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Autore: Starishadow    24/11/2014    5 recensioni
Quando Syo, Ai e Natsuki tornano al Master Course con un cucciolo di cane, come la prenderanno gli altri abitanti del dormitorio?
Per uscire dal mio solito circolo di angst/comicità, stavolta ho voluto provare con un po' di fluff, spero che possa piacervi!!! ^^
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A PUPPY BETWEEN US!

L’intervista cominciò, come sempre, fra le grida delle fan e i lampi delle fotocamere, poi i soliti convenevoli e infine le domande.
Ad un certo punto, una fan che avrà avuto sì e no 15 anni si alzò e prese il microfono.
«Ehm… i-io v-volevo ch-chiedere…» l’emozione stava avendo la meglio su di lei, e il fatto che Ren le avesse appena ammiccato non aiutava... ci riprovò «V-volevo s-sapere chi è S-Starsven» balbettò, diventando viola prima di inchinarsi e restituire il microfono, gli Starish intanto avevano iniziato a ridacchiare.
«Giusto… sul Twitter di Ittoki-kun è comparso questo nome! Chi è?» chiese l’intervistatrice, sorridendo.
«È il cucciolo che abbiamo adottato» spiegò Otoya «e di cui Toki ha paura!!» aggiunse ridendo, Tokiya assunse un atteggiamento freddo ed indignato:
«Non ho paura di quella palla di pelo» si difese.
«Ma se appena l’ho portato a casa sei schizzato in camera strillando come una femminuccia!!» rise Syo, beccandosi  un’occhiata che gli fece ringraziare il fatto che gli sguardi non possano uccidere.
«Come mai l’avete voi?»
«Beh ecco, è successo quando io, Natsuki e Ai dovevamo cantare alla cerimonia di apertura di un nuovo canile… ci hanno fatto giocare un po’ con i cuccioli e… beh ecco… tutti e tre ci siamo innamorati di quella piccola pallina di pelo - e dico letteralmente, cioè Ai stava addirittura usando una vocina mentre giocava con lui - e quindi non abbiamo resistito… l’abbiamo adottato a nome di tutti gli altri Starish e Quartet Night»
«Senza chiedere il permesso, aggiungerei» bofonchiò Tokiya «nemmeno Masa ne era entusiasta»
«E il suo nome?»
«Colpa di Cecil» dichiararono sei idols su sette, indicando il più giovane del gruppo che ora sorrideva imbarazzato e si grattava la base del collo, emettendo una risatina nervosa.
«D-diciamo che avevo pensato a Stars e seven… perché… ehm sì, noi sette Starish. Però Starseven non mi piaceva e quindi dopo è diventato Starsven… d-di secondo nome fa Nighty»
Tokiya aveva l’aria di chi si sotterrerebbe, e anche il sorriso di Masato era uno di rassegnazione. Le fan ridevano di cuore, e i Quartet Night dietro le quinte avevano l’aria orgogliosa di quattro genitori che sentono elogiare i propri figli.
E fu così che tutte le fan vennero a conoscenza del piccolo Starsven e del suo rapporto con i vari idols.
 
***
Natsuki, Ai e Syo uscirono dalla limousine con il senpai che teneva fra le braccia il piccolo cucciolo di cane, quasi addormentato contro il calore che emanava il ragazzo, che non riusciva a trattenere un sorrisino affettuoso nel tenere l’animaletto, stando attento a non farlo cadere ma nemmeno a stringerlo troppo forte.
Quando entrarono, Syo andò a chiamare tutti gli altri per una “riunione d’emergenza”, intanto Ai e Natsuki si diedero da fare per far accomodare il cucciolo in una pseudo cuccia, che per ora consisteva in una bacinella recuperata dalla lavanderia con una sciarpa di Ai per renderla un pelo più accogliente.
Il cucciolo però sembrava averla gradita, dato che ci si acciambellò e addormentò felicemente.
«Che cavolo è quella cosa?» chiese Cecil, comparso in cima alle scale.
«Perché è in una bacinella?» si informò Ranmaru, svogliatamente. Ben presto tutti gli Starish e i Quartet Night, oltre che Nanami, erano in cerchio attorno al piccolo cagnolino.
«È carinissimo!!» esclamò Otoya con gli occhi quasi a cuoricino mentre sfiorava il pelo soffice del cucciolo con la punta delle dita «Ne  ̴ Toki, non vuoi vederlo più da vicino?» aggiunse, voltandosi verso l’amico che stava in un angolo, più lontano degli altri.
«No, no… lo vedo benissimo da qui»
Otoya si accigliò ma non fece altre domande.
«Perché avete portato a casa un cane?» chiese Ren, dando una grattatina dietro l’orecchio del piccolo, che ruotò la testolina apprezzando il gesto, strappando una risatina affettuosa al playboy.
«Beh, mentre giocavamo un po’ con tutti i cani che c’erano, lui ha iniziato a gironzolare attorno ad Ai-chan, ed era così piccolo e carino che nessuno di noi tre ha saputo resistere, e poi ci hanno detto che era troppo piccolo per stare lì, quindi avrebbe vissuto parecchio male… allora Ai-chan ha detto che l’avremmo adottato» spiegò Natsuki, sorridendo orgoglioso ad Ai, che aveva affondato il viso nel collo alto della felpa e cercava di non far leggere la sua espressione.
Reiji lo abbracciò:
«È fantastico, Ai-ai! Così adesso avrò un altro cucciolo da coccolare oltre te e Otoyan!»
«Stai lontano da quel cane, Reiji, non si merita di essere assalito da te!» esclamò Ranmaru, fissando male il compagno.
«Sono d’accordo… non spaventarlo»
Reiji iniziò a lacrimare:
«I-io n-non sono spaventoso» singhiozzò.
«No, sei solo insopportabile» sospirò Tokiya, ancora a debita distanza.
Masato era rimasto in silenzio fino a quel momento:
«Qualcuno di voi tre ha pensato alle responsabilità che comporta avere un cane?» chiese, piuttosto sicuro della risposta, sebbene fino a quel momento avesse ritenuto Ai una persona matura e responsabile nonostante la sua età.
«Ho già pensato a tutto! Il cucciolo potrà dormire nella nostra stanza, se per voi tenerlo da altre parti fosse un problema, e Syo-chan potrebbe portarlo fuori quando va a correre la mattina» replicò il cantante “kawaiinomane”.
Syo annuì, e Otoya alzò il capo esaltato:
«E io potrei portarlo fuori la sera quando vado ad allenarmi!» esclamò. Syo gli sorrise con aria complice:
«Era esattamente quello che speravamo» disse.
«Se qualche volta ho il pomeriggio libero, posso portarlo fuori io» intervenne Ren «e in caso ci alterniamo in base a chi è a casa»
Cecil e Reiji annuirono entusiasti, Ranmaru e Camus si guardarono, poi fecero spallucce.
«Ai-chan si occuperà di portarlo dal veterinario per tutti i vaccini e sarà l’addetto a tenerlo sempre d’occhio e cose del genere» aggiunse Natsuki.
Fu a quel punto che Masato e Ren realizzarono cosa mancava alla lista delle cose da fare per tenere un cane… nel momento in cui alzavano gli occhi su Natsuki, lui era già in piedi che dichiarava:
«E io penserò a preparargli la pappa!!»
Ai, Syo, Ranmaru, Otoya, Reiji, Camus e Cecil urlarono “NO!!” all’unisono, Ren spalancò gli occhi e poi afferrò il braccio di Masato, fissandolo in preda al panico.
«Non ho mai detto di volere un cane in giro per casa… ma non lo farò morire avvelenato. Sia chiaro, io penso al cibo solo quando Reiji o Ren non possono» sospirò l’idol tradizionalista, abbastanza piano da non essere sentito da Natsuki.
«Allora è fatta… Mmm, Toki, tu cosa farai?» chiese Reiji, voltandosi verso il maggiore dei suoi kohai.
Tokiya battè le palpebre e deglutì, atterrito:
«I-io… devo per forza fare qualcosa?» balbettò, prima di scuotere la testa e schiarirsi la voce.
«Che problemi hai, Tokiya?» chiese Syo «Hai paura di un batuffolo di pelo che è grande più o meno quanto la tua mano?»
Tokiya fece una smorfia:
«Non ho paura. Ho solo brutti ricordi con i cani» e con quello la sua mano corse ad una vecchia cicatrice vicino al suo collo.
Gli altri non infierirono, capendo la situazione, e fu stabilito che Tokiya non avrebbe dovuto interagire con il cucciolo, per il momento.
«Un momento, ma gli manca il nome!» esclamò Cecil, spalancando gli occhi.
«Fido!!» esclamò Reiji scattando in piedi, Ai lo afferrò e lo ritirò giù:
«Dovrai farmi diventare muto prima di chiamare il nostro cane in maniera così banale!»
Il quindicenne aveva a malapena finito di parlare che fu catturato in un abbraccio spaccaossa da Reiji.
«Ai-ai ha appena detto “nostro”!!!» piagnucolò il maggiore, commosso, Ai bofonchiò qualcosa come “idiota” contro il petto dell’altro ragazzo.
«Hey che ne dite di Starsven?» disse Cecil.
«Star-che?»
E fu così che il ragazzo cominciò a spiegare, e il nome fu stranamente accettato.
«Ma Sven non è il nome della mucca di Frozen?» chiese Reiji, confuso, Ren lo fissò come se avesse appena bestemmiato:
«Swen è una renna, non una mucca!!! Renna! Come quelle di Babbo Natale!!!»
«Ok, ok Ren, non ti scaldare!» rise Masato, colpendolo dietro la nuca.
«Però non è solo vostro, fino a prova contraria è stato Mikaze a portarlo qua!» intervenne Camus, sorprendendo tutti «Ergo deve avere anche un nome da Quartet Night»
«Quartino?» chiese Ranmaru, venendo poi colpito tre volte sulla testa da tre persone diverse.
«Nighty!! Starsven Nighty Saotome!!» esclamò Reiji entusiasta «Perché siamo tutti parte della grande famiglia Saotome!!»
Tokiya, nel suo angolo, si schiaffò una mano in faccia e si lasciò cadere lungo la parete.
Perché anche un povero animale innocente doveva essere coinvolto nella follia di quel gruppo di persone?
«Che nome ridicolo» commentò Masato.
«Però dà un tocco aristocratico» ghignò Otoya, e presto ricominciarono tutti a battibeccare giocosamente, mentre il cucciolo si accoccolava meglio nella sciarpa di Ai e tornava a dormire.
 
***
 
Dopo i primi tentativi di Natsuki di far mangiare qualcosa di suo al povero Star, sventati per fortuna da Reiji, il cucciolo aveva comunque imparato a tenersi alla larga da quei pasti dall’aspetto poco invitante - con grande orgoglio di Syo - e ultimamente aveva cominciato ad avvicinarsi a Masato quando aveva fame.
Le prime volte, il ragazzo l’aveva ignorato, osservandolo gironzolare attorno a lui e poi sparire per andare a cercare Reiji, ma quella volta il più grande dei ragazzi del Master Course non era a casa, e il povero cagnolino non aveva altro cibo se non quello di Natsuki. Si avvicinò lentamente alla ciotola, e fu a quel punto che l’idol tradizionalista sospirò.
Non aveva certo intenzione di far morire per avvelenamento quel povero cucciolo che, dopotutto, era decisamente carino!
Pochissimo tempo dopo si trovò a posare una scodella piena del cibo necessario davanti al piccolo Starsven, e si sorprese a fissarlo quasi incantato… era una vera e propria pallina di pelo, tanto piccolo che poteva occupare al massimo un’ottava sul pianoforte, con il codino arricciato all’insù e il pelo tutto nero tranne che per il petto e le zampe che erano bianchi…
Prima che potesse accorgersene, un sorriso dolce ed intenerito gli era comparso sulle labbra.
«E va bene, piccolino… da adesso, ci penso io a non farti morire di fame» disse, grattando la testolina del cucciolo che gli scodinzolò felice.
 
***
 
«Otoya, dovresti scrivere il testo a quella canzone che ti ha dato Nanami una settimana fa» mormorò Tokiya, ma il rosso era troppo impegnato a sollevare in aria il cucciolo di cane e poi portarselo vicino al viso e farsi leccare la faccia.
L’idol perfezionista fece una smorfia:
«Bleah» borbottò «Ittoki, sul serio, sei in ritardo. Shining ci uccide se non abbiamo una canzone a testa!»
«Chi è il cucciolino più carino del mondo? Sìì sei tu!!»
Tokiya si trattenne a stento dal dare una testata alla scrivania.
“Grandioso” pensò “era già distratto e rumoroso prima, figuriamoci adesso
«Come dici? Zio Toki è cattivo perché ti guarda male? No, ha solo paura!» ridacchiò il rosso, lanciando uno sguardo malizioso al suo compagno di stanza mentre fingeva di parlare con il cucciolo.
«NON HO PAURA DI QUEL COSO, ITTOKI!!!» sbraitò l’idol, scattando in piedi e correndo in bagno.
Otoya fissò il cucciolo e ridacchiò:
«Oh sì che ha paura… vuoi provare il suo letto? Sono sicuro che sarà più comodo della tua cuccia»
Posò il cane sul letto dell’amico e, quando quello vi si acciambellò, tornò alla sua scrivania e cominciò tranquillamente a fare il suo lavoro…
Per poi scoppiare a ridere davanti al semiurlo che sfuggì a Tokiya nel vedere il cucciolo sul suo letto.
«OTOYA LEVA QUELL’ANIMALE DAL MIO LETTO!!!»
Tokiya era praticamente corso fuori, e Otoya osservò il cucciolo sul letto, sorridendo:
«Ottimo lavoro piccolino… prima o poi imparerà a volerti bene… come ha fatto con me!» esclamò, senza perdere la sua solita allegria, il cucciolo abbaiò e scodinzolò in risposta.
 
***
 
«Sven-chan daiii vieni qui!!» esclamò Natsuki mentre inseguiva il cucciolo lungo i corridoi del dormitorio del Master Course «Questo completino ti farebbe sembrare anche più piccolo e carino di quello che sei!!»
Starsven abbaiò disperato mentre le sue unghiette grattavano sul parquet e lui scivolava lungo i corridoi, schiantandosi sui muri ad ogni curva ma non interrompendo mai la sua corsa.
Natsuki aveva una vaga sensazione di dejà-vu nel correre dietro al cagnolino.
Alla fine, la povera bestiola si infilò nella prima stanza libera che trovò e, abbaiando furiosamente, si nascose dietro le gambe di qualcuno.
Quel qualcuno si chinò e lo raccolse, prendendolo in braccio.
«Che succede, cucciolino?» chiese dolcemente Ai, ricorrendo ad una vocina che usava solo ed esclusivamente con il cagnolino, fu allora che Natsuki fece irruzione nella stanza, brandendo un maglioncino verde per cani con due occhi da rana sul cappuccio:
«Dai, vieni qui Sven-chan!»
Ai lo fissò con aria di ghiaccio:
«Non starai pensando di mettere quel coso a questo povero cane, vero??»
«Sarebbe tanto piccolo e carino!!»
Ai iniziava a perdere la pazienza. Prima era Syo quello che correva da lui implorandolo di nasconderlo da Natsuki e la sua follia, ora era il povero Starsven (sul quale già gravava il peso di quel nome)…
«Shinomiya-san, che io ricordi ti ho assegnato un’enorme mole di lavoro da fare per domani mattina, com’è che non la stai facendo?» chiese con la sua miglior voce atona e seccata. Natsuki impallidì «Se riesci a finire così in fretta, devo raddoppiartela»
L’altro idol deglutì e cominciò ad indietreggiare, fino a sparire fuori dalla porta e correre in camera sua.
Ai nascose un sorriso nella pelliccia del cagnolino:
«Non ti preoccupare, Nighty-chan, ci penso io a difenderti da quello psicopatico» sussurrò.

***
 
Syo iniziò a correre nell’aria fredda dell’alba, controllando che il cucciolo al suo fianco riuscisse a tenere il passo.
Ben presto fu sorpreso di notare che non solo lo raggiungeva, ma era anche capace di superarlo e, dopo che lo faceva, si voltava e lo osservava scodinzolando, pronto a ripartire, appena lo raggiungeva schizzava via abbaiando.
«Ah e così vuoi la guerra, eh?» ridacchiò il ragazzo, accelerando, Starsven abbaiò e ringhiò, poi si lanciò al suo inseguimento.
Quando il sole era ormai completamente sorto, i due compagni di corsa erano sdraiati sull’erba umida di rugiada a riprendere fiato, con Starsven che leccava la mano di Syo mentre quello tentava di accarezzarlo.
«Che ne dici… domani mattina lo rifacciamo?» ansimò l’idol, sorridendo, e il cagnolino scattò in piedi per poi saltargli sullo stomaco, scodinzolando, Syo rise «Ok, lo prendo per un sì!»
 ***
 
Ren tornò in punta di piedi, cercando di non svegliare nessuno, chiedendosi per quale motivo avesse accettato di girare un film che aveva più riprese all’alba e nel cuore della notte che in tutte le altre parti della giornata.
Tutto quello che voleva era chiudere gli occhi e dormire, ma doveva ancora raggiungere la sua camera, che non gli era mai sembrata tanto lontana.
Anche il divano a dire il vero gli sembrava lontano migliaia di chilometri… i suoi occhi iniziavano a chiudersi e bruciare, opponendosi al restare aperti.
Fece un paio di passi, poi dovette fermarsi per i capogiri.
«Stupendo» bofonchiò, lasciandosi scivolare per terra… per quanto gli interessava, poteva anche dormire lì, avrebbe dato spiegazioni il giorno dopo agli altri.
L’ultima cosa che sentì, prima di crollare dal sonno, fu il rumore di unghiette sul legno del pavimento assieme a qualcosa che veniva trascinato, seguito dall’impressione che qualcosa come un nasino umido si fosse avvicinato al suo. Poi si addormentò.
La mattina dopo si svegliò con la sciarpa di Ai che faceva da cuccia a Starsven trascinata malamente accanto al suo fianco, come se qualcuno avesse tentato di coprirlo con essa, e il cucciolo rannicchiato contro di lui, quasi avesse tentato di riscaldarlo nella notte.
Sorrise commosso mentre coccolava il cagnolino, che continuava a dormire profondamente.
«Grazie, little angel» sussurrò, sfiorandogli la testa con le labbra, prima di sollevarsi a sedere lentamente.
«Hey Ren, forse è ora che tu ti prenda una pausa, che ne dici?» commentò Ranmaru, comparendo nel suo campo visivo e porgendogli una mano.
«Forse» concordò.
Appena fu in piedi, la prima cosa che si assicurò di fare fu avvolgere la sciarpa attorno a Starsven in maniera che il cucciolo stesse il più comodo possibile.
 
***
 
Ranmaru strimpellò ancora qualche accordo, e ad ogni nuovo suono, Starsven abbaiava felicemente, quasi stesse cantando. Lo tsundere sorrise e lo accarezzò impacciato.
«Sai, sono più un tipo da gatti, ma devo ammettere che tu non mi dispiaci» disse, Reiji, seduto poco lontano, scoppiò a ridere e agitò una delle sue maracas, il cagnolino corse subito verso di lui e ringhiò contro lo strumento, arcuando la schiena e alzando la coda, pronto ad afferrare l’oggetto rumoroso.
Ranmaru scoppiò a ridere:
«Questo cane sì che ha gusto! Odia le maracas ma ama il basso! Bravo cucciolo!»
Ma sia lui che Reiji furono completamente sconfitti quando Camus iniziò a suonare il suo violoncello e Starsven andò ad acciambellarsi accanto a lui.
Nessuno aveva visto Camus sorridere così prima di allora.
 
***
 
Tokiya era fermo davanti alla porta della sua camera e fissava il cane che giocava con Cecil poco lontano da lui.
“Devi solo passare” si disse “non ti farà nulla, devi solo passare di lì”.
Niente, poteva essere razionale quanto voleva… non sarebbe riuscito a superare quella paura, il ricordo del cane sopra di lui, dieci anni prima, che affondava i denti nel suo collo continuava a paralizzarlo.
«Starsven no! Lascia stare Tokiya!!» esclamò Cecil, e lui abbassò gli occhi, in tempo per vedere il cucciolo che si accaniva sui lacci delle sue scarpe.
Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata e lui iniziò a sudare freddo, ma non si mosse.
«Toki mi dispiace!!» esclamò Cecil, tentando di tirare via il cucciolo, ma invano.
Starsven alla fine si sedette e alzò il muso verso Tokiya, che fino a quel momento era stato l’unico a fingere che non esistesse… Effettivamente non aveva l’aria pericolosa… anzi… i suoi occhioni e il modo in cui scodinzolava gli ricordavano qualcosa… o meglio… qualcuno.
Scosse la testa, stava praticamente impazzendo.
«Ne  ̴ Toki… vuoi provare ad accarezzarlo? Ci sono io, non succederà niente» sorrise Otoya, sbucando a sua volta dalla porta.
Prima che lo realizzasse, Tokiya era in ginocchio e osservava il cagnolino, mentre Otoya prendeva la sua mano e la guidava gentilmente ma con fermezza verso di lui. Un paio di volte, Tokiya si tirò indietro, ma la mano calda del rosso non lo lasciava andare.
Fu così che le sue dita sfiorarono la testolina di Starsven, che forse intuendo la paura, abbassò il muso e si sdraiò a terra lentamente, lasciando che Tokiya si abituasse alla sensazione.
Con calma, quando il respiro del maggiore tornò più regolare, Otoya lasciò la mano e sorrise entusiasta nel vedere il suo ragazzo che coccolava il cagnolino.
Inutile dire che, da quel giorno, Tokiya smise di evitare Starsven e, anzi, iniziò ad essere quello con cui passava più tempo, quasi facendo ingelosire Otoya.
Quello che il ragazzo non poteva sapere, era che se Tokiya aveva superato la paura per quel cucciolo, era che nei suoi occhioni ne aveva visto un altro paio color cremisi.
 
Nota dell’autrice: piaciuta? Non piaciuta? Ahahh spero che non vi abbia fatto schifo… ero in vena di fluff e… ecco qua! Ahahaha! Vado a dormire, fatemi sapere cosa ne pensate!!
Baci,
Starishadow
 
   
 
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