Ciao e bentornati ^^
Purtroppo oggi sono davvero di fretta ("E quando mai non lo sei?!"
-.- nd:voi) e non riesco a rispondere e ringraziare
al meglio coloro che hanno recensito la mia storia, che sono:
Pepesale
Angelo Azzurro
ka93
Vegeta4ever
Scusatemi ma devo scappare ç.ç
Spero che il capitolo vi piaccia ugualmente ... Lasciate tanti piccoli ricordini
ok? ^^
Baci a tutti quanti! Vi aspetto venerdì prossimo.
scImMIA
CAPITOLO 80
- PANICO AL TORNEO -
Tanti, tantissimi soldati erano stati richiamati all’ordine
e i tutti, ordinati in quattro rigorose righe disposte parallelamente una all’altra,
rimanevano sull’attenti con il petto in fuori e la pancia in dentro in
attesa di ordini. Con le loro divise scure, molto simili a quella del combattente
Puipui che era stato eliminato al primo piano dal principe guerriero Vegeta,
erano piuttosto mimetizzati in quella stanza fatta d’ombra in cui però
il piccolo ma perfido mago Babidi sembrava starvi con grande agio riuscendo
per giunta a intravedere chiaramente i suoi sudditi, anch’essi provvisti
della inconsueta “M” che indicava la loro piena devozione al piano
ultimo del mago.
Babidi passeggiava da una parte all’altra della stanza con lo sguardo
fisso a terra mentre con i piccoli pieduncoli emetteva regolari scalpiccii che
risuonavano nella larga stanza sotto forma di piccoli echi nonostante questa
fosse tutt’altro che sgombra. Di tanto in tanto voltava lo sguardo in
direzione della sfera di MajinBu come per darsi forza, come per aumentare la
grinta poiché sentiva, ormai in parte, che il suo sogno si sarebbe avverato:
la creatura di suo padre, il mostro invincibile, si sarebbe risvegliato. Quando
l’essere con i suoi occhiacci deformi scrutò l’intero plotone
che aveva dinanzi a sé, i soldati si irrigidirono ulteriormente per la
paura che Babidi riservasse loro un trattamento anche sono simile a quello di
Yamu e pertanto, visto che non avevano voglia di rimettere la pelle, cercarono
di apparire più servizievoli del solito e quindi più accondiscendenti
alle possibili richieste.
Babidi si spostò nel bel mezzo della stanza e cercò di mettersi
dritto con la schiena, osservò il soffitto immaginando Darbula che si
allenava in una qualche stanza parecchio distante da quel luogo. Voltò
un poco gli occhi e con la coda di essi scrutò la grande sfera di cristallo:
i guerrieri stavano ancora aspettando con pazienza sempre minore l’arrivo
di qualcuno. Il mago tornò in sé facendo spuntare sul muso da
gatto un sorriso tutt’altro che piacente o quantomeno gradevole, guardò
gli ultimi soldati che erano nella sezione destra del piccolo battaglione ed
iniziò a sbraitare in loro direzione: << Andate nella stanza superiore,
prendete tutti i contenitori che trovate e portateli qui! >>. Ben sei
soldati, che erano stati fissati con quel suo sguardo truce, fecero un segno
di saluto con una mano e si dileguarono veloci come il vento facendo poi ritorno
con altrettante scatole di dimensioni considerevoli. Queste vennero aperte rapidamente
dinanzi al “grande” mago e quest’ultimo, dopo aver conteggiato
i vari elementi che erano all’interno dei contenitori, diede ordine che
ogni gruppo, composto di due o tre soggetti, prendesse uno di quei oggetti e
svolgesse al meglio il proprio compito. L’intero plotone varcò
la piccola soglia uscendo dall’astronave.
I guerrieri, sentendo l’allontanarsi si tanti spiriti, affinarono i loro
sensi ed iniziarono a chiedersi il perché di quei movimenti. Goku socchiuse
gli occhi iniziando ad osservare il soffitto della stanza circolare <<
Ma cosa succede? … >> domandò più a sé che
agli altri << … Perché si stanno allontanando così
tante auree? >>. Vegeta ringhiò un poco voltando il viso dall’altra
parte << Che ti importa Kaharoth? Sono insignificanti, non ce ne dobbiamo
preoccupare >>. Il Son affiancato da un silenzioso Piccolo assentì
anche se perplesso.
Una risata gracchiate riecheggiò nell’intera stanza attirando l’attenzione
di tutti, specialmente quella di un Kaioshin nuovamente agitato perché
aveva riconosciuto fin da subito il soggetto che si faceva udire con quel tono
<< Ha ha ha ha!! E invece dovreste Vegeta … >> incominciò
Babidi lasciando che la sua brutta voce rimbombasse vibrando poi anche negli
animi di quei poveretti.
Gohan si osservò attorno arretrando anche di un qualche passo mentre
con il mento voltato verso l’alto cercava se da qualche parte ci fosse
un altoparlante, un qualcosa da cui provenisse quella voce fastidiosa <<
… Vi comunico che ho mandato molti dei miei uomini all’esterno con
degli altri contenitori per l’energia e quindi, se non posso assorbire
il potere necessario per risvegliare MajinBu da voi, lo farò da quelli
che stanno fuori >>.
Kaioshin il superiore si mise le mani nei capelli lasciando che un piccolo urletto
fuoriuscisse dalle labbra creando maggiore tensione nell’aria: <<
Ho no! E’ una cosa terribile, una catastrofe! E adesso come faremo?! >>
gridò iniziando poi a gironzolare in tondo lasciando dietro di sé
svariate nuvolette di polvere che dopo essersi alzate si disperdevano nell’aria.
Una leggero nervosismo iniziò a serpeggiare tra i presenti per poi annullarsi
completamente quando Goku parlò nuovamente con un sorriso sul volto:
<< Calma ragazzi, Vegeta ha ragione, non c’è di che preoccuparsi
>>.
Piccolo assottigliò gli occhi sentendosi preso in giro e si avvicinò
al sayan surclassandolo con la sua statura ben maggiore << Ma cosa stai
dicendo? Questa volta Kaioshin ha ragione, potrebbe venir fuori un bel guazzabuglio
>>.
Il Son chiuse completamente gli occhi aumentando però l’ampiezza
del suo sorriso mentre con il dito indice della mano destra indicava il soffitto
della stanza alludendo all’esterno mentre il principe dei sayan, avendo
udito che il citrullo gli aveva dato ragione, osservò silenzioso il guerriero
dalla tuta arancione che si apprestava a dare una risposta: << Sono distanti
e le loro auree si sentono appena, ma sono sicuro che non li lasceranno andare
troppo lontano >>.
Appena udirono quelle parole Gohan e Crillin alzarono il viso verso il soffitto
e si concentrarono maggiormente, il ragazzo esultò stringendo i pugni
quando riconobbe i due spiriti << Hah, ma questi sono Goten e Trunks!!
>>.
<< Sì, sono proprio loro … >> proferì il tappetto
con un’espressione languida sul volto << … Che bravi ragazzi,
penseranno tutto loro >>, strinse i pugni maggiormente facendo divenire
pallide le nocche come ad evidenziare il suo grande stato di entusiasmo, per
non parlare della contentezza del fatto che la situazione fosse già bella
che risolta nonostante lui e gli altri non avessero mosso nemmeno un muscolo.
Piccolo arricciò un poco le labbra rendendo ancora più grave la
sua espressione già segnata dalla sua serietà << Però
sono distanti, alcuni degli scagnozzi di Babidi potrebbero poi approfittare
del paesaggio circostante per sfuggire ai due anche perché, nonostante
abbiano una potenza irrisoria, se Trunks vedesse nuovamente quello strano raccoglitore
d’energia non ci penserebbe due volte a fermarli >>.
<< Goten poi è il solito … >> bofonchiò il fratello
del bambino preso in causa << … Non riesce mica a starsene fermo
un istante! >> concluse poi sbuffando sonoramente come a mettere in evidenza
la sua preoccupazione, anche se lieve, nei confronti del proprio fratellino.
D’altro canto sia Goku che Vegeta sogghignarono in contemporanea anche
se per motivi differenti: il primo perché consapevole della vivacità
del suo campione e della sua impossibilità a starsene fermo un secondo,
il secondo perché ancora una volta scovava in modo evidente una delle
caratteristiche che distinguevano il sayan a dispetto ai comuni esseri umani
… il loro coraggio. Oltretutto il principe dei sayan si era ritrovato
pienamente soddisfatto del fatto che il suo unico figlio, indirettamente sangue
del suo sangue, si fosse ripreso e che fosse corso alla battaglia con una smania
forse ereditata dallo stesso soggetto che voltava le spalle ai propri compagni
troppo indaffarati a ciarlare e perdere tempo mentre lui, con un’espressione
indecifrabile sul volto, sembrava vedere scorrere dinanzi agli occhi i primi
istanti con quel giovane, con quel ragazzo che in principio odiava a morte e
che in quell’attimo invece non sapeva come considerare. I pensieri iniziarono
a girare vorticosamente nei meandri del suo intelletto nel tentativo di scovare
quand’era iniziato quel cambiamento che lo stava rendendo un essere più
tranquillo, un poco più paziente e premuroso nonostante quegli attimi
in cui si apprestava ad essere tale, anche se inconsciamente, fossero talmente
esigui e rari da sembrare pressoché inesistenti … Kaioshin, con
la sua voce fastidiosa (meno logorroica rispetto a quella del mago ma ugualmente
poco sopportabile), ruppe il fiume di pensieri di Vegeta e il primo, con fare
disperato all’inverosimile, obbligò con i suoi lamenti a voltare
verso la sua figura ogni soggetto presente, anche l’osservatore Babidi
che non perse nemmeno una parola del piccolo dialogo che seguì: <<
Che disastro, se alcuni di loro dovessero assorbire una somma ingente di energia
e fare ritorno senza che Trunks se ne accorga saremmo nei guai … >>
il superiore sembrò aggrapparsi spiritualmente a Kibith, personaggio
che sembrava indifferente alla situazione visto che la sua espressione facciale
continuava a rimanere di granito << … Dobbiamo impedire che vadano
troppo lontano, li dobbiamo inseguire e fermare >> mormorò poi
incerto lo stesso Kaioshin.
Crillin, che oramai ci aveva preso gusto a correggere il superiore (visto che
con quel mezzo riusciva e recuperare parecchi punti a suo favore), si osservò
velocemente le mani prima di infilarle nelle profonde tasche di quei pantaloni
beige da ginnastica: << Ma non possiamo, non se lo ricorda? Siamo bloccati
qui e non possiamo uscire e se lo vorremmo fare dovremmo danneggiare la nave
spaziale, ma se danneggiamo la nave spaziale allora creeremo delle grandi scosse
che potrebbero risvegliare MajinBu e se MajinBu si sveglia ed è più
forte di come era un tempo non riusciremo a sconfiggerlo >>. Kaioshin
sprofondò nella sua stessa desolazione.
<< In ogni caso … >> iniziò severo il namecciano lasciando
che il largo mantello svolazzasse libero nella stanza, come se in quel luogo
ci fosse una leggera brezza << … Non credo che raccoglierebbero
un grande quantitativo di energia se si dividessero >>.
Kaioshin tornò attento non capendo il ragionamento dell’ex Dio
della Terra << Come, perché non dovrebbero rappresentare un problema?
>> mormorò la persona dalla pelle violacea con una leggera tensione
ai nervi.
Piccolo si fermò mostrando le larghe spalle ricoperte dagli spallari
e da quel telo bianco lucente << Ovviamente Babidi vorrà dell’energia
in tempo breve e se così è, i suoi scagnozzi saranno costretti
a rubare l’energia da dei comuni esseri umani che, a differenza di noi,
hanno una portata limitata. In sostanza gli omuncoli sprecheranno più
tempo ad assorbire energia da persone insignificanti piuttosto che allontanarsi
un poco di più e cercare persone con una forza un poco più ragguardevole
>>. Gohan incrociò le braccia al petto e iniziò a riflettere
un poco perplesso lasciando che i suoi amici facessero lo stesso << Allora,
escludendo Trunks e Goten che sono in arrivo, gli unici che sono più
forti delle persone comuni sono Yamcha, Tienshinhan, Jaozi e Muten: il primo
è quello che è, Ten e Jaozi non so nemmeno dove si trovino ma
penso che non si faranno di certo fregare, sul Genio ho i miei dubbi riguardo
alla sua forza visto che ormai è un vecchietto … >> il ragazzo
voltò lo sguardo verso il padre sorridente che molto probabilmente ripensava
ai tempi in cui il vecchio Genio, quel maniaco, era il più forte del
mondo << … Se vogliamo poi essere puntigliosi Mr. Satan viene ritenuto
il più forte del mondo mentre 17 e 18, nonostante siano a mio avviso
ben più forti di Yamcha, non si possono considerare come esseri normali
>>.
L’essere che continuava a rimanere silenzioso al di là della sfera
di cristallo proseguì l’ascolto attendendo che il suo fidato Darbula
uscisse dalla stanza degli allenamenti.
Crillin alzò le sopracciglia sentendosi coinvolto nella conversazione
poiché la sua bella mogliettina era stata inclusa in quella discussione
<< In effetti non saprei se in questo caso sarebbe utile a Babidi o meno,
anche se la sua base è pur sempre di origine organica >>. Goku
aggrottò le sopracciglia scoprendo di iniziare a perdere colpi nella
comprensione di quell’ingarbuglio di discussione. Il namecciano però
proseguì << In effetti non lo possiamo stabilire, ma dubito che
quei due si lascino mettere le mani addosso con tanta facilità. In più
… >> proseguì lo stesso osservando, non per casualità,
in direzione di Vegeta << … Dopo che Yamu e Spopovich avevano colpito
Trunks ho notato uno stano oggetto che mi è parso come un rilevatore
di energia, un oggetto che misura il quantitativo presente in ogni persona,
e questo mi dà l’idea che i sudditi di Babidi non siano in grado
di percepire le auree, così come anni fa Vegeta non era in grado e doveva
utilizzare quell’attrezzo sull’occhio >>.
Il principe dei sayan ringhiò sentendosi improvvisamente ferito nell’orgoglio
poiché il muso verde aveva rievocato un periodo in cui era estremamente
debole << Era uno shooter e si dà il caso che fosse i grado di
captare le forze notevoli a distanze considerevoli mentre, da come ho capito,
l’aggeggio utilizzato da quei due non funzionava se non a breve distanza
>>. Piccolo annuì facendo sbollire l’uomo dai capelli a fiamma
<< Tanto meglio per noi >>.
Il Son più adulto, avendo compreso la faccenda (anche se con un lieve
aiuto da parte del figlio), batté sul palmo di una mano un pugno chiuso
pienamente convinto delle proprie idee << Ma certo! Quindi vuol dire che
non arriveranno fino al Tenkaichi! >>.
Tutti si voltarono verso di lui con uno sguardo truce ma questi non comprese
subito il suo errore … ci volle la voce del mago a farlo capire: <<
Ma bene, allora è a questo Tenkaichi che Yamu e Spopovich hanno preso
tutta quella strepitosa energia … E magari, da quello che ho compreso,
ce né moltissima altra! Benissimo, vi ringrazio molto e vi comunico che
metterò al corrente di ciò anche i miei uomini >> un breve
attimo di silenzio calò nella stanza prima che nella mente di tutti i
guerrieri presenti e dei diretti interessati che erano all’esterno della
struttura iniziasse a farsi nitida una leggera immagine che aveva come soggetto
il mago stesso …
<< Uomini, ho una notizia splendida per voi … >> iniziò
Babidi con aria raggiante e orgogliosa << … Un piccolo uccellino
mi ha comunicato che ad un torneo chiamato Tenkaichi ci siano dei validissimi
guerrieri da cui potrete trarre grande energia. Mi aspetto grandiosi risultati
quindi non deludetemi! In più fate attenzione che sono arrivo altri due
impiastri, non fatevi colpire, mi raccomando >>.
Il saluto in direzione del mago da parte dei suoi sudditi ancora nelle vicinanze
fu caloroso. Nella stanza molti avevano prurito alle mani, un prurito che si
placò quando una serie di boati iniziarono a farsi sentire lontani per
poi divenire sempre più vicini e ravvicinati l’uno all’altro
come tempismo.
<< Ma che sta succedendo!? >> esclamò Kaioshin sentendo vibrare
il suolo sotto i suoi piedi dotati di quelle calzature rosse.
Il principe dei sayan sorrise sentendo che il figlio non si stava risparmiando.
*****
Nell’aria c’era qualcosa di strano, qualcosa che
preannunciava un susseguirsi di emozioni forti, un qualcosa che avrebbe smosso
quel volo fiacco in direzione di quella meta sconosciuta ai due giovani sayan.
Erano infatti diversi minuti che Goten era tornato a tormentarsi (silenziosamente)
e piroettava da una parte all’altra in uno status che chiunque lo avrebbe
definito come “Abbiocco profondo”, stadio in cui spesso rischiava
di colpire il povero Trunks che doveva rimanere perennemente all’erta
per schivare le sue cadute di quota dovute alla sua noia pesante.
<< Scusa Trunks, mi annoio … >> mormorò il piccolino
dispiaciuto dal fatto che di stesse lagnando con l’amico, cosa che il
secondo gli aveva chiesto di non fare più. Trunks sorrise scrollando
un poco la testa da una parte all’altra, si abbassò lievemente
di altitudine affiancandosi al piccolo Son vestito di arancio poggiando sulla
sua spalla destra la sua mano sinistra << Tranquillo Goten, mica mi arrabbio
… >> disse con voce gentile, per infondergli calma << …
Sento però che sta accadendo qualcosa nei paraggi quindi tieniti pronto,
d’accordo? >>. Il bimbo annuì prima di virare improvvisamente
verso sinistra allontanandosi dall’adulto vestito di quella tenuta verde
che, appena si scosse grazie a quella folata di vento amica realizzata dall’altro
sayan, si appiccicò alla pelle del proprietario di quel corpo poiché
anch’egli aveva mutato direzione aumentando poi la velocità.
Il lilla toccò terra con entrambi i piedi ed iniziò ad osservarsi
attorno in maniera circospetta. Avanzò lentamente proseguendo con le
stesse movenze mentre iniziava a chiedersi come mai non sentisse più
l’aura del suo piccolo amico. Posò il palmo di una mano su di una
grande roccia rossastra prima di poter udire una serie di vivaci risate che
provenivano da poco più lontano. Trunks aggirò l’ostacolo
di sostanza minerale e si avvicinò sempre più alle piccole voci,
scostando sulla propria via alcuni cespugli che occludevano la vista. Giunto
nel luogo giusto il sayan adulto si fermò antistante a un grande cespuglio,
si mise in punta di piedi e da quella posizione riuscì a scorgere Goten
che, vicino alla riva si un piccolo torrente, giocherellava con un cuccioletto
di dinosauro dalla pelle grigiastra e dotato di un musetto rigonfio.
<< Goten, come mai sei qui? >> domandò Trunks facendo per
un attimo trasalire il piccolo che, evidentemente troppo preso dal suo passatempo,
strinse convulsamente la coda dell’animale a causa della sorpresa e iniziò
a ridacchiare imbarazzatissimo mentre con una mano libera sfregava la grande
zazzera nera.
Il glicine alzò un sopracciglio attendendo una risposta che arrivò:
il bimbo sollevò la bestiola e la mostrò al sayan << L’ho
visto da lontano, non è bellissimo? >>. Trunks afferrò il
cucciolo di tirannosauro e lo osservò poco convinto di ciò che
stava facendo prima di scrutare poi il piccolo Son << E ti sei allontanato
per questo? Ma non ne hai tanti vicino a casa? >>.
Goten si portò l’indice della mano destra alla bocca e con esso
abbassò lievemente il labbro inferiore lasciando un poco scoperta la
gengiva << Sì però nessuno è come questo. Dai, non
è bellissimo? >>.
Il figlio di Vegeta fece cascare un poco le spalle dopo aver dato una rapida
occhiata al cielo azzurro e aver smosso un poco il cuccioletto << Sì,
è carino, ma non è il tempo dei giochi adesso. Dobbiamo andare
da Gohan e gli altri, non possiamo metterci a commentare gli animali che vediamo
nella foresta … >> disse il ragazzo con un tono di voce che non
voleva essere per nulla cattivo o severo visto che egli stesso non voleva creare
inimicizie tra i due << … Suvvia Goten, adesso rimettilo dove lo
hai preso >> aggiunse poi allungandosi oltre il cespuglio e donando il
rettile preistorico al bambino che prontamente alzò le braccia verso
Trunks e afferrò l’animale.
Il Son strinse tra le braccia l’esserino e mugolò piano <<
Ciao amico mio, mi mancherai … >>. L’abbraccio era ancora
in atto quando iniziarono a sentirsi dei rimbombi sordi nelle vicinanze accompagnati
da delle piccole scosse che facevano tremare le rocce circostanti. Il glicine
e il bambino alzarono gli occhi e si ritrovarono senza parole quando un tirannosauro
dalle dimensioni indescrivibili e dall’aspetto brutale apparve da dietro
una grande roccia. Il rettile osservò i due mammiferi furioso perché
tra le grinfie di uno dei due vi era il proprio piccolo …
<< Goten, libera subito quel cucciolo! >> esclamò Trunks
in direzione del bimbo che lasciò andare il piccolo soltanto quando il
genitore di questo, arrabbiato e furente, non rumoreggiò talmente forte
da fare sussultare l’animo di Goten.
Il tirannosauro, nonostante il cucciolo fosse stato liberato, iniziò
a muoversi in direzione dei due a grandi balzi con l’intento di mangiarseli.
<< Via – via – via – via - via!!! >> urlò
il Son a pieni polmoni mentre si voltava dando le spalle al mostro iniziando
a correre affiancato da un Trunks silenzioso che non si lasciava prendere dal
panico. Goten correva velocissimo, con le braccia aperte come se fosse stato
un aereo compiva larghe falcate che però non riuscivano a seminare il
mostro che era perennemente alle sue spalle poiché Trunks aveva ben pensato
di distanziarsi per pensare a una qualche soluzione. Il bimbo zigzagava tra
gli alberi piegando l’erba alta e il tirannosauro, più tonto di
quanto sembrasse, lo seguiva eseguendo spesso le medesime movenze aggirando
gli stessi ostacoli che, con la sua stazza mastodontica, avrebbe potuto tranquillamente
scavalcare o abbattere.
Le auree dei genitori, per colpa di quella corsa, si stavano allontanando sempre
più e per questo il lilla decise di darci un taglio: si alzò in
volò mantenendosi a rasoterra e lasciando che l’erba lo solleticasse,
volò rapidissimo raggiungendo Goten e agguantandolo per la tuta arancione
prima di alzarsi nel cielo azzurro e profondo lasciando sbigottito un lucertolone
che ovviamente non sapeva come raggiungerli.
Il Son avvicinò le ginocchia al petto e le racchiuse tra le braccia mentre
sentiva ancora tirare la parte della tuta che Trunks utilizzava per reggerlo
e non lasciarlo cadere. Un pollice si infilò nella piccola bocca mentre
quello sguardo vispo e perennemente vivace sembrò incupirsi <<
Ti chiedo scusa … >>. Il lilla guardava di fronte a sé e
volava veloce per recuperare il tempo perduto ma abbassò lo sguardo quando
udì quelle poche parole dotate di quel tono un po’ triste <<
E per cosa? >> chiese soltanto mentre iniziava a percepire nuovamente
in maniera distinta gli spiriti amici. Goten sembrò farsi ancora più
piccino, come un gatto preso per la collottola << Sono un impiccio …
Anche Gohan diceva che disturbavo quando faceva i suoi allenamenti … >>.
Trunks piegò un poco la testa di lato << Secondo me non lo diceva
seriamente, credimi, ma sai com’è: come in questo caso non si ci
può mettere a fare i giochi se ci si deve impegnare per altro. Sennò
non si conclude niente >>.
<< Lo so … >> proferì il piccolino sentendo l’aria
sempre maggiore che picchiava sul suo volto a causa dell’estrema velocità
di Trunks << … anche lui mi aveva detto che dovevo stare buono,
ma non ci riesco se non ho nulla da fare! >> concluse poi Goten con aria
convinta nel tentativo di convincere un sayan che la pensava già allo
stesso modo.
<< Ti do ragione sai? Ma ti avevo anche chiesto di pazientare perché
sentivo che sarebbe accaduto qualcosa che … >> il lilla bloccò
improvvisamente il suo discorso iniziando a tendere l’udito, come per
percepire qualcosa che sembrava in arrivo. Pure il bimbo, che appena aveva visto
l’amico divenire serio, mutò espressione iniziando a concentrarsi
per poi sentire una serie di piccole auree che volavano in direzione opposta
alla loro.
<< Chi saranno? Non le conosco … >> sussurrò Goten
quasi impercettibilmente mentre Trunks, serio e con lo sguardo severo, deglutì
anch’egli confuso da tutto quel movimento improvviso poiché le
auree che si avvicinavano, nonostante fossero di una potenza irrilevante, erano
numerose e molto vicine l’una all’altra, come uno sciame di vespe
che si dirigono verso il proprio nido. Il sayan però non si fece scoraggiare
e proseguì pensando che se avesse continuato a muoversi il mistero si
sarebbe risolto tempo prima.
<< Eccoli >> enunciò il glicine iniziando ad intravedere
molteplici figure che apparivano scure poiché in controluce mentre Goten,
nonostante fosse capacissimo di volare alla perfezione, rimase sospeso con i
piedi a penzoloni lasciando che l’amico continuasse a tenerlo stretto
come se fosse stato un prigioniero. Gli sconosciuti si avvicinarono ad una velocità
elevata, alcuni di loro oltrepassarono i due giovani mentre altri li sfiorarono
a tal punto che Trunks si dovette fermare e voltarsi verso la direzione nella
quale quegli altri erano diretti. Gli ometti vestiti con quella divisa bianca
e blu erano insignificanti ma il sayan più adulto sgranò gli occhi
riconoscendo l’oggetto con il quale era stato colpito proprio in mano
ad uno di quelli che avevano osato lambirlo. La rabbia crebbe all’istante
e l’idea che quegli esseri volessero anche solo immaginare di ripetere
ciò che era stato fatto a lui lo fece andare su tutte le furie. Trunks
alzò il braccio destro ed aprì la mano in direzione del nemico
più vicino, generò sul palmo di essa una sfera lucente e poi,
dopo che l’ira fu passata in quella palla, la scagliò verso il
suo obiettivo attendendo poi un verdetto: il soggetto preso di mira esplose
in minuscoli pezzi e le sue ceneri proseguivano a cadere verso la terra mentre
i compagni di costui, fermatisi per colpa di quel boato, osservarono la scena
allibiti senza riuscire a proferire parola alcuna.
Il piccolo Goten, anch’egli un poco scosso per via dell’atteggiamento
dell’amico, si staccò dal lilla e ricominciò a galleggiare
fermandosi poi quando le parole di Trunks non gli si fissarono ben in testa:
<< Non dobbiamo farli allontanare Goten, hanno quei contenitori per rubare
l’energia e se ce li facciamo sfuggire faranno del male a molta altra
gente >>. Il sayan vestito di arancione si mise in posa di combattimento
e attese la mossa avversaria che, soltanto dopo alcuni minuti di attesa, arrivò:
i soldati di Babidi alzarono le mani libere verso i due nemici e iniziarono
a far apparire su di esse una pioggia di onde d’energia che ogni qualvolta
mancavano il bersaglio.
Trunks scagliava le sfere di energia lontano dal bambino e faceva in modo che
colpissero il terreno, anche se a distanza sempre maggiore se era possibile
ma poi però, mentre scagliava proprio una di quelle piccole sfere, si
accorse di una piccolo struttura dai colori chiari che si trovava lì
vicino. Evitò altri due attacchi prima di voltare la testa in direzione
del fratello di Gohan che era pure lui intento a schivare i colpi << Hei
Goten, io ho intravisto qualcosa. Scendo a controllare >> disse poi prima
di scendere rapido verso il suolo atterrando proprio davanti all’ingresso
della nave di Babidi.
Osservò la scura porta verticale e vi posò sopra una mano, fece
fregare la pelle contro quella superficie fredda mentre con occhio attento cercava
di scovare un qualche meccanismo che potesse aprire il portello.
<< Sento che papà è proprio qui sotto … >> sussurrò
il ragazzo scrutando il terreno per poi voltare lo sguardo in alto in direzione
di Goten e urlare: << HEI GOTEN! SONO QUI GLI ALRI! LI’ COME STA
ANDANDO, TUTTO A POSTO? >>.
Il bimbo evitò senza problemi altri attacchi << MI SPARANO ADDOSSO
E IO LI EVITO! >> gridò lo scricciolo con un largo sorriso sul
volto. Trunks piegò un poco la testa verso il basso, per compiere un
cenno di autoincitamento, poi scattò nuovamente verso il bambino per
procedere oltre in direzione di quegli esseri che oramai stavano andando nel
pallone: il sayan si avvicinò ad uno di quegli ometti, lo colpì
in pieno stomaco facendolo rannicchiare su sé stesso per poi farlo esplodere
dopo avergli iniettato un’onda all’interno del corpo. L’essere
scomparve e pertanto lo strano contenitore che aveva tra le mani precipitò
velocemente andandosi poi a frantumare contro il terreno sottostante. Il silenzio
calò improvvisamente e mentre Goten, con aria stralunata, osservava l’amico
su di giri, gli scagnozzi di Babidi tremavano come foglie. Uno di quest’ultimi,
preso dal panico, emise un urlo straziato e cercò di fuggire lontano
assieme agli altri che lo seguivano nella speranza che fuggendo avrebbero avuto
salva la vita … errore madornale: il glicine alzò entrambe le mani
in loro direzione, concentrò sulle punte delle dita tutta la forza possibile
e generò un raggio dalla luce abbagliante, talmente luminoso che il sole
a confronto sembrava una stella morta. I corpi dei nemici colpiti iniziarono
a bruciare vistosamente prima di sbriciolarsi e volare lontano grazie al leggero
venticello passeggero mentre i pochi rimasti integri, poiché avevano
evitato fortuitamente l’attacco, erano sbiancati come cenci.
Il bambino alzò verso il cielo un pugno chiuso in direzione delle nuvole
mentre il largo sorriso lasciava scoperti i bianchi denti << Bravo Trunks,
hai sconfitto i cattivi!! >>. Il lilla ridacchiò e dopo aver strizzato
un occhio verso Goten sfregò il dito indice contro le narici che in quel
momento erano appena dilatate per colpa del nuovo senso di grandezza <<
Ma certo, che credevi? >>. I due si sorrisero vicendevolmente lasciando
che gli tre estranei, unici sopravvissuti, scappassero con altrettanti serbatoi.
Il fatto era che credevano di avere fatto abbastanza per quei poveracci che
sicuramente non si sarebbero fatti rivedere nei paraggi, ignari che in realtà
non facevano altro che eseguire gli ordini di Babidi affibbiati loro poco prima.
I due sayan annullarono la distanza che v’era tra loro e il terriccio
attorno a quella strana e altrettanto piccola struttura e poi, appena le suole
delle scarpette ebbero schiacciato quella sabbia marroncina, Goten iniziò
a correre attorno allo strano oggetto come per capire di cosa si trattasse con
la stessa foga che impiegherebbe un cagnolino a rincorrersi per acciuffare la
propria coda. Trunks avanzò di pochi passi e poggiò nuovamente
le mani su quella che aveva tutto l’aspetto di una porta, le fece muovere
lì sopra e nei dintorni per riuscire a scovare quel meccanismo che poteva
aprire il portello, lo stesso che non era riuscito a trovare prima.
Trascorsero alcuni minuti ma in quelli il lilla fallì nella sua missione:
non un bottone, ne una levetta, ne un meccanismo strano e curioso era presente
per aprire quella porta e quindi il ragazzo, dopo avere poggiato le mani ai
fianchi e aver arretrato di alcuni passi, alzò un poco il viso per scrutare
la medesima “M”, posta al di sopra dell’ingresso, che era
già stata vista sull’individuo che l’aveva aggredito. Gli
occhi azzurri poi si abbassarono quando Goten gli si fermò a fianco nuovamente
tranquillo perché aveva concluso la sua corsa contro il tempo …
cosa che poteva fare tranquillamente. Il piccolo agitò un poco le braccia
imitando senza volere, una sottospecie di pollo con le ali tese e poi alzò
il musetto verso Trunks << Hei, perché siamo qui? Io sento che
papà e Gohan sono qua sotto … >> mormorò facendo picchiettare
al contempo il piedino a ridosso del terriccio. Il figlio di Vegeta incrociò
le braccia lasciando che le labbra si arricciassero in una leggera smorfia <<
Lo so Goten, il fatto è che non c’è modo per aprirla …
>> enunciò poco convinto mentre il piccolo lo osservava in attesa
di altro ma poi, constatato che questo non arrivava rapidamente, si lasciò
andare ad un fiacco “Ah”. Trunks si portò una mano al viso
e con essa si afferrò il mento mentre il cervello aveva oramai dato per
unica possibile l’ultimo pensiero venutogli. Il glicine fece spallucce
mentre alzava la stessa mano che teneva al mento in direzione della porta, scosse
lievemente la testa affiancato da un pesante mutismo di Goten << Vabbé
… >> mormorò sconfitto dalla stessa soluzione spartana che
aveva trovato e stava adattando.
Un medio raggio di energia perforò il portello facendolo cadere dall’altra
oltre, su di un’altra superficie che bloccava nuovamente il passaggio.
Quando il terreno smise di tremare Goten saltellò oltre la soglia fermandosi
su di un altro pannello, quella volta parallelo al suolo, che impediva l'accesso
a quella che sembrava l’unica via.
<< A questo ci penso io! >> esclamò il piccolo all’amico
che osservava silenzioso la scena nella quale Goten, messosi a svolazzare sopra
a quel tappo dalla forma circolare e dal colore nero, teneva i palmi delle mani
aperti in direzione del sottosuolo. Il figlio si Goku si trasformò in
un battibaleno in super sayan e gridò forte prima di generare una grande
onda che colpì e distrusse non solo quel blocco ma anche quelli che li
separavano dagli amici.
Nei piani inferiori Kaioshin ne stava dicendo di tutti i colori e quando Crillin
venne coinvolto nel colpo violento del piccolo monello espresse tutta la sua
rabbia riguardo quella situazione e gli amici, poveretti, rimasero ad ascoltarlo
finché non videro il faccino buffo del piccolo Goten che, a testa in
giù, osservava incuriosito l’intera stanza per poi fiondarsi nelle
braccia del padre quando i loro sguardi si incontrarono.
<< Goten! Piccolo birbante! >> esclamò il papà al suo
campione stringendolo tra le braccia fregando poi con una delle larghe mani
la moltitudine di capelli mori. Il bimbo ridacchiò tutto contento, salutando
tutti , per poi soffermarsi su di un individuo che era sdraiato a terra e sembrava
carbonizzato dal gran che era bruciacchiato << Hei, ma cosa gli è
successo? >> chiese ingenuamente in direzione del fratellone che gli sorrideva
tranquillo e alquanto divertito.
Crillin balzò in piedi e si mise le mani nei capelli strinati <<
HAI, CHE MALE! … >> esordì prima di voltarsi contro il Son
colpevole con le lacrime agli occhi << … I miei capelli sono rovinati,
sarò costretto a ritagliarmeli adesso! >>. Goku aumentò
l’ampiezza del suo sorriso ed osservò per un nano secondo Goten
che aveva poggiato entrambe le mani sulle sue spalle prima di scrutare con aria
amichevole il suo più grande simpatizzante << Dai Crillin, Goten
mica lo ha fatto apposta e poi secondo me stavi meglio calvo >>.
Il nano si passò una mano nei capelli come se fosse stata una spazzola
e quando vide moltissimi filamenti cadere a terra sbuffò sconsolato facendo
crollare le spalle << Che sfortuna, e dire che ci avevo messo tanto per
farli crescere … E comunque Goku, nel mio caso si dice rasato, non calvo.
Piccolo è calvo >> disse indicando con un pollice il namecciano
che senza volere era stato preso in ballo. Goku osservò un poco accigliato
Piccolo e dopo averlo scrutato attentamente disse nuovamente la sua <<
Starebbe malissimo con i capelli, non ce lo vedo proprio! >>. In quell’attimo,
se non fosse apparso come un gesto stupido, il namecciano avrebbe volentieri
dato qualche testata alla parete metallica dato che non riusciva a spiegarsi
perché, ogni volta ci fosse un’argomentazione sciocca, lui fosse
sempre in mezzo a certi commenti.
Mentre una sonora risata si alzava lievemente grazie a pochi dei presenti, Trunks
discese il lungo corridoio verticale presentandosi con una posa elegante: le
gambe tese e poste l’una a fianco dell’altra mentre le braccia,
rigorosamente incrociate al petto, rendevano ancora più adulta quella
figura che discendendo emanava una certa fierezza nei movimenti lenti. Il glicine
posò i piedi a terra, sciolse il crocicchio delle braccia e si limitò
a sorridere ai presenti invece di verbalizzare il suo saluto ai più mentre
per Vegeta riserbò un trattamento differente: il ragazzo si avvicinò
al padre ombroso che era poggiato alla parete della stanza e socchiuse un poco
gli occhi poiché travolto da un’insensata (oppure no) tenerezza
nei suoi confronti.
<< Ciao papà … >> mormorò piano il giovane,
come se il silenzio attorno a loro fosse sacro, come se il peso di quelle parole
meritasse di essere pronunciato soltanto sottovoce, in maniera intima e confidenziale,
come se quell’ennesima dimostrazione di affetto avesse la stessa valenza
della primissima fatta con il cuore in mano. Gli occhi scuri e tenebrosi del
principe dei sayan si posarono su quelli azzurri del ragazzo venuto dal futuro
soltanto per pochissimi attimi e successivamente ad essi Vegeta bofonchiò
un “Ciao” secco e insipido prima di staccarsi dal sostegno e allontanarsi
senza proferire altro. Trunks si ritrovò ad abbassare gli occhi al suo
passaggio e a rodersi nuovamente il fegato: ogni volta il trattamento era simile
e ogni volta il ragazzo si ripeteva che lui era fatto così, che non lo
poteva cambiare, e che era già tanto che lui si dimostrasse disponibile
e sopportante fino a quel livello, che era fortunato ma non poteva, non doveva
pretendere di più. Il giovane sayan osservò lo spazio rimasto
vuoto e lasciò che gli occhi vibrassero appena mentre il cervello, per
dare una risposta al cuore bramante di affetto, elargiva soltanto quella triste
verità il quale era al corrente da tempo: il rapporto tra lui è
Vegeta era solido soltanto in apparenza, lui che doveva essere il portante per
quel personaggio schivo e misterioso, era tutt’altro che resistente ma
se fosse crollato, se avesse soltanto pensato che il loro legame non avesse
avuto alcun valore, lo avrebbe perso per sempre pentendosene poi amaramente.
Il tempo trascorso assieme non aveva rafforzato quel rapporto già incrinato
ma nonostante ciò non crollava per colpa di qualcosa e Trunks, non sapendo
cosa fosse questo qualcosa, si aggrappava ad esso e continuava ad incassare
gli insuccessi nella speranza che quella sua tortura valesse almeno un briciolo
di più di quanto si aspettasse. Il glicine tornò a sorridere e
si voltò verso gli amici fingendo di non essere amareggiato.
Goten saltò giù dalle braccia del padre e chiese cosa stesse succedendo
e Gohan, sentendosi all’altezza del compito di divulgatore di tali avvenimenti,
iniziò a raccontare certosino soddisfando tutt’alpiù anche
l’attenzione dell’altro ragazzo che aveva trovato nuovamente qualcosa
quel fare viaggiare lontano i brutti pensieri.
******
L’oggetto della narrazione del primogenito di Goku, ovvero
il mago Babidi, osservava inquieto dalla sfera di cristallo le azioni che compivano
i suoi unici tre adepti in libertà ma poi, vedendo che si fermavano a
cogliere le energie da esseri inferiori e assolutamente inadatti per il risveglio
del suo MajinBu, posò le ossute mani sulla testa e iniziò a scuoterla
come per svegliarsi da quel brutto sogno. Il mago aveva mandato all’esterno
i suoi uomini pur sapendo che erano in arrivo altri compagni di quegli impiastri
ma non si aspettava di certo tutta quella potenza e quindi, quando aveva visto
perire i suoi uomini, vi era rimasto parecchio corto, abbattuto come se lui
fosse stato nel mezzo del potente raggio. La bocca semiaperta non emetteva un
fiato, non erano necessarie parole per descrivere il suo stato d’animo.
Un moto di orgoglio risalì l’intera colonna vertebrale costringendo
il mago a mettersi dritto con una posa fiera, il suo ego gli impedì infatti
di compiangersi più del necessario anche perché non tutto era
perduto, Darbula era inoltre ancora al suo fianco pronto per battersi per lui
e la nobile causa. Babidi si incamminò verso la porta della stanza e
la oltrepassò con decisione non stupendosi affatto di non vedere alcuno
nei pressi di quella stanza pensando che probabilmente, il resto della marmaglia
addetta alla sua protezione fosse nelle stanze poiché non richiamata
all’ordine. Il mago oltrepassò codeste stanze mantenendo il suo
passo svelto fermandosi poi dinanzi a una porta scura dalle cui fessure laterali
fuoriuscivano delle piccole scariche elettriche, si alzò in volo con
estrema facilità e si fermò a mezz’aria e fece brillare
gli occhi di una luce chiara che, in un attimo, fece spalancare la pesante porta.
Darbula, che si trovava in quella stanza a meditare, si mise immediatamente
composto e si inchinò dinanzi al padrone che lentamente gli si avvicinava
per raccogliere i nuovi omaggi che però vennero bloccati a sorpresa <<
Non è il momento Darbula, seguimi >>.
Il suddito si alzò in piedi e seguì il proprio padrone oltre l’uscio,
oltre il primo corridoio per poi fermarsi dietro a lui quando egli si bloccò
dinanzi alle stanze degli altri suoi seguaci. Babidi voltò un poco l’occhio
verso il demone dalla faccia rossa << Mettili tutti in riga, li voglio
pronti in meno di un minuto e mi raccomando … >> sibilò l’essere
con una voce quasi cantilenante << … non farne fuori nemmeno uno,
ci servono tutti >>. Darbula annuì e dopo aver fatto un grande
inchino aprì con furia la porta effettuando gli ordini impartiti mentre
il mago tornava al proprio posto.
Come ordinato Darbula fu di ritorno con il resto dei suoi uomini, un numero
ben minore rispetto al battaglione precedente, e tutti i presenti si disposero
in una fila ordinata in attesa dei nuovi comandi mentre il secondo al potere,
il signore degli inferi, li sorvegliava con aria truce nella speranza di non
scovare qualcosa fuori posto. Babidi si avvicinò alla grande sfera di
cristallo ed indicò i personaggi che vi erano proiettati prima di incominciare
a parlare con un tono acuto e fastidiosissimo << Stanno rovinando i miei
piani! Per risolvere la situazione Darbula si occuperà di loro mentre
voi altri … >> proferì in direzione dei sudditi dalle potenzialità
ben minori << … Voi andrete a prendere i rimanenti immagazzinatori
di energia e seguite gli altri verso questo torneo! >>.
Tutti si inchinarono in segno di saluto per poi mettersi a svolgere il proprio
compito.
Darbula incontrò i suoi ospiti mentre i subordinati del mago se la filavano
silenziosi come gatti …
******
Al torneo Tenkaichi li tempo scorreva inesorabilmente, ovvero
non passava mai. Da tempo Genio, la famiglia Brief, i Son e gli altri erano
tornati sulle grandi gradinate affiancati da una gentilissima Videl che, vista
la mancanza del padre nei dintorni, ne approfittò per instaurare un legame
più solido con la madre di Gohan, Chichi, anche perché non è
che andassero proprio d’accordo … La signora infatti era restia
a lasciare a briglia sciolta il primogenito ma poi però, quando venne
a sapere che la ragazza aveva molti fondi da parte, decise di essere un poco
più permissiva e gentile nei suoi confronti. Inutile dire che Bulma,
conoscendo il personaggio, comprese a pieno le intezioni della donna.
Nel frattanto un altro elemento del gentil sesso attendeva il proprio momento:
18, silenziosa creatura dallo sguardo glaciale, rimaneva immobile vicina all’ingresso
del palazzo antistante al grande ring in attesa che il suo combattimento, e
quindi di conseguenza la vittoria del torneo in generale nel giro di pochi minuti,
giungesse anche se la mancanza di così tanti lottatori aveva scombussolato
l’intera organizzazione che non sapeva come muoversi. La bionda sbuffò
varie volte ma in ogni attimo in cui le sembrava di toccare il fondo poiché
stava raschiando nel suo contenitore di pazienza, alzava gli occhi verso la
tribuna e incontrava lo sguardo della sua bella bambina, simbolo del suo amore
verso il marito e sfatamento del suo essere un mero freddo cyborg. Un sorriso
dolce le solcava il viso quando Marron la salutava con le manine, quando si
riempiva i polmoni fino a scoppiare egli urlava “Forza mammina, sei la
più forte” e quando sorrideva e basta magari perché un vicino
le aveva offerto una caramella. Alla stessa velocità con cui il segno
di contentezza appariva poi svaniva per colpa del soggetto che teneva il suo
tesoro tra le braccia: il fratello 17, nonostante fosse premuroso con la sua
nipote, era sempre apparso agli occhi della sorella come uno sciocco e pertanto
la infastidiva vederlo con sua figlia anche se però, vedendo il resto
della gente del “gruppo di Crillin” e quindi, “gli amici di
Goku”, non riusciva a localizzare qualcuno che fosse meglio. Sbuffò
nuovamente, scocciata dell’attesa mentre il cronista, in quel frangente
odiato da tutti gli spettatori perché non faceva continuare il torneo,
salì sul ring e si incamminò nel mezzo dello spiazzo evitando
poi le lattine che gli venivano lanciate contro accompagnate da urla emesse
da parsone fortemente spazientite.
L’ometto con gli occhiali evitò tutti gli oggetti prima di inginocchiarsi
a terra come per chiedere un momento di tregua nel quale potesse parlare. Il
pubblico intero, vedendo quel gesto di sottomissione, tacque e rimase in silenzio.
Chichi, che era una di quelle persone con i nervi in crisi poiché i propri
bambini erano alla battaglia, attendeva il proseguimento del torneo soltanto
per pensare ad altro e quindi, quando ella vide come gli altri quel gesto, incrociò
le braccia al petto e asserì seria << Adesso sono curiosa di vedere
cosa si inventano >>.
Il cronista si pulì dalla polvere che aveva addosso e portò il
microfono alla bocca << Signori e signore, scusate l’attesa. Fino
a un secondo fa non speravamo come proseguire con gli incontri ma adesso, grazie
all’aiuto di una mente illuminante, abbiamo la soluzione! Un bell’applauso!
>> gridò poi facendo segno alla “mente geniale” di
fare il suo ingresso nell’area mostrandosi. Il pubblico, con pochi esclusi,
esplose in un boato fragoroso con delle sequele di applausi che sembravano non
avere fine mentre i fischi di poco prima si trasformarono in incitamenti grazie
alla figura di Mr. Satan che, simpatico ma ingordo di attenzioni come suo solito,
si apprestava ad effettuare uno dei suoi ingressi con piroetta per fare scaldare
ulteriormente i suoi fan. Videl si coprì gli occhi di vergogna quando
vide il genitore inciampare su di uno degli scalini che portavano al ring e
poi cadere giù da esso. Il campione però non si fece fermare da
ciò e quindi si rialzò in piedi mostrando bene la “V”
di vittoria fatta con le dita mentre nella parte alta della nuca iniziava a
comparire un bernoccolo << TRANQUILLI! ERA UNO SCHERZO! >>. I fan
scoppiarono a ridere sentendo di amare sempre più il loro campione perché
era davvero simpatico anche se credevano che la sua fosse soltanto scena …
L’omaccione con la capigliatura alla afro raggiunse il cronista ed afferrò
il microfono del cronista portandoselo all’altezza delle labbra, o dei
baffi, vedete voi << Mi è venuta un’idea geniale: i restanti
combattenti, me compreso, faranno un tutti contro tutti! … >> il
pubblico applaudì per poi smettere quando Satan fece un cenno di silenzio
<< … Sarà una bella impresa ma io ce la metterò tutta!
CREDETE IN ME! >>. Mentre gli spettatori proseguivano i festeggiamenti
momentanei il signorotto dai capelli biondi e occhiali (sempre il cronista)
riprese il proprio attrezzo e si avvicinò al campione << Bel discorso
anche se breve signor Satan >>.
<< Grazie >> proferì tenendo gli occhi chiusi.
<< Certo che è proprio grandioso il torneo di quest’anno,
guardi: ci sono anche i caccia per fare le scie di colore! >> disse l’ometto
indicando in lontananza tanti puntini scuri che si avvicinavano emettendo dei
forti suoni.
Mr. Satan strabuzzò un poco gli occhi facendo arricciare i baffi <<
Quali caccia? Io non ne so niente >>.
Ci vollero pochi istanti prima che la verità giungesse: gli uomini di
Babidi si avvicinarono ed attaccarono i presenti con onde di energia che uccisero
un sacco di persone mettendo le altre in uno stato di forte panico.
... Continua ...