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Autore: Comellinana    24/11/2014    1 recensioni
Lo stava a guardare per tutto il tempo, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel ragazzo. Aveva bisogno di lui, come lui aveva bisogno di lei. Così, si avvicinarono, appoggiò delicatamente la sua mano sul petto del ragazzo e le loro labbra si sfiorarono. Non potevano farne a meno, dovevano baciarsi. Dovevano stare insieme, niente era più forte del legame che c'era tra di loro. E, nonostante lui stesse con un'altra, continuava a baciarla e dopo poco, le alzò la maglietta per poi, arrivare a spogliarla completamente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Lucy entrò nella camera dell’albergo. Non c’era nessuno, erano tutti in spiaggia, anche se erano le tre di notte. Aveva promesso al padre che non avrebbe fatto niente di “strano” se l’avesse fatta andare a Los Angeles, che poi nemmeno lei voleva farsi un bagno nell’acqua gelida in piena notte. Ma, all’improvviso, sentì qualcuno sbattere le mani vicino alla porta e, senza controllare, aprì. Era quel ragazzo stronzo, che le aveva distrutto il cuore. Lo fece entrare, però “dovevano essere soltanto cinque minuti”. Il ragazzo, Alex, si sedette sul letto di Lucy e si misero a fissarsi. Pochi minuti dopo, lui si alza e continuano a guardarsi. Lucy lo stava a guardare per tutto il tempo, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel ragazzo. Aveva bisogno di lui, come lui aveva bisogno di lei. Così, si avvicinarono, appoggiò delicatamente la sua mano sul petto del ragazzo e le loro labbra si sfiorarono. Non potevano farne a meno, dovevano baciarsi. Dovevano stare insieme, niente era più forte del legame che c'era tra di loro. E, nonostante lui stesse con un'altra, continuava a baciarla e dopo poco, le alzò la maglietta per poi, arrivare a spogliarla completamente. Si stesero sul letto e anche lui si tolse i vestiti. Fecero sesso per tutta la notte, ma lei, all’alba, lo fece andare via. Lo cacciò, mentre le sue lacrime scendevano.  Gli urlò contro dicendogli che tutto ciò era sbagliato, passare la notte da innamorati e il giorno da, odiati, ex fidanzati.  Alex si vestì e andò via. Lucy si stese sul letto e si mise a piangere sul cuscino. Non riuscì a dormire per quelle poche ore che le rimanevano, doveva svegliarsi alle dieci e mezzo ed erano le cinque del mattino. Quando tornò la sua migliore amica dalla spiaggia, Emma, la trovò sul letto a piangere. Emma l’abbracciò e cercò di calmarla, non poteva sopportare che la persona più speciale della sua vita soffrisse. Rimase sveglia, per tutta la mattinata, ad ascoltarla e a consolarla. Se non lo faceva lei, chi poteva farlo? Emma era l’unica che poteva capirla, era la sua persona.  
Tre giorni dopo, Lucy decise di ritornare a casa da suo padre, a Seattle.
Una volta arrivata all’aeroporto di Seattle, si mise a chiamare il padre per farsi venire a prendere, ma lui non rispondeva. Aspettò e poco dopo, lo richiamò, ma niente. Così, chiamò Joe, un suo caro amico e si fece venire a prendere. Quando la vide, corse subito ad abbracciarla. La prese e la strinse per tantissimo tempo. Disse che senza di lei, quei tre mesi, sono stati da schifo. In macchina le arrivò la chiamata dal padre, stava in ospedale, era svenuto in autobus. Corsero all’ospedale e il chirurgo Derek, le disse che il padre aveva il cancro. Lucy andò via, il più lontano possibile da quell’ospedale. Joe la trovò piangere, per terra, nel giardino della vecchia casa dei Grey. Quella casa non era abitata più, ormai da cent’anni. Sin da piccoli, andavano a giocarci loro due. Era un posto speciale per entrambi. “E’ difficile, lo so.” disse lui, sedendosi accanto a lei. “No, tu non lo sai. Non puoi capire cosa sto passando Joe!” ribattè Lucy. “Mia madre è morta un mese fa. Quando ti ho detto che è partita per l’Italia, ho mentito. Beh, almeno ora, sai che non sei l’unica a soffrire.” disse Joe. “Joe..” fece lei. “Come?” continuando. “Si è buttata giù, voleva morire lei.” rispose. “Mio padre sta per morire, sono sola..” iniziando a lacrimare. “Non sei sola Lucy.” disse lui. “Non lo sei…”
   
 
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