Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: _odietamo_    21/11/2014    2 recensioni
Tratto dal testo:
Cosa volete sapere su di me? È inutile provare a spillarmi informazioni, non vi dirò nulla della mia vita privata, ormai ho imparato che nulla è importante quindi non avrei nemmeno una storia dietro da raccontare.
Sono Cristina, ho diciassette anni e sono incinta… Sì, avete sentito bene, sono una ragazza con il pancione.
Ovviamente penserete che la mia sia una storia tragica, con liti e tanti pianti, ma non è la verità.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Everything is nothing without you
 
 
 
Cosa volete sapere su di me? È inutile provare a spillarmi informazioni, non vi dirò nulla della mia vita privata, ormai ho imparato che nulla è importante quindi non avrei nemmeno una storia dietro da raccontare.
Sono Cristina, ho diciassette anni e sono incinta… Sì, avete sentito bene, sono una ragazza con il pancione. Per essere sinceri, anche se non ne vedo il motivo visto che non mi conoscete, compirò diciassette anni tra un mese, ma per presentarsi un numero in più fa sempre comodo.
Ovviamente penserete che la mia sia una storia tragica, con liti e tanti pianti, ma non è la verità.
Sono fidanzata con Nate da ormai due lunghi anni e, per quanto possiamo essere diversi, ci sosteniamo e ci proteggiamo a vicenda.
Ricordo perfettamente il primo giorno in cui incontrai il suo sguardo glaciale ed ho subito capito che lui sarebbe stato il mio grande amore.
Ci siamo incontrati davanti all’Empire State-Building, mi aveva quasi investita con la sua auto e si era subito rivelato sociopatico e diffidente, come è tuttora.
-Stai attenta ragazzina! Questa cosa fatta d’asfalto si chiama strada e quelle che ci sfrecciano sopra sono macchine!- sento ancora il suo tono infastidito mentre parcheggiava il malandato pick-up argentato.
-Scusami, ma tu stavi infrangendo ogni limite di velocità! Potevi farti male!- ricordo perfettamente di essere arrossita, come faccio sempre con le persone che non conosco.
-Principessina io faccio cosa voglio…- ribattè lui spalancando la portiera- Allora? Sali?-
-Emh… Perché mai dovrei salire in macchina con uno sconosciuto?-
-Io sono Nate e ora ti porterò al nuovo ristorantino vicino al Metropolitan Museum…-
La mia risata era riecheggiata flebile, sovrastata dal frastuono delle auto- Devo andare all’Hotel Empire e poi volevo salire sul mio edificio preferito-
-Ti accompagno, Madmoiselle-
-Non ti aspettare che ti rivolga la parola, Nathaniel-
E quel pomeriggio non fiatai per davvero, parlò solo lui, a intervalli, mi raccontò molte cose su di sé per poi iniziare a bombardarmi di domande che io elegantemente ignorai… Solo mentre salivo su un taxi risposi alla richiesta di una seconda uscita, con un piccolo sì che rivoluzionò la mia vita.
Con il passare del tempo iniziai a scoprire molte cose sul quello sconosciuto che aveva attentato alla mia vita: era uno stagista e lavorava al piano 110 alla WTC, torre nord, quella con l’antenna.
Era uno scrittore, un artista e sapeva apprezzare il presente, senza preoccuparsi dei se e dei ma. Viveva la sua vita così come arrivava, senza arrabbiarsi per una brutta giornata o rallegrarsi per un colpo di fortuna.
Abitava nell’isola che per noi Upper East-Siders era considerata la più malfamata, Brooklyn.
Io fui una delle poche che si dovette ricredere, Brooklyn, così come i suoi abitanti, era davvero splendida: un giorno a Central Park, quello dopo a osservare lo Skyline di Manhattan dall’altra parte del ponte e così facendo iniziai ad apprezzare il suo mondo proprio come lui faceva con il mio.
Un giorno la mia professoressa di latino mi disse che gli inizi sono sempre la parte migliore di una storia, ma per me e Nate quello che venne dopo fu una successione di momenti indimenticabili e terribilmente sentimentali, quasi non mi riconoscevo.
Mi accompagnò al mio ballo di debutto, prima e ultima volta in cui riuscii a fargli indossare uno smoking, ho la foto come prova inconfutabile: io con il mio splendido abito dorato mentre lui tutto in tiro, con tanto di cravatta abbinata al mio vestito. Ah i bei tempi delle serate di gala!
Quest’estate finalmente la W.T.C. concesse al ragazzo ben due settimane di ferie che passammo negli Hamptons, nella villa estiva della mia famiglia.
E fu proprio lì che facemmo l’amore per la prima volta, lui non aveva mai insistito e io non mi ero azzardata a prendere iniziative, però lontano dalla vita reale, in quel luogo così distante dai problemi veri… Tutto era perfetto.
Di quella notte ho impresso ogni singolo istante: dal primo bacio all’aurora che tingeva di rosa il cielo, mentre noi ci addormentavamo.
Come alla fine di un sogno quello che successe dopo fu scioccante, meraviglioso, ma assolutamente sconvolgente… Quelle due piccole linee sul quello stupido bastoncino, il terrore di perdere Nate e di rimanere da sola, la paura di affrontare la verità con i miei apatici genitori…
Però ora sono qui, mentre sto raggiungendo il mio ragazzo per andare dal ginecologo assieme e tutto sembra andare per il meglio, i miei simpatici genitori non furono entusiasti: la mia gravidanza poteva provocare un forte scandalo in società, ma alla fine si limitarono a versare qualche soldo extra sul mio fondo fiduciario e a procurarmi una casa nell’Upper East-Side.
La “Constance Billard” ha accolto la notizia con comprensione e a novembre, tra soli due mesi, potrò iniziare le lezioni da privatista e dare l’esame per iniziare la quarta liceo il prossimo anno.
Alla fine tutto si sta sistemando, i pezzi del puzzle iniziano a combaciare e io sto trovando la mia strada, credo che questo bambino mi abbia aiutato molto, senza di esso ora sarei al Met assieme alle mie amiche oche.
Raggiungo l’edificio con passo leggero, saluto Marylin alla reception e salgo direttamente all’ultimo piano, quando noto un sms di Nate.
 
“Torre Nord sulla terrazza, muoviti <3 –N”
 
Sorrido notando che la praticità di Nate è presente ovunque, sia dalla vita a casa ai suoi sbrigativi messaggi.
L’ascensore raggiunge con molta rapidità la terrazza, di solito totalmente inutilizzata, fatta eccezione per quell’enorme antenna.
Quando le porte si aprono mi trovo davanti l’amore della mia vita, sorride nervoso mentre il vento gli scompiglia i capelli castani… Dai suoi occhi, di solito glaciali come un iceberg, trapelano così tante emozioni che è difficile accomunarle tutte con una sola parola.
-Tutti gli straordinari che ho fatto sono stati per comprarti questo piccolo gioiello che spero accetterai-
Estrae un piccolo gioiello di Tiffany, un piccolo anello, semplice e minimalista… Come me.
-Cristina… Posso avere l’onore di diventare tuo marito?-
Le lacrime scendono prima che io possa fermarle o cercare di mascherarle.
-Sì!Sì Nate!- esclamo stringendolo forte a me.
Vorrei che questo momento non finisca mai, per me tutto è nulla se non c’è lui.
Sono così presa da lui, dal suo profumo, dai suoi occhi… Da ogni più piccola parte di Nate che quasi non mi accorgo di quell’aereo che si sta abbattendo a una velocità incontrollata verso la torre.
Tutto diventa nero e l’ultima cosa di cui ho ricordo è il suo sorriso.
11 settembre 2001.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _odietamo_