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Autore: Nede    17/11/2014    2 recensioni
| Questa storia ha partecipato al Contest “[Multifandom&Originali] Ritorno al Futuro” di +Ashley+ |
[Estratto]
Goku lavato e vestito di tutto punto, con un'immensa voglia di tornarsene nel suo letto a dormire, si mise due dita in fronte e sparì nel nulla diretto da quel seccatore di Kaioshin il Sommo.
Si stupì molto di essersi teletrasportato senza minimamente concentrarsi; e si ritrovò a pensare che forse, ormai, era diventata una cosa così quotidiana da non aver bisogno di trovare un'aura prima di teletrasportarsi.
Una volta arrivato aprì gli occhi assonnato, sbadigliando rumorosamente.
«Kaioshin, mi vuole dire che problema ha? Voglio tornare a dormire.»
Il saiyan non ebbe nessuna risposta, guardò ciò che aveva davanti e non credette ai suoi occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Nede (EFP); _Nede (Forum EFP)
Titolo: I saiyan non abbracciavano i loro figli
Fandom: Dragon Ball
Personaggi: Goku; Un po' tutti
Genere: Introspettivo; Malinconico; Sentimentale
Raiting: Giallo
Ho scelto lo spunto: Il protagonista torna indietro nel tempo e incontra se stesso/i suoi genitori.
Avvertimenti: OOC*– What if? – AU*
OOC*: Questa nota è per precauzione e vale solo per Bardack, Gine (Non scriverò “Tanipuu” perché il vero nome della madre di Goku è questo.) e Kakaroth bambino, perché in un'altra dimensione.
AU*: L'AU è inserito perché Goku si ritroverà nel passato, ma di un'altra dimensione parallela alla sua ed a quella di Mirai!Trunks.
Introduzione: Goku sarà inavvertitamente catapultato nel passato di un'altra dimensione, ma il popolo saiyan non abita su Vegeta-sei ed è stabilito sulla Terra. Bardack è diventato un super saiyan ed a sconfitto Freezer e preso il posto di Re Vegeta – caduto in battaglia – diventando per un breve lasso di tempo il Re.
Anche se il suddetto saiyan non si è mai proclamato Re e mai ha accettato questo titolo.
Poiché ha sempre pensato che i saiyan non avevano più un pianeta su cui governare, ma solo un pianeta su cui vivere cambiando totalmente le loro esistenze.
Goku in quest'avventura sarà solo e si ritroverà davanti dei saiyan completamente differenti a come gliel'aveva descritti il suo amico/rivale Vegeta.
La storia è ambientatanel post- Majin Bu.
Chiarimento: che “Eiko” significa “Scia” in giapponese, ma all'interno della storia è solo il nome della scia temporale conosciuta in tutto l'universo.
Per questa “scia” mi sono ispirata alla “stringa” presente nel film Star Trek 7 che passa per motivi completamente diversi, ma non volevo usare il banale tunnel del tempo o la macchina del tempo ;)
Note: Questa storia partecipa al Contest “[Multifandom&Originali] Ritorno al Futuro” di +Ashley+
Le altre note inerenti alla storia le troverete in fondo ;)

 



 


I saiyan non abbracciavano i loro figli












In casa Son l'eroe della Terra dormiva beato sul suo comodo letto, ma il suo sonno ristoratore fu interrotto dalla divinità che solo di recente era stata liberata.
Goku avvolto dalle calde coperte, brontolò qualcosa di incomprensibile e si avvicinò al corpo della moglie stringendola in un caldo abbraccio.
Infischiandosene di Kaioshin il Sommo.
La sera prima era stata una notte magica, poiché dopo sette lunghi anni aveva amato la sua adorata moglie come non aveva mai fatto.
Il profumo della pelle nuda di Chichi riusciva a inebriargli i sensi, riuscendo ad ignorare le urla furiose che si propagavano nella sua mente.
Aveva salvato la Terra, quel vecchio brontolone aveva avuto il suo maledettissimo bacio da Baba – che con un inganno si era trasformata in una bella donna – ed ora sul pianeta regnava la Pace.
Perché il fratello perduto di genio non lo lasciava riposare?
Voleva stare con sua moglie, nel suo letto e dormire sino alle dieci.
Chiedeva troppo?
«Goku! Giovanotto impertinente, come osi ignorare Kaioshin il Sommo? Lo so che fingi di non sentirmi. Ho bisogno di te qui, quindi teletrasportati all'istante e...» Kaioshin non pronunciò parola, perché non aveva notato ciò che vi era ai piedi del letto del saiyan e accanto all'eroe addormentato.
«Ohoh, ma che bella visione! Non avevo visto chi c'era con te, ohoh, che... Ha un corpo sublime, ma chi è quella bellissima donna? Voglio un appuntamento con lei. No, no, un bacio da quella angelica creatura.»
Il saiyan sbarrò gli occhi di scatto, coprì con il lenzuolo la moglie – poiché era coperta sino a metà busto – rivolgendosi irritato alla divinità.
«Kaioshin il Sommo! Le sembra modo di comportarsi? Sono le cinque del mattino, e a quest'ora sulla Terra i terrestri dormono! Guai se si azzarda a sbirciare, soprattutto se si parla di Chichi. Si scordi mia moglie! E la smetta di trapanarmi i timpani con le sue urla, oggi è domenica e vorrei tanto dormire. Verrò a farle visita, lo prometto, però... Più tardi!»
Così sorrideno aggiustò il cuscino, si sistemò per bene le lenzuola e cercò di continuare a dormire pensando che la divinità avrebbe desistito.
«Zuccone! Non m'importa se sono le cinque... Ho bisogno della tua forza. Questo citrullo di Kaioshin non riesce a combinare nulla. E non posso chiederlo a Vegeta! Ha un caratteraccio insopportabile quel saiyan. Quindi muoviti!»
«Uffa, non la sopporto più! Va bene, arrivo, mi dia cinque minuti. E appena sarò lì, chiariremo alcune cose.»
Con un sospirò sconsolato, seguito da un lungo sbadiglio, si alzò dal letto e s'incamminò verso il bagno.









 
**








Goku lavato e vestito di tutto punto, con un'immensa voglia di tornarsene nel suo letto a dormire, si mise due dita in fronte e sparì nel nulla diretto da quel seccatore di Kaioshin il Sommo.
Si stupì molto di essersi teletrasportato senza minimamente concentrarsi; e si ritrovò a pensare che forse, ormai, era diventata una cosa così quotidiana da non aver bisogno di trovare un'aura prima di teletrasportarsi.
Una volta arrivato aprì gli occhi assonnato, sbadigliando rumorosamente.
«Kaioshin, mi vuole dire che problema ha? Voglio tornare a dormire.»
Il saiyan non ebbe nessuna risposta, guardò ciò che aveva davanti e non credette ai suoi occhi.
Si pizzicò una guancia, perché pensò di star sognando e che quello non era lontanamente possibile.
Non si trovava sul pianeta dei Kaioshin, ma sui suoi adorati Monti Paoz in cui vi si potevano intravedere tante abitazioni tondeggianti.
Il cielo era azzurro, non rosso.
Il panorama era quello terrestre.
Le persone, o il popolo, che lo stavano fissando non erano terrestri.
Erano tutti saiyan.
Le loro code ondeggiavano in tutte le direzioni, ma ciò che lo colpì maggiormente e che indossavano abiti terrestri.
Nessuna battle suit, nessuno scooter, ma solo il simbolo che contraddistingueva la razza saiyan.
«Urca... Saiyan sulla Terra. Com'è possibile?»
Pronunciò sconvolto a se stesso, guardando ogni singolo guerriero.
Le loro espressioni erano indecifrabili, Goku non riusciva a comprendere cosa potesse frullare nelle loro teste e in quel momento la presenza del suo caro amico Vegeta sarebbe stata ben gradita.
Un saiyan, che era poggiato alla corteccia di un albero, si soffermò sulla figura dello strambo uomo spuntato dal nulla.
«Come fai a sapere che noi siamo saiyan? Nessuno sulla Terra conosce la nostra vera natura. Chi sei?»
Goku volse lo sguardo in direzione del suo interlocutore, vedendo quest'ultimo guardarlo diffidente; come se fosse una minaccia.
L'eroe della Terra non seppe spiegarsi il perché, ma sentì che quell'uomo aveva qualcosa di familiare.
Accanto al saiyan vi era un bambino, identico al suo piccolo Goten, stretto ai suoi pantaloni che lo guardava minaccioso.
«Allora?»
Le sue non era semplici domande, ma bensì ordini.
Quel saiyan gli aveva ordinato di rispondere e Goku si ritrovò a sorridere.
Tale e quale a Vegeta!
Ma in fondo i saiyan avevano un carattere molto simile tra loro, anche se dovette ammettere che Vegeta era molto peggio.
«Bé, anch'io sono un saiyan. E il mio nome saiyan è Kakaroth, ma sulla Terra il mio nome è Son Goku.»
Il bambino si staccò dal padre, sgranò gli occhi incredulo, si avvicinò all'intruso e gli puntò un dito contro.
«Bugiardo! Non sei un saiyan, non hai la coda! E poi io sono Kakaroth, tu non puoi avere il mio stesso nome.»
Prima che Goku potesse rispondere, Bardack prese il piccolo Kakaroth per la coda e con lo sguardo gli intimò di star zitto.
Aveva già rovinato il suo sottile metodo di sfilargli informazioni.
«Questo marmocchio di mio figlio ha detto ciò che stavo per pronunciare, quindi se sei davvero un saiyan... Provalo. Anche se devo ammettere che i tuoi capelli sono tipici delle terze classi.»
Se Goku avesse solo lontanamente saputo che un giorno, dopo lunghi anni e proprio quella mattina, avrebbe incontrato suo padre non si sarebbe mai mosso dal suo letto.
Non sapeva nemmeno il perché, ma aveva sempre avuto riluttanza all'idea di incontrarlo.
Re Kaioh gli aveva detto che, chiedendolo a Re Yammer, avrebbe potuto incontrarli i suoi genitori.
Ma lui aveva sempre rifiutato.
Non avrebbe mai ricevuto complimenti, sorrisi, incoraggiamenti o affetto.
Vegeta lo aveva messo in guardia.
I saiyan non tenevano ai propri figli.
Loro li consideravano solo guerrieri che, un giorno, avrebbero procreato per non far estinguere la gloriosa razza saiyan.
Non pensavano ai sentimenti o all'amore.
Erano emozioni estranee.
Per loro esistevano gli istinti da soddisfare.
Nient'altro.
Non si era mai voluto illudere.
I suoi genitori non potevano mai amarlo come lui amava i suoi figli.
Ed in quel momento non sapeva cosa dire.
Gohan quando l'aveva visto al torneo gli era saltato addosso abbracciandolo e l'aveva stretto a sé sorridendo felice.
E lui, in quel momento, si sentiva spaventosamente ridicolo.
Lui uomo adulto, sposato e con figli, stava veramente desiderando un abbraccio?
«Mi stai facendo perdere la pazienza.»
Pronunciò Bardack vedendo il presunto Kakaroth tentennare, aprire la bocca per dire qualcosa e poi richiuderla spaventato.
Che diamine gli stava succedendo?
L'uomo con la cicatrice sul viso ghignò divertito e si trasformò in super saiyan, davanti agli occhi di Goku.
«Combatti contro di me, dimostrami che sei un guerriero della nostra razza.»
«Tu sei un super saiyan...»
Pronunciò sconvolto guardando i suoi capelli tinti d'oro e gli occhi azzurri come il cielo.
Bardack tornò allo stadio normale, pensando che forse stava dicendo la verità.
Gli unici superstiti erano loro.
E questo saiyan dall'aria ingenua non l'aveva mai visto, ma conosceva la leggenda del super saiyan.
Che solo la loro razza ne tramandava la storia
Goku penso bene di parlare, cercando di capire dove fosse finito.
«Io non capisco, come fai ad essere un super saiyan? Voi che ci fate sulla Terra? Dal mondo da cui provengo voi siete stati eliminati da Freezer e gli unici sopravvissuti sono stati quattro: Napa, Radish, Io e il Principe Vegeta. Che confusione.»
Bardack sgranò gli occhi incredulo, mentre tutti gli altri saiyan ridevano sguaiati prendendo Goku per pazzo.
«Smetti di fissarmi e seguimi.» pronunciò il saiyan guardando l'eroe della Terra. «Ho l'impressione che tu non dovresti essere qui.»
L'eroe della Terra lo guardò sorpreso e senza dire altro lo seguì.





 
**












Goku aveva raccontato tutto a Bardack.
Ed aveva compreso che era tornato indietro nel tempo, in un modo che non sapeva spiegarsi, ma in una dimensione totalmente differente dalla sua.
Mentre raccontava ciò che sapeva si ritrovò in una posizione scomoda quando suo padre gli aveva detto di essere orgoglioso di lui.
In quell'attimo l'aveva fissato sbigottito, e si pizzicò automaticamente una guancia perché era sicuro di star sognando.
«Bé, sei sangue del mio sangue. Era normale che saresti diventato per primo il leggendario super saiyan. Sono orgoglioso di te, Kakaroth, spero che il te di questo mondo diventi un guerriero così valoroso.»
Quelle parole non le avrebbe mai dimenticate.
Seduto sul prato guardava suo padre e il piccolo lui lottare, non riuscì a trattenere un sorriso di pura felicità.
Ed in un breve istante le loro figure scomparvero, immaginandosi perfettamente lui e Goten.
Erano settimane che cercava invano di tornare alla sua realtà, al suo mondo, e non osava pensare cosa stessero passando Chichi, Gohan e Goten non avendo sue notizie.
Se solo avesse avuto il radar cerca sfere avrebbe risolto tutto, chiedendo a Shenron di rispedirlo nella sua dimensione.
E non poteva andare da una ragazzina di dodici anni e dirle di costruirglielo.
Bulma lo aveva inventato all'età di sedici anni, quando aveva appena iniziato a studiare la tecnologia.
Si lasciò andare ad un lungo sospiro, promettendo a se stesso di non accontentare mai più le richieste assurde del Sommo Kaioshin e, soprattutto, di non teletrasportarsi quando era mezzo addormentato.
All'improvviso sentì una mano posarsi sulla spalla e si voltò scorgendo il volto di quella che aveva imparato a conoscere come madre.
Gine, moglie di Bardack e madre di Kakaroth e Radish, si era seduta accanto al figlio con in braccio il piccolo Radish che non la smetteva di star fermo.
Lì il fratello maggiore era lui e non il saiyan spietato che aveva conosciuto nel suo mondo.
Ogni volta che l'aveva vicina il suo cuore batteva all'impazzata.
Sua madre... la sua mamma.
In tutti in quei giorni della sua permanenza si sedeva vicino a lui, ma non aveva mai pronunciato parola.
Come se aspettasse che fosse Goku a parlare.
Che fosse lui a cercarla.
E Goku rimaneva sempre immobile, con la bocca serrata, e gli occhi puntati davanti a sé.
«Solo a Bardack, o meglio tuo padre, hai detto la verità sul tuo mondo e quindi temo che io ti abbia deluso in qualche modo. Eviti di parlarmi.»
Gine era sempre stata una saiyan senza peli sulla lingua, soprattutto quando desiderava scoprire la verità.
Il saiyan si voltò di scatto guardandola negli occhi, in quelle perle buie che aveva ereditato da lei.
Aveva gli occhi di sua madre.
Il cuore buono, sincero, genuino come quello di un bambino, non riuscì a sopportare di vederla con quello sguardo.
Uno sguardo ansioso e triste che aspettava una risposta.
«Io, bé, non...» si bloccò quando il suo sguardo si posò su di lui, ma sapeva che lei voleva risposte «In realtà non vi ho mai conosciuti... Io sono nato su Vegeta-sei, ma sono stato inviato – appena nato – sulla Terra. Perché il mio livello di combattimento era inferiore a quello di qualsiasi altra terza classe. Il mio scopo era distruggere il pianeta, vista la natura aggressiva e violenta dei saiyan. Però a causa di alcuni eventi, ho sbattuto la testa precipitando ed ho cambiato carattere.»
«Aggressiva e violenta? I saiyan non lo sono mai stati. Siamo un popolo di guerrieri che cerca sempre la sfida in ogni avversario che si rispetti. Vogliamo sempre migliorarci, ma non avremmo mai mandato i nostri figli appena nati a distruggere pianeti con popoli innocenti. I saiyan di cui tu parli sembrano le brutte copie di Freezer. Kakaroth, o Goku, per questo motivo hai sempre evitato di parlarmi? Perché temevi che noi eravamo i saiyan di cui tu hai sentito parlare?»
Goku abbassò il capo e Gine capì, ma non si arrabbiò e sorrise a suo figlio.
«Figlio mio, sei completamento diverso da quel bambino davanti a te. Quel cucciolo di saiyan è arrogante, presuntuoso e non la smette mai di chiacchierare. E invece di studiare, si allena. Sulla Terra non esiste solo lotta, qui è diverso da Vegeta-sei. Qui si vive, non si lotta.»
Goku alzò il capo guardandola sorpreso.
Quelle parole gli ricordarono la sua Chichi.
Il suo fratellone liberatosi dalle braccia materne gattonò verso di lui.
Il saiyan non ci pensò due volte a prenderlo in braccio; forse era stato l'istinto paterno a guidarlo, o forse quel bambino gli ricordava tanto Gohan.
«Urca, sei davvero pesante per essere così piccolo.»
Pronunciò sorridendo a Radish, ma quest'ultimo gli fu strappato dalle braccia da un piccolo Kakaroth dall'aria poco cordiale.
«Molla il mio fratellino, estraneo.»
Pronunciò facendogli la linguaccia e incamminandosi verso il padre.
«Urca, sono davvero un bambino vivace qui!»
Si lasciò scappare, ridendo nervosamente e grattandosi la nuca con una mano.
«Devi prepararti figlio mio, tra poco passerà Eiko e sarà la tua ultima occasione di tornare nel tuo mondo. Passa due volte, a distanza di giorni, ogni duemila anni in tutti i pianeti della Galassia. Nessuno escluso.»
Pronunciò Gine guardando l'orizzonte e alzandosi di scatto.
Goku imitò il suo gesto e vide una scia quasi invisibile arrivare verso di loro.
«Eiko? E cosa sarebbe? Mi riporterà a casa?»
La saiyan gli sorrise.
«Un Eiko ti trasporta ed un Eiko ti viene a prendere.»
Goku si voltò verso la madre e uno strano senso di vuoto si impadronì di lui.
Si era categoricamente imposto di non stare troppo tempo con loro, così che poi avrebbe sofferto meno.
E invece stava soffrendo lo stesso, o forse anche di più.
Abbassò il capo evitando di guardarla negli occhi, ma si sentì abbracciare.
Gine teneva stretta a sé suo figlio e Goku temette di non riuscire più a calmare i battiti del suo cuore.
Un calore mai provato lo stava catturando.
Non era come abbracciare Chichi.
No.
Quello era un abbraccio completamente diverso.
Era l'abbraccio di una madre al proprio figlio.
«Perché il tuo cuore batte così forte?»
«I saiyan non abbracciavano i loro figli.»
Riuscì a rispondere, mentre una lacrima percorreva dispettosa il suo viso.
«Resterai nel mio cuore, non ti dimenticherò.»
Pronunciò all'orecchio di Goku, non prima di spingerlo verso l'Eiko a pochissimi centimetri da loro.
Eiko sparì, riportando Kakaroth nel suo mondo.











 
**








Kaioshin era riuscito a rompere la barriera, creata per errore dalla magia del Sommo Kaioshin, consumando tutte le sue energie.
«Potevate avvertire Goku che stava per passare Eiko, così sarebbe venuto di corsa e io non sarei a pezzi.»
Si lamentò il povero Kaioshin, guardando in modo poco gentile il Sommo che imbronciato beveva il suo the.
«Non prendertela con me! Quello zuccone mi ha fatto così innervosire che mi sono dimenticato persino di Eiko. Questi saiyan riescono a farmi saltare i nervi. Per oggi lo lascio in pace, ma domani mi sentirà quel super saiyan.»
E Kaioshin sapeva bene perché una strigliata a Goku non l'aveva fatta subito, ma perché conosceva cosa era successo.







 
**










Goku precipitò sul giardino di casa Son, creando un'immensa voragine.
Gohan e Goten, svegliati da quel trambusto, corsero fuori guardando sconvolti lo scenario che si presentava davanti.
Il saiyan, uscito dalla voragine volando, aveva posato i piedi sul terreno.
«Papà, ma che cosa è successo? Che hai fatto?»
Pronunciò Gohan inarcando un sopracciglio, mentre Goten guardava un po' assonnato il padre.
Goku alzò gli occhi fissando i suoi figli negli occhi, per poi abbracciarli stretti a sé.
Goten si accoccolò felice, mentre Gohan tentava invano di staccarsi farfugliando un “Papà, smettila, sono grande ormai. Che ti è preso?”
«Urca, quanto mi siete mancati. Dite a vostra madre che torno subito.»
Sciolse l'abbraccio e spiccò il volo.
«Mi siete mancati? Ma se fino a ieri era insieme a noi? Che gli è preso?»
Pronunciò al fratellino che fece spallucce.









 
**






Goku arrivò ai piedi dello stesso punto in cui sua madre l'aveva stretto a sé.
Non sapeva il perché era andato lì, ma sentiva che doveva andarci.
Quella non era sua madre, ma solo la sua alter-ego; come lo era stato Mirai!Trunks per il Trunks della loro dimensione.
Però il saiyan era felice.
Alter- ego o non alter- ego quella che aveva abbracciato era sua madre.
Purtroppo non aveva avuto modo di salutare suo padre, Kakaroth, il piccolo Radish e quel popolo che un po' diffidente lo aveva accolto come parte della loro razza.
«Urca, mi mancherete molto... famiglia mia
Sorrise come solo Goku sapeva fare, mentre un'altra lacrima dispettosa scendeva dal suo viso.
































 
Salve a tutti!
Sinceramente non so che cosa dire, perché penso che sopra abbia detto tutto.
Ma voglio precisare alcune cose per evitare fraintendimenti.
I saiyan qui non sono come quelli conosciuti, sono guerrieri che non conquistano nessun pianeta ma che amavano vivere sul loro pianeta.
In poche parole facevano una vita simile/uguale a quella di un Vegeta stabilito alla Capsule Corporation.
Non ho voluto dilungarmi sul rapporto di Bardack e Goku, perché sinceramente non avrei saputo come gestirlo.
Mi è venuto più facile gestire l'incontro con la madre, Gine (Nome ufficiale della madre di Goku).
Detto questo.
Vi ricordo di informarmi su qualsiasi errore presente nel testo.
Spero di non essere peggiorata, invece di migliorarmi, accetto critiche di qualsiasi tipo.
Un saluto, Nede.
   
 
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