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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    26/11/2014    0 recensioni
[KidoBrosCentric][LongFic][OCs]
Una promessa lega dieci fratelli: dovranno trascorrere sei anni lontani gli uni dagli altri.
Sei come gli anni trascorsi ad imparare a togliere la vita; e ora, dovranno imparare a viverla senza sangue nè violenza.
Conosceranno il mondo, le persone che lo abitano e, forse, cresceranno.
Ma riusciranno a far tesoro del passato e a non perdersi nuovamente?
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Saint Seiya
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Kido Bros, Athena/Saori Kido
Tipologia:
LongFic
Genere:
Slice Of Life, Sentimentale, Malinconico
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

§§§

QUELLA FOTOGRAFIA LA PORTEREMO CON NOI

PROLOGO

DICEMBRE 1987

Era stata una semplice promessa, fatta sul momento, quasi ridendo, quasi piangendo, nel grande parco di casa, in quel freddo giorno di inizio inverno che ormai volgeva al tramonto.

Il fotografo aveva restituito loro le copie che avevano fatto fare, ognuno stringeva tra le mani con delicatezza la propria, virtualmente abbracciati gli uni agli altri con zaini e valigie sulle spalle, pronti a partire.

Saori li guardava con affetto e tenerezza dal portico.

Allora è deciso. Tra sei anni, qui a casa.” aveva esclamato Ichi.

Sei anni anni sono tanti.” aveva borbottato Shun con gli occhi lucidi.

Ma non ci perderemo, questa fotografia la porteremo con noi.” Seiya era stato irremovibile, ognuno l'avrebbe tenuta come a ricordar loro che, in qualsiasi parte del mondo fossero finiti, quella sarebbe sempre stata la casa a cui tornare.

Il mondo fuori ci aspetta. Dobbiamo vederlo coi nostri occhi e toccarlo con mano, non basta proteggerlo, dobbiamo conoscerlo e conoscere chi lo abita.” fece notare Shiryu con un sorriso affettuoso.

Basta chiacchiere.” aveva decretato Ikki con aria torva, squadrando i più piccoli con aria preoccupata: “Non mettetevi nei guai e vedete di tornare a casa tutti interi.”

Niente paura! Sopravviveremo alle faccende domestiche e al normale lavoro!” lo sfotté Jabu, dandogli uno scherzoso pugno sulla spalla.

Desideravano vivere, quei dieci fratelli.

Desideravano lasciarsi alle spalle un mondo di guerre, confrontarsi con l'immensità del mondo, viaggiare, conoscere, spaccarsi la schiena sotto il sole e trovare il loro posto nel mondo.

Erano giovani, forse fin troppo, ma la decisione che avevano preso... Era la loro e non potevano, né volevano, ritornare sui loro passi.

Le loro strade si sarebbero temporaneamente separate lì, sul portico di quella che, a fatica, avevano imparato a chiamare casa, avrebbero spiccato momentaneamente il volo, avrebbero volato liberi, avrebbero intessuto altri legami forti e poi, in un futuro lontano sì ma già deciso, sarebbero tornati lì.

Avrebbero riunito il loro piccolo stormo e sarebbero tornati a volare assieme, con le ali che si sfiorano e vengono sfiorate dalle correnti ascensionali.

Negli zaini, avevano il loro passato.

Nel cuore, un presente immortalato in una singola immagine.

E i loro occhi guardavano a quel futuro che li attendeva.

Geki strinse con forza le cinghie dello zaino che gli pesava sulla schiena, osservando dall'alto Jabu e Seiya accapigliarsi sul prato, per poi inginocchiarsi fino a raggiungere l'altezza di Hyoga, che gli stava accanto: “Credi che ce la faranno?” gli chiese in un sussurro, “Non pensi sia un po' presto per loro?” proseguì, inclinando di qualche grado la testa per indicare i tre piccoli di casa, con Shun che aveva tirato su da terra i due litigiosi, rimproverandoli e scrollando loro di dosso la terra e le pietruzze.

Cygnus sospirò, indugiando su tutti e tre e abbracciando idealmente anche gli altri: “Se non ce la faranno, torneranno qui ma sta pur certo che, testardi e cocciuti come sono, manterranno la nostra promessa.” poi, con un lieve sorriso sulle labbra sottili, si voltò verso il ragazzo più massiccio, “E' una caratteristica di famiglia, dopotutto, l'essere testardi. No?”

La risata che sgorgò dalla gola di Ursa Minor era forte e sonora, tanto da far alzare la testa a tutti, perfino a Saori che, dalla sua posizione, lo osservava con curiosità.

Prendetevi cura di voi, ragazzi. E non dimenticate il nostro appuntamento.” li salutò, raccogliendo l'altra sacca che formava tutto il suo bagaglio, si calcò per bene in testa il berretto frigio tutto stropicciato e si allontanò verso il cancello.

Ban alzò un braccio verso di lui, agitandolo lievemente in segno di saluto ma non disse nulla, restò a fissarne la schiena fino a quando questa non fu scomparsa al di là del cancello.

Geki gli sarebbe mancato tantissimo, coi suoi silenzi un po' innaturali ma piacevoli quando aveva bisogno di compagnia e silenzio, silenzio impossibile da trovare in una compagnia confusionaria come quella che la sua famiglia normalmente dava.

Gli sarebbe mancato e basta.

Tutti gli sarebbero mancati.

Non era mai stato un tipo di molte parole, per natura non era un chiacchierone come Seiya, e non era neppure molto espansivo, ma un suo abbraccio al momento giusto era sempre stato vitale per i fratelli, proprio perché la rarità insita in quel gesto lo rendeva speciale e necessario per superare certi momenti.

E ora che era giunto il suo momento di andare, non avrebbe sprecato quell'ultima, dolcissima occasione.

Agguantò Jabu e Seiya e li strinse, scompigliando loro i capelli con un sogghigno mentre tentavano di divincolarsi, Shun gli sorrise mentre ricambiava l'abbraccio, così come fece Shiryu, ad Ichi sfuggì un singhiozzo e una lacrima mentre Nachi completò la sua stretta con un lieve pugno sulla schiena e una risata rotta dall'emozione.

Hyoga acconsentì all'abbraccio ma, con sua enorme sorpresa, proprio mentre lo scioglieva, il Cigno lo bloccò lì, avvicinando la bocca al suo orecchio e sussurrandogli due parole, leggere come il vento ma piene di quell'affetto che non avevano avuto tempo, nella loro vita, di darsi vicendevolmente e che, in quell'ultimo istante, voleva a tutti i costi farsi vedere, sentire.

Ci mancherai.”

E la sua risposta non si fece attendere.

Anche voi.”

Mordendosi un labbro, senza osare guardare Ikki negli occhi, il più giovane si chinò a raccogliere la propria borsa, incerto su cosa fare.

Voleva salutare pure il fratello maggiore ma aveva paura, temeva, che la poca confidenza che aveva con lui non fosse abbastanza per farsi accettare e far accettare quell'unico gesto d'amore che avrebbe potuto dare prima del loro prossimo incontro.

Nel silenzio che aveva sempre caratterizzato la sua vita, il Leone Minore fece per andare, allontanarsi, col cuore pesante, conscio che era difficile che Ikki concedesse di farsi toccare se non da Shun, quando proprio la voce della Fenice non lo fermò sui suoi passi.

E a me nulla?”

Voltatosi di scatto, Ban vide Ikki muovere un passo in avanti verso di lui mentre, dietro, Ichi e Nachi facevano le linguacce nella loro direzione.

Piuttosto goffamente, Ban poggiò a terra i pochi bagagli e si gettò letteralmente sulla Fenice.

Il loro fu senza dubbio l'abbraccio più lungo.

Beh, ho l'impressione che sia giunto il nostro turno.” decretò Jabu, indossando il gilè sopra il maglione e scoccando un'occhiata a Ichi e Nachi alle sue spalle: loro sarebbero partiti per l'Hokkaido, dove sarebbero andati a lavorare in tre fattorie diverse, tutte lontane tra loro, certo, ma almeno sarebbero rimasti assieme ancora per un po', ed era stata una cosa per cui tutti li avevano invidiati.

Era stata una loro decisione quella di separarsi ma ciò non voleva dire che non sentissero il dolore del distacco.

Per quanto mi riguarda, puoi anche non tornare.” borbottò Seiya, incrociando le braccia al petto ma scostando il viso per non farsi vedere.

Lo stesso vale per te, ronzino.” lo sfotté il moro, allungando una mano per colpirlo sulla nuca: “Vorrei risponderti che non vorrei più vederti però, visto che non sono così cattivo come mi dipingi, e soprattutto non sono bugiardo, vedi di non farti di nuovo ridurre a striscioline e di tornare a casa.” disse con tono serio, osservando l'edificio alle loro spalle, “Questo posto non sarebbe lo stesso senza di te.”.

Pegasus non disse nulla, si avvicinò a tutti e tre, aprì loro gli zaini e ci ficcò dentro ciascuno un pacchetto malamente infiocchettato: “Apriteli una volta arrivati. Ognuno di voi ne ha uno nel proprio bagaglio...” mugugnò il più giovane dei Kido, abbassando lo sguardo.

E che cosa sono?” chiese Ichi, esaminando il proprio sul palmo della mano.

Ma sei scemo?” borbottò Seiya, ficcandosi le mani in tasca: “E' un regalo, nulla di che... Non aspettatevi chissà cosa...” biascicò, ostinandosi nel tenere il viso scostato.

Grazie, ronzino.” ridacchiò Nachi, facendo scivolare quell'ammasso disordinato di carta nella tasca della felpa.

Parola mia, stai troppo con il somaro... Stai diventando insopportabile come lui...” ridacchiò nervosamente il Pegaso, riuscendo finalmente a incrociare il loro sguardo e leggendo nei loro occhi grande affetto e serenità.

Allora questo è il nostro arrivederci?” chiese malinconicamente Shun.

E il fatto che sia un arrivederci implica che ci rivedremo. Non è un addio, mammoletta, non darci subito per morti o dispersi...” borbottò Wolf dando uno scherzoso pugno sulla spalla dell'Andromeda, che cercò di sorridere di rimando.

Voi sarete gli unici a restare in Giappone, esatto?” chiese Shiryu con voce calma e serena mentre chiudeva lo zaino fin troppo pieno di Ichi.

Almeno temporaneamente.” asserì Jabu: “Chi lo sa dove saremo? Potremmo anche ritrovarci nel più remoto angolo dell'Antartide, si vedrà.”

Magari gli orsi polari ti faranno rinsavire un po'.” lo sfottè Seiya.

Ci sono i pinguini in Antartide...” lo corresse Shiryu, sorridendo accondiscente.

Tutti e otto scoppiarono infine a ridere, ciascuno di loro cercò di imprimersi per bene nella mente quel suono, per portarlo nel proprio cuore assieme a quell'ultima, e forse unica, fino a quel momento, immagine che li raffigurava tutti assieme, quella fotografia che urlava al mondo con orgoglio il loro legame di sangue.

Sarebbero stati i loro punti di forza in quel lungo periodo che avrebbero trascorso gli uni lontani dagli altri.

Ora andate...” Hyoga li spinse delicatamente in avanti, aveva gli occhi lucidi: “Il vostro passaggio non aspetta.”

I tre annuirono, strinsero in mano le cinghie di borse e zaini, rivolsero un ultimo, splendido sorriso verso Saori, e s'avviarono verso il cancello, lo varcarono e balzarono nel mondo esterno.

Quando anche loro furono spariti, e i cinque rimasero da soli, il silenzio che era caduto nel cortile divenne quasi insopportabile, così come la prospettiva, per quei cinque, di doversi a loro volta separarsi, trascorrere dieci lunghi anni nell'agonizzante desiderio di rivedersi, riabbracciarsi.

Faceva paura la prospettiva di alzarsi ogni mattina senza sentire aleggiare tutto attorno il Cosmo di Ichi che usciva dal bagno o quello di Ikki che stava in cortile a correre e già sentivano lancinante la mancanza di quello di Saori che, in ogni momento, li avvolgeva e li abbracciava.

Ora a chi tocca?” chiese Shun con voce roca.

Direi a me...” mormorò Ikki, afferrandogli la mano e portandosela al petto: “Non mi sento tranquillo a lasciarvi...” ammise la Fenice.

Nemmeno noi, chissà cosa riuscirai a combinare col tuo caratteraccio.” esclamò Hyoga, avvicinandosi a lui per poggiargli una mano sul braccio: “Il sentimento è reciproco,” gli fece notare Ikki, che ancora non aveva mollato la presa sulle spalle di Shun.

Eddai, smettetela di punzecchiarvi in questa maniera...” borbottò Seiya, scostando lo sguardo per non far vedere le lacrime che minacciavano di uscire e che gli appannavano la vista: “Non ci vedremo più fino al prossimo lustro, cercate di andare d'accordo almeno in questi ultimi minuti...”

Tu puoi battibeccare con Jabu in tranquillità e noi no?” il sogghigno sul volto di Hyoga nascondeva un lampo di malinconia alle parole del fratello minore.

Okay, pausa.” intervenne Shiryu, afferrando Seiya per le spalle e facendogli scivolare in mano, non visto, un fazzoletto prima di avvicinarsi ai tre dinanzi a loro, che sembravano non volersi staccare gli uni dagli altri: “Vedrete che passeranno in un lampo.” sorrise incoraggiante lui.

Tutti annuirono in silenzio mentre Shun, con aria malinconica, osservava il cortile deserto e il porticato, vegliato da Saori: “Sembra così triste questo giardino...” fece notare con un filo di voce, “E' spento...”

Lo è rimasto per sei anni...” borbottò Pegasus, cingendogli le spalle con affetto.

Vorrà dire che, quando torneremo, assisterà alla più grande e confusionaria partita di calcetto che abbia mai visto!”

Non avrei mai pensato che proprio tu ti proponessi di giocare con noi, Ikki.”

E infatti io non giocherò, mi limiterò a osservarvi mentre vi accapigliate sull'erba.”

In lontananza, il campanile dell'orfanotrofio battè undici colpi e la Fenice trasalì: era ora.

Devo andare...” mormorò a Shun, abbracciandolo con forza.

La mano di Shiryu gli si poggiò sulla spalla, stringendogliela delicatamente mentre anche Cygnus e Pegasus si avvicinavano a loro: “Buon viaggio, oniisan.” sorrise il cinese.

Prenditi cura di te.” annuì la Fenice di rimando, voltandosi verso di lui: malgrado l'evidente malinconia che aveva preso tutti, l'espressione pacata di Shiryu gli infuse coraggio ulteriore, lo stesso che gli permise di staccarsi da Shun, asciugargli gli occhi, dare una patta sulla schiena a Hyoga e una scompigliata di capelli a Seiya.

Il medesimo coraggio che gli permise di allontanarsi verso il cancello a larghi passi, senza voltarsi indietro.

Ho fiducia in lui...” mormorò Andromeda con gli occhi lucidi: “Tornerà, ha trovato un motivo per restare...”

Noi.” sottolineò Hyoga con tono quasi possessivo.

E sarà meglio.” mugolò il più giovane dei fratelli.

E' il nostro turno di andare...” Shiryu afferrò delicatamente la mano tremante di Shun per rassicurarlo in merito all'imminente viaggio che avrebbero affrontato assieme.

Shun si asciugò furtivamente gli occhi, mostrandosi sorridente nell'abbraccio che Hyoga gli riservò, assorbendo le parole di amore e le promesse che il Cigno gli stava facendo.

Sarò qui ad aspettarti, te lo prometto...”

E Shun, mentre si scioglieva in quel caleidoscopio di emozioni, sentimenti e si lasciava cullare per l'ultima volta dal battito del cuore di Hyoga, sapeva che una scena analoga stava accadendo anche a Seiya e Shiryu, poteva giudicarlo dalla presa possente che il cinese aveva sul corpo tremante del più piccolo tra loro.

Ma quando si separarono, tutti sorridevano.

Qui, tra sei anni. E chi non ci sarà o non sarà puntuale, lo seppellisco a testa in giù nella prima aiuola!” esclamò Seiya con convinzione, suscitando uno scroscio di risate tra i presenti.

Voleva mostrarsi forte ma, quando i due ebbero varcato il cancello, senza essersi guardati indietro, sentì il proprio cuore vacillare come il corpo, e fu per miracolo, o forse premonizione, che dietro di lui ci fosse Hyoga, pronto ad afferrarlo.

Assieme, rimasero ad osservare il cancello semi-aperto, incapaci di dire alcunché.

Poi, Hyoga sospirò e si chinò a raccogliere la propria borsa: pochi effetti personali stipati e buttati alla rinfusa in un bagaglio veramente troppo piccolo e sul petto la Croce del Sud, dono di Natassia-mama.

Tu sei l'ultimo a partire, sicuro di farcela?” chiese Cygnus a bassa voce, i grandi occhi azzurri puntati in quelli smarriti di Seiya, il quale annuì a fatica: “Solo, promettimi una cosa.” chiese lui in un sussurro.

Stupito, Hyoga annuì.

Promettimi che non ti dimenticherai di noi come l'ultima volta... Promettimi che, quando torneremo, non sarai cambiato di nuovo... Io... Io non potrei sopportarlo...” singhiozzò Pegasus.

D'istinto, Cygnus lo abbracciò con tutta la forza di cui era capace, gli fece poggiare la testa sulla propria spalla e gli accarezzò la schiena sussultante: “Ora ho dei ricordi a cui aggrapparmi... Ho qualcuno da cui tornare... Shun, te, gli altri... Se voi tornerete, vedrete che io sarò con voi.” riuscì a dire, commosso.

Abbiamo una famiglia.”

Le parole di Seiya erano corrette: avevano una famiglia.

Quando si staccarono, ambedue avevano gli occhi lucidi ma il cuore determinato.

Buon viaggio, fratello.”

Anche a te, fratellino.”

Con un ultimo sfiorare di mani, si salutarono: Hyoga non si voltò indietro, non avrebbe retto allo sguardo sperduto di Seiya; il loro ultimo saluto si concluse così.

Quando infine anche il Saint di Cygnus ebbe varcato il cancello e fu piombato nel mondo reale, Seiya crollò in ginocchio al fianco di Saori, la quale si era materializzata accanto a lui senza fare rumore alcuno.

Era rimasta in disparte fino a quel momento ma non poteva più resistere.

Sono orgogliosa di voi...” disse con tono materno mentre si inginocchiava per abbracciarlo: “E soprattutto sono orgogliosa di te, so quanto sia stato difficile lasciarli andare...”

Il ragazzo si lasciò stringere, affossando il viso nell'incavo della spalla della Dea: “So quanto ti abbia fatto male separarti da loro ma nulla è per sempre...”

Lo so... E' per questo che ho voluto lasciar qualcosa che permettesse loro di ricordarsi di me... Di noi.”

Non potrebbero mai dimenticarsi di te, Seiya... Nessuno di noi potrebbe mai farlo. Ora vai, tra sei anni io vi aspetterò qui.”

I grandi occhioni color cioccolato di Seiya si puntarono su di lei: “Promesso?” chiese lui con un filo di voce.

Promesso.” replicò lei con un sorriso, offrendogli il mignolo.

Lui allacciò il proprio al suo e insieme recitarono la filastrocca della promessa.

Poi Seiya, come rinvigorito, scattò in piedi, afferrò il proprio zainetto e agitò con forza la mano verso di lei mentre correva sulla stessa strada dei suoi fratelli, il viso rivolto verso il Sole e il futuro - Saori lo sapeva, meraviglioso – che li attendeva.

Ojou-san... Sono andati via?”

Tatsumi comparve accanto alla ragazza, uscito da chissà dove.

Lei annuì: “Avresti potuto salutarli anche te, so che in fondo ti mancheranno.”.

Il maggiordomo scosse la testa: “Non credo sarebbe stato il caso.” disse soltanto, prima di chiudersi nel silenzio.

Athena sospirò e precedette il servitore sulla strada di casa: “Io entro, tu se vuoi resta ancora un po' qui...”.

   
 
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