Come un fiore di pesco...
I Capitolo
A Madda, un augurio speciale tutto fanficcioso...
"Merda!" uscì dalle mie labbra mentre mi allungavo per prendere il telefono che squillava incessantemente,
rischiando l'osso del collo inciampando nei lunghi e morbidi pantaloni di lino che avevo appena indossato.
"Si, Luke dimmi tutto" risposi al telefono "No,
non sono ancora uscita di casa" allontano in fretta il telefono dall'orecchio mentre il mio interlocutore si esibisce in un urlo disumano chiedendomi perché non sono ancora
uscita.
"Mi ha trattenuto un nuovo cliente, non è colpa mia se ho dovuto mandare via prima la tua ragazza per farsi bella, mentre io mi sono dovuta
occupare di un cliente dell'ultimo minuto. Adesso datti una calmata che sto uscendo di casa. Dieci minuti e sono da lei."
Chiusi la comunicazione finì
con grande fretta gli ultimi preparativi prima di mettere dentro una pochette nera le chiavi di casa, il cellulare e il portafoglio. Scesa in strada mi diressi verso la mia macchinina, piccola ma
confortevole, un vero gioiellino, ne andavo molto fiera, e una volta alla guida mi diressi verso casa di Ashley.
Certo che mi ero proprio fatta incastrare,
sapevo che non mi sarei dovuta fare coinvolgere, ma non potevo resistere ad aiutare nell'organizzazione di quella che sarebbe stata una delle sere più importanti della vita della mia
migliore amica e socia in affari, però quelle settimane erano state un vero inferno! D'accordo che ne vedevo di tutti i colori nel mio lavoro ma aiutare il ragazzo della mia amica, anzi il
suo futuro fidanzato, ad organizzare la serata perfetta per chiederle di passare il resto della vita con lui era stato decisamente massacrante. Prima di tutto avevo dovuto tacere tantissime cose ad
Ashley, poi sopportare Luke che ogni due secondi cambiava idea su tutto, e prima non andava bene il posto, poi i fiori, il cibo, la musica.
Dio, quanto ero
contenta che stasera sarebbe finito tutto con la mia amica con un bel anello nuovo al suo dito. Se penso alle lotte che ho dovuto fare su questo punto. Risi ripensando alle litigate al telefono,
manco fossimo noi quelli sposati, per fargli capire che non era il caso di regalarle un anello di famiglia, Ashley si sarebbe sentita troppo responsabile per un anello di quel valore sentimentale e
avrebbe finito per non portarlo per paura di perderlo e far star male la famiglia di Luke. Troppe seghe mentali pensavo io, lo stesso Luke, ma vai a farlo capire a quella piccola testolina della
mia amica.
Arrivata sotto casa sua mi accorsi che mi stava già aspettando, appoggiata ad un muro con le braccia incrociate sotto il seno e un cipiglio
severo sul suo viso da bambolina di porcellana. Aveva un vestitino di seta leggero verde acqua come i suoi occhi che le stava perfetto, nonostante non fosse una bellezza nel senso classico del
termine, tutti si giravano a guardarla, per la solarità e l'allegria che emanava.
Entrata in macchina mi investì come un fiume in piena di
domande sul nuovo cliente, come era, cosa voleva, che impressione mi aveva fatto, ecc. L'avevo convinta ad andare via prima dall'ufficio per prepararsi per una grande serata tra donne, avevano
aperto un nuovo locale e io ero riuscita ad ottenere i pass, questa era la scusa ufficiale.
"Allora dai dimmi che tipo di festa vuole
organizzare"
"Mah, il solito. Grande festa per il suo pensionamento e passaggio di consegne con il nuovo presidente. Gente altolocata, personalità
importanti, country club, forse tema dominante, era ancora indeciso, doveva discuterne con la moglie."
"Bene, bene. Se facciamo una buona impressione al gran
capo e alla moglie del gran capo" sottolineò Ash "magari entriamo nel giro della feste di quelli che contano" mi fece l'occhiolino.
La nostra agenzia
non era così rinomata, era in piedi solo da pochi anni ma lavoravamo tanto e bene, e la festa del signor Hartley ci avrebbe potuto aiutare a raggiungere un certo prestigio. Se riuscivamo a
soddisfarlo probabilmente ci avrebbe consigliato ai suoi amici, e nel nostro lavoro contava tantissimo il passaparola, sopratutto se fatto dal Presidente di una grossa multinazionale come la
Hartley&Becker, anche se stava andando in pensione.
Arrivammo nei pressi del locale, dall'aspetto non sembrava molto convincente, era un vecchio
magazzino tessile trasformato in un locale di lusso, per entrare bisognava fare una vecchia scala di legno che non dava molta sicurezza, e superare una vecchia serranda tutta
arrugginita.
"Come mai non c'è nessuno in fila, pensavo fosse l'inaugurazione" mi chiese Ashley
"mmm, non ne
ho idea. Entriamo e vediamo" mi girai verso di lei "magari siamo arrivate troppo presto" le feci uno sguardo furbo "al massimo mi faccio offrire da bere dal barista. E' un vero
schianto!!"
Ash rise insieme a me e poi mi disse "Eccola la mangia uomini che conosco, stavo iniziando a preoccuparmi".
Entrate nel locale, sapevo che Ashley sarebbe rimasta incantata, infatti la vidi con gli occhi spalancati ad ammirare le alte finestre in stile liberty, il bancone del bar in marmo lucido nero,
così come i pavimenti, alla sinistra del bancone c’era un pesante tendaggio bordò che portava ad un privè, al centro c’era una pista da ballo e sul fondo un piccolo
palco per gli artisti che si esibivano nel locale. Sulla destra proprio vicino all’entrata c’era una scala a chiocciola che portava al piano di sopra, una grande balconata che prendeva
tutti i lati del locale e si affacciava proprio sulla pista.
Nel momento in cui siamo entrate si diffuse una dolce musica di sottofondo, sembravano degli
archi ma non ero sicura, non era la musica che avevamo scelto insieme, ma l’effetto non era male. Proprio mentre la musica sta per terminare vedo entrare Luke con un grande mazzo di calle
bianche e gialle, i fiori preferiti di Ashley. Si avvicina regalandole un dolce sorriso solo per lei, io inizio a defilarmi, faccio un cenno di intesa a Luke e mi dirigo verso l’uscita,
l’inaugurazione del locale mi aspettava per davvero.
Sto per uscire quando mi accorgo di una figura al mio fianco, è un ragazzo molto alto, sul
metro e novanta, nonostante io non sia bassa, anzi porto con fierezza il mio 1.75 e con i tacchi superi la maggior parte degli uomini che conosco, gli arrivo alle spalle, carnagione olivastra,
capelli scuri e gli occhi di un colore indefinibile un misto tra verde e nocciola, vestito con giacca e cravatta. Era sicuramente il collega di cui mi aveva parlato Luke, lo aveva aiutato nelle
ultime faccende da sistemare.
"Ciao, tu devi essere l’amico di Luke. Piacere Jennifer" mi presento allungando la mano per stringere la sua.
"Ciao, io sono Kyle. Hai veramente fatto un ottimo lavoro"
"Beh, non che io abbia fatto molto tranne qualche telefonata quando Luke era
sicuro della decisione" mi schernisco mentre mi sale un sorriso sulle labbra al pensiero di quello che ho passato, e inizio ad uscire dal locale "Comunque è stato un piacere
conoscerti ma ora devo andare".
"Aspetta" mi chiama "scusa ma ti devo chiedere un favore" lo guardo interrogativa aspettando
che si decida a parlare "mi servirebbe un passaggio in ufficio, sono venuto qui in macchina con Luke. Non ho pensato a come andarmene via dopo averlo aiutato" si passa una mano sul
collo con evidente imbarazzo.
Annuisco e mentre ci dirigiamo al parcheggio gli dico "Ok! Dai salta su Guendalina!!"
Mi lancia uno sguardo stranito e gli spiego "la macchina" lui scoppia in una fragorosa risata, ha un suono piacevole, come una piccola cascata di una fonte
naturale.
Notato il mio sguardo un po’ accigliato si scusa per la risata, ma non aveva mai sentito un nome più strano per una macchina, anzi era
proprio strano che avesse un nome. Io, all’inizio sono rimasta un po’ sulle mie, in fondo aveva offeso Guendalina, la mia fidata compagna di viaggio per tanti anni. L’avevo
comprata con il primo incasso dell’agenzia, ero andata dal concessionario e avevo comprato la macchina dei miei sogni, una bellissima decapottabile rosso fuoco, da allora non me ne ero
più separata, ormai era un po’ come una sorta di portafortuna.
Nonostante l’offesa alla mia compagna di viaggio, mentre lo accompagnavo a
recuperare la sua di macchina, e parlando del più e del meno, di come aveva conosciuto Luke, di come io conoscevo Ash, l’onta subita è stata cancellata. In fondo potevo proprio
perdonarlo, non tutti potevano capire quello che mi legava alla mia macchina, e Guendalina non era rimasta particolarmente offesa, quindi presto fatto.
Dopo averlo accompagnato, mi salutò con un occhiolino e un sorriso biricchino, e mentre me ne andavo all’inaugurazione che mi stava aspettando mi domandai perché Luke
non mi avesse ancora presentato Kyle, si era calato nel ruolo di cupido, non faceva altro che presentarmi colleghi o amici dicendo che mi avrebbe trovato l’uomo della mia vita. Il problema
è che non aveva capito che io non mi volevo sposare e che nell’anima gemella non ci credevo più.
Scossi la testa sorridendo per questi pensieri,
avevo un barista decisamente carino da incontrare stasera!!
Spazietto dell'autrice:
Bene, siete arrivate vive sino a qui, congratulatevi con voi stesse.
Questa è la prima fic che scrivo, perciò siate clementi con me.
Il capitolo, come avete letto dalla dedica, è tutto dedicato a Maddina, che compie gli anni.
Tesoro, tanti tanti auguri di buon compleanno, spero che il regalo ti sia piaciuto. Ti lovvo.
E stavolta magari fammi sapere che ne pensi. Un bacio lovvoso.
Sara