopotutto è Balthazar quello che fa più giorni.
Alcuni dicono che fare il barista sia un gioco da ragazzi, se fossero dietro al bancone la penserebbero in modo diverso. Tutti quei bicchieri, e quelle bevande, quei avanti e indietro per servire un cliente e un altro, donne, uomini, tizi che pomiciano negli angoli più angusti e una voglia matta di andare lì e dirgli che no, non vuole un film porno in 3D, grazie tante. Ma non se ne lamenta più di tanto, ha un lavoro e questo gli basta.
Gabriel se né andato quando aveva diciotto anni. Non seguirò le orme di nostro padre ha detto il mio spirito è libero, baby. Io la vita me la godo. Ha continuato poi. 

A volte lo invidia, Castiel. Lo guarda su quel social network che Balthazar chiama Fakebook e ammira il suo “spirito libero”. Ha trovato una ragazza, lo scorso anno, si chiama Kalì. Castiel non l’ha mai conosciuta e non ne ha nemmeno l’intenzione. Dicono che sia una tutta piperina. Perfetta per Gabriel, dopotutto.

Balthazar è il tipo da una notte. Single e felice di esserlo. 

Lui è quello che definiscono “forever alone” non ne capisce il perché, vive in una bella casa, un gattino tutto coccole ed i suoi fratellini che a volte gli fanno visita. Non si definisce di certo un tipo popolare, ma neanche uno solo. 

Asociale, gli dicono.

Diversamente sociale, ribatte lui, anche se il significato non varia. Ma adora le facce confuse degli altri, quindi perché non sputtanarsi da solo?

Afferra il cappotto e si chiude la porta alle spalle, le chiavi che tintinnano quando fa scattare la serratura. Anche una serata è finita. 
La vita è monotona pensa, o almeno, la sua lo è.
Sveglia, colazione, pranzo, lavoro e letto. Pessima routine.

Davanti al locale sta un gruppetto di uomini, ventenni dalle facce. Uno in moto mentre gli altri due a terra. Qualche scommessa, se ne vedono molti in giro in quel periodo.
E' quasi estate. Non può biasimarli.

Sbuffa ed apre la portiera; è stanco, affamato e puzza. Ha bisogno di una doccia.
Spera solo che la macchina parta: è da un po’ di giorni che fa i capricci, serve ripararla. Domani la porterà dal meccanico.
Accende il motore e spera con tutto il suo cuore che sia un giorno fortunato. Il motore ringhia e sta quasi per esultare quando con un ultimo fischio il rumore si spegne. Non partirà. 

Vaffanculo.

Volta la testa e sente il rombo delle moto. Prova un particolare tipo di fastidio per i tipi come loro. Un fastidio che non sfocia mai in odio. Castiel non sa odiare, questo lo sa bene.
Quello al volante fa qualche impennata ed i due ridono, non capisce chi abbia perso o vinto, sembrano entrambi esaltati. 

Non ha la minima idea del perché, ma lo fa.

“Ehy!” grida, attirando l’attenzione del gruppetto, ma l’unico che gli interessa è il tizio in sella alla moto. Cavolo, ha una fottutissima macchina rotta! “Se hai benzina da sprecare riportami a casa!” 

Rimane piuttosto sorpreso da quello che succede dopo. Il tizio si ferma, si volta e lo guarda con cipiglio divertito. Non c’è molta luce, per questo fatica a rimarcarne i tratti del viso.
Lo vede scendere dalla moto, scambiare qualche parolina con i ragazzi al suo fianco e poi avvicinarsi, le braccia incrociate al petto. Castiel socchiude gli occhi e lo fissa. Ma chi diavolo gliel’ha fatto fare?

“Cosa vuoi?” Dice, poi chiude la portiera dietro di sé.
Il ragazzo lo guarda, sorride e si passa una mano sulle labbra. “Non volevi un passaggio, amico?”



Si chiama Dean.
Dean Winchester ad essere precisi. Ha un Impala del ’67 e al momento ci è seduto proprio accanto e, davvero, non sa perché l’abbia seguito. Dopotutto non ha avuto molta scelta: dormire in macchina o nel suo letto nonostante il passaggio da parte di uno sconosciuto. La scelta è ricaduta ovviamente alla seconda. Per l’amor di Dio, è a pezzi. 

“Castiel, eh?” lo riscuote la voce di Dean, le mani sul volante e come sottofondo Of wolf and man dei Metallica.

“Cosa?” chiede, perché, seriamente, uno non può pretendere di essere ascoltato quando si ha la testa da un'altra parte.

“Il nome.” Ribatte lui notando la sua confusione “E’ strano.”

“Me lo dicono in molti.” Sussurra guardando fuori dal finestrino. Fortunatamente l’indomani non ha nessuno impegno: Anna è fuori per lavoro e Balthazar da qualche ragazza. Ha tutto il tempo per una bella dormita ed una colazione degna di quel nome. 
Socchiude gli occhi quando la luce di un lampione lo colpisce in pieno viso. Dean è rimasto in silenzio di fianco a lui. Si gira e lo guarda; i capelli gli si spostano dalla fronte per il leggero venticello che entra dallo spiffero del finestrino. Nota dei lineamenti morbidi, Castiel. Dean ha dei lineamenti morbidi. Gli occhi che sembrano scrutare ogni minimo particolare. 

A volte si ferma ad osservare, Castiel, si perde nella bellezza di qualcosa e l’osserva senza nessuna esitazione. Quando era un ragazzo voleva fare il fotografo, era la sua passione. Poi la vita da adulto gli era piombata addosso ed addio sogno nel cassetto. 
A volte fotografa, però. Ed al momento vorrebbe così tanto una macchina fotografica in mano per immortalare la persona che gli sta accanto.

“Cosa?” Sbotta lo stesso Dean, la mano che cambia marcia.

Castiel inclina la testa e corruccia le sopracciglia. 

“Continui a fissarmi. E’ inquietante.”

Dean svolta e rallenta, il viso che si sposta leggermente nella sua direzione e gli occhi che si alternano da lui alla strada. “Forse dovresti smetterla.” 

“Di fare cosa?”

“Fissare le persone,” ribatte “alcune potrebbero non gradirlo.” 

“E tu?” replica “Tu lo gradisci?” 

Dean si passa una mano sulle labbra per poi farla risalire verso la fronte. E’ un tizio strano quello che ha accanto, ma non si pente di avergli dato un passaggio.

“Non posso dire che mi dispiaccia”



I restanti venti minuti passano in silenzio; Dean che guida e Castiel che ammira il cielo e le stelle con le loro costellazioni. Le conosce in molte, lui, qualche hanno fa ne era fissato: la sera si sedeva in giardino con un libro gigante sull’astronomia aperto sulle gambe, Anna che a volte gli faceva compagnia. Era un bel passatempo, soprattutto quando i suoi fratelli erano via per lavoro.

Picchietta le dita nel finestrino ed accenna un sorrisetto, dopotutto la giornata non è andata così male, ha trovato un passaggio ed un tizio con cui chiacchierare durante il tragitto. “Vai dritto,” dice e Dean annuisce “e poi svolta a destra. Ultima casa.”
Si fermano dopo qualche minuto, il rombo del motore cha man mano diminuisce. Dean accenna una piccola risatina e scende dall’auto, Castiel che lo segue subito dopo.

“Grazie del passaggio” esordisce poi, dopo qualche secondo di silenzio “Mi hai salvato la vita.”
Dean ride e gli va accanto chiudendo lo sportello al suo fianco. “Niente di ché. Dopo la sceneggiata che hai fatto era d’obbligo.”
Castiel arrossisce leggermente, annuisce e si dirige verso la porta, una mano alzata in segno di saluto mentre l’altra inserisce le chiavi nella toppa della porta. 

“Addio, Dean.” Sussurra e dopo un altro piccolo saluto si chiude la porta alle spalle.

Dean fissa il legno scuro ancora per qualche minuto, la luce che si accende dalla finestra accanto ed un piccolo sorrisino ad incorniciargli le labbra. Lo rivedrà, ne è certo, dopotutto l’unico luogo dove poter riparare l’auto è all’officina di Bobby, o almeno, l’unico luogo piuttosto conosciuto. 

Esce la mano dalla tasca dei jeans e la alza in segno di saluto. 

“Ciao, Cas.” 

  
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