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Autore: Marlowe    21/11/2014    3 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 20





CLARY


 

Mi stavo per sposare. Sì, avete capito bene, io Clarissa Morgensten stavo per convolare a nozze con mio fratello. Se qualche tempo fa qualcuno mi avesse rivelato una possibile relazione fra me e Jonathan, come minimo l’avrei fatto internare in qualche istituto psichiatrico.
Ormai ero venuta a patti con me stessa. Avevo fatto la dura, la ritrosa, la preziosa, poi la disponibile ( fin troppo ultimamente) e alla fine avevo detto di sì. Mi ero lasciata coinvolgere da questa relazione a tal punto da sentire il bisogno di legarmi ufficialmente a lui. Non mi importava (oggi) dei vari alti e bassi fra di noi, mi piaceva il nostro rapporto tanto da volerlo rendere più forte.
Così, dopo essere tornati dalla radura, aver realizzato una delle primissime fantasie su di lui, una volta entrati a casa trovammo Sebastian seduto su un divanetto in attesa di buone notizie.
Quando Jonathan gli comunicò l’annuncio dell’imminente matrimonio urlò talmente tanto dalla felicità da farmi sinceramente dubitare chi stessi sposando in realtà. Mio fratello non si era sgolato così tanto, anzi aveva preteso che fossi io a perdere la voce a furia di urlare il suo nome.
Comunque, da quel momento le miei giornate furono riempite da tutti i preparativi. Avevo chiesto, gentilmente tra l’altro, se fosse possibile celebrare il matrimonio dopo il parto. Non per qualche timore verso lo sposo o perché avessi cambiato idea, semplicemente perché non mi andava di sposarmi con il pancione. Ottenni quello che avevo chiesto con tanta educazione? Ovviamente no!
Mi ero sorbita una filippica di tre ore da Jonathan in cui passava dall’offeso a vittima sacrificale con tanto di mela in bocca pronto per lanciarsi nel cratere di un vulcano.
- Non riesco a capire perché vuoi rimandare le nozze.
- Eppure mi sembra di parlare la tua stessa lingua. Non voglio sposarmi con il pancione! Che differenza fa se aspettiamo qualche mesetto?
Non pensavo che la sua faccia assumesse un’espressione così buffa quando faceva l’offeso.
- Fa una differenza abissale. Voglio poter dare il mio cognome a mio figlio!
Santissima pazienza cosa mi toccava sentire.
- Jonathan … forse non hai realizzato che noi due siamo fratelli e per tanto il cognome è lo stesso?
- Non fa niente, è una questione di principio. Ci sposeremo fra un mese. Questione chiusa.
- Fra un mese? E dove accidenti lo trovo un vestito, in queste condizioni, in così poco tempo?
- Guarda che anticipo a tre settimane eh?
- E un mese sia
Il mese più difficile e duro di tutta la mia vita. Peggio della volta in cui scoprii la mia insegnante di matematica chiusa nello sgabuzzino della scuola a baciarsi ( e voglio fermarmi a questa immagine) con il bidello. Peggio delle lasagne di mia madre e con questo ho detto tutto.
La primadonna che mi ritrovavo come futuro marito non solo aveva deciso la data, ma pretendeva pure di scegliere il mio vestito. Passi la prima ma col cavolo che decideva cosa dovevo indossare! Tutto il mio intero armadio l’avevo scelto lui, almeno l’abito bianco potevo deciderlo io? Che alla fine non poteva essere nemmeno di quel colore ma oro. Io l’avevo sempre sospettato che gli Shadowhunters erano persone spostate di mente. Nero per il combattimento e fin qui nulla da ridire, è un colore che si adatta all’oscurità, ti mimetizzi bene, le macchie di sangue non si notano particolarmente. Bianco per i funerali … e già qui avrei delle lamentele, è un colore così luminoso, che senso ha usarlo per i morti? Poi a mio parere snellisce alla grande e nessuno lo nota preso dal suo dolore. Rosso per i rituali, anche qui nessuna obiezione, era un colore passabile. Oro per i matrimoni, ora … con tutti i colori esistenti al mondo, perché proprio l’oro? Non era la mia massima aspirazione vestirmi da Ferrero Rocher versione gigante. Avevo insistito nell’avere un abito almeno avorio ma vi pare che possa scegliere il colore del mio vestito? Certo che no, e non si era fissato solo Jonathan ma pure Sebastian! Sono le nostre tradizioni blablabla, sarebbe carino fare qualcosa per bene blablabla. Insomma abito oro e basta.
Però lo avrei scelto io con l’aiuto di Magnus. Aveva tentato di rifilarmi una sua sarta di fiducia ma l’avevo prima scaraventato contro un muro e poi velatamente minacciato dicendogli che se osava proferire becco sullo stile del mio abito l’avrei appeso per i gioielli di famiglia al lampadario del salone mentre era acceso!
Insomma, non pretendevo di dilapidare il patrimonio di famiglia ( bello sostanzioso devo dire) da Klienfild, dove Randy mi avrebbe aiutato a scegliere l’abito fatto per me e dove si sarebbe commosso nel sentire la storia della mia vita, no! Mi accontentavo di un negozio qualunque, non necessariamente a New York. Magnus sosteneva di conoscerne uno bellissimo a Los Angeles, non so per quale motivo lo conoscesse ma ormai mi affidavo alle sue cure.
Anche qui mi ero sorbita un discorso chilometrico su quanto fosse pericoloso per me e per nostro figlio.
- Sei una scellerata. Vuoi rischiare la vita per un vestito? Non pensi al bambino?
- E’ proprio pensando a lui che lo faccio. Non voglio di certo che pensi che sua madre si fa vestire come una bambola dal padre! Ho tutto il diritto di scegliere il mio abito. Tu hai preteso di gestire la data, il catering, che poi siamo in quattro gatti quanto cibo vuoi si può sapere?
- Non importa in quanti siamo, è un vero matrimonio.
- E pure il colore hai scelto! Voglio deciderlo io il mio abito o giuro su quanto mi è più caro al mondo che dico a Magnus di modificare il tuo abito e ti assicurò che non ti piacerà. Ti vedo già così carino, vestito di paiette viola e un cappello con la piuma che mi aspetti all’altare non trovi?
Trattenne il fiato.
- Non oseresti mai, avresti delle foto ridicole.
- Ogni tanto qualche bella risata ci vuole.
Sbuffò stizzito ma alla fine, per una volta, si faceva come dicevo io.
La ricerca dell’abito fu terribile. Magnus mi aveva accompagnato in questo negozio di sua conoscenza e per l’occasione avevo portato anche Simon. Non perché mi fidassi del suo gusto in fatto di vestiti, ma per passare del tempo insieme.
Il negozio da fuori sembrava normale, piccolo e grazioso. Appena entrammo ci accolse una donnina di mezza età che mi squadrò criticamente, e già per questo ero tentata di prenderla a sberle ( ma è solo una mia impressione o la gravidanza mi rende più violenta?). Provai talmente tanti di quei vestiti da averne la nausea. Simon insisteva per vedermi con un modello a sirena, ora, se una ha il pancione, vi sembra normale indossare un vestito che le strizza il corpo per metterlo in risalto? No vero? Tanto valeva attaccare una freccia con scritto donna incinta! Magnus era fissato con i modelli ampi. Anche qui errore madornale, sono alta un metro e una scatola di tonno, fatemi indossare un abito del genere e non mi si vede più. Alla fine presi in mano la situazione e scelsi per conto mio. Non mi piacevano i modelli pomposi e nemmeno quelli senza nessuna decorazione, per il colore non avevo problema perché Magnus con un incantesimo lo avrebbe cambiato. Dopo più di due ore, in cui mi ero rifiutata di uscire e anche di far andare in bagno gli altri, compresa la commessa, trovai quello giusto.
Non aveva un corpetto rigido ma uno morbido in pizzo con una fascia di brillanti sotto il seno, la gonna misto velo e pizzo cadeva morbida e non dava assolutamente fastidio alla pancia, nota positiva aveva le spalline sempre in pizzo che evitavano di farmelo cadere.
Non sembravo una mongolfiera e mi sentii bella. Lo presi subito convinta sia da Magnus che da Simon, quest’ultimo tra l’altro disse che mi evidenziava molto il seno, cosa che a Jonathan avrebbe fatto sicuramente piacere.
Successivamente fui estromessa da ogni altra preparazione. Il mio personale e petulante wedding planner, per gli amici Sebastian Verlac, avrebbe provveduto a tutte le decorazioni.
Fu un mese lungo ed estenuante, il pancione ormai era evidentissimo e temevo quasi di sembrare ridicola in abito da sposa e spesso sfogavo la mia ira su Jonathan. Passavo da momenti di estrema felicità a quelli di depressione acuta. Spesso mi lamentavo del mio peso, del gonfiore delle caviglie, dei seni troppo grossi ( cosa che mio fratello smentiva accuratamente).
Passarono trenta lunghi e faticosi giorni e finalmente oggi mi sarei sposata.
Avevo espressamente proibito a Jonathan di dormire con me la notte precedente e lo stupido non ne capiva il motivo. Insomma, lui voleva le tradizione degli Shadowhunters? E io volevo questa, lo sposo non doveva vedere la sposa il giorno prima del matrimonio, era già tanto se aveva goduto della mia compagnia fino a cena, almeno la notte poteva andare a passarla in un’altra stanza.
Mi ero svegliata abbastanza agitata, le domestiche mi avevano aiutato a prepararmi e ora mi stavo fissando allo specchio in preda ai mille dubbi. Il vestito mi stava bene e i capelli erano raccolti in una pettinatura complicata, c’erano tantissime forcine e iniziavo a sentire il male al cuoio capelluto.
Bussarono alla porta e sbuffai per l’esasperazione.
- Jonathan se sei ancora tu giuro che non mi vedi all’altare hai capito?
La porta si aprì e la testa del mio migliore amico fece capolino.
- Tranquilla non sono il tuo biondo maritino.
Sorrisi contenta nel vederlo. Stava bene in abiti eleganti peccato che lui non amasse metterli. Il completo nero lo slanciava molto e metteva in risalto il suo incarnato pallido. Non aveva le solite vene bluastre in risalto, segno che si era nutrito di recente. Avevo deciso che Simon sarebbe stato il mio testimone mentre Magnus mi avrebbe accompagnato all’altare. Di norma sarebbe toccato a Luke ma lui ovviamente non era disponibile.
- Sei davvero bellissima Clary.
Sorrisi contenta facendo una piroetta su me stessa per farmi ammirare meglio, e quando mi sarebbe ricapitata un’altra occasione del genere?
- Sei pronta? E’ quasi ora.
Presi un respiro profondo e afferrai la sua mano per farmi condurre fuori dalla stanza. Magnus mi aspettava e mi guardò commosso. Mi porse il braccio.
- Sei pronta biscottino?
- Sono pronta.





JONATHAN


 


Non ero in ansia, nemmeno agitato … di più! E se lei cambiava idea? E se non voleva più sposarmi? E se una volta arrivata all’altare cambiasse idea e mi lasciasse lì come un fesso?
In questo mese avevo preparato tutto per bene e spesso l’avevo un po’ esasperata, mi aveva scaraventato in giro per la casa in preda alla rabbia ma io volevo solo che tutto fosse perfetto.
Sebastian, povera anima pia, mi rassicurava sulle mie inutile paranoie. Sosteneva che se non era scappata prima, perché avrebbe dovuto farlo ora?
 Era una buona domanda. Insomma, l’avevo rapita, ingannata, manipolata, messa incinta e lei era ancora qui con me!
Eppure la notte precedente non mi aveva permesso di dormire con lei e questo mi aveva angosciato profondamente, non mi interessava se erano tradizioni dei Mondani, io senza di lei non riuscivo a dormire.
Non sapevo nemmeno come fosse il suo vestito e morivo dalla curiosità. L’avevo spesso tormentata per scoprire qualche particolare, avevo provato a corrompere il suo amico vampiro ma questo si era messo a ridere. Sembravo davvero così patetico? Probabilmente sì.
Questa mattina mi ero svegliato prestissimo, alle cinque ero già in piedi tutto pimpante e pronto al grande passo. Avevo buttato giù dal letto ( letteralmente parlando) Sebastian per farmi aiutare a prepararmi, sordo alle sue proteste di voler dormire ancora un po’. Non mi importava se il matrimonio iniziava a mezzogiorno, la perfezione richiedeva tempo.
Mi ero lavato, profumato, pettinato e indossato il mio completo. L’oro non era esattamente il mio colore ma io, al contrario di qualcun altro, non protestavo e me lo facevo andare bene. Modestia a parte ero davvero magnifico.
- Allora amico, pronto a diventare un uomo sposato? Sicuro della tua scelta?
- Non ho alcun dubbio è sempre stata solo Clary, non esiste nessun altro per me.
Lo vidi annuire. Scesi al piano di sotto per ammirare gli sforzi dei nostri preparativi.
Tutta la casa era addobbata. La cerimonia si sarebbe tenuta in un’ala della villa adibita proprio per questi eventi, anche se sicuramente mio padre la usava per rituali demoniaci e cose del genere. Io avevo fatto dare una rinfrescata all’ambiente e acquistato tutto il necessario per celebrare matrimonio. C’erano fiori ovunque e il celebrante era un mio uomo di fiducia. Pian piano i miei invitati arrivarono, eravamo in pochi, la maggior parte erano alleati e qualche amico ( si ho degli amici) di vecchia data. Ora dovevo aspettare solamente Clary.
A volte quando vuoi che il tempo vada velocemente sembra che non passi mai, mentre quando ti diverti vola in un istante. In questa occasione le ore che mi separavano dal mio lieto fine sembravano non trascorrere mai. Avevo controllato tutto più volte, conversato con gli ospiti, mangiato qualcosa e sgridato Sebastian giusto per fare qualcosa. Ormai stavo dando di matto ed ero pronto ad anticipare persino la cerimonia che mia sorella fosse pronta oppure no, tanto era splendida anche in pigiama.
Poi finalmente fu il momento. Mi posizionai vicino all’altare e attesi l’arrivo di mia moglie. Il suo amico vampiro era al suo posto come testimone e finalmente la vidi vicino alla porta. Splendida, era la sola cosa che potevo dire. Il vestito le stava stupendamente e per una volta mi complimentai per la scelta di darle carta bianca. Si lamentava tanto del colore oro ma in realtà le stava divinamente, era abbagliante e mi ricordò molto il sole, il mio sole.
Magnus l’accompagnò fino a me e lei mi sorrise contenta. Fu come tornare a respirare. Non era fuggita.
Ho dei vaghi ricordi della cerimonia, mi vergogno nell’ammettere che non prestai particolare attenzione alla parole del celebrante, mi rammento della runa matrimoniale e di aver baciato Clary. Lo so che avevo insistito io per sposarci, che colpa avevo se mi ero vagamente distratto? Ero totalmente assorto nel fissare la mia sorellina e poi ammettiamolo, le funzioni religiose sono tremendamente noiose. Una volta avevo cercato di prestare attenzione, mi ero concentrato con le intenzioni, ma dopo cinque minuti viaggiavo già con la fantasia.
L’importante era che ero riuscito a legarla finalmente a me. Nessuno poteva negare questa unione, soprattutto davanti a tutti questi testimoni.
Il banchetto in onore degli sposi si tenne nel salone delle grandi occasioni ( si avevo pure questo, sono un ragazzo organizzato io). Clary guardava tutto a bocca aperta.
- Non sapevo nemmeno l’esistenza di questa sala.
- Certo che no, avevo già progettato di fare qui il nostro pranzo di nozze. Doveva essere una sorpresa.
- Potevi sempre organizzare tutto in giardino no?
- In giardino? Con insetti e mosche che ci danno fastidio mentre mangiamo? Mangiare fuori va bene per un picnic cara mogliettina, non per il nostro matrimonio. Non ti piace?
- E’ splendido Jonathan.
Volevo ben vedere, avevo speso fatica e domestici per far diventare questo posto una meraviglia. Mio padre non l’aveva mai utilizzato ed era sporco da far schifo. Molti domestici si erano lamentati ma ehi! Pagavo io quindi silenzio e obbedienza!
Molti invitati vennero a farci le congratulazioni, dovetti spiegare a Clary chi fossero dato che lei non ne conosceva nessuno. Si dimostrava gentile con tutti e accettava i complimenti di buon grado.
Il resto della giornata passò velocemente, ballammo molto e i brindisi non mancarono. Dovetti togliere più volte il bicchiere di vino dalle mani di Clary dato che non reggeva benissimo l’alcool e nelle sue condizioni non era il caso che esagerasse, non si sa mai, magari iniziava a far volare gente.
Gli ultimi ad andare via furono Magnus e il vampiro.
Lo stregone mi si avvicinò con fare minaccioso.
- Prova a farla soffrire e ti giuro che non mi importa come ma ti ucciderò capito?
Annuii con il capo e lui se ne andò tutto sorridente dopo aver abbracciato mia moglie ( mi piace troppo definirla così). Il vampiro le diede un bacio sulla guancia e se ne andò via. Rimaneva solo Sebastian ma lui abitava con noi.
- Allora sposini, siete stanchi?
- Un po’ - rispose Clary.
- Meglio che andate a riposare allora. Io vi lascio soli soletti.
E se ne andò anche lui.
Eravamo rimasti da soli, la presi in braccio e mi dirissi verso la nostra camera. Sapevo dalle tradizioni mondane che lo sposo doveva varcare la soglia con la sposa in braccio, ci tenevo a rispettarla, un po’ per le origini di Clary e un po’ per mio sfizio personale.
Lei rise felice. Quando la misi giù l’avvolsi in un abbraccio possessivo e le diedi un piccolo bacio sulle labbra.
- Allora Signora Morgensten come si sente?
Mi mise le braccia intorno al collo.
- Direi bene Signor Morgensten.
- Non sei pentita quindi?
Scosse la testa energicamente.
- Perché dovrei? Non ho nessun motivo per pentirmi. Siamo una famiglia, aspettiamo un bambino.
- Verissimo. Sentiamo, ora cosa hai intenzione di fare?
- Bè, prima di tutto mi slego i capelli, queste forcine mi stanno trapassando la testa.
Liberò la chioma rossa che le ricadde in morbide onde, sospirò di sollievo, a volte le donne non le capivo davvero, che bisogno c’è di agghindarsi fino a soffrire?
- Poi?
- Poi vorrei che il mio caro maritino mi aiutasse a togliermi il vestito.
- Oh, con molto piacere.
Stavo già per slacciarle i bottoni sulla schiena quando lei mi fermò.
- Non ho finito. C’è un’altra tradizione che vorrei rispettare, e spero che fra gli Shadowhunters sia lo stesso.
Oddio, fa che non sia niente di strano.
- Voglio consumare la prima notte di nozze.
Ok, nessun problema.
- Ah sì? Mmm mi faccia pensare cara signora. Si da il caso che anche fra la nostra gente ci sia questa usanza e anche se non ci fosse sarei più che lieto di fare l’amore con mia moglie.
Presi a slacciarle il vestito e lei fece lo stesso con me.
La guardai e incredibilmente mi emozionai. Avevo già fatto l’amore con lei, eppure questa volta mi sembrò diverso, sapevo che ora avrebbe consolidato la nostra unione ufficialmente, anche se lei ancora non mi aveva detto di amarmi, era legata a me indissolubilmente.
E fu meraviglioso esplorarsi nuovamente, come due persone che sanno di appartenersi.
E mentre ci perdevamo nel piacere non potei far altro che ripeterle all’orecchio.
- Sei mia, solo e per sempre mia.





 

ANGOLINO DI MARLOWE


 

Bene, bene, bene ( wow ho iniziato in versione Maleficent) il capitolo del matrimonio e nessuno muore, un nuovo record per me. E’ anche più corto rispetto ai precedenti ma doveva essere così. Non mi piace perdermi in descrizioni chilometriche, perdo interesse io nello scriverlo e voi nel leggerlo. Non so voi ma a me questa settimana è sembrata durare il doppio! Venerdì non arrivava mai e poi odio profondamente il giovedì. E’ come se ti dicesse “ guarda che arriva il weekend” ma poi ti frega perché dopo c’è un altro giorno lavorativo, piglia per i fondelli! Ma ritorniamo alla storia, giudizi? Non so voi ma io non vedo l’ora di finirla questa storia. Sta diventando un po’ troppo lunghetta per i miei gusti per voi no? Ora vado a stirare!
Kiss
Mar

  
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