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Autore: supersara    29/10/2008    1 recensioni
Non vedevo perchè non volevo vedere. Ignoravo, ero un'ipocrita, ma dopo la paura sono cambiata, e ora vedo il mondo così com'è...
Genere: Triste, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre vissuto ignorando la morte, ignorando i problemi e le paure

Ho sempre vissuto ignorando la morte, ignorando i problemi e le paure.

La vita per me è sempre stata semplice e tranquilla, non mi sono mai preoccupata del futuro, ho sempre chiuso gli occhi davanti a tutti e ho curato sempre e solo i miei interessi.

È facile vivere così, e mi piaceva…ma poi qualcosa è cambiato…

All’improvviso mi sono ritrovata su un letto d’ospedale con un ago infilato nel braccio. Io che non avevo mai riflettuto sulla morte, sulla sofferenza e sulla vita, mi sono ritrovata a pensare…

E se fossi morta? A chi sarebbe importato? C’è gente che muore tutti i giorni, ed io non me ne sono mai curata.

In ospedale c’erano bambini attaccati a delle macchine, c’erano degli anziani soli, abbandonati a se stessi…c’ero io che per la prima volta ho desiderato vivere…

Mi sono sdraiata sul letto e ho pianto. Ho pianto per me, ho pianto per la gente debole, ho pianto per i problemi del mondo…

È triste sentirsi soli, è triste credere di poter contare solo sulle proprie forze. Infondo me lo meritavo, io ero un’ipocrita, perché qualcuno avrebbe dovuto pensare a me quando io ero la prima a non badare a nessuno?

Ho scartato un bacio, un cioccolatino mi avrebbe consolato un po’ almeno.

Io prima d’amare non ho mai vissuto

Questa frase mi ha aiutato, perché il mio rimpianto più grande era quello di non aver mai amato un uomo. Ma non era più importante. Io volevo vivere, volevo sentirmi viva! Se il cielo mi avrebbe consentito di vivere io sarei cambiata, volevo cambiare e mettere il prossimo davanti a me, perché non esisto solo io. Poi dopo aver vissuto al meglio, sapevo che sarebbe arrivato anche l’amore…

La sera era scesa e il mio primo giorno in ospedale stava passando…mi sentivo morta…

Ad un tratto guardai fuori dalla porta e vidi i miei amici…sorridevano, scherzavano, mi abbracciavano…

Anche io ho sorriso, mi sentivo rinata. Credevo di essere sola, invece erano in tanti ad essere venuti da me. I miei genitori, parenti e soprattutto amici…

Ridevano, scherzavano, mi abbracciavano…anche io ridevo con loro, e in poco tempo la tristezza se ne era andata…

Non credevo che essere circondata da tanta gente amica mi facesse quell’effetto. E soprattutto non credevo di essere cara a così tante persone.

Oggi io sto bene, e nonostante lo spavento, sono felice di quest’esperienza. Mi ha fatto capire tante cose.

Mi ha fatto capire che finché al mondo esiste anche solo una persona che ti dice “ti voglio bene” allora c’è speranza. Basta qualcuno che ti voglia bene per continuare a vivere…

Anche le persone più cattive amano, non esistono padri che odiano i loro figli, non esistono fratelli che si detestano, le amicizie non muoiono mai…

Finché c’è vita c’è speranza…

Dedico questo sfogo alle persone che piangono, alle persone malate, alle persone che soffrono per amore, alle persone che hanno perso qualcuno, alle persone deboli che cercano conforto…

Quando si cade ci si rialza. E se non si riesce a rialzarsi allora si chiede aiuto agli amici, perché gli amici veri si vedono nel momento del bisogno…

Non si è mai soli…

 

 

  
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