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Autore: Shadowings_Proteam    25/11/2014    0 recensioni
Un addio, o forse un arrivederci. Un treno in partenza. Un cucciolo. E un'esplosione.
Rico non crede a ciò che gli sta accadendo, perché proprio quel treno? Perché proprio adesso? Era solo una coindicenza? Lui c'entrava qualcosa? Tante domande che si intrecciano insieme alla trama di altri personaggi in un intrigo di invenzioni innovative ed interessi politici ambientati in un mondo steampunk.
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dana vide Rico fissarla mentre il treno si allontanava dalla stazione. Niente poteva farle più male di quel momento. Quando lui sparì all’orizzonte, rientrò dal finestrino e si sedette al suo posto, riponendo la sua valigetta di pelle sulle gambe.

«Il suo ragazzo?» le chiese gentilmente la signora seduta davanti a lei,«Niente è più doloroso di un addio. Lo so bene. Io ho dovuto fare lo stesso con mio marito, qualche anno fa. La Psytech non è certo quel genere di società che ti permette di combinare allegramente vita e lavoro..».

Dana stava per aprire la sua valigetta quando, sentendo quelle parole, si fermò di colpo.«Suo marito lavora alla Psytech?» chiese con fermezza.«Si. O meglio, ci lavorava, un paio di anni fa. Non so cosa faccia ora. Non so più nemmeno se lavori. Non l’ho più visto.».

«Mi dispiace.» rispose Dana, distogliendo lo sguardo.«Non si preoccupi. Ormai è una storia passata. E poi, sappiamo tutti cosa succede una volta ricevuta quella telefonata. Sappiamo che non dobbiamo fare domande.»

Dana continuò a guardare fuori dal finestrino. Dal riflesso poteva facilmente notare la stravagante pettinatura della donna, una montagna di capelli bianchi sorretti qua e la da delle bacchette color oro, che cadevano dai lati del suo viso fino a coricarsi sulle spalle imbottite di una strana pelliccia rossa a strisce nere. Sembrava molto ricca, e per questo Dana faceva fatica a guardarla direttamente.

«Preghiamo i gentili passeggeri di rimanere seduti ai propri posti. Il treno dovrà sostare per una decina di minuti a causa di un guasto meccanico.»

La signora iniziò ad agitarsi.«Ancora? Impossibile! Inaccettabile!». Si alzò e sgambettò fino al vagone precedente uscendo e sbattendo violentemente la porta scorrevole.

Anche Dana si alzò in piedi e diede una veloce occhiata al suo vagone. Solo un uomo, seduto a tre file di distanza e chiaramente addormentato, era presente in quel momento.

«Ora.» pensò. Si sedette ad aprì la valigetta. Dentro, uno strano marchingegno presentava numeri giallognoli disposti in disordine attorno ad un grande tasto nero esagonale. Sul tasto, un simbolo: “PT”. Appoggiò la mano e lo premette con forza. Il vagone esplose, insieme al resto del treno. Poi, il silenzio.

 
   
 
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