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Autore: Letizia25    23/11/2014    14 recensioni
Perché non fanno altro che cercarsi, sempre più spesso, con un messaggio, una chiamata, una pacca sulla spalla, un’occhiata, un sorriso timido. Cercano sempre di stare insieme il più possibile, come se fossero due calamite potentissime che non riescono proprio per niente a stare lontane, due calamite che si attraggono con una forza sovrumana, una forza che abbatte qualsiasi cosa.
*
Calum lo sente, fin dentro le ossa, fin nell’angolo più remoto del suo cuore, che quella paura ormai non c’è più, non ci sono più dubbi, né incertezze, non ci sono ripensamenti. E tutto questo grazie a Michael, che invece si sorprende di come Calum sia diventato sempre più importante per lui, inconsapevolmente, giorno dopo giorno; di come si siano innamorati senza neanche saperlo.
*
La storia di Calum e Michael, di come si sono trovati, di come hanno capito di amarsi.
*
Missing Moments della mia long Ovunque sei. Potete leggere le due storie come due cose separate, oppure questa One Shot vista come un "proseguimento" della long, di cui è comunque consigliabile la lettura.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Just us'
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Just you and me
 
 
 
È sabato sera, il primo da quando Letizia è arrivata a Sydney. Dal suo ingresso nella vita dei ragazzi, le cose sono cambiate parecchio. Ed i giorni insieme a quella ragazza mora non potrebbero essere più belli di così, vivendo, ridendo e scherzando insieme. Pian piano tra i cinque sta nascendo un’amicizia bellissima, fantastica, un’amicizia che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di poter veder nascere.
Proprio quel sabato sera, i ragazzi sono nel salotto ad aspettarla, pazienti e curiosi di vederle addosso vestiti diversi dai soliti jeans e dalle solite felpe. Curiosità che ben presto viene accontentata, perché Letizia scende dopo pochi minuti, lasciando tutti senza fiato, primo fra tutti Luke.
E Michael lo nota, questo piccolo particolare, come lo notano anche Calum ed Ashton. E tutti e tre si ritrovano a sorridere, perché hanno la stessa idea sul biondo e sulla mora. Un’idea che viene confermata dal lieve rossore che invade i volti di questi ultimi.
Michael le si avvicina e le posa il braccio sulle spalle, facendola sorridere. «Allora lupacchiotta, pronta per la tua prima notte a Sydney?» le chiede con tono divertito, cercando di mettere la ragazza a suo agio.
Lei annuisce convinta e sorride raggiante. «Ovvio che sì! Non vedo l’ora!» esclama, facendo sorridere i ragazzi per la sua semplicità che viene fuori in ogni occasione.
Michael sposta lo sguardo sui suoi amici e, irrimediabilmente, i suoi occhi vanno a finire sulla figura di Calum. E subito il suo cuore cade preda di un forte batticuore. Ma il ragazzo dai capelli colorati non ci fa neanche più caso. Ormai è abituato a tutte quelle sensazioni che, da oltre un mese, non fanno altro che tormentarlo ogni qual volta Calum fa capolino nei suoi pensieri o davanti a suoi occhi.
Così sospira e, capendo immediatamente l’occhiata che il moro gli ha appena lanciato, si allontana lievemente dalla ragazza, permettendo a Luke di farle compagnia. E mentre questi ultimi si avviano alla macchina seguiti da Ashton, Michael e Calum rimangono un attimo indietro.
«Chissà cosa capiterà tra quei due.» si chiede il moro, dando voce ai suoi pensieri e facendo sorridere il maggiore, che poi si avvia verso la porta. Solo che, prima di uscire, si volta indietro, verso il più piccolo, e lo trova intento a fissarlo. Entrambi arrossiscono un po’, a causa della situazione improvvisa in cui sono andati a trovarsi. Ed il primo che riesce ad uscirne è il moro.
«Dai, andiamo. Gli altri ci staranno aspettando.» dice, infatti, sorpassando il maggiore e salendo in macchina.
Michael lo segue a passo lento, ancora confuso a causa di quel batticuore che non riesce a dargli tregua.
 
La musica al Red Angel è più assordante del solito quella sera. Forse anche a causa di tutte quelle persone che pullulano in quel luogo, bevendo, fumando, strusciandosi le une sulle altre, vivendo quelle classiche “avventure di una notte” che Calum cerca solo per annullarsi, per non pensare.
Perché lui, di pensieri per la testa, ne ha fin troppi. E tutti vertono un unico, semplicissimo punto: Michael Gordon Clifford. Pensieri che lo assillano fin da quando si sono conosciuti. Pensieri e sensazioni e sentimenti che il moro aveva scambiato inizialmente per forte ammirazione, quando invece erano e sono tuttora la dimostrazione di un sentimento che Calum sa di provare, ma che non riesce ad accettare.
Ecco perché si ritrova con quella rossa per una sveltina in quei bagni sporchi
Le mani della ragazza vagano per la sua schiena, mentre le loro labbra sono impegnate a baciarsi avidamente, con gli occhi aperti. Ed il problema è che lei ha gli occhi verdi.
Verdi come Michael.
Calum scuote lievemente la testa, cercando di spingere quello ed altri pensieri nell’angolo più remoto della sua mente. Ecco perché chiude gli occhi ed intensifica quel bacio, tentando di trovare una via di fuga. Solo che quelle mani su di lui non aiutano, anzi.
Perché gli fanno tornare alla memoria la sensazione che ha provato quell’unica volta in cui le sue mani e quelle di Michael – dannatamente e fottutamente morbide, piacevoli – sono entrate a contatto. Ed è a causa di quel ricordo che rabbrividisce, mentre il suo cuore continua a pompare sangue a velocità sempre maggiore.
Solo che quelle emozioni non se ne vanno, quelle sensazioni non se ne vanno, quei pensieri non se ne vanno.
Perché è Michael la persona che Calum vorrebbe stringere, in quel bagno, chiusi in uno spazio così ristretto che costringe per forza di cose a stare attaccati come sardine.
Perché è Michael la persona che Calum vorrebbe toccare, per poter sentire di nuovo la sensazione della pelle dell’altro sotto le dita, perché quell’unica volta non è proprio bastata e vorrebbe provare ancora e ancora.
Perché è Michael la persona che Calum vorrebbe baciare, proprio lì, proprio adesso, perché il solo sognarsi ed immaginarsi come possa essere assaporare quelle labbra così piene e così belle ormai non gli basta proprio più.
Ed è a causa di tutti questi pensieri se il cuore gli esplode completamente nel petto e se spinge via la rossa che lo guarda contrariata.
«Scusa, non posso farlo.» spiega a mezza voce, uscendo da quel posto, con il respiro tremante e con gli occhi che ispezionano tutto il locale, da una parte all’altra, in cerca di quella chioma verde slavata. E quando la vede, sospira di sollievo ed i battiti del suo cuore si abbassano un po’. Si incammina verso Michael passando tra tutte quelle persone, senza curarsi minimamente di poter far male o meno a qualcuno. Perché l’unica cosa che vuole, adesso, è poter passare un po’ di tempo con Michael, da soli.
Arriva finalmente al tavolo, che le mani gli tremano forte, che il respiro fa fatica ad uscire ed il cuore è una bomba ad orologeria. E quando i suoi occhi scuri incontrano quel verde chiaro e brillante, non capisce seriamente più niente. Vorrebbe semplicemente restare così, come se il tempo avesse ad un tratto deciso di fermare il suo inesorabile corso.
Ma è solo quando il maggiore gli sorride, che il moro si sente completamente perso, spaesato. Perché persone più belle del ragazzo davanti a lui, Calum non le ha mai viste, mai.
Il maggiore gli fa cenno di accomodarsi vicino a lui, ed il più piccolo non se lo fa ripetere due volte.
«E la rossa che era con te?» chiede Michael, cercando di mascherare il suo fastidio con finto interesse. Perchè quella sera lui proprio non riesce a trovare qualcuna per distrarsi; perché quando aveva visto il moro allontanarsi con quella ragazza verso i bagni, il suo cervello si era sintonizzato solo sul canale “Calum” ed il suo cuore si era come chiuso su se stesso, mentre un senso di nausea non aveva fatto altro che tenergli compagnia, fino a che il più piccolo non era tornato al tavolo.
Calum storce le labbra, in un’espressione di puro disappunto. «Non me la sono sentita.» risponde, stranamente sincero, sorprendendo parecchio l’amico, che però non fa domande, perché sa che il moro ha bisogno solo di qualche minuto prima di aprirsi.
«Non mi andava di lasciarti solo stasera.» spiega infatti Calum, dicendo una mezza verità, una mezza verità che fa sorridere entrambi, a causa di una felicità che non sanno né spiegarsi, né riuscire a vedere negli occhi dell’altro.
 
Ed intanto il tempo passa. Anche Keli è in giro per casa, da molte settimane a questa parte, e le cose sono soltanto migliorate. Ormai Luke e Leti sono una coppia a tutti gli effetti, come anche Ashton e Keli. Gli unici che mancano all’appello sono proprio Michael e Calum, che spesso vengono presi bonariamente in giro dagli altri due per essere ancora sulla piazza.
Il problema è che per entrambi quell’argomento è molto delicato, e proprio non sanno come affrontarlo. Perchè tra loro le cose sono cambiate, lentamente, ma sono cambiate.
Perché non fanno altro che cercarsi, sempre più spesso, con un messaggio, una chiamata, una pacca sulla spalla, un’occhiata, un sorriso timido. Cercano sempre di stare insieme il più possibile, come se fossero due calamite potentissime che non riescono proprio per niente a stare lontane, due calamite che si attraggono con una forza sovrumana, una forza che abbatte qualsiasi cosa.
 
Quel pomeriggio sono andati tutti insieme a fare uno spuntino da Nando’s, il posto migliore del mondo – a detta di Luke. Ed ora eccoli lì, con i piatti ormai vuoti e loro pronti a tornare a casa.
Calum si alza, stanco perché quella notte proprio non è riuscito a chiudere occhio, ripensando a quello che la sera precedente era successo.
Erano in discoteca e, come al solito, anche Michael aveva trovato qualcuna con cui divertirsi. L’aveva visto defilarsi verso la pista, e poi oltre verso i bagni. Poi aveva voltato lo sguardo, perché sapere che il ragazzo era con qualcun altro a fare quelle cose, lo mandava completamente in bestia, e proprio non riusciva a spiegarsi il perché.
Alla fine si era alzato, ma solo per trovarsi qualcuna con cui poter annullare i propri pensieri, troppo insistenti, scomodi, disordinati. Aveva raggiunto la pista ed aveva provato a cercare, ma non c’era stato niente da fare, né il cuore né la mente avevano deciso di collaborare. Allora, stanco e lievemente irritato, era uscito da quella massa di persone  a suon di gomitate, per poi poggiarsi sfinito al muro del locale.
E se ne sarebbe anche tornato molto volentieri al tavolo, se solo non avesse sentito dei suoi strani provenire dalla sua sinistra. Aveva voltato la testa, ritrovandosi di fronte una scena che avrebbe preferito non vedere mai. Perché c’era Michael in dolce compagnia con… un ragazzo, un ragazzo veramente molto bello, quasi fosse stato un dio greco.
E Calum si era sentito strano, perché non è una cosa normale essere gelosi del proprio migliore amico. Solo che proprio non riusciva a sopportare che quel ragazzo e Michael stessero flirtando così spudoratamente, con sorrisini, occhiatine che qualsiasi persona avrebbe potuto vedere nel raggio di kilometri. E la cosa che più lo rendeva strano era sia il fatto che il suo amico fosse con un ragazzo in quegli atteggiamenti, ma soprattutto che a lui desse così tanto fastidio.
E quando quel ragazzo aveva avvicinato il viso a quello di Michael, Calum non ci aveva visto proprio più. Si era completamente lasciato andare, preda di quella rabbia sorda che aveva guidato il suo pugno sullo zigomo dello sconosciuto.
«Giù le mani.» aveva ringhiato a denti stretti, sorprendendo se stesso e Michael con quelle parole, mentre l’altro ragazzo gli riservava un’occhiataccia per poi alzarsi.
«Certo che potevi anche dirlo che eri impegnato.» aveva commentato prima di andarsene.
A quelle parole, Calum e Michael si erano guardati a lungo, perdendosi l’uno negli occhi dell’altro, senza dar segno di volersi allontanare. E poi era successo tutto in un solo istante.
Le labbra del maggiore si erano gettate su quelle del minore, oppure era successo l’opposto. Però poco importava, perché era da troppo tempo che quei due aspettavano quel momento, per poter pensare ad altro.
Si erano baciati dolcemente, piano, quasi timorosi di tutto il resto attorno a loro. Solo che poi Michael aveva picchiettato il labbro inferiore di Calum con la lingua, e quest’ultimo non si era fatto pregare una seconda volta. E loro lingue si erano finalmente ritrovate a contatto, danzando, giocando tra loro e facendo aumentare i battiti dei due ragazzi.
Ben presto le mani del moro si erano ritrovate tra i capelli morbidi del maggiore, che non aveva perso tempo a far aderire la schiena del più piccolo alla parete, facendo scontrare i loro bacini e provocando dei lunghi brividi sulle loro pelli.
Solo che poi le parole di quel ragazzo erano tornate alla mente del moro, che aveva immediatamente posto fine al bacio. Aveva guardato solo un istante gli occhi di Michael, lucidi e brillanti come mai prima di allora, prima di spingerlo via delicatamente ed allontanarsi il prima possibile.
Era uscito dal locale con la testa che gli girava troppo ed il respiro usciva a rantoli, spezzato dalla tensione. Aveva tirato un potente calcio ad un bidone, rovesciandolo a terra e producendo un rumore infernale, sperando che proprio quel rumore potesse portar via quella consapevolezza che gli si era annidiata nel cuore. Ma non era successo, e quella consapevolezza, grossa quanto un macigno, era rimasta lì, a pesare, a farlo andare completamente fuori di testa.
«Sono innamorato di Michael.» aveva sussurrato, dando finalmente forma a quella certezza. E irrimediabilmente i battiti del suo cuore erano aumentati a dismisura.
E questo è un fottutissimo problema, pensa adesso mentre estrae il portafoglio e va a pagare per tutti.
 
Da quel giorno sono passate altre lunghe settimane, durante le quali né Calum né Michael hanno toccato l’argomento. Anzi, non hanno fatto che cercare di stare il meno possibile insieme. Almeno, questo è ciò che fa il moro, perché il maggiore proprio non riesce a stargli lontano.
Perché, cazzo, a Michael quel bacio era piaciuto, ed anche tanto! Gli era piaciuto il modo in cui il moro aveva passato le dita tra i suoi capelli. Gli era piaciuto il respiro del più piccolo sulla sua guancia. Gli erano piaciuti i brividi che lo avevano attraversato. Gli era piaciuto come le loro labbra si erano modellate perfettamente, come se fossero due esatte metà di un qualcosa che li lega, ma che nessuno dei due ancora non riesce a spiegarsi.
Sospira Michael, disteso sul letto e con le mani sul volto, per cercare di capire cosa gli stia succedendo. Vorrebbe tanto capire il perché gli inizi a battere fortissimo il cuore ogni volta che pensa al moro, il perché delle sue mani sudate ogni volta che Calum gli parla vicino, il perché della sua stupida gelosia ogni volta che il più piccolo trova una ragazza diversa ogni sera.
Perché sì, finalmente ha capito che è gelosia quella sensazione che gli attanaglia lo stomaco ogni volta che vede il moro troppo vicino a qualcuno. Solo che non riesce a spiegarsi il perché di questa gelosia. Insomma, si conoscono da una vita, ed hanno sempre fatto quelle cose. Ma allora perché adesso deve esserci questa nuova emozione a rovinare tutto?
Il ragazzo si toglie le mani dal volto, passandosele tra i capelli verdi slavati. Stare in quella stanza non lo porterà a niente. Ha bisogno di uscire. Ha bisogno di vedere Calum.
Perché quel ragazzo gli manca in un modo che neppure lui credeva possibile. Gli manca la sua risata buffa ed il modo in cui gli angoli degli occhi si curvano. Gli mancano le sue battute pessime. Gli manca il suo sano ottimismo. Gli manca il fatto di sentirlo vicino. Gli manca tremendamente tanto il suo migliore amico.
Ecco perché in un secondo esce dalla sua camera, scende le scale e si precipita in salotto, dove c’è solo Calum, con il viso rivolto alle porte finestre della stanza.
«Ashton e Keli sono andati al cinema, Luke e Leti sono al mare.» gli dice Cal con tono distaccato. Un tono che ferisce Michael, lo ferisce nel profondo, perché il minore non gli si era mai rivolto così freddamente.
Il più grande sospira, e subito il moro si volta verso di lui, pentendosene subito. Perché anche a Calum manca quel ragazzo dai capelli colorati che ora è davanti a lui, bello come non mai, nonostante le occhiaie pesanti che gli contornano gli occhi. Gli manca tanto, la sua voce, il suo tono squillante, le sue idee un po’ pazze e spesso irrealizzabili, il modo in cui sorride ad una delle sue pessime battute, il modo in cui lo guarda…
E quando i loro occhi si incontrano di nuovo, dopo tutto quel tempo passato a stare lontani, mille e mille brividi li invadono, mentre i loro cuori affondano piano, lentamente, come se il destino si divertisse a vederli stare così male.
«Perché hai smesso di parlarmi?» chiede Michael spezzando quel silenzio ostile ed assordante, con la testa che gli gira un po’ ed il fiato corto perché, nonostante il coraggio, ha paura di sentire la risposta.
E Calum si ritrova spiazzato davanti a quella domanda, si ritrova senza una spiegazione da dargli. Ha paura di quello che ha dentro, di quello che pensa, non riesce a spiegarselo. È tutto così confuso e così complicato, che nessuno dei due ha abbastanza forza per affrontarlo. Solo che Michael merita una spiegazione, in fondo glielo deve. Si è allontanato dall’amico senza neppure parlargli. E sa che il maggiore sta di merda, esattamente come lui.
Ecco perché gli si avvicina, con il cuore che trema e con il respiro mozzato. Punta per un solo istante i suoi occhi scuri in  quelli chiari dell’altro. E questo basta per trovare le parole giuste.
«Quello che è successo tra noi, quella sera… Mettiamoci una pietra sopra, d’accordo?»
Però Michael a quella domanda proprio non riesce a credere.
«Spero tu stia scherzando! Non puoi chiedermi una cosa simile, Calum!» esclama il maggiore, sorprendendo l’altro con la forza e la determinazione delle sue parole.
Allora Michael gli si avvicina ancora di più, fino a che tra di loro non ci sono che pochi millimetri. Ed il sentire il respiro dell’altro sulle proprie labbra, li manda completamente nel pallone. Non riescono a capire più niente se l’altro è così vicino. Ed ecco anche perché non capiscono quello che stanno per fare.
Perché Michael non capisce come mai stia accarezzando lentamente le guance del moro, mentre Calum non capisce perché avvicina l’altro a sé abbracciandolo.
Perché Michael non capisce quel batticuore immane che si ritrova nel petto, mentre Calum non capisce perché ad un tratto si senta molto più leggero.
Perché nessuno dei due capisce come mai si lasci diventare preda delle labbra dell’altro, per la seconda volta.
Perché nessuno dei due capisce i propri sentimenti.
Calum indietreggia piano, cercando di sottrarsi a quella tortura così dolce che per lui sono le labbra del suo amico. Però quest’ultimo non ci pensa minimamente a lasciarlo andare, così lo segue. Ed inconsapevolmente, il moro si ritrova steso sul divano, con Michael sopra di lui, che si regge sulle mani per non far male al più piccolo.
Nessuno dei due capisce cosa sta succedendo tra di loro, non pensano a niente, si lasciano soltanto andare a quello che il cuore indica loro.
Calum porta le mani alla maglietta di Michael, che subito divide giusto per un istante le loro labbra, così da aiutare il moro a spogliarlo. Una volta che l’indumento è a terra, il più grande torna ad assaporare le labbra dell’altro con lentezza, mandando completamente in tilt il sistema nervoso del più piccolo, che inizia a sospirare pesantemente contro la guancia lievemente barbuta di Michael. Proprio quest’ultimo alza il bordo della maglia di Calum, passandogli la sua mano tiepida sul fianco e facendolo rabbrividire visibilmente.
Continuano a baciarsi, e non c’è sensazione più bella di questa, con le loro labbra unite, con i loro cuori che non fanno altro che battere forte peggio di tamburi, con i loro respiri che pian piano diventano una cosa sola, con le loro mani che si accarezzano, si cercano.
Ma la ragione spesso è più forte rispetto ai sentimenti. E Calum – che tra i due è sempre stato quello più razionale – divide a malincuore le sue labbra da quelle di Michael, che lo guarda confuso.
Il moro deglutisce, notando sul serio solo adesso che il suo migliore amico è mezzo nudo sopra di lui. Ed immediatamente le sue guance vanno ad imporporarsi violentemente, mentre volta lo sguardo imbarazzato.
«Non mi dirai che non ti è piaciuto?» chiede Michael, attirando nuovamente su di sé l’attenzione del moro.
L’altro nega con la testa e sospira. «Mi sono piaciuti entrambi. È questo il problema.»
E queste parole lasciano il maggiore molto sorpreso. Perché credeva di provare qualcosa a senso unico.
Intanto Calum si sta maledicendo in tutte le lingue del mondo, perché quei cazzo di sentimenti non vogliono lasciarlo in pace, anzi. Si mettono lì, in agguato, sempre pronti per uscire fuori e per confonderlo di più. Deve uscire da questa situazione scomoda. Non ha idea di come andrà a finire, e non ha la minima intenzione di volerlo sapere. Ecco perché si alza dal divano, lasciando Michael interdetto e deluso.
«Non abbiamo niente da dirci.»
È così che il moro liquida la questione, senza sapere di star ferendo entrambi con il suo comportamento.
Michael lo guarda allontanarsi da lui. Lo lascia andare, senza riuscire a muovere neppure un muscolo. Osserva quella chioma corvina abbassarsi per poi sparire su per le scale. E solo quando sente la porta della camera del più piccolo sbattere violentemente, capisce veramente quello che è successo.
Si passa le mani sul viso, non riuscendo a capire più niente, e si lascia cadere sul divano facendolo cigolare.
«Cosa cazzo ho fatto?»
 
Da quel pomeriggio, i rapporti tra i due amici sono andati sempre peggiorando.
Non si parlano più, è già tanto se si danno il buon giorno o la buona notte. Non scherzano più come facevano all’inizio. Non si danno consigli. Non si abbracciano. Non si sorridono. Non condividono più niente, neppure i vestiti, cosa che avevano sempre fatto.
E Michael non potrebbe stare peggio di così. Cazzo, ogni cosa che fa, ogni singola e fottutissima cosa, lo fa pensare a Calum, quando cucina, quando suona, quando canta. Ogni minimo gesto lo fa pensare al modo in cui è il moro a fare tutto, il caffè, i pancake, al modo in cui suona il basso, a come marca le note basse quando canta con quella sua voce che sembra quella di un bambino.
Ormai Calum è il suo chiodo fisso. Da settimane non fa altro che pensare a lui, e sa che quel ragazzo moro gli manca, gli manca da morire. Non riesce a fare altro. È come se quel ragazzo si fosse preso tutto di lui, cuore e mente. E Michael non sa proprio come spiegarselo.
Sta quasi per raggiungere camera sua, quando dalla camera di Letizia provengono delle voci concitate, facendolo impensierire. Allora bussa piano alla porta prima di fare capolino, sorridendo alla sua migliore amica, che subito corre da lui per abbracciarlo fortissimo.
«Ehi Michael, hai voglia di farci compagnia?» domanda Keli.
«Dai Mikey, è da tanto che non passiamo un po’ di tempo insieme!» continua Letizia.
Ed il ragazzo, a quegli occhioni grandi, scuri, profondi, luminosi e sinceri, non riesce a dire di no. A parte che non riesce mai a dire di no alla sua migliore amica, ma questa è un’altra cosa.
Ecco perché le sorride e si siede sul letto facendo un po’ di compagnia alle ragazze. Keli fa partire nuovamente il DVD di If Only e la scena tra i due protagonisti cattura la loro attenzione.
Michael già intuisce dalla musica di sottofondo quale sia la scena che sta per partire, ed ecco perché ascolta le battute a metà, fino a che…
«Ho bisogno di dirtelo, e tu mi devi ascoltare. Ti ho amata da quando ti ho conosciuta, ma non ho permesso a me stesso di sentirlo veramente, fino ad oggi. Guardavo sempre avanti, prendevo decisioni per paura…»
E a sentire queste parole, a Michael il sangue si ferma nelle vene, mentre piccoli brividi non fanno altro che attraversargli il corpo, scuotendolo, attivando ogni sua singola cellula. Il cuore rallenta solo per un semplice istante, prima di tornare a battere così forte e così velocemente da fargli girare la testa.
Perché quelle parole, quelle semplicissime parole hanno avuto il potere di scavarlo, di raggiungere il suo cuore, di fargli finalmente aprire gli occhi che aveva deliberatamente scelto di tenere chiusi.
Perché adesso, Michael si rende conto che tutte quelle sensazioni che prova verso Calum non sono solo affetto, amicizia, nei confronti del più piccolo.
Michael è innamorato di Calum, innamorato cotto, perdutamente innamorato, e solo ora riesce a capirlo.
Perché la paura di tutte quelle cose che prova verso il moro lo aveva frenato, aveva spedito in un angolo tutto, solo per paura di poter venire respinto, di poter perdere il suo migliore amico, di poter mandare a puttane la band e tutti i loro sogni, per paura di perdere tutto.
E Michael non si rende neppure conto che il film è finito da un pezzo e che le due ragazze accanto a lui hanno iniziato a chiacchierare vivacemente, fino a che Letizia non muove una mano davanti ai suoi occhi. Allora il ragazzo le sorride, cercando di non pensare al rossore che gli sta invadendo le guance, mentre nella mente e nel cuore ha un solo pensiero.
Sono innamorato di Calum.
E improvvisamente, questa certezza lo sblocca del tutto, lo libera dai suoi freni e dalle sue paure, lasciando posto a quel sentimento bellissimo e complicato. Perché sa che anche Calum prova qualcosa, ne è certo, perchè altrimenti l’amico non avrebbe risposto ai suoi baci.
Il ragazzo si ritrova a sorridere, felice come mai prima d’ora, e si unisce alle chiacchiere delle sue amiche, che lo accolgono felicissime in un abbraccio in cui lui si rifugia più che volentieri.
Ha ancora un po’ di paura, ma sa di poterla superare, prima o poi. Ha solo bisogno di tempo.
 
E di tempo, Michael ne ha avuto abbastanza. Tempo per riflettere bene su ogni decisione che prenderà, tempo per capire se i suoi sentimenti sono veri, oppure no. E la conferma del loro essere reale si presenta ogni giorno, ogni volta che Michael si ritrova ad osservare Calum in ogni suo minimo gesto, ogni volta che il maggiore sente la mancanza del più piccolo, ogni volta che i loro occhi si incontrano per caso e li fanno rabbrividire, ogni volta che il batticuore aumenta al solo pensare al moro.
Ormai ci ha rinunciato del tutto a mettere a tacere i suoi sentimenti. Tapparli gli farebbe solo male, lo spezzerebbe. E lui non vuole più nascondere niente, non vuole più mentire né agli altri né a se stesso.
Ecco perché ha parlato con Letizia, quasi due settimane prima. Aveva bisogno di confidarsi almeno con qualcuno su tutto quello che lo assillava, su tutti i suoi dannati dubbi. E la prima persona che gli era venuta in menta era stata proprio la ragazza mora, la sua migliore amica, che lo aveva sorpreso con il suo entusiasmo per la notizia ed il suo totale supporto.
Al ricordo, Michael si ritrova a sorridere, mentre percorre il giardino ed entra in casa, sospirando. Sale le scale con il cuore in gola e si ferma davanti la stanza del moro. La porta è dischiusa, ed il ragazzo riesce a vedere chi c’è all’interno della camera. Respira una, due, tre volte, pur di trovare quel coraggio che gli serve, quel coraggio che gli è sempre mancato, perché da qualche giorno ormai ha solo un pensiero in testa, un pensiero che lo fa impazzire e che deve trovare via d’uscita il prima possibile.
Bussa piano alla porta, facendo sussultare Calum e facendolo voltare verso di lui.
E Michael adesso non vorrebbe altro. Perché gli basta quella sensazione di confusione, di smarrimento che gli occhi del più piccolo su di lui gli procurano, una sensazione che si dirama in ogni punto del suo corpo, facendolo rabbrividire.
Si riscuote quando Calum richiama la sua attenzione con un lieve cenno della mano. E per il maggiore, quel gesto, è come un via libera, come lo start di una gara o di una  canzone, è l’inizio che aspettava per poter mettere tutto in chiaro, senza dubbi, né paure, né segreti.
«Cal, dobbiamo parlare.» 
Vorrebbe sembrare serio, sicuro di sé. Ma tutto quello che riesce a dire, è accompagnato dalla voce tremolante e rotta, anche a causa di quel dannato batticuore che non ha intenzione di voler smettere
Il minore osserva l’altro, cercando di non far trapelare le sue emozioni. Perché se desse loro libero sfogo, non ne uscirebbe per niente vivo. Verrebbe schiacciato da quel loro peso immane. Perché quelle fottute emozioni sono così forti e così profonde da fargli veramente troppa paura. Ecco perché le rilega ogni giorno in un angolo molto remoto di se stesso, cercando di on far uscire fuori niente.
«Di nuovo con questa storia?» commenta il moro, alzandosi ed avvicinandosi al più grande.
E Michael sbuffa, perché di questa situazione non ne può proprio più. Perché sa che l’amico sta facendo così solo per evitare l’argomento, per evitare di affrontarlo, per paura. Anche il maggiore ha paura, ora come ora, però cerca di combatterla, cerca di vincerla quella paura che non riesce più a sopportare. Solo che questo, Calum non lo sa, ecco perché continua a voler evitare quel discorso, da cui sa che non ne uscirà vivo.
«Cal, non puoi dire una cosa simile. Ci siamo dentro tutti e due, fino al collo.» commenta Michael, attirando su di sé l’attenzione del moro, che stenta a credere alle parole dell’amico.
Il ragazzo dai capelli verdi gli si avvicina, per poi far combaciare le loro fronti. Ed anche questa volta, Calum si sorprende perché, nonostante voglia andarsene, nonostante voglia nascondere i suoi sentimenti, resta lì, immobile, a lasciarselo fare.
«A cosa serve nasconderci?» continua Michael, perché vuole capire, vuole sapere, vuole provare a superare tutti i problemi che ci sono e che ci saranno.
Solo che a quella domanda, il minore si scosta e si avvia alla porta, senza dire una sola parola. Cazzo, perché deve essere così codardo? Perché l’ammettere i suoi sentimenti per Michael gli toglie tutto il coraggio? Perché lascia che i futuri pregiudizi della gente rovinino tutto sul nascere? Perché è di questo che il moro ha paura: del giudizio degli altri, specialmente del giudizio dei suoi amici. Ha una fottuta paura di perdere tutto, e proprio non ce la fa, non riesce a lasciarsi andare.
Fa per uscire da quella stanza, quando la mano del maggiore gli afferra il polso, fermandolo.
«Perché scappi, Cal?»
Ma Calum non risponde, sentendosi ancora più vigliacco di prima. Si limita a fermarsi, e non oppone resistenza alla mano del più grande che inizia ad accarezzare la sua con le nocche. Non si oppone perché, cazzo, questa sensazione di leggerezza è così fottutamente bella. E lui vorrebbe restare così, ancora e ancora, come se il tempo non esistesse.
«Calum, rispondi. Ti prego.»
Solo che il tono triste che Michael ha usato riporta il moro con i pensieri sulla terra e con una voragine al posto del cuore. Sa che il suo amico ha tutto il diritto di avere una spiegazione, solo che quella cazzo di paura è ancora lì, ben artigliata al suo cuore, ben piantata, a rompere le scatole.
Si volta indietro, lentamente, senza avere il coraggio di alzare la testa verso Michael. Sospira, e posa lo sguardo sulle loro mani unite dolcemente. A quella vista, i suoi battiti aumentano a dismisura, e non sa come fa a buttar fuori quelle poche parole.
«Cazzo Michael, ho paura!»
È un sussurro, e Cal spera con tutto il cuore che l’altro non lo abbia sentito. Solo che le sue speranze non si realizzano, perché Michael ha capito benissimo, forte e chiaro, quelle poche parole. Le ha capite e le ha tatuate nel cuore. Perché lo sente, che la sua paura e quella di Calum sono le stesse.
«Siamo in due ad avere paura.»
Sorpreso da quella rivelazione, Calum alza la testa, appena un istante prima che le loro labbra combacino dolcemente, come due esatte metà di una mela.
E si baciano, Michael e Calum. Si baciano, cercandosi, sfiorandosi, con i cuori che battono così forte da far quasi male, con i loro respiri che diventano uno solo, con le loro mani che giocano tra i capelli dell’altro.
Calum chiude la porta con il piede, e Michael lo spinge indietro, fino a che il moro non si ritrova con la schiena perfettamente a contatto con la parete liscia e con le mani del maggiore che lo bloccano. E nel mentre, continuano a baciarsi, a giocare con le loro labbra piene e soffici, con le loro lingue che si studiano, si cercano, giocano. Vanno avanti così fino a che non hanno più ossigeno nei polmoni, beandosi di quella strana sensazione all’altezza dello stomaco. Si dividono, lentamente, senza staccare i loro sguardi, sorridendosi imbarazzati.
E Michael finalmente, in quegli occhi scuri e profondi, luminosi, trova quel grammo di coraggio che gli mancava per poter cacciare le sue paure, per poter reagire. E lascia che sia il cuore a fare il resto.
«Calum… Io ti amo. E non mi interessa di quello che la gente penserà di noi. Perchè per me siamo importanti solo noi due. Il resto non conta. Solo tu ed io. Voglio esserti vicino, solo che esserti amico non mi basta, voglio di più, ti voglio completamente, solo per me. Voglio poter condividere tutto con te. Voglio potermi addormentare la sera con te. Voglio potermi svegliare la mattina con te. Voglio poter camminare per la strada mano nella mano con te, senza paura. Voglio fare tante cose, ma solo e soltanto con te.»
E nessuno dei due riesce a credere a quelle parole, così semplici, così vere, così intense che fanno quasi male. Parole che esprimono per entrambi tutte quelle sensazione, tutte quelle emozioni che uniscono i due ragazzi. Emozioni riconducibili semplicemente ad una sola ed importantissima parola: Amore. Perché anche loro sono caduti vittime di questa trappola, bellissima e complicata al tempo stesso. Ci sono caduti come molti prima di loro e come tanti altri faranno. E ad entrambi va bene così. Perché finalmente hanno capito che, solo se sono insieme, possono affrontare tutto e tutti.
Calum lo sente, fin dentro le ossa, fin nell’angolo più remoto del suo cuore, che quella paura ormai non c’è più, non ci sono più dubbi, né incertezze, non ci sono ripensamenti. E tutto questo grazie a Michael, che invece si sorprende di come Calum sia diventato sempre più importante per lui, inconsapevolmente, giorno dopo giorno; di come si siano innamorati senza neanche saperlo.
Il moro spinge lievemente il maggiore, che indietreggia, andando a sbattere con le gambe contro il bordo del letto del moro. Calum lo spinge ancora un po’, facendo cadere l’altro sul materasso e seguendolo subito dopo, senza dar segno di voler dividere le loro labbra.
Con le mani ed il cuore che tremano, Michael va ad alzare i bordi della maglia di Calum, che se lascia sfilare con un solo movimento, facendola finire sul pavimento. E quando le labbra del maggiore vanno a tracciare una scia umida di baci dalle labbra alla clavicola, il sistema nervoso del moro va in tilt.
E mentre Michael si diverte ad assaporare la pelle morbida e calda dell’altro, Calum gli sfila la felpa, che raggiunge la maglietta sul pavimento. Continuano a baciarsi, a cercarsi, a sfiorare ogni parte del loro corpo con una tenerezza ed una dolcezza tale da spaventarli un po’. Ma non ci pensano, e si lasciano guidare solo da quello che sentono, nel profondo del loro cuore.
Presto anche i loro jeans neri vanno a fare compagnia agli altri indumenti. E quando le loro intimità si sfiorano, nonostante il sottile strato di stoffa dei boxer, i due ragazzi si trovano a gemere lievemente, l’uno sulle labbra dell’altro.
Da ultimo, anche i boxer finiscono sul pavimento.
E finalmente le loro pelli, calde, morbide, si trovano a contatto. E le loro mani non fanno altro che giocare, che accarezzare l’altro con una dolcezza mai vista sulla faccia della terra. E i loro respiri si permettono si soffiare su ogni parte dell’altro. E le loro labbra si cercano, si baciano, si assaporano, prima di passare a marcare la pelle dell’altro con la loro traccia umida. Ed i loro cuori che battono forte, allo stesso ritmo, sono la migliore melodia di questo mondo.
Quando i loro occhi si incontrano, capiscono di essere pronti, capiscono che non serve aspettare, non importa.
Si donano all’altro senza riserva, senza paura. Si fidano della persona che stanno amando, non hanno bisogno di altro. Capiscono di bastarsi così, Michael e Calum, di bastarsi con pochi e semplici gesti, con tanti silenzi ed altrettante parole, con il coraggio che si donano a vicenda.
Si amano, si amano così tanto quella notte, che sembra quasi che tutto quello che è successo sia solo un sogno, bellissimo, meraviglioso, unico, ma pur sempre e solo un sogno.
Si scambiano più di quanto potessero anche semplicemente immaginare, raggiungendo quella felicità di cui qualche volta avevano sentito parlare solo nei libri.
E dopo che l’amplesso è giunto al suo termine, dopo che si sono amati così tanto, dopo che si sono stretti in un abbraccio caldo, gentile, mozzafiato, finalmente anche tutte le paure e le preoccupazioni del moro crollano, lasciando spazio a quel coraggio che è riuscito trovare dentro il suo cuore.
Calum punta i suoi occhi scuri in quelli chiari dell’altro, che lo osserva innamorato e felice come non mai. Ed è in quegli occhi così diversi da lui, che il più piccolo riesce finalmente a superare proprio tutto, lasciando che il volere del cuore faccia il suo corso.
«Ti amo, Michael.»
E questo basta, per capire che non hanno bisogno di altro. Insieme contro tutti.
Perché Calum e Michael si amano, si amano tanto. Ed è questa l’unica cosa che conta.






Letizia
Buona notte bella gente! <3 Lo so, sto postando alle 4 e mezzo del mattino, ma fa lo stesso.
Dovevo lasciarvi questa storia, che avevo in mente già da un po', per spiegare com'è nata la storia tra Calum e Michael, quei due topini dolcissimi!
Spero vi sia piaciuta, perchè io ci ho messo tutta me stessa, e sono molto soddisfatta del risultato (6.200 parole, tonde tonde!).
A breve arriverà anche il sequel, non preoccupatevi ;). Sappiate però che prima posterò una One Shot, simile a questa, con Ashton e Keli come protagonisti :). Detto questo, vado, che è veramente tardi! Vi voglio tantissimo bene! Grazie di tutto!
Letizia <3
   
 
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