E adesso ti ritrovi lì, a piangere disperatamente perché sai che non tornerai indietro.
Inutile preservare i ricordi belli. Inutile perché non ci sono.
Ogni giorno in ansia, perché non ti sentivi minimamente paragonabile a lei.
Perché, ti chiedevi, la sua inutile aura doveva aleggiare su di te?
Perché il confronto non lo reggevi?

Lui amava lei.
Eppure lei non lo amava, amava un altro.
Non amava lui, l’uomo che più stimavi al mondo, il migliore che tu conoscessi…
Quella dannata notte quando iniziò tutto, credevi davvero di aver trovato l’uomo giusto.
Non sapevi ancora quanto il tuo principe dagli occhi azzurri ti avrebbe fatta soffrire.
Ora!? Ora tiri un sospiro di sollievo perché è terminato
quell’inutile Circolo Vizioso, in cui ci si feriva a vicenda. E’ finito. Tutto.

E ridi. Ridi perché sai che era assurdo quello che provavi.
Assurdo pensare di amare. Assurdo pensare di volere per poi non ottenere nulla.
Vero Kazue?
Perché dopo quello che doveva essere tuo marito, è stato da stupide innamorarsi di nuovo.
Non volevi dimenticarlo, ma poi è arrivato Ryo.
E, quando hai capito che dovevi dimenticare qualcuno che non ti ricambiava, è arrivato Mick.
Quello che egoisticamente definisci ancora “tuo”.

E tutte quelle sere a crogiolarsi nel senso di colpa, perché credevi fosse colpa tua.
Perché eri così dannatamente impura e cinica. Non come lei.
E vorresti urlare adesso che sai che c’è ancora in te l’invidia verso una tua amica.
Amica. Quella che con te era sempre dolce e disponibile, quella di cui potersi fidare.
Eppure sentire la sua voce che chiamava il suo nome ti ha fatto perdere la ragione, tu che ne hai sempre avuta in abbondanza. Dio, speravi di aver sentito male, di aver frainteso le ultime lettere. Perché l’unica cosa che ti rendeva al pari con lei erano le prime due lettere del vostro nome.“Ka”.
Quello stronzo che continuava e continuava a chiamarti, cercando con la mente lei.

E ti sentivi inutile, un rimpiazzo.
Occupavi il posto che qualcuno aveva rifiutato.
E la rabbia cresceva in te, giorno dopo giorno, spezzando quella corda che ti teneva legata a lui. Logorando il sentimento che provavi. Spingendoti a riempire quella valigia vuota nascosta nell’armadio.
Perché eri stufa, Kazue, stufa. Stufa di illuderti, di…di sperare ardentemente qualcosa che non poteva accadere. Ma che era già successo.

Perché solo quando l’aereo decollò.
Solo quando, osservando fuori dal finestrino, lo vedesti lì che ti chiamava disperato.
Solo allora capisti che il tuo desiderio si era avverato.
Ma era tutto inutile.