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Autore: jade31    25/11/2014    2 recensioni
Breve One-Shot sui Bellarke.
Ho provato ad immaginare che cosa potrebbe avere in serbo per loro il destino e quindi ad aprire una piccola finestra su un loro ipotetico futuro, ed ecco cosa ne è venuto fuori.
"Forse il loro passato non era dei migliori, ma, per la prima volta, il futuro sembrava sorridergli."
Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse, ma solo forse, questa volta andrà bene
Forse, ma solo forse, questa volta andrà bene



Clarke riposava serena.
Bellamy ne era felice, perchè quella era stata una giornata pesante, soprattutto per lei. Inoltre, pensava fosse un bene che facesse provvista di sonno ora che ancora poteva, in quanto prevedeva che i prossimi mesi ne sarebbero stati piuttosto privi.
Bellamy sorrise tra sé e sé, ripensando a tutto quello che avevano passato e che li aveva condotti a quel punto.
Di certo la prima volta che aveva visto quella ragazza bionda dagli occhi color del cielo, all'interno della navicella di lancio, che già all'inizio pretendeva di dargli ordini, non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivata a significare tanto per lui, o che gli avrebbe ridato speranza per la persona che poteva ancora essere. O ancora, che solo il pensiero di non averla accanto a sè, per sostenerlo e aiutarlo a rialzarsi quando cadeva, e per tenergli testa quando sbagliava, lo avrebbe tormentato fino a togliergli il sonno.
No, decisamente non erano stati quelli i primi pensieri che aveva avuto vedendola.
E ancora meno avrebbe potuto immaginare che tutto l'amore che non aveva già per sua sorella sarebbe stato tutto per lei. Che sarebbe diventata non solo sua amica, ma anche la sua compagna, l'altra metà di se stesso che non sapeva di stare cercando.
La madre di sua figlia.
Certo, per ora era una, ma Bellamy non aveva dubbi che in futuro avrebbe avuto altri fratelli e sorelle di cui vantarsi o lamentarsi a seconda della situazione, proprio come Octavia aveva sempre fatto con lui.
Si avvicinò alla culla che per tutti quei mesi era stata il suo progetto speciale; dal tronco d'albero che era all'inizio ora era un baccello levigato color nocciola, decorato da intagli di foglie e gocce di pioggia, fin dall'inizio compagni della loro vita sulla terra.
Bellamy sollevò la piccola dal suo giaciglio e se la accostò al petto, cullandola dolcemente.
- Ciao. Ciao bellissima. - aveva le labbra leggermente socchiuse, il respiro profondo e regolare.
"Proprio come quello della tua mamma" pensò lui.
La bimba aveva preso tutto dal papà, fisicamente parlando, con i capelli neri e gli occhi scuri e caldi, ma Bellamy era sicuro che la somiglianza con Clarke non avrebbe tardato a mostrarsi.
Lei aveva insistito nel volerla chiamare con il nome di sua madre, in sua memoria, ma lui aveva risposto che voleva che sua figlia avesse un nome tutto suo, con il quale avrebbe potuto riconoscersi solo in se stessa. Allo stesso tempo però il pensiero di poter ricordare in qualche modo sua madre solleticava le corde del suo cuore, proprio come faceva ora la bambina tra le sue braccia.
Così avevano raggiunto un compromesso ed era arrivata Bella Aurora Blake, per tutta la comunità sulla terra la prima bambina a nascere lì, e fu un po' come il sole che fa capolino dopo la tempesta.
Bellamy aveva sorriso quando Clarke gli aveva detto come voleva chiamarla, ma lei lo aveva sistemato per bene e Octavia le aveva dato manforte. - Solidarietà femminile - aveva detto per giustificarsi, ma lui sapeva che la sua sorellina ci trovava fin troppo gusto ad andargli contro.
- Non la chiamiamo Bella perché tu ti chiami Bellamy, non ti montare troppo la testa. La chiamiamo così perché sarà una bambina stupenda, ovviamente grazie a Clarke, tu non sei così splendido come credi fratellone, e ci tengo a chiarire che io, essendo la zia, avrò il diritto di viziarla spudoratamente. In fondo, per renderle la vita un inferno basteranno mammina e paparino - aveva concluso, sorridendo in un modo che sembrava allo stesso tempo innocente e diabolico. Vedendo l'espressione di Bellamy, Lincoln aveva riso sotto i baffi.
Si sedette accanto al fuoco, sistemando meglio la bambina, ma anche se si mosse il più delicatamente possibile,  lei si agitò e portò i piccoli pugnetti agli occhi per strofinarseli.
- Scusami. Sono proprio un disastro. Sai, non sono ancora molto abituato a te - lei, pur essendo una neonata non più grande di qualche ora, lo squadrò con uno sguardo talmente intenso che lo spronò a proseguire.
- Eppure, quando ero piccolo, ho tenuto tra le braccia anche Octavia, sai, la mia sorellina. Dopo tutto quello che ho fatto, lei ancora dice che non mi sopporta. Forse un giorno, quando avrai dei fratelli  o delle sorelle, e credimi, li avrai, allora anche loro lo diranno di te. Però devo dire la verità, ce ne metto anch'io del mio, e so che a volte posso essere insopportabile. Insomma, se mi dovessi mai trovare a discutere con me stesso penso che finirei per prendermi a pugni nella maggior parte dei casi - sorrise alla bambina e con l'indice le carezzò leggermente la guancia paffuta e rosea.
- In pochi mi sopportano davvero, e ringrazio Dio che tua madre sia una di loro - posò lo sguardo su Clarke, con un sorriso ancora più ampio sulle labbra.
- La amo tanto sai, la tua mamma - disse rivolgendosi di nuovo a Bella, ancora vigile e pronta ad ascoltarlo. - Senza di lei sarei perso, e anzi, forse non sarei nemmeno più qui. Mi ha salvato molte volte, e in molti modi. So che non potresti desiderare una mamma migliore. In effetti, quello per cui sono più preoccupato sono io. Spero che non finirai per odiarmi, e spero di essere un buon padre per te. Di saperti aiutare e ascoltare, ma soprattutto spero di guadagnarmi la tua fiducia, e che tu sappia di poter sempre contare su di me, specialmente quando combinerai dei guai. È un campo in cui sono un esperto, sei fortunata - le diede un buffetto sul naso e lei scoppiò in una piccola risata che riscaldò il suo cuore.
- E ti prometto che io e tua madre cercheremo di darti un'infanzia serena, per quanto ci sarà possibile qui. So bene che cosa significa crescere troppo in fretta e assumersi responsabilità troppo grandi per l'età che si ha, e proprio perché lo so non lascerò mai che succeda anche a te -
Udì dei leggeri movimenti alle sue spalle e capì che Clarke si era svegliata.
- Dovresti riposare... - disse, esasperato.
- E perdermi questo?! L'uomo che amo e la mia splendida bambina? - gli circondò il collo con le braccia fino a sfiorargli il petto con le mani. - Per niente al mondo - e gli scoccò un bacio sulla guancia. Bellamy, piacevolmente sorpreso, voltò il viso e le catturò le labbra tra le sue in un bacio dolce e allo stesso tempo intenso.
Quando si staccarono incontrarono lo sguardo sereno della loro bambina e non poterono trattenere una leggera risata. Lei ne sembrò divertita e di colpo, come se avesse avuto un pensiero improvviso, allungò il braccino fino al volto di Bellamy, e con la manina gli sfiorò la guancia, la stessa che Clarke aveva baciato pochi minuti prima. Il cuore della ragazza si riempì di commozione a quella vista, mentre lui smise per qualche secondo di respirare.
La bimba non interruppe il contatto, tenne sicura la mano appoggiata al viso del suo papà. Bellamy molto probabilmente si stava immaginando tutto, in fondo Bella era praticamente appena nata, ma non poté trattenersi dal cercare un significato più profondo in quel semplice e spontaneo gesto.
Gli sembrò che lei volesse dirgli che capiva, che forse lui aveva ragione quando diceva che qualche volta non lo avrebbe sopportato, che gli avrebbe urlato contro o che avrebbe perfino preferito che non esistesse.
"Ma tu sei il mio papà. Mi vuoi bene, mi proteggi, e sarai al mio fianco quando tutti gli altri mi abbandoneranno. Quando cadrò, mi aiuterai a rialzarmi; quando mi farò male, tu sarai lì per guarire le ferite; quando farò qualcosa di buono, sarai orgoglioso di me, e quando sorriderò e sarò felice, tu lo sarai per me. E per questo, e per molte altre cose, io ti vorrò SEMPRE bene, e tu e mamma sarete SEMPRE le persone più importanti della mia vita."
E in quel momento, per la prima volta, non solo da quando era arrivato sulla terra, ma probabilmente da quando era nato, guardava al futuro, ed era fiducioso.
Lì, con le braccia di Clarke attorno a sé e la loro bambina stretta vicino al cuore, Bellamy Blake fu finalmente felice.







NOTE DELL'AUTRICE: Allora, desidero innanzitutto ringraziare CHIUNQUE abbia perso un pochino del suo tempo per leggere la mia storia, o per lasciarmi un commento. Ci tengo molto a dire che da quando ho cominciato a seguire The 100, già ad inizio anno, questa serie mi è subito entrata nel cuore, così come i due, a mio modesto parere, splendidamente scritti personaggi di Bellamy Blake e Clarke Griffin. Hanno una chimica pazzesca, degli sguardi da incendio, e insieme sarebbero forse una delle coppie più belle ed esplosive che ho mai visto in tv.
Già da parecchio tempo volevo scrivere qualcosa su di loro, ma non è mai arrivata la giusta ispirazione, fino a questo momento. Eccovi quindi cosa ne è saltato fuori.
C'è da sperare che non sia una delusione totale. So che potrebbe sembrare un po' "affrettata" la questione di un figlio, ma non ho potuto farci niente. Continuava a formarmisi nella mente questa immagine di Bellamy con in braccio una bambina che fosse praticamente lui al femminile, e allora mi sono buttata, perchè quando la storia vuole uscire, mano e penna (o cursore, a seconda dei casi), non possono far altro che obbedire!
                                        Alla prossima!
   
 
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