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Autore: Puffola_Lilla    17/11/2014    6 recensioni
Se la mia prima FF su Eowyn e Faramir era un pochino più "semplice" questa qui è più lunga e sviluppata. Non ho idea se qualcuno abbia già descritto questa particolare scena tra loro, ma io è così che mi sono immaginata la notte prima delle loro nozze.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eomer, Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il passaggio dal voi al tu

Era tarda notte, quando Eowyn, stanca di continuare a fissare un punto indefinito del soffitto, aveva deciso di uscire da quella stanza buia. Indossando il pensante manto blu, regalatogli da Faramir, sopra una sottile camicia da notte, ella aveva percorso i lunghi corridoi del palazzo fino ad arrivare al cortile d’ingresso, ove un tempo risiedeva il famoso albero bianco di Gondor. Incurante dell’aria fresca sul viso, si era addentrata nella città ormai silenziosa e deserta, fino ad arrivare lì, nei Giardini della casa di cura. Non era la prima volta che Eowyn faticava a dormire. Durante quegli ultimi anni di guerra, spesso le sue notti erano state insonni. Più volte si era svegliata madida di sudore, preda dell’ennesimo incubo. Più volte aveva sentito Grima Vermilinguo, tentare di forzare la porta chiusa a chiave della sua camera. Questa volta però gli incubi e i rumori in sottofondo, poco centravano con la sua incapacità di prender sonno. Quella notte v’era un unico pensiero, che le impediva di entrare nella cosiddetta fase rem: l’imminente prima volta con Faramir. Mancavano poche ore alla celebrazione del matrimonio ed Eowyn era terrorizzata. Non era stata così terrorizzata nemmeno nel bel mezzo di una battaglia. Allora perché questa volta era diverso?

Continuava a ripetersi quanto volesse Faramir, quanto avesse desiderato che quel giorno arrivasse in fretta, ma quei pensieri, non riuscivano a distrarla da quello di cosa sarebbe accaduto dopo, quando tutti gli invitati li avrebbero lasciati soli. Che cosa sarebbe successo a quel punto? Eowyn non lo sapeva. Avanzando per i giardini, arrivò nel luogo in cui, l’allora Sovrintendente, l’aveva baciata per la prima volta. Si erano baciati tante altre volte dopo quella, ma nessuno di loro aveva osato anche solo entrare nella stanza dell’altro. I due ancora non si davano nemmeno del tu. Eppure Eowyn ricordava di quando, parecchi anni addietro, aveva notato alcune fanciulle uscire sia dalla camera di suo fratello, che da quella di suo cugino. Rammentava anche di come loro avessero negato la questione, quando ella aveva provato ad accennarla, e di come ambedue avessero abbandonato la sala da pranzo imbarazzati. Quante ragazze saranno uscite da quella di Faramir? E perché dalla sua non v’era mai uscito nessuno? Che Grima non l'avesse mai fatto, era senza dubbio una cosa per cui sarebbe sempre stata grata, ma ora come ora, le sembrava solo una magra consolazione. Per la seconda volta nella sua vita, Eowyn provò il forte desiderio di voler parlare con sua madre. Le era già successo all’età di quattordici anni, quando dopo aver dato il suo primo bacio, avrebbe voluto raccontarlo a qualcuno, finendo poi per tenerselo per sé, inorridita da ciò che tutti gli altri “maschi di casa” avrebbero potuto dire.

“Dicono che porti sfortuna vedere la sposa la notte prima delle nozze.” Disse una voce maschile alle sue spalle. Eowyn non si mosse, quasi a voler fingere di non aver sentito la sua voce, ma non poté impedire al battito del suo cuore di accelerare.
“So che mio zio Théoden non ha veduto la sua promessa sposa per l’intero giorno prima delle nozze. Eppure il suo matrimonio non è durato che pochi anni.” Per non parlare di quello dei suoi genitori, finito in maniera ancora più tragica.
“E così è stato anche per quello di mio padre e mia madre.” Disse egli andandole vicino. Era incredibile quante situazioni, belle o brutte li accomunassero.
“Pensate che il nostro durerà?” Domandò ella volgendo lo sguardo verso il suo viso. Nella luce pallida della luna, i suoi occhi grigi brillavano al buio, come due pietre preziose. Quegli occhi, erano state una delle prime cose che l’avevano colpita, durante il loro primo incontro.
“Lo spero, ma anche se così non fosse e sapessi di poter passare solo qualche anno o pochi altri giorni insieme a voi, vi sposerei ugualmente. Sempre se voi mi vogliate.” Aveva pronunciato quelle ultime parole con un leggero tremito nella voce. Istintivamente Eowyn gli aveva preso la mano, intrecciando le dita alle sue.
“Certo che vi voglio. Non ho cambiato idea sul matrimonio.”
“Allora che cos’è che v’ha tenuta sveglia? Che cosa v’ha fatta venire qui in questo luogo?” In un primo momento ella distolse lo sguardo, ma poi decise di tirar fuori tutto il coraggio che l’aveva sempre caratterizzata. Non aveva mai sopportato coloro che giocavano con le parole, senza mai arrivare al dunque.
“Non riesco a non pensare a ciò che accadrà l’indomani notte e non posso far a meno di chiedermi, quante donne siano uscite dalla vostra camera.” Faramir non rise a tali parole. Egli semplicemente le rispose. Fu in quell’attimo, che Eowyn capì di amarlo davvero. “Un giorno, quando sarai più grande, ti spiegherò che cosa significa amare qualcuno.” Le aveva detto sua madre, ma ciò non era mai avvenuto. Eowyn aveva dovuto imparare da sola, che ciò che aveva creduto di provare per Aragorn, non si trattasse di amore. Mentre ciò che provava per Faramir, non poteva non esserlo e se prima lo credeva soltanto adesso ne era certa.
“Meno di quante pensiate, molte di più ne sono uscite da quella di mio fratello, ma se la cosa vi preoccupa tanto allora io posso anche aspettare.” Alzandosi in punta di piedi, ella premette dolcemente e sue labbra contro le sue.
“Non sono preoccupata. Lo ero, ma non lo sono più.” Ed era sincera mentre parlava. I due rimasero lì in piedi, ad osservare il cielo stellato sopra di loro, fino a ché una folata di vento non li fece rabbrividire.
“Sarà meglio rientrare ora. Si sta facendo tardi e non ho potuto far a meno di notare, che sotto non indossate niente altro se non la vostra camicia da notte.” Eowyn annuì e i due, sempre mano nella mano, si avviarono verso il palazzo di Gondor. Suo fratello Eomer avrebbe voluto che la cerimonia si svolgesse a Rohan, ma Eowyn aveva insistito affinché essa si celebrasse all'interno di quelle mura, ove ella e Faramir s'erano incontrati. Senza contare che il viaggio verso le terre dell'Ithilien, sua futura casa, da lì sarebbe stato molto più breve.

“Voi che cosa ci facevate nei giardini a quest’ora?” Questa volta fu sicura di vederlo sorridere.
“L’improvvisata festa di addio al celibato organizzata da vostro fratello è stata parecchio movimentata e dopo io avevo bisogno di respirare un po’ d’aria fresca. E’ sempre stato così esuberante vostro fratello?”
“Oh sì, e credetemi ora che è divenuto re lo è molto meno. Da bambino era anche peggio.” Entrambi si misero a ridere e le loro risate riecheggiarono nel silenzio della cittadella. Insieme arrivarono fino al cortile d’ingresso del palazzo continuando a chiacchierare. Era da tanto che non lo facevano e la cosa le era mancata. Faramir le era mancato molto. I preparativi del matrimonio le avevano portato via molto più tempo di quanto avesse voluto. Era da giorni che i due novelli sposi non si concedessero un momento da soli come quello.
“Mi state dicendo che vostro fratello vi ha condotto in un bordello per farvi trascorrere la vostra prima notte con una fanciulla?”
“Si, ma mentre mio fratello era diciamo impegnato, io sono fuggito e sono andato a bere qualcosa alla locanda. La mattina seguente mi son svegliato nella camera della cameriera, che Boromir da mesi corteggiava senza successo. Era saltato fuori che ella fosse più interessata a me.”
“E poi com’è finita la storia con quella cameriera? Devo forse preoccuparmi?” Faramir sorrise, stringendole un po’ più forte la mano istintivamente.
“Direi proprio di no. Dopo qualche mese che ci frequentavamo, mio padre l’ha scoperto e trovando inconcepibile che io uscissi con una semplice cameriera, ha minacciato di farla licenziare se io non avessi interrotto la relazione. Per quanto ne so ora ella è felicemente sposata con un altro uomo e io sono felicemente in attesa di sposare la dama più bella che abbia mai messo piede a Gondor.” Eowyn non poté non sorridere a sua volta. Abbassando un po’ la voce, essi non smisero di parlare neanche all’interno del palazzo.
“Adesso tocca a voi raccontarmi qualcosa. Perché non mi dite se sono stato il primo uomo che avete baciato.”
“No, non lo siete stato.” Rispose con tutta la fierezza che l’aveva sempre contraddistinta e finalmente Eowyn raccontò quella sua piccola scappatella a qualcuno.
“Avevate solo quattordici anni? E vostro zio e fratello v’avevano permesso di andare a cavallo da sola per il regno?”
“No, infatti ero scappata.” E senza che se ne accorgessero, Faramir l’aveva scortata fino alla porta della sua camera. Non l’aveva mai fatto.

“Allora a domani mattina.” Disse egli fermandosi.
“A domani.” Disse anch’ella aprendo la porta. Non sapeva che ora s’era fatta, ma le venne in mente che dire oggi forse sarebbe stato più corretto.
“Io sarò quello all’altare.” Eowyn si trattenette dal ridere, non era davvero il caso che qualcuno si svegliasse e li vedesse insieme. I due si baciarono, ma era un bacio che li avrebbe portati ad un epilogo che mai si sarebbero aspettati. Senza rendersi conto di chi dei due avesse preso l’iniziativa, si ritrovarono all’interno della stanza. Le loro mani che lentamente lasciavano scivolare via i loro vestiti. Le loro bocche bramose che non smettevano di cercarsi. In un istante tra una carezza e l’altra, tra un attimo di frenesia ed uno di dolcezza, tra un “vi amo” sussurrato all’inizio ed un “ti amo” pronunciato tra i gemiti di piacere, si ritrovarono a fare l’amore. Era stato tutto così spontaneo e bello, che nemmeno quel piccolo momento di iniziale dolore l’aveva preoccupata.
“Alla fine ce l’hai fatta ad incastrarmi.”
“Già, credo che a questo punto tu sia obbligata a sposarmi.”
“Io sarò quella vestita di bianco.” Egli rise baciandola nuovamente. Avrebbe voluto che Faramir la tenesse ancora lì, stretta tra le sue braccia, ma se fosse rimasto sarebbero finiti in un mare di guai. Così poco dopo Eowyn lo osservò aprire la porta e sgattaiolare via. Un uomo era appena uscito dalla sua camera. Non passò molto da quando Faramir se n’era andando a quando ella cadde profondamente addormentata.

Fu solamente il giorno seguente a cerimonia già terminata, e con i festeggiamenti ampiamente in corso, che suo fratello le fece notare, ciò che ella ancora non aveva registrato.
“Allora è così che funziona?” Chiese Eomer alla sorella.
“Cosa?”
“Una volta sposati finalmente si può passare a darsi del tu?” Eowyn intenta a bere, per poco non si strozzò.
“Si è così che funziona.” Fu una fortuna che Lady Lothíriel, proprio in quel momento, decidesse di passare da quelle parti distraendo, con suo grande sollievo, il fratello. Posando il bicchiere su un tavolo, Eowyn diede uno sguardo alla sala ancora piena zeppa di invitati, mentre Eomer si allontanava e non poté non chiedersi quand’è che tutti se ne sarebbero andati, lasciandola finalmente sola con Faramir. Improvvisamente qualcuno la cinse dolcemente alla vita.
“Pensi che qualcuno si accorgerebbe se lo sposo e la sposa si assentassero per un po’?” Disse una voce alle sue spalle. Eowyn si volse a guardare il marito e fu soddisfatta nel vedere il suo sguardo malizioso. Avevano pensato la stessa cosa.
“Temo proprio di sì. Non abbiamo neppure fatto il nostro primo ballo.”
“A questo possiamo rimediare subito, ma è bene che ti avverta. Sono un pessimo ballerino.” Prendendo la mano che egli gli offriva, i due novelli sposi diedero il via alle danze. Il re e la regina di Gondor si unirono a loro poco dopo, seguiti da suo fratello e Lady Lothíriel.
  
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