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Autore: Chloe R Pendragon    18/11/2014    2 recensioni
Quando Morgana ha catturato Gwaine, i due si sono ritrovati faccia a faccia dopo tre anni dal colpo di stato della strega: cosa gli riserverà questo incontro? Può l'amore superare la vendetta?
Sesta classificata a pari merito con Amor31 al contest "La verità è che mi piaci" indetto da AmahyP sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galvano, Morgana
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Such a beautiful lie

Such a beautiful lie.

 

Morgana stava parlando con Ruadan quando le porte della sala principale del suo gelido palazzo si aprirono; superò il suo alleato e andò incontro ai tre sassoni, lo sguardo puntato sul cavaliere che stavano strattonando. Sir Gwaine fu gettato a terra senza troppe cerimonie, cosa che fece piegare le labbra della strega in un ghigno: il sadico piacere che provava nel vedere quell’uomo soffrire era indescrivibile, forse per la sua irritante arroganza o per la sua incrollabile strafottenza. Persino in una situazione del genere, solo e disarmato nella tana del leone, il guerriero levò il suo sguardo derisorio verso la potente sacerdotessa e la schernì.

 

«Lady Morgana! Dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo...» disse con ostentata noncuranza, beccandosi un calcio in pieno volto da una delle guardie; mentre si rotolava al suolo dolorante, lei gli si avvicinò e lo osservò sprezzante, per poi fare un cenno ai presenti per intimargli di lasciarla da sola col prigioniero. I tre soldati fecero un rapido inchino e si dileguarono all’istante, a differenza del druido che le si avvicinò per tentare di dissuaderla.

 

«Morgana, forse sarebbe il caso che io rimanga qui con te...» iniziò il suo complice, ma la donna lo zittì con un movimento secco della mano e gli rivolse un’occhiata sufficientemente eloquente per convincerlo a defilarsi, seppur con palese riluttanza. Rimasti soli, s’inginocchiò accanto al nemico e, afferrandolo per i capelli, alzò l’ispido volto per poterlo studiare meglio; nonostante le sue origini, non vi era nulla di delicato o di nobile nei suoi lineamenti, resi ancor più selvaggi dalla barba incolta e dalla lunga chioma castana. Gli enigmatici occhi nocciola la scrutavano come se volessero sondare la sua anima, mentre si bagnò le labbra secche a causa del freddo pungente del luogo: un ricordo attraversò rapido la sua mente, mostrandole il cavaliere combattere a petto e mani nude contro orde di mercenari al suo servizio.

 

«Se mi avete fatto venire fin qui per guardarmi in faccia, potevate risparmiarvi il disturbo di rapire i miei amici» la punzecchiò il cavaliere, riscuotendola bruscamente dal flusso dei suoi pensieri. La sua bocca sembrava appetitosa mentre pronunciava quelle parole, spiazzando la sacerdotessa al punto da farle perdere momentaneamente il controllo: in una frazione di secondo, la parte indomita del suo spirito la spinse ad attirare a sé il viso di sir Gwaine e a baciarlo con foga, intrecciando la sua lingua con quella dell’attonito guerriero, che però non riuscì a non ricambiare quel gesto di pura passione.

Nessuno dei due si rese conto di cosa stesse accadendo o del perché stesse accadendo, c’era solo quel bacio, quell’attimo di estasi e poi... Morgana si staccò improvvisamente e con un impeto incontrollato scagliò l’uomo contro la parete dall’altra parte della stanza; il guerriero rimase senza fiato tra lo stupore e l’impatto violento, ancora troppo confuso dalla situazione paradossale e in continuo mutamento.

 

«Guardie! Portate il prigioniero nei sotterranei: un po’ di lavoro gli farà bene!» gridò la sacerdotessa prima di essere travolta da mille dubbi e timori, impedendo così all’altro di dire qualcosa, qualsiasi cosa: la voce della sua coscienza era più che sufficiente...

 

 

……………………….

 

 

Passarono diverse ore da quel bacio inaspettato, durante le quali i due ebbero modo di riflettere sulle origini di quell’effusione, chi scavando alla ricerca di chissà cosa, chi misurando la propria stanza con ampie e nervose falcate: per quel che le riguardava, Morgana era giunta alla conclusione che si era trattato di uno spiacevole incidente di percorso, causato dalla tensione erotica che si era accidentalmente creata quando era salita al trono di Camelot. Decise di mandare due sassoni a prelevare Gwaine dalla miniera per mettere una volta per tutte le cose in chiaro, perciò quando entrarono nella sala principale la strega congedò bruscamente le guardie e, una volta soli, andò dritta al punto.

 

«Quello che è accaduto prima è stato uno sbaglio e nessuno dovrà mai saperlo, chiaro?» disse con voce tagliente la strega, senza neppure degnarlo di uno sguardo; il prigioniero sgranò gli occhi nel sentire quella sentenza e ridacchiò amaramente, scuotendo il capo di fronte alla decisione della donna.

«Dunque volete fingere che non sia successo niente? Perché scappate sempre?» le rispose con un misto di ironia e frustrazione così efficace da spingerla a voltarsi e a fronteggiarlo, gli occhi brucianti di rabbia.

«Non osare mai più rivolgerti a me in questo modo! Non sto scappando da niente perché quello che c’è stato non significava niente!» sibilò velenosa, sottolineando le ultime parole per renderle ancor più violente; sperava di liquidare subito la faccenda, di mettere la parola fine su quella che poteva essere una tragedia su tutti i fronti, ma doveva fare i conti con l’insistenza dell’altro.

«State mentendo e lo sapete! Quel bacio lo volevamo entrambi da molto tempo, non fate finta che non sia così. Anche se neghiamo l’evidenza, non cambia il fatto che tra noi due ci sia più di una semplice rivalità: io mi sono innamorato di voi!» esclamò Gwaine con crescente passione e, senza darle possibilità di replica, prese il suo volto tra le mani e la baciò con trasporto: lei avrebbe voluto opporsi con tutta se stessa, tuttavia qualcosa la spinse a ricambiare quella nuova effusione per qualche secondo, poi si scostò e disse ciò che avrebbe decretato la fine di qualcosa di innegabilmente autentico.

 

«Vi è piaciuto? Bene, allora vi suggerisco di conservare il ricordo gelosamente, perché ora che siamo pari non ci saranno altre occasioni. Voi siete un servo di Arthur e io sono colei che distruggerà lui e i suoi seguaci: nulla può cambiare questa realtà, nemmeno il vostro amore...» sentenziò Morgana con ostentata malvagità, così da convincere il prigioniero che quei baci erano stati solo effimere bugie, seppur bellissime. Chiamò nuovamente le guardie e lo fece portare via, incurante dell’attonito silenzio del cavaliere, segno tangibile del suo cuore infranto: nulla doveva ostacolare i suoi piani di vendetta, nemmeno l’ennesimo affetto perduto. Aveva deciso di troncare sul nascere quella relazione pericolosa, in fin dei conti era abituata a combattere coloro che le erano cari, non a ricambiare il loro affetto; era la cosa migliore per entrambi, per quanto male potesse fare non c’era spazio per l’amore in quella guerra.




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