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Autore: Fireslot    24/11/2014    3 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bang!_%28gioco_di_carte%29]
Bang! E' ricco di personaggi ed elementi ispirati alla tradizione del Western, che accompagna la nostra cultura in modo indelebile: ogni partita diventa un'avvincente avventura a colpi di colt 45. Ma quanto può offrire il fertile mondo del brillante gioco di Sciarra? Ecco il primo tentativo di portare alla luce tutti i fantasiosi personaggi del premiato gioco di carte Made in Italy nelle desertiche e selvagge terre del West e della frontiera americana!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Ogni personaggio appartiene al gioco di carte “Bang!”, proprietà esclusiva della Da Vinci Editrice S.r.l. Qualsiasi riferimento a un qualunque elemento del gioco è assolutamente Non a scopo di lucro.

Capitolo 1: Sei cibo per uccelli, Paul Regret.

 
Per mondare l’universo dalla malvagità dell’uomo, Dio aprì i cieli e riversò pioggia per quaranta giorni e quaranta notti, non lasciando riemergere terra su cui potersi insediare. Poca roba rispetto al Deserto di Sonora: per 364 giorni e 364 notti, Dio scagliava il sole a picco su questa terra riarsa e desolata, non lasciando emergere acqua da cui abbeverarsi. Nella terra senza legge e maledetta da quell’inferno arido dell’Arizona, la piccola cittadina di Gila Bend si prestava come rifugio agli esausti immigrati, ai criminali incalliti in cerca di fuga e tenaci rappresentanti della legge alle loro calcagna. Insomma, solo i pazzi e i disperati potevano sostare lì. Solo un pazzo avrebbe trovato il coraggio di entrare nel “Chica Saloon”, il più pulcioso e mal ridotto centro ristoro del deserto. Offriva uno sgangherato tetto di assi tarlati ai più stanchi e assetati, che speravano in un bicchiere di benedetta acqua del fiume Gila. Il bancone era una batteria di casse da morto disposte una sopra l’altra, con alti ceppi scricchiolanti e marci al posto degli sgabelli. Solo la mensola dei liquori si salvava dal degrado di quella bettola, con qualche bottiglia mezza vuota di Whiskey, Bourbon, Tequila e altri fiori di loto ad alte gradazioni alcoliche.
Mentre un solitario pistolero s’innaffiava il fegato di veleno sotto l’occhio narcolettico del barista, due gentiluomini bofonchiavano lamentele su una foracchiata asse che fungeva da tavolo.
‹‹Sono certo che il diavolo sia nato qui!›› ruttò uno dei due, ‹‹Al confine con quegli sporchi messicani.››
‹‹Dovremmo conquistarli a ferro e fuoco, così la smetterebbero, questi porci banditi, di infestare il confine per salvarsi la pelle. Perché gli sceriffi non hanno giurisdizione in quella terra dimenticata da Dio?››
‹‹Noi siamo dimenticati da Dio! Non vale la pena spezzarsi la schiena per poi farsi derubare ogni soldo guadagnato da questi fuorilegge.››
Calò il silenzio necessario per ingollare un altro bicchiere.
‹‹Chi eleggerai come nuovo Marshall*?››
‹‹Ma che ne so, sono tutti degli incompetenti. L’uno o l’altro non fa differenza, tanto non sono in grado di difenderci. A questo punto andrebbe bene quello scemo di Paul Regret.››
L’uomo al bancone si raddrizzò e girò il capo con discrezione.
‹‹Quell’ubriacone? E’ meglio che se ne vada, visto che tutta la città lo voleva linciare.››
‹‹Hai sentito che, stamani, Steve ha smarrito la sua mula?››
‹‹E questo che c’entra?››
‹‹Regret è stato cacciato dal sindaco al levar del sole. Io dico che ha fatto il giro del villaggio e ha rubato l’unico animale in grado di caricarlo.››
‹‹Povera bestia, le toccherà affrontare la siccità del deserto.››
Sebbene i due ospiti della locanda non avessero finito il loro discorso, gli speroni del pistolero si staccarono dallo sgabello e si diressero verso l’uscio.
I raggi del sole piovvero violenti contro il cappello color nocciola dell’uomo. A prima vista non sembrava essere minaccioso: alto e snello, tanto che il cappotto marrone chiaro gli andava vistosamente largo, anche se cadeva pesantemente sulle spalle. I blue Jeans polverosi e malridotti, sorretti dal cinturone nero carico di proiettili e impiastricciati di sabbia e ghisa, accompagnarono il passo del ragazzo fino al corral al confine del borgo, alla cui staccionata era legato il suo destriero. La sella di cuoio era finemente ricamata con motivi tribali, ricca di accessori che pendevano ai suoi lati: la staffa di rame accolse il calzare del cavallerizzo, che agilmente montò. Spronato il cavallo al trotto, si lasciò la sperduta Gila Bend alle spalle e imboccò la pista di polvere. Prese le distanze dal paese, il cavallo sbuffò. Il segnale era chiaro: il ronzinante era pronto a galoppare.
‹‹Non ancora, Branco, non sappiamo in che direzione è andato.›› lo calmò il padrone, con qualche amichevole pacca sul collo. I suoi occhi guizzavano in ogni direzione della pista: stava cercando tracce del passaggio di Regret, qualunque segno che fosse passato di lì. Era difficile dedurlo nel deserto, dove la landa di dune di sabbia sembrava avere in ogni direzione lo stesso aspetto. Ma il pistolero non erano inesperto; il suo addestramento come cacciatore era eccellente. Se avesse trovato anche solo una traccia, Paul Regret sarebbe stato consegnato nella città di Phoenix in cambio di 3.000 dollari tintinnanti.
Finalmente, dopo quasi mezz’ora di attenta osservazione, il cacciatore trovò quella che pareva l’orma fresca di una mula affaticata. Valutò la direzione, infilò il dito nella sabbia ricurva per sentire quanto fosse stratificato, da cui stimò che il fuggiasco era lontano almeno trenta chilometri: Branco era un Mustang* del Nevada, abituato a correre tra le praterie ricche di ostacoli. Regret sarebbe stato suo di lì a poco.
Rimontò sulla cavalcatura e la spinse a un trotto spedito, aspettando che sbuffasse; non appena il segnale si fece sentire, lo sperone sinistro pizzicò la coscia del destriero. Una saetta si scagliò a ciel sereno tra le sabbie di Sonora: il cavallo prese un ritmo costante e rapidissimo, la sua corsa non era ostacolata da niente, se non dalla sabbia. Il cavaliere sapeva condurre il cavallo con esperienza, evitando ogni possibile intoppo che potesse intralciare le gambe della bestia. Puntavano a sud, diretti al confine con il Messico, sicuri che prima o poi avrebbero incrociato Paul.
Come previsto dal cacciatore, a un paio di chilometri, appena fuori dalla pista, una mula assetata trascinava la sua mole, caricata da un uomo di bassa statura, pallido e malconcio, ma con baffi e capigliatura scuri e curati. Il cacciatore deviò la sua traiettoria, si mise in scia della preda e spronò la bestia con ancor più veemenza. Lo scalpiccio degli zoccoli era talmente pesante che perfino Regret lo avvertì, voltandosi per scoprirne la provenienza. Anche lui spronò la sua mula, ma fu fatica sprecata.
Sentendosi alle strette, il fuggiasco tentò il tutto per tutto: lasciò scivolare fuori dal suo cinturone un revolver, mirando in modo approssimativo al suo inseguitore. Il bersagliato non si scompose e rispondette al fuoco con il fuoco: estrasse da una fondina attaccata al destriero un Winchester, diede un colpo con il caricatore a leva e sparò un proiettile sulla spalla del malcapitato Regret. Il cacciatore vide il corpo del fuorilegge cascare pesantemente di lato dalla mula, che lo abbandonò lì in preda allo spavento.
In pochi secondi, il cacciatore si accostò al ferito, smontò acrobaticamente da cavallo e con il calcio del fucile disarmò Regret.
‹‹Mi arrendo, hai vinto tu!›› strillò, tra gli spasmi di dolore.
‹‹Saggia scelta. Di quelle che allungano la vita.›› lo canzonò il cowboy, ‹‹Ora andiamo, a Phoenix la tua testa vale parecchie cocuzze.››
‹‹Aspetta, prestami ascolto.›› Balbettò Paul, ‹‹Come ti chiami, ragazzo?››
‹‹La gente mi chiama Willy the Kid.››
‹‹Allora sei l’uomo giusto. Sto per raccontarti una storia che devi assolutamente sentire.››
‹‹Abbiamo tutto il viaggio per parlare.››
‹‹No, io non ho molto tempo! C’è un uomo alle mie calcagna, un vero diavolo incarnato. Stammi a sentire, la taglia sulla mia testa è valida solo da vivo, perché mi vogliono far fuori con le loro stesse mani! Vogliono essere sicuri che finisca sotto un buon metro di terra fresca, ma se cantassi subirei sofferenze ben più atroci della morte.››
Willy abbassò la canna del fucile: ‹‹Cantare riguardo cosa?››
‹‹Un traffico di schiavi, roba molto grossa. Profitti alti e pochi rischi, ho partecipato assieme a molti altri. Quello che devi sapere è che…››
Non poté concludere la frase: un proiettile di grosso calibro passò il suo collo da parte a parte, uccidendolo sul colpo. Willy si gettò dietro la sua carcassa con il Winchester alto, sperando che il suo aggressore non fosse molto lontano.
Speranza vana: la sagoma nera dell’assassino era nascosta tra i miraggi del sole cocente, lontano di molti metri. Per un colpo così preciso da quella distanza, aveva di sicuro un’arma eccezionale e occhi di falco. Paul Regret si era cacciato in un guaio più grosso del previsto. Il sicario si allontanò protetto dalla distanza e sparì tra le dune.
La corsa sfrenata e la caccia all’uomo condotta per almeno un mese s’era rivelata inutile: Paul Regret giaceva come uno stoccafisso ai piedi di Willy, assai amareggiato da tanto lavoro perso.
Ma la sua curiosità era stata stuzzicata: un traffico di schiavi non gli andava giù per niente. Ripose il fucile, montò a cavallo e fece dietrofront verso Gila Bend. Aveva appena terminato una battuta di caccia senza una preda, ora avrebbe dato il via a una ricerca agli schiavisti.
‹‹Grazie mille, Paul. Almeno mi hai lasciato qualcosa da fare.›› borbottò Willy al cadavere, ‹‹Visto che ti sei divertito con qualche nero o pellerossa, non ti dispiace se offro la cena agli avvoltoi?››
 
 
 
*Note:
  • La divisione dei funzionari della legge durante il Far West era molto precisa: c’erano gli “Sheriff”, che con i loro “Deputy” ricoprivano l’ampia area di una contea (in pratica l’equivalente delle nostre regioni), e i Marshall, la cui giurisdizione si limitava alle singole città.
  • I Mustang sono cavalli noti per le loro grandi prestazioni: resistenti, veloci e aggraziati, eppure molto difficili da domare (mustang deriva dallo spagnolo “mestiño”, che significa “non domato”). Per via delle loro ottime qualità, oggi si associano frequentemente a veicoli di grande prestigio, ad esempio la velocissima Ford Mustang. Nel gioco di carte, chi si equipaggia con questa carta guadagna un punto supplementare nella distanza dagli altri giocatori.
   
 
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