Family

Hetty mi ha appena detto che mia madre si chiamava Clara. 
Non ricordo nulla di lei, nemmeno la sua voce, nulla.

Non ho voglia di andare a casa, mi sentirei troppo solo, non che mi dia fastidio, ma ho voglia di uscire.
andrò al bar vicino alla spiaggia, quello vicino al fruttivendolo. Ci passo sempre davanti ma non sono mai entrato.

---------

una bella birra, quello che ci vuole dopo un dur giorno di lavoro. Molte ragazze mi stanno guardando di sottecchi, ma una no. È seduta vicino al vetro e sta guardando fuori, i capelli corti marroni e gli occhiali dalla montatura spessa, sta bevendo un the zuccherato in delle tazzine rosa e blu di fattezza raffinata ma non troppo.

decido di andarmi a sedere.
"posso?"
"si si, scusa è che ero sovrappensiero" risponde in fretta. 
È molto timida, e forse proprio questo mi attira di lei.
"a non preoccuparti, comunque sono G"
"piacere, Irina"
"Bel nome, non sei americana vero?"
"no, ci hai azzeccato, italiana" risponde. 

Solo ora noto i suoi occhi, marroni e se illuminati color miele. 
"Che tipo di the è?" Chiedo
"the nero aromatizzato al bergamotto" risponde quasi con timidezza.
"earl grey?"
lei annuisce, e cominciamo a parlare, del più del meno. 
Per una volta il the di Hetti mi ha aiutato penso ironicamente.

suona un telefono, è quello di Irina, lei risponde, poco dopo attacca e si scusa ma non può trattenersi oltre, deve andare da una sua amica. 

Prima che se ne vada le scrivo il mio numero su un foglio e glielo porgo dicendole che se le andasse di avere un'altra chiacchierata di chiamarmi. 
"Lo farò" risponde. E se ne va dopo aver pagato.


quello che so è che la voglio rivedere.