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Autore: LateNight_01    22/11/2014    3 recensioni
"Tutto quello che avevano vissuto nella loro vita, cose positive o negative, le avevano aiutate a diventare migliori giorno dopo giorno, ed avevano imparato che bisogna sempre lottare, anche se gli ostacoli incontrati durante il cammino possono sembrare impossibili da superare.
Perchè tutto si può affrontare, specie se si ha accanto qualcuno che ti sostiene e che ti ama"
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Here I stand'
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"I segni del tempo portano con sè
lacrime e sorrisi di un'intera vita
cancellarli equivarrebbe a cancellare
un pezzo della propria esistenza"
-Tanya B.




Quattordici anni non erano pochi, anzi, per Kanan stavano a significare molto di più di un numero qualunque. Quei quattordici anni segnavano un anno in più della sua vita, e di conseguenza di maturità.
Era una ragazza, finalmente. Una ragazza a cui era permesso uscire dal palazzo fino a quando il sole non sarebbe tramontato, una ragazza che poteva innamorarsi, una ragazza proprio come tutte le altre.
Spesso da bambina se l'era chiesto come ci si potesse sentire ad essere come le altre della sua età, ma non trovava risposta e si limitava a immaginarlo, passando ore alla finestra osservando i giochi e gli scherzi dei ragazzini, e invidiandoli da morire.
E finalmente adesso poteva essere come loro! Era sicura che sua madre non gliel'avrebbe negato, del resto una promessa è una promessa. E Anna manteneva sempre le promesse, specie quelle fatte a sua figlia.
Per questo Kanan non dormì neppure quella notte, passò tutto il tempo standosene sdraiata sul letto a fissare il soffitto sognante, a rigirarsi nelle coperte aspettando invano che il sonno arrivasse, a buttarsi da una poltrona all'altra della sua camera, e a finire la confezione di cioccolatini che teneva lì da due o tre giorni. E se qualcuno si fosse permesso di criticarla per i suoi modi di fare "poco adatti ad una principessa", lei avrebbe risposto che tutti hanno diritto ai propri momenti di follia.
Se quella si potesse definire follia. Assomigliava di più a gioia e desiderio di libertà, che era ad un passo dal conquistare.
Non che Anna e Kristoff non le avessero dato abbastanza libertà, no, solo erano un po' protettivi nei suoi confronti. Specie dopo l'episodio accaduto alla madre sette anni prima, quando era stata ad un passo dal lasciare questa terra a causa di un re pazzo che l'aveva quasi uccisa.
E questo aveva avuto ricadute su di lei, e anche parecchie.
Esci solo nel giardino.
Fatti sempre accompagnare da una guardia.
Stai accanto a tua cugina Kayla, lei è in grado di proteggerti.
Non dare confidenza a persone che non conosci.
Queste erano solo poche delle regole indiscutibili impostale dai genitori e dai parenti più stretti. Certe volte avrebbe voluto essere come sua cugina, con un potere meraviglioso come il suo, in grado di abbattere anche un intero esercito di malintenzionati solo alzando un sopracciglio. Lei sì, che poteva sentirsi libera.
Kanan era la fotografia di Anna, stessi capelli ramati, stesse lentiggini sul viso, stesso sorriso vivo e allegro. Aveva del padre gli occhi castani e profondi, ma il carattere era una fusione perfetta tra quello di Kristoff e di sua moglie. Era testarda, dolce, impulsiva, a volte un po' chiusa e altre volte troppo aperta, goffa, scherzosa, sempre disponibile ad aiutare gli altri, si affezionava subito alle persone. Insomma, per lei era impossibile stare lontana da quello che amava, anche se si fosse trattato di solo qualche giorno.
E prendeva molto sul serio i compleanni, specie il suo.
Quando si fece mattina, la giovane principessa non perse tempo a scegliersi un abito adatto alla festa che la spettava per il suo grande giorno. Lo conservava da ben due anni per l'occasione: era un abito lungo, turchese, con qualche dettaglio di pizzo e i bordi dorati. Era abbastanza semplice e comodo, ma aveva il vantaggio di permetterle qualsiasi movimento per quanto brusco ed improvviso; aveva giurato che mai e poi mai si sarebbe ritrovata in qualche rigido -e soffocante- busto, fatta eccezione (forse) per il suo matrimonio.
Così come per la scelta del guardaroba, la ragazza iniziò fin dai dodici anni a progettare la pettinatura che avrebbe dovuto avere per l'attesissimo compleanno. Era passata da uno chignon semplice, ad una treccia laterale, a un'infinità di altre acconciature che avrebbe potuto adottare. Alla fine decise che la cosa più adatta all'occasione sarebbe stata una treccia a cascata, di quelle che amava farsi quotidianamente.
Semplice e perfetta.
E come faceva ogni giorno anche quella mattina andò a svegliare la cugina, alla sua solita maniera.






Se c'era qualcosa di più irritante di essere svegliata di domenica, questo era essere svegliata di domenica alle cinque di mattina.
Kayla ignorò la prima volta il richiamo di Kanan, rigirandosi nelle coperte e portandosele fin sopra alla testa, e borbottando inconsciamente qualche residuo della lezione di storia del giorno prima.
-Kayla, sveglia! Che significa "Napoleone fu esiliato a S. Elena"? Smettila di pensare sempre allo studio! Avanti, è mattina!- la rossa tirò un braccio dell'altra, ancora pacificamente addormentata -Dobbiamo pensare alla festa!-
I sogni dell'altra iniziarono in quel momento a sfumarsi, per lasciare posto alla voce squillante della più piccola. Con un primo spiraglio di lucidità, la ragazza si tirò a sedere sul letto, chiedendosi cosa stesse succedendo. Fu subito avvolta, con sua grande sorpresa, da un'abbraccio carico di gioia.
-Finalmente ti sei svegliata!- esclamò la rossa, con un sorriso lentigginoso.
-Oh, Kanan- borbottò la maggiore, con tono dolce e scherzoso -Se provi di nuovo a svegliarmi a quest'ora, io ti dò fuoco alla camera-
Kanan piegò la testa e sorrise, ammirando la cugina. Anche se spettinata, mezza addormentata e in camicia da notte, ai suoi occhi appariva sempre splendidamente bella.
La prima cosa che si notava conoscendo Kayla, erano di sicuro gli occhi verdi e brillanti, che sembrava riflettessero luce dovunque si posassero. E poi c'erano le sue labbra rosee e perfette, i lineamenti delicati e la pelle pallida che le donava una grazia e bellezza difficile da trovare. I capelli erano platinati, proprio come quelli di sua madre Elsa, solo con la differenza che la principessa li portava in un caschetto disordinato che -a parere di tutti- le donava molto. Era estroversa di carattere, amava stringere nuove amicizie, ed aveva il coraggio ereditato da Hans.
E dal padre non aveva ereditato solo il coraggio.
Aveva uno splendido rapporto con Kanan, e la considerava più una sorella e un'amica piuttosto che una cugina. Tra le cose che amava di più c'era di certo la cioccolata -come avrebbe potuto vivere senza?- e imparare cose nuove.
Nei confronti del suo potere aveva imparato a non averne timore e a padroneggiarlo, cosa che non le risultò troppo difficile anche con l'aiuto delle persone che le erano accanto. Anzi, dai suoi amici veniva considerata oggetto di ammirazione, grazie ad esso.
-Buon compleanno- fece lei, abbracciando nuovamente la festeggiata -che programmi abbiamo per oggi?-
-Niente di che. Pensavo di fare colazione tutti insieme, uscire un po' con te e verso sera fare una graaaande festa con gente di tutto il regno e principi e re confinanti. Poi magari la zia Elsa potrebbe congelare la piazza, e invitare tutti a fare una bella pattinata. Oh, e tu potresti accendere delle lanterne da lanciare nel cielo stellato, e poi prenotare dei bei fuochi artificiali, e che ne dici di fare un banchetto? E poi...-
-Piani modesti, diciamo- scherzò la platinata alzando un sopracciglio con un sorriso, e per un attimo sembrò proprio sua madre.
-Non è niente di complicato, Kay-
-Il mio nome non è Kay. Mi chiamo Kayla. Ka-y-la.- scandì la più grande. Aveva perso il conto delle volte in cui la cugina le aveva messo quel soprannome.
-Avanti, Kay è un nome carino- provò l'altra mordendosi il labbro inferiore con un paio di occhi dolci che funzionavano sempre. E anche quets avolta non fallirono.
-Ok, ok, te lo concedo. E' un nome carino, ma è da maschio- rise Kayla, passando un braccio intorno alle spalle della rossa, e scambiandole uno sguardo amichevole.
-Certo- concluse l'altra, ricambiando l'abbraccio -E adesso sbrighiamoci, che dobbiamo ancora scegliere il tuo abito!-






Che Elsa non fosse affatto cambiata negli anni, nessuno lo poteva negare. Rimaneva sempre la stessa dolce ragazza che quindici anni prima aveva messo fine alla sua volontaria reclusione, e aveva ritrovato il rapporto con la sorella. Sembrava che il tempo non l'avesse neanche sfiorata, e lo stesso valeva per Anna: nonostante fossero entrambe mamme e mogli e avessero sulle spalle migliaia di responsabilità, questo non aveva impedito loro di continuare a coltivare e -perchè no?- a migliorare il loro rapporto.
Tutto quello che avevano vissuto nella loro vita, cose positive o negative, le avevano aiutate a diventare migliori giorno dopo giorno, ed avevano imparato che bisogna sempre lottare, anche se gli ostacoli incontrati durante il cammino possono sembrare impossibili da superare.
Perchè tutto si può affrontare, specie se si ha accanto qualcuno che ti sostiene e che ti ama.
Il tempo aveva lasciato sì delle ferite, ma rimanevano come cicatrici che stavano a significare qualcosa, a ricordare una battaglia, e quella battaglia era stata vinta.
Anche Kristoff e Hans erano perlopiù gli stessi uomini allegri ed intraprendenti di anni prima, e l'esperienza come genitori li aveva resi di certo più responsabili, ma anche molto comprensivi e coraggiosi.
Hans poi aveva fatto una scoperta, che aveva messo fine a molti dubbi che lo tormentavano. Anche lui era in possesso del dono del fuoco, e lo aveva passato a sua figlia Kayla: non si era manifestato in tutti quegli anni per cause a lui sconosciute, ma adesso ne aveva pieno controllo. E poi, chissà se un giorno avrebbe scoperto chi o che cosa gli aveva trasmesso il potere?
Eirik era diventato un ragazzo sveglio, intelligente, gentile e garbato, anche se spesso si divertiva a giocare qualche tiro alla gemella Kanan, ma del resto quale fratello non lo fa?
Aveva i capelli dorati del padre, e degli occhi blu che a volte diventavano verdi, e che lo caratterizzavano più di ogni altra cosa. Aveva un rapporto strettissimo con i genitori, ma amava anche il resto della sua famiglia, e passava il suo tempo libero con gli amici più cari.
E come la sorella, amava le feste.
E del resto, oggi era anche il suo compleanno.





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Note dell'Autrice: Sono tornata!!!
Ecco a voi il primo capitolo della terza serie, e spero davvero che vi sia piaciuto, perchè non avete idea di quanto abbia faticato a trovare qualche idea per scriverlo.
Dunque, per ora non ho ancora trovato una fanart adatta, ma appena scoprirò dove si nasconde la metto XD
Sono passati altri 7 anni (sono andata in fissa con questo numero ahahah) e i ragazzi sono cresciuti <3 Mi scuso se in questo primo capitolo c'è ben poco su Anna ed Elsa, ma mi sembrava necessario formare un quadro più o meno chiaro sul carattere e l'aspetto di Kayla, Eirik e Kanan. Anche perchè saranno i cooprotagonisti insieme alle nostre sorelle preferite!
Detto ciò, aspetto le recensioni per sapere i vostri pareri, non vi fate problemi ad esporre le vostre idee o eventuali punti da migliorare, che non mordo :')
A presto!
                                                                                    LateNight_01




   
 
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