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Autore: _shiver    21/11/2014    1 recensioni
"Dean?"
Dean sentì le corde vocali tremare contro la sua pelle quando Castiel pronunciò il suo nome.
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Castiel abbassò il volto, sentendosi leggermente a disagio. "Secondo te, noi cosa siamo?"
Dean tirò un piccolo sorriso. "Dean e Castiel? Un cacciatore e un angelo? Quello che è caduto all'Inferno e quello che è caduto dal cielo?"
"No." Castiel scosse la testa. "Non intendevo questo. Voi umani vi preoccupate sempre dell'importanza di stabilire un nome al rapporto che nasce tra due persone." Spiegò, guardando Dean. "Cosa stiamo facendo?"
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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WHAT ARE WE?

 

Castiel era steso nel letto di Dean, chiuso dentro il suo morbido abbraccio, con la testa appoggiata al suo petto mentre gli accarezzava la pelle nuda con la punta delle dita. Le lenzuola erano tirate su a metà, non faceva freddo.

I capelli lunghi di Castiel gli solleticavano il collo, ma Dean sembrava non farci affatto caso, aveva gli occhi chiusi e il viso rilassato mentre si lasciava andare alle carezze delle mani delicate di Castiel.

"Dean?"

Dean sentì le corde vocali tremare contro la sua pelle quando Castiel pronunciò il suo nome.

Non rispose e Castiel smise improvvisamente di accarezzarlo. Si allontanò dall'abbraccio appoggiandosi su un gomito per guardare meglio Dean.

Dean aprì gli occhi e voltò il viso verso Castiel, inchiodando i loro sguardi.

Castiel abbassò il volto, sentendosi leggermente a disagio. "Secondo te, noi cosa siamo?"

Dean tirò un piccolo sorriso. "Dean e Castiel? Un cacciatore e un angelo? Quello che è caduto all'Inferno e quello che è caduto dal cielo?"

"No." Castiel scosse la testa. "Non intendevo questo. Voi umani vi preoccupate sempre dell'importanza di stabilire un nome al rapporto che nasce tra due persone." Spiegò, guardando Dean. "Cosa stiamo facendo?"

Ecco. Cos'erano? Cosa stavano facendo? Fino a dove avevano intenzione di spingersi? Fino a quanto, per un angelo che si era ribellato al Paradiso, era immorale essere così leale verso un cacciatore? Arrivati a questo punto, il loro era solo un rapporto di fiducia reciproca o c'era anche qualcos'altro? Avevano davvero così tanto bisogno di stare vicini? Era strettamente necessario condividere lo stesso letto quasi tutte le notti? Era sbagliato nascondere tutto ciò perfino a Sam? Erano forse un grosso sbaglio pur essendo felici ogni volta che erano insieme? Era Dean che voleva provare nuove cose o Castiel che voleva imparare di più sulla vita degli umani? O magari non erano proprio un bel niente?

Dean sospirò e si mise nella stessa posizione di Castiel. Per qualche infinito secondo fissò i suoi occhi in quelli di Castiel, desiderosi di avere una risposta, ma allo stesso tempo impauriti.

"Ti importa così tanto?"

Dean gli sfiorò il viso con il dorso della mano, accarezzandogli dolcemente la guancia, e Castiel chiuse gli occhi lasciandosi cullare da quel tocco così delicato.

"Non lo so. Forse?" Mormorò, schiudendo appena la bocca.

Dean si avvicinò e, facendole incontrare in un bacio morbido, modellò piano le sue labbra. Castiel seguì i suoi movimenti lentamente mentre appoggiava la sua mano sul fianco scoperto di Dean. Aveva quella strana capacità di portare Castiel quasi al limite, si fermava sempre un attimo prima, e Castiel ogni volta concludeva il bacio con un verso di disappunto per essere stato obbligato a staccarsi dalle labbra calde, carnose e piacevoli di Dean.

"Adesso ti importa?" Chiese Dean ad un soffio dalla bocca di Castiel.

Castiel scosse la testa. "No."

Dean fece scivolare le sue dita lungo il suo braccio, solleticandogli la pelle e facendolo rabbrividire, fino far intrecciare le loro mani insieme.

Castiel non resistette a lungo e baciò ancora Dean, più e più volte, facendo diventare quegli scontri tra le loro lingue sempre più passionali, bramosi e desiderosi di volere qualcosa in più di un semplice sfiorarsi.

A nessuno dei due importava avere un'etichetta finché sapevano di poter stare insieme, di poter contare sempre l'uno sull'altro, di conoscersi abbastanza bene da poter ormai individuare i sentimenti che provavano senza nemmeno doverselo chiedere a vicenda, finché bastava uno sguardo soltanto per capirsi. Finché erano felici, non era necessario che il loro rapporto avesse un nome.




NOTE DELL'AUTRICE:
Ormai dovreste aver capito che scrivo una volta ogni morte di papa, però dovete apprezzare il fatto che almeno ogni 3/4 mesi mi faccio viva!
Passando alla storia, questa è una piccola cosina che mi è ventua in mente ieri notte. Fatemi sapere cosa ne pensate  :)

  
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