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Autore: AndreaFlori97    22/11/2014    0 recensioni
Si tratta di una di quegli scritti che amo definire "digressioni incontrollate". Parlerò in particolare della situazione degli uomini di oggi e in particolare del mio caso.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io mi limito a osservare. Sempre. Le cose mi scorrono davanti come acqua sotto un vecchio ponte, senza lasciare traccia, senza lasciare alcuni ricordo tangibile. Ho sempre limitato me stesso al subire costantemente, non ho mai alzato un solo dito, ho solo lasciato che le cose andassero e ora mi stanno sfuggendo dalle mani come una corda troppo tesa, che mi brucia, come sabbia che scorre vai dalle mie dita senza che io possa fare alcunchè per fermarla. Mi sento instabile, sento che la roccaforte che ho lentamente e con fatica costruito su una roccia ora si stia sgretolando come sabbia inperversata dal mare in una tranquilla serata estiva. Mi sento così statico mentre vedo il mondo fuori dalla finestra che corre impazzito, riesco a vedere solo macchie di colore senza poterci capire qualcosa come se fossi in preda ad un forte vento, senza la possibilità di aprire gli occhi senza poter capire dove sto andando, ma andare comunque. Senza ne capo ne coda io sto fermo e osservo inesorabile, la stataticità della situazione non fa che rendermi di pietra, insensibile e freddo. È ora per me di prendere in mano ciò che ho e fare qualcosa ma so che queste non sono altro che vuote parole so di essere destinato ad una vita di mera osservazione lasciando che la vita mi scorra lentamente addosso consumandomi fino alle ossa e alla fine lasciare questo mondo silenziosamente senza poter lasciare di me un ricordo tangibile se non una lastra di marmo che verrà consumata dal tempo. Si, mi sento triste, profondamente triste abbandonato e solo in questo popoloso deserto che chiamano mondo tutti vanno e vengono con fretta senza accorgersi di quanto io chieda dispertamaente aiuto. Chiedo anche solo una persona che si fermi a guardare ad osservare il cumulo di cenere che è la mia vita. Avevo tante aspirazioni, diventare un politico o uno scrittore di successo, fare qualcosa per migliorare il mondo, magari vincere un nobel, e ora sto semplicemente piangendo lacrime amare senza senso. Che senso ha la mia vita? Nessuno. Io non diventerò mai nessuno nella mia esistenza. Di me non resterà che un semplice ammasso di materiale organico. Tutto si trasforma. E io resto immobile a guardare e piangere.
  
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