Premessa: Salve a tutti, è un po' che non scrivo sul sito, ma continuerò la mia ff promesso :) Questa storia è stata un esperimento, spero che vi piaccia. Le parti in corsivo sono quelle del passato, quelle in minuscolo del presente e infine quella in blu è di Dwalin. Spero vi piaccia :)

Ah, cosa importante: SPOILER! Chi non ha letto il libro non legga.

“Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per loro”

82 anni fa...

Stringo il neonato tra le coperte, mentre ne osservo i tratti del viso. La luce del sole filtra dalla finestra, colpendo i capelli biondi che fanno risaltare gli occhi chiari.

“Fratello, ha gli occhi azzurri”.

Mia sorella mi sorride dal letto in cui è stesa, stanca dal parto avvenuto

“E' un vero Durin”. Gli rispondo ridacchiando.

Osservo il tesoro davanti ai miei occhi, lasciando che il ricordo di quel giorno mi conforti.

Fili è nato un giorno di primavera, mentre la luce dorata del sole risplendeva nella nostra casa,

come se fosse un segno di benvenuto per l'erede della stirpe di Durin.

Penso a come sarebbe stato se le cose fossero state diverse, come sarebbe stato se quella stessa

luce avesse illuminato la Montagna Solitaria piena di risa e gioia per la nascita dell'erede.

Così sarebbe dovuta andare, così sarebbe dovuta avvenire la nascita di un principe.

Sorrido pensando a quando quella stessa luce dorata illuminerà il suo volto quando

finalmente siederà sul trono che gli spetta.

77 anni prima...

Il vento apre improvvisamente la finestra e si riversa nella camera da letto.

“Deve rimanere al caldo, questo inverno gelido potrebbe fare molti danni”.

Ci avverte Oin mentre si appresta a chiudere la finestra aperta.

“E' sano, non vedo il motivo per cui ci si debba allarmare così”. La voce perentoria

di Dis nasconde paura, proprio quella che sta cercando di nascondere dietro

una maschera di sicurezza. Proprio come una vera Durin.

“Mia singora, suo figlio è sano, ma è piccolo e il freddo lo potrebbe uccidere”.

“Questo non succederà Oin”. Ringhia mia sorella verso il medico.

Mia sorella non riesce a vedere quanto il suo bambino sia piccolo e fragile, talmente è

accecata dall'amore materno.

“Lei deve riposare”. Sospira Oin.

“Lo prendo io Dis, te dormi”.

Mia sorella mi cede il bambino, dopo un'iniziale titubanza. Porto il piccolo nella cucina,

dove un piccolo fuoco si agita nel caminetto. Mi poso sulla sedia davanti ad esso, canticchiando

al piccolo tra le mie braccia, che dorme rilassato.

Kili...così piccolo, ma così pieno di vita.

Lo dovevo capire già quel giorno, quando venne al mondo in quella notte

di pieno inverno. Dovevo capire che mio nipote più giovane sarebbe stato un uragano

pieno di vita, forte tanto quanto il vento che soffiava quando è nato.

Se avessi potuto proteggerti da quel vento Kili, proteggerti all'interno della Montagna...

Invece hai dovuto combattere da subito contro un destino che sembrava esserti avverso.

Sarai un'ottimo consigliere, saggio e temprato dalla sofferenza, sarai il custode di tuo fratello,

quando sarai alla sua destra, accanto al trono.

“Spiegami cosa ti abbia portato a comportarti in modo così indisciplinato”.

Fili è in piedi davanti a me, con lo sguardo basso, un livido sulla fronte

e un rivolo di sangue che cola dal labbro.

Gli occhi brillano di lacrime che l'orgoglio gli impedirà di versare davanti a me.

“Lui è un nano, un erede di Durin, cosa cazzo può significare il fatto che non abbia la barba?!”

“Modera il linguaggio”. Lo ammonisco io, pur capendo che la sua rabbia è rivolta ad altri.

“Loro lo insultano, lo umiliano ed io soffro così tanto, zio. Ma cosa posso fare

alla fine? Non posso dargli la Montagna, o il titolo di principe e nemmeno della maledetta barba!”

La sua sofferenza mi colpisce, nonostate non rimuova la mia maschera di stoicismo.

Mi alzo e metto una mano sulla sua spalla.

“Comprendo la tua rabbia, ragazzo, ma tuo fratello deve imparare a difendersi da solo.

Ora vai, datti una pulita”.

Lo vedo avanzare verso la porta alle mie spalle, con lo sguardo basso e arrabbiato.

“Fili”. Lo chiamo voltandomi verso di lui, che si trova sulla porta.

“Tieni le braccia alzate la prossima volta, ti parerai meglio dai colpi”.

Il suo sorriso sincero e pieno di gratitudine mi riscalda come un fuoco che non

può essere estinto.

“Kili”. Il giovane nano è seduto sul pavimento della sua sttanza, dando le spalle

alla porta da dove l'ho chiamato. Non mi risponde ed osservandolo vedo le sue spalle

sobbalzare, scosse dai singhiozzi. Avanzo fino a trovarmi al suo

fianco, dove mi abbasso alla sua altezza.

“Ho provato a difendermi zio. Davvero”.

“Lo so e devi essere fiero di questo”.

Le lacrime gli rigano le guance bagnate.

“Perchè sono diverso?”

“L'unica cosa che ti rende diverso dagli altri nani è il fatto che tu sei un principe”.

“Sì, un principe senza corona...”

Le sue parole mi feriscono, nonostante sappia che è il dolore che parla al suo posto.

“Kili!” La voce di ammonimento del fratello proviene dalla porta.

Il nano più giovane china la testa, vergognandosi delle parole appena dette.

“Scusa zio”.

Il silenzio cala su di noi per qualche attimo.

“Voi sarete i sovrani di Erebor. Ve lo giuro”. Dico queste parole con decisione, mentre

mi reco al di fuori della stanza arrabbiato.

Non con loro, con me stesso. Per non essere riuscito a dargli ciò che li spettava.

Osservo le tre tombe davanti a me e penso a quanto sia ingiusto il destino.

Mi avvicno alla tomba di Thorin, fino ad appoggiarci

una mano sopra

Tu hai dato tutto per questa Montagna,

la tua felicità, la tua vita; tu che sei l'unico che dovrebbe essere chiamato

Re sotto la Montagna. Non mi interessano

le chiacchiere, le dicerie. Loro non ti conoscevano,

non conoscevano il tuo dolore. La malattia è stata solo

un imprevisto, quelli che ti conoscevano davvero sapevano la verità.

Sapevano che l'unico motivo che ha motivato tutta la tua

sofferenza sono loro.

Loro che sono stati la tua salvezza e la tua più grande gioia

Loro per cui hai dato tutto.

Che ne pensate? Mi raccomando, recensite :) Grazie a tutti.

PS=Cioè, ma vogliamo parlare del trailer? ** Penso che morirò...