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Autore: Ojousama    29/10/2008    5 recensioni
E se ci fosse stato un altro nemico prima di Queen Beryl? E se tutte le Sailor non ne sapessero niente? E se le uniche due a conoscenza di questo vecchissimo nemico fossero due Sailor che non ricordano nulla del loro passato e di averlo sigillato? Nel trentesimo secolo, le prigioni dove sono custoditi i più malvagi, che non sono stati sconfitti, hanno dei problemi. Solamente ChibiUsa potrà trovare una soluzione, ma non sarà da sola.
Tratto da: “L'inizio della storia (2^ parte)”
«Parlami di loro!» insistette la bambina. La ragazzina di sedici anni sospirò, sconsolata.
«La tua curiosità non ha fine, maledizione!» sbottò, sbuffando. Le aveva raccontato milioni di volte quella favola! Non si stufava mai di sentirla? «Non te la ricordi ancora?»
«Certo che me la ricordo!» ribatté la bambina, con un broncio terribilmente buffo. «Ma mi piace sentirla raccontare. La mamma me la raccontava sempre!»
Dopo questa protesta, la ragazzina ebbe più il coraggio di ribattere. Doveva mancarle molto sua madre e la capiva. «E va bene...» concesse, roteando gli occhi. «Ti racconterò di nuovo la Leggenda dei Sette Cristalli, contenta?»
«Evviva!» esultò la piccola, saltellando sul posto e battendo le manine. Non sapeva per quale motivo, ma adorava sentire quella favola.

Postato capitolo 3
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Helios/Pegasus, Usagi/Bunny , Inner Senshi, Outer Senshi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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«Le sue condizioni sono gravi.» fece una voce a Queen Serenity. «Non credo che ce la farà.» sospirò tristemente, cercando di calmarsi.
Anche Queen Serenity sospirò, sconsolata. «Non possiamo fare niente per lei?» domandò, con preoccupazione ed ansia nel tono, fissando la povera ragazza distesa su un letto. La Sailor che aveva di fronte a lei scosse la testa, triste quanto la sua regina. «Come è successo?»
«Il nemico, mia regina» rispose, prontamente, la guerriera. «Lei non mi ha lasciato fare niente per contrastarlo, e così ha spezzato il suo Cristallo.» la Sailor strinse i pugni, non sapeva neanche lei se per rabbia, tristezza o entrambe.
«Dunque non possiamo...» la voce di Queen Serenity si bloccò, quando vide l'espressione della sua guerriera: rassegnazione. Quando poi la ragazza scosse la testa, capì che non c'erano possibilità di scampo. «Non possiamo evocare...»
«Neanche il Cristallo d'Argento ha potuto fare niente per lei.» disse rammaricata la ragazza, dopodiché si accorse che anche la propria trasformazione era svanita, a causa della rottura di quel maledetto Cristallo.
Queen Serenity sorrise mestamente. «I Cristalli hanno poteri diversi. Ognuno ha il proprio ambiente. Non potevo ripararlo con l'energia del Cristallo d'Argento.» disse, ancora guardando la povera ragazza sul letto che si lamentava. «Non riesco a vederla in questo stato.» solo a quel punto distolse lo sguardo da lei per fissarlo sull'altra occupante della stanza in cui si trovava.
«Nemmeno io.» rispose la ragazza, con le lacrime agli occhi. «Ma mia cugina è una ragazza forte.» fece poi, con più convinzione di quanta in realtà ne sentisse. «Deve sopravvivere!»
Queen Serenity le mise una mano sulla spalla, nel vano tentativo di confortarla. Sapevano entrambe che una cosa del genere non sarebbe mai accaduta. «Mi dispiace molto, è tutta colpa mia. Non avrei mai dovuto mandarvi sulla Terra.»
La ragazza scosse la testa, trattenendo un singhiozzo. «Io e lei facciamo squadra.» le ricordò, mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo. «Se la colpa è di qualcuno, è mia. Io dovevo essere insieme a lei. E poi, non vivevamo sulla Terra, prima. Non credevamo che ci fossero pericoli per noi!»
«È una guerriera molto potente.» disse Queen Serenity, sospirando e mettendosi di nuovo a sedere.
«Già...» rispose la sua interlocutrice, con una punta di amarezza nel tono. Probabilmente, se fosse stato il contrario, sarebbe stata capace di salvarla. «Molto più di me.» strinse le labbra, imponendosi di non piangere. Se le cose andavano come previsto, avrebbe avuto milioni di motivi per piangere. «È riuscita a imprigionarlo, sulla Terra.» disse, poi, fissando la regina. «Però... ha visto qualcosa, mentre il suo Cristallo andava in pezzi. Ne sono sicura.»
«Posso sempre tentare con il Moon Stick unito al Cristallo d'Argento.» propose la regina, e la ragazza credeva che non avesse ascoltato una sola parola di quello che aveva detto, ma la regina aveva sentito bene, solo che non poteva sopportare di perdere una guerriera per una colpa che era solo sua.
«Forse può darle una nuova vita,» concesse la ragazza, triste. «ma quale sarebbe la sua qualità? Il Cristallo d'Argento non può riparare un altro Cristallo. Passerebbe nell'altra vita gli ultimi istanti che le abbiamo risparmiato in questa, se non peggio.»
«Potrebbe anche andare meglio, però.» osservò Queen Serenity, con il suo scettro tra le mani, tentando di darle un po' di speranza.
«Non voglio vederla soffrire in modo peggiore di questo, Queen Serenity.» affermò la ragazza, inflessibile sulla sua decisione. «Forse lo dico per egoismo, ma a che scopo sottoporla ad un'altra tortura come questa?»
A quel punto, la regina tacque, non sapendo cos'altro potesse dire per cercare di convincerla. Non credeva affatto che la soluzione migliore fosse lasciarla agonizzare su quel letto, ma, dopotutto, la sua parente più prossima era sua cugina, in fondo le decisioni spettavano a lei. Magari, si disse, si sarebbe comportata allo stesso modo se su quel letto ci fosse stata sua figlia.

Poco dopo, la ragazzina sul letto tossì, gemendo per il dolore. «Qu... Queen Serenity.» disse, cercando di sollevarsi. La cugina glielo impedì.
«Sei troppo debole.» le ricordò, trattenendola. «Così peggiori le cose!» ma l'altra, al contrario, le scostò la mano, con qualcosa che voleva essere fastidio, ma ottenne solo un debole movimento che non spostò di molto la mano dell'altra.
«Mia cugina ha ragione.» disse, debolmente. Le parole interrotte da grandi respiri. «Ho davvero visto qualcosa.»
«Ora non importa, cara.» la interruppe Queen Serenity, parlandole dolcemente. «Sei troppo debole per parlare.»
«No!» protestò, tossendo subito dopo. «Dopo sarà troppo tardi. La principessa Serenity è in grave pericolo e...» si interruppe, per un'altra fitta di dolore all'altezza del cuore. «e anche... anche il principe Endymion.»
Queen Serenity la guardò di nuovo, stavolta, però, la sua preoccupazione era triplicata. «Cosa?» domandò, interdetta. Le visioni che si avevano quando i Cristalli si spezzavano, raramente non si avveravano.
L'altra fece un respiro profondo e ricominciò a parlare. «Qualcosa arriverà dalla Terra. Credo che sia... un nemico... segnerà la fine del Silver Millennium...» tossì, mentre tornava a respirare a fatica. «Noi non siamo più in grado di combatterlo, ora che il mio Cristallo è in pezzi. La leggenda parla chiaro... nessuna delle altre sailor è in grado di battere il nostro nuovo nemico.» spiegò. «Le Outer Senshi non sono qui, e sono troppo lontane perché possano arrivare in tempo.»
«D'accordo.» cedette la regina, in preda alla preoccupazione. «Dimmi che cos'è che hai visto. Ma poi, promettimi che riposerai.»
La ragazza annuì. «Ho visto un'ombra che, dalla Terra, si dirigeva verso la Luna. Noi non potevamo fare niente, perché le Outer non sono qui e le altre Inner non possiedono Cristalli... se solo l'avessi visto prima!» si appoggiò allo schienale del letto, con fatica, sentendo chiaramente dolore in ogni parte del corpo. «Avrà come obiettivo la principessa Serenity. La ucciderà se non facciamo qualcosa.»
«Ma tu...» si intromise l'altra sailor, dubbiosa. «non hai mai avuto poteri divinatori; come...?»
«Questo è molto semplice, purtroppo.» stavolta fu Queen Serenity a parlare, mentre assimilava la notizia dell'imminente morte della sua unica figlia e del suo futuro genero. Il suo cuore si fece pesante e un senso di oppressione le attanagliò lo stomaco. «I Cristalli, sul punto di spezzarsi, a volte, ci permettono di ampliare il nostro campo di percezioni, facendoci vedere cose che, normalmente, non potremmo vedere.»
«Davvero?» domandò, incredula, lei. «Significa che... in questo caso, siamo davvero perduti?» La ragazza stesa sul letto cominciò a piangere silenziosamente. «Cosa c'è?» domandò, preoccupata. «Stai peggio?»
«Non è questo...» rispose lei, cercando di asciugarsi il viso. «Mi dispiace, mi dispiace tanto!» singhiozzò, rimproverandosi per la propria incapacità. «Se non avessi permesso al nemico di spezzare il mio Cristallo, tutto questo non sarebbe dovuto succedere!»
«Non darti colpe non tue.» le disse la regina, con gli occhi lontani da loro e il pensiero diretto alla figlia. «Sono stata io a mandarvi sulla Terra.»
«E io sono... ero la Custode di questo Cristallo.» osservò tra le sue mani quella pietra dal colore violaceo, che era quasi sul punto di spezzarsi. «Non avrei dovuto... ho fatto una scemenza, adesso ne pagheranno le conseguenze tutti gli abitanti della Luna. Questo non posso sopportarlo!» una fitta al petto le impedì di dire altro, cominciò a respirare affannosamente e a sudare.
«E ora che succede?» domandò, confusa e preoccupata allo stesso tempo, sua cugina. La risposta non tardò ad arrivare: un'altra piccola crepa si formava sulla superficie del Cristallo che l'altra teneva in mano. «Oh, no!»
«Sta per rompersi...» riuscì a dire la ragazza, mentre si stringeva il petto. «non mi resta molto tempo.»
«Non dire queste cose...» l'altra trattenne un singhiozzo. «Per favore.»
«Vi prego, Queen Serenity.» disse lei, respirando sempre più affannosamente. «Avvertite il principe e la principessa.» detto questo, si stese di nuovo e appoggiò la testa sul cuscino, nonostante ciò non le desse nessun sollievo. La testa le girava e le fitte al petto erano sempre più frequenti. Probabilmente le restava meno tempo di quel che credeva.
«Vieni,» disse Queen Serenity all'altra ragazza, gentilmente. «lasciamola riposare.»
Lei annuì, il Cristallo non era ancora completamente rotto, le sarebbe rimasto sicuramente più di un giorno da vivere. Forse, se l'avesse lasciata risposare, le cose sarebbero potute andare meglio. «Non è giusto.» affermò, una volta fuori dalla stanza, mentre si asciugava le lacrime. «Ha soltanto quindici anni!»
«Lo so che è molto difficile, per te.» rispose la regina, sospirando. «L'hai cresciuta tu.» la ragazza annuì, chiedendosi dove volesse arrivare la regina. «Sei la più anziana di tutte le mie guerriere, dopo Sailor Pluto, e l'unica, oltre a tua cugina e al Custode del Cristallo d'Oro, che sappia davvero a cosa servono i sette Cristalli. Se tutto dovesse andare male, ti prego di rivelare alle guerriere come sfruttare al meglio i loro poteri. E prenditi cura di loro, se avranno qualche incertezza. Le due leader non possono fare tutto da sole.»
«Sailor Venus e Sailor Saturn sono molto più forti di me.» le fece notare lei. «Come potrei essere un punto di riferimento per loro?»
«La forza in battaglia, in questo, non c'entra.» le disse, ma l'altra non capiva cosa c'entrasse. «Si tende sempre ad andare da chi presupponiamo abbia più esperienza di noi. E, purtroppo, Sailor Pluto, deve trascorrere gran parte della sua esistenza presso le Porte del Tempo.»
«Non ci siete forse voi?» domandò la ragazza, con aria smarrita. La regina fece un sorriso amaro.
«Io non credo che ci sarò, per quella data.» rispose. Detto questo, si avviò dalle altre guerriere Sailor, predisponendo la difesa del principe e della principessa. La Sailor si chiese che cosa intendesse con quelle parole, ma la regina era già scomparsa nel buio del corridoio, senza dare ulteriori spiegazioni.

Neanche un giorno dopo, arrivò una forte scossa di terremoto. La principessa Serenity si alzò, impaurita, guardandosi intorno. Niente del genere era mai capitato sulla Luna dacché si trovava lì.
«Che succede?» domandò, preoccupata. Sua madre si alzò, allontanandosi dal tavolino al quale stavano bevendo tranquillamente del tè insieme ad Endymion.
«Principe Endymion,» disse Queen Serenity, con tutta la calma di cui disponeva. «vi prego di portare al sicuro la principessa Serenity.»
Endymion annuì, già conoscendo la situazione. Prese per mano la principessa e, insieme, scomparvero oltre la porta, anche se Serenity era totalmente confusa e non capiva che stesse succedendo, inoltre non voleva lasciare da sola sua madre quando tutto poteva crollare da un momento all'altro. Queen Serenity si diresse verso la parte opposta.
«Si sta avverando la predizione.» la ragazza del giorno prima corse verso la regina, col respiro affannoso, anche le sue condizioni erano peggiorate nelle ultime ore.
«Le guerriere Sailor sono state avvertite.» la rassicurò Queen Serenity. «Abbiamo una speranza. Ma devo far evacuare il palazzo. Pensa a tua cugina, portala fuori di qui.»
La ragazza annuì. Mentre correva verso la stanza in cui, il giorno prima, aveva lasciato sua cugina. A volte, nonostante lei avesse dodici anni più di quella ragazzina, sembrava lei quella più grande, ma a volte sembrava anche più piccola degli anni che aveva. Ed era la cosa che pensava in quel momento: che avesse completamente perso il cervello. Se il suo istinto aveva ragione, quella fitta che aveva sentito allo stomaco, poteva portare solamente guai. La cosa peggiore, è che l'aveva avvertita durante quella scossa. Si mise a correre, doveva aver avuto un abbaglio.
«Non può essere.» diceva tra sé e sé. «Non può essere tanto sciocca!»
Un'altra visione le passò davanti agli occhi, com'era successo poco prima: era come se lei stessa stesse camminando lungo un altro dei corridoi del palazzo, ma stava appoggiata al muro. Faceva fatica a camminare, e si sentiva ogni parte del corpo pesante e come se fosse attraversata da decine di pugnali nello stesso momento. Capì solo in quell'istante che non si trattava di se stessa, ma di sua cugina. Ma dove stava andando?
«No!» esclamò, realizzando all'improvviso, cominciando a correre più velocemente. «No!» ripeté, mentre, incontrollabili, altre lacrime le scendevano lungo le guance. «Che cosa vuoi fare, razza di stupida?»
Oltrepassò la stanza dove l'avevano sistemata il giorno prima, la porta era aperta e il letto era, come previsto, vuoto. Continuò a correre, mentre quella consapevolezza acquisita poco prima cominciava a diventare una certezza assoluta. «Non puoi farlo!» affermò, come se stesse realmente parlando con lei.
Continuò a correre, mentre pochi altri attimi della vita della cugina le passavano davanti agli occhi come se fossero i propri, e la sua preoccupazione non faceva altro che aumentare. Grazie a quelli, comunque, sapeva esattamente dove doveva andare per raggiungere quella sconsiderata.
Si affidò al proprio polsino, in fondo serviva per comunicare con lei; ma quello, come se non avesse nessuna caratteristica particolare, le restituì solo la sua immagine, facendola sprofondare nel panico più totale: perché non le rispondeva?


Una ragazza si trovò seduta nel mezzo del proprio letto, a respirare affannosamente, con la testa che le girava, come succedeva ogni volta che aveva quell'incubo. Ormai erano un paio di settimane che continuava a fare lo stesso sogno, ma ogni volta era più completo. Questa volta aveva visto una faccia fin troppo conosciuta in quello specchio, ma non capiva cosa significasse e in che modo potesse avere a che fare con la sua vita.
«Già,» bisbigliò lei, asciugandosi la fronte bagnata dal sudore. «e poi... cosa sono le Sailor?»


Ehilà! Ecco la fine del prologo che avevo “promesso”. Come vi sembra? I nuovi personaggi del capitolo, ad essere sincera, non possiedono un nome perché non sapevo se i nomi delle Sailor sono uguali nelle loro vite precedenti, future e presenti. Dato che Usagi si chiama, appunto, così e non Serenity tutte le volte, non sapevo che mettere e ho scelto di non mettere proprio niente, in questo modo ho evitato un po' di problemi, anche se forse voi non ci avete capito un granché.
Comunque è stato anche un problema di trama, se mettevo gli stessi nomi si capisce subito chi sono, dopo. Serve un po' di suspance, mi sbaglio?

Adesso, vi spiegherò la faccenda dei nomi: non userò, nei prossimi capitoli, i nomi italiani, non perché siano, appunto, italiani e, in quanto tali, facciano schifo, anzi, a me piacciono molto di più (non mi ci sono mai raccapezzata coi nomi originali, a dire la verità), ma c'era un problema col nome di un altro nuovo personaggio che si chiama Kousagi che non sapevo come tradurre. Siccome ho letto da qualche parte che la secondogenita di Neo-Queen Serenity ed Endymion si chiamerà Kousagi (non conoscendo neanche mezza parola di giapponese) ho optato per i nomi originali, ma non per Cristalli, sempre per problemi di traduzione in quanto non si tratta soltanto del Cristallo d'Argento e di quello d'Oro, ma anche degli altri cinque che non saprei da dove cominciare per dar loro un nome che somigli al giapponese.

Il prossimo capitolo non sarà la secondo parte di questa faccenda, per quella ho altri progetti, dal prossimo capitolo si parte con la storia vera e propria. Non preoccupatevi, ora, sicuramente non ci avrete capito niente, ma più avanti sarà tutto più chiaro, almeno spero.

Arrivederci al prossimo capitolo,
Ojousama.

  
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