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Autore: malmins    25/11/2014    0 recensioni
Mentre attendevo arrivò un ragazzo, più alto di me, dai capelli sbarazini castani e un look decisamente british.
« Buongiorno, sono qui per la lezione di Cameron » disse con tanta confidenza.
« Certo, attenda un attimo. Anche questa ragazza ci deve andare e appena finisco con le sue carte vi accompagno » rispose
« Bene, tanto vale che mi presenti. Sono Alex, piacere » mi porse la mano e io devo aver indugiato sui suoi occhi verdi per rendermi conto che dovevo stringergliela. Non so cosa mi fece tornare alla realtà e gliela porsi sorridendo.
« Piacere, sono Carol » sperai vivamente che non mi prese per pazza.
Sorrise, e che sorriso. Questo ragazzo è decisamente la cosa più bella che mi sia capitata dall'uscita del taxi.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ritardo, ecco. Questo è l'esatto verbo che si potrebbe associare al mio nome.
Io sono una ritardataria cronica. E oggi, nella giornata che segnerebbe l'inizio di qualcosa di nuovo, io sono in ritardo.
Scesi da quel maledetto taxi, che sembrava non arrivare mai, e mi diressi di tutta corsa verso l'imponente edifico in centro a Londra, ovvero la facoltà del cinema.
Sì, avevo deciso che quella era la mia vocazione. Anni passati a spremermi le meningi, tra pallavolo e amicizie false, finchè non ho capito che il mondo dello spettacolo era ciò che mi avrebbe salvato, o almeno lo speravo.
Vivevo a Londra da pochi mesi, e già la sentivo come casa mia. Non è stato facile dire ai miei genitori che mi sarei trasferita all'estero per completare i miei studi. Vivevo in Italia prima, ed era da un'eternità che desideravo viaggiare verso l'Inghilterra e finalmente ho potuto coronare il mio sogno. Grazie al cielo con l'inglese non ho mai avuto problemi.
Prima di entrare nel palazzo chiusi l'ombrello, non era una novità che piovesse e a me la cosa non dispiaceva, spinsi la porta e feci un respiro profondo e pregai che nessuno mi facesse una testa grande quanto una casa sul mio ritardo.
Mi recai alla reception o almeno quello che sembrava e sorrisi alla signora sulla quarantina che ci lavorava.
« Buongiorno, sono Carol Resti, sono qui per le lezioni di recitazione del signor Cameron »
« Buongiorno, certo. La classe si starà recando nella zona del teatro nell'ala est. Ma prima devo consegnarle delle carte in quanto nuovo studente e poi l'accompagnerò » sorrise.
Pensai a quanta cordialità avessere questi britannici, ne fui davvero grata.
Mentre attendevo arrivò un ragazzo, più alto di me, dai capelli sbarazini castani e un look decisamente british.
« Buongiorno, sono qui per la lezione di Cameron » disse con tanta confidenza.
« Certo, attenda un attimo. Anche questa ragazza ci deve andare e appena finisco con le sue carte vi accompagno » rispose
« Bene, tanto vale che mi presenti. Sono Alex, piacere » mi porse la mano e io devo aver indugiato sui suoi occhi verdi per rendermi conto che dovevo stringergliela. Non so cosa mi fece tornare alla realtà e gliela porsi sorridendo.
« Piacere, sono Carol » sperai vivamente che non mi prese per pazza.
Sorrise, e che sorriso. Questo ragazzo è decisamente la cosa più bella che mi sia capitata dall'uscita del taxi.
« Se volete seguirmi da questa parte » la signora uscì da dietro il bancone e ci precedette andando verso un corridoio alla nostra destra.
« Allora, cosa ti porta alle lezioni di Cameron? » Alex si rivolse a me.
« Mi piace il cinema, e avevo decisamente bisogno di cambiare aria » sorrisi sperando di aver risposto a sufficenza alla sua domanda.
« Hai un accento diverso, non sei di qui vero? » perspicace il ragazzo, pensai.
« No, infatti. Vengo dall'Italia. Abito a Londra da pochi mesi » gli dissi.
Lo vidi annuire e ricambiarmi un sorriso, se non la smetteva mi sarei sciolta prima di arrivare alla lezione.
« E tu? Perché segui le lezioni del signor Cameron? » gli chiesi curiosa. E lo ero davvero. Volevo sapere se le avrebbe frequentate, perché se fosse stato così mi sarei precipitata anche un'ora in anticipo pur di vederlo. Oh no, non sto pensando da stalker, vero?
« Io, beh veramente sono di passaggio. Dovevo un favore a Patrick ed eccomi qui »  ecco scemare via le mie possibilità di stalking.
« Oh capito » sorrisi per non far intendere altro.
« Ecco, potete entrare. Il signor Cameron è già stato avvisato del vostro arrivo » ringraziai la signora e Alex fu anche tanto gentiluomo da tenere la porta aperta per farmi passare. Questi uomini inglesi.
« Ah Alex, eccoti. Grazie per essere venuto con così poco preavviso » quello che doveva essere Patrick venne incontro ad Alex e lo salutò con un abbraccio veloce.
Notai una cosa, delle ragazze sedute sul palco del teatro stavano dando l'esempio perfetto di quello che si dice "reazione da ragazzo figo", ovvero stavano contemplando Alex come, presumibilmente, ho fatto io negli ultimi dieci minuti, senza darlo a vedere.
« Figurati amico. Ti dovevo un favore! » dopo averlo salutato, il signor Cameron posò lo sguardo su di me.
« E tu devi essere la nostra ritardataria, sto scherzando naturalmente. Carol, giusto? » sorrise cordiale e mi porse la mano. Gliela strinsi e annuii come una perfetta idiota. Per caso il gatto mi aveva mangiato la lingua?
« Bene, studenti. Per la lezione di oggi avrei l'onore di presentarvi colui che, agli ultimi BAFTA Awards ha vinto come miglior attore per il suo personaggio nella serietv Memories. Un bel benvenuto per Alex Turner » tutta la classe esplose in un fragoroso applauso, mentre io ero ancora stordita. Alex Turner, a quanto si è appena detto, era un attore dalla fama internazionale e io avevo avuto il piacere di stringerli la mano e farci due chiacchere. Mi sentii una deficiente.
Per tutta la durata della lezione lo ascoltammo raccontarci quali erano i particolari di girare una serietv  drammatica, le caratteristiche del suo personaggio a detta di lui abbastanza complesso per l'intricato passato, e di quanto gli sia piaciuto aver conosciuto gli attori con cui ha lavorato.
Si sentì una specie di campanella suonare e il signor Cameron annunciò la fine della lezione e oltre ad averci dato appuntamento per uno dei giorni successivi si mise a parlare con Alex. Raccolsi le mie cose e frugai nella borsa alla ricerca dell'orario per vedere quale sarebbero state le prossime lezioni. Una volta trovato lo lessi. Oh perfetto! Ho un'ora di pausa e poi storia del cinema.
Mi recai verso le scale quando venni fermata per un braccio. Mi girai e incrocia i miei occhi con quelli di Alex. Mi stavo sciogliendo definitivamente. Ripresa da quello stato di trance lo sentii dire qualcosa.
« Ehi, scusa non volevo spaventarti » Spaventarmi? Stai pur certo che non è così.
« No, no tranquillo » Era la mia voce quella che tremava?
« Volevo chiederti se ti andava di bere qualcosa con me adesso. Ci stai? » Vi prego non svegliatemi se è un sogno.
« No, cioè, volevo dire sì. Si, sono libera per un'ora » Stai calma, Carol.
« Grande, vieni. Ti porto in un posto molto carino » Ma sbaglio o sto appena andando a prendere un caffè con un attore?
Usciti dall' edificio, tentai di tirare su un po' il colletto del trench in caso qualche paparazzo sarebbe sbucato dal nulla. Non avrei mai voluto che qualcuno mi vedesse in compagnia di lui. Non per me, ma per Alex. Gli avrei fatto, di sicuro, fare una brutta figura.
Come sempre fu molto galante.
« Per caso ti metto soggezione? » e rise.
« A me? cioè sì... cioè no » mi misi a ridere. «  Scusa, non mi metti soggezione. Solo sono sorpresa »
« Sorpresa? E di cosa? » sfoderò quel magnifico, aaah, sorriso.
« Che tu mi abbia chiesto di andare a bere un caffè. Per quanto tu ne sappia potrei essere una killer, una spacciattrice. Non gioverebbe alla tua immagine » sorrisi sperando di farlo almeno sembrare ironico.
« Ah, puoi star certa che nessuna delle due professioni che hai citato ti avrei associato. Ti ho chiesto di bere un caffè perché vorrei conoscerti. Non sembri come quelle altre ragazze. Non hai dato di matto appena mi hai visto, e questo mi ha fatto piacere » appena sorrise gli si formò una fossetta che non potei non ammirare.
« Sì, beh scusami se non sapevo chi fossi. Non sono stata molto attenta, quando vivevo in Italia, sul mondo dello spettacolo, cioè si sapevo qualcosa, ma non ero informatissima » dissi.
« Capisco, Memories non è ancora molto conosciuta in altre zone dell'Europa, a parte l'Inghilterra e la mia amata Irlanda » disse.
« Oh sei irlandese? » dissi sgranando gli occhi dalla felicità.
« Certo, perché me lo chiedi? » sorrise.
« Ah, è un tuo punto a favore. Adoro tutto ciò che abbia a che fare con l'Irlanda »
« Allora non potrai fare a meno di adorarmi »
Non serve molto, pensai.
« Eccoci arrivati » non mi ero resa nemmeno conto di quanto tempo avessimo camminato ne di dove avessimo svoltato negli ultimi dieci minuti di strada, ma poco mi importava.  Alex mi fece cenno di entrare. Questo graziosissimo Cafè aveva un'aria talmente accogliente che mi ci sarei trasferita subito. Tanti piccoli tavolini sparsi e molti colori a decorare la stanza. Mi diede subito senso di felicità.
Alex mi accompagnò verso un tavolino vicino a una finestra che dava sul Tamigi, mi persi per un paio di secondi ad ammirarlo. Amavo questa città.
« Cosa prendi? » mi chiese.
« Un cappuccino andrebbe benissimo, grazie » dissi senza guardare il menù.
« Oh, ti assicuro che qui lo fanno buonissimo » fece un cenno alla cameriera, le disse gli ordini, e questa oltre ad averli presi fece un occhiolino a Alex, il quale sorrise imbarazzato.
« Hai fatto colpo! » dissi ridendo.
« Ah, se solo fosse interessante quanto te magari le darei qualche attenzione » sorrise.
Sbaglio o ha appena detto che sono interessante?
« Allora, raccontami un po' di te.. » esordì prendendo in mano il suo cappuccino per berlo. Feci lo stesso.
« Non saprei cosa dirti.. » dissi sincera. La mia non era una vita poi così eccitante come, di sicuro, era la sua.
« Qualunque cosa. Io sono un ottimo ascoltatore » disse.
« Beh, sai già da dove vengo. Ho frequentato il liceo linguistico e mi sono diplomata due estati fa. Ho praticato pallavolo praticamente da quando ho cominciato a camminare ed era l'unica passione finchè non sono arrivati gli infortuni e mi hanno, per dire, preso a calci nel sedere fuori dalla squadra. Amo disegnare e mi piace la musica degli anni ottanta e novanta. Niente di speciale » dissi sorridendo sperando di non averlo annoiato.
Alex mi fissava, con un sorrisetto sulla faccia che avrei voluto toglierli a suon di baci, ma ben presto tornai in me quando lui proferì.
« Sei una delle persone più interessanti, sicuramente. Ti piace disegnare e ascolti buona musica, più creativa di così »
Risi, in fondo sapevo che lo stava dicendo solo per gentilezza.
« E tu? Raccontami un po' come è Alex Turner » come adoravo pronunciare il suo nome.
« Sono un attore dall'età di otto anni, sempre stato un po' fuori dagli schemi.. - io a otto anni spazzolavo le bambole, eh vabbè - ho fatto per lo più film per tv e miniserie. La prima è stata Nerds in love » per poco non sputai il contenuto della tazza. Alex si bloccò e mi chiese « Stai bene? » « Certo, solo che come hai nominato questa serie, mi è parsa famigliare. Per caso la protagonista era una ragazza ricca ed egoista che pian piano, tra mille cose, si.. »  « ..innamora del ragazzo sfigato e senza speranza. Quello ero io » concluse Alex.
« Non ci credo. Era la serie che seguivo di più tanti anni fa. E ancora non ci credo che sto bevendo un caffè con te, che ci recitavi » Alex sorrise, colpito dalla mia reazione.
« Adesso almeno ti sei fatta un'idea di chi sono »
« Già, eri piccolissimo. Ora se irriconoscibile » e piu' bello, sicuramente.
« Si, ormai ho 25 anni. L'adoloscenza è ormai cosa passata » disse dandosi un tono e ridemmo entrambi.
Finiti i nostri caffè, tornammo indietro. Parlammo per tutto il tragitto, con lui sembrava talmente semplice. Mi raccontò della sua famiglia, aveva un fratello maggiore che adorava e che supportava la sua carriera e dei genitori premurosi. Io gli raccontai della mia, di come sono stati un po' scettici all'idea di trasferirmi, che mi vedevano proseguire nella carriera sportiva. Arrivati davanti all'edificio, provai una sensazione di abbandono perché sapevo che ci saremo dovuti salutare.
« Bene, grazie Alex. È stata una mattinata piacevole, sicuro meglio di come è iniziata. E grazie per il caffè » feci per voltarmi salutandolo con la mano quando mi bloccò.
« Ehi, non voglio che te ne vada così senza prima avermi detto come contattarti. So che studi qui, ma non posso venire ogni giorno o sembrerà un depistaggio » e pensare che ero io quella che voleva diventare di professione stalker.
« Oh » fu l'unica cosa che riuscì a dire perché una dichiarazione del genere non me la sarei aspettata.
« Oh sta per oh di preoccupazione o di stupore? » sorrise
« No, cioè vuol dire un oh di sorpresa » quanto devo essere sembrata stupida.
« La smetterai di rimanere stupita finchè ti troverai con me? » dopo questa portatemi in ospedale.
« Lo trovo davvero difficile » ridemmo.
« Allora, me lo dai il tuo numero? » non me lo sarei mai aspettata.
« C- certo » tentennai, ancora sotto shock. Glielo digitai nel telefono e appena finito glielo porsi.
« È stato davvero bello conoscerti, Carol. Ci sentiamo » e mentre lo diceva alzò il telefono come per dire che l'avrebbe fatto e scomparve nella folla che si dirigeva verso la metro.
Questo decisamente è stata la giornata più strana di tutta la mia vita.

ANGOLO AUTRICE
Ehila, benvenuti in questa nuova/vecchia storia. L'avevo precedentemente pubblicata con la trama leggermente diversa e ho un po' cambiato certi aspetti. Ora sono decisa a pubblicare capitolo per capitolo, spero vi possa piacere. Fatemi sapere.
Baci, malmins.
  
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