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Autore: Jiuliet    31/10/2008    1 recensioni
Quale giorno migliore del 31-10 per una nuova fic su Supernatural? Sam e Dean, arrivati nell'ennesimo motel e Jhonnie Coleman che li spia..Chi è? Cosa vuole da loro? Cosa c'entra col loro padre, John?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: I fratelli Winchester non mi appartengono, così come gli altri personaggi di Supernatural che, eventualmente,  citerò nei prossimi capitoli.

Il personaggio di Jhonnie Coleman, invece, è di mia invenzione.

Spero che questo primo capitolo, se pur così breve, vi incurioisca abbastanza.....

Mi scuso per qualche parola un po' forte e per il linguaggio, ma ho voluto mantenermi il più fedele possibile a SPN!

READ, ENJOY AND REVIEW, OK?

 

 

 

CAPITOLO 1.


AL MOTEL.

 
Erano le nove di sera ed erano appena arrivati al motel.

Già, il motel…quella che sarebbe stata la loro casa per i prossimi giorni…

Quanti giorni?

Due?

Tre?

Dieci?

Non sapevano mai quanto tempo avrebbero passato nello stesso posto….

Dalla morte della madre avevano viaggiato per tutto il Paese, senza fermarsi mai, per un motivo o per un altro, troppo a lungo nella stessa città.

“Ho fame” dichiarò il ragazzo biondo, poggiando le proprie borse ai piedi di uno dei letti gemelli che erano in fondo alla stanza.

Nessuna risposta

“Ehi? Terra chiama Sam…Terra chiama Sam…Ci sei ?”  disse, rivolto al suo compagno.

“Smettila di fare l’idiota, Dean!” rispose questi mentre tirava fuori un computer portatile da una borsa di pelle dall’aspetto piuttosto malconcio e lo appoggiava sull’unico tavolo disponibile.

“Allora?” insistette il biondo

“Allora cosa?” chiese l’altro, spazientito

“Ho fame e sete. Voglio trovare un posto dove mangiare un mega hamburger con patatine e bere birra ghiacciata”

“Vai, allora…che aspetti?”

“Tu non vieni?”

“No, sono stanco. Resterò qui.”

A Dean non piaceva affatto l’idea che Sam restasse solo in una città che non conoscevano e soprattutto dopo tutto quello che era successo..

Non appena sembrava che stesse imparando a convivere con le sue visioni aveva dovuto affrontare la morte del padre ( a questo, in realtà Dean preferiva non pensare, perché , anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, era una cosa che faceva dannatamente male…); quando erano tornati in pista, dopo aver affrontato quel maledetto figlio di puttana di Gordon, c’era stata la storia di Ava (ancora non sapevano se fosse ancora viva anche se erano assolutamente certi che , dietro a tutta la faccenda, ci fosse il demone dagli occhi gialli)…Dean conosceva troppo bene suo fratello per non essere sicuro che Sam si sentisse in colpa per lei.

“Le ho detto io di tornare a casa perché lì sarebbe stata al sicuro ed ora il suo fidanzato è morto e di lei non c’è alcuna traccia!” erano state le sue parole.

In più Sam era convinto, non senza ragione, che il demone avesse dei progetti per lui, come per tutti gli altri bambini come lui: progetti tutt’altro che gradevoli…

No, decisamente era meglio che avesse sempre il suo fratellino sotto controllo, in modo da potergli salvare il culo, se necessario.

“Andiamo Sammy, non puoi stare sempre rinchiuso…Andiamo a divertirci un po’….” Protestò Dean

“Intanto è Sam. E poi ti ho già detto che non ho voglia di uscire, ma tu vai. Nonostante quello che pensi non ho bisogno di una babysitter…” rispose Sam, sedendosi davanti al Pc.

“Mi lascerai uscire da solo? Senza qualcuno che beva due birre con me?” provò ancora Dean

“Dean, dannazione, smettila! Non hai mai avuto problemi a trovare compagnia, vai a rimorchiare qualche ragazza che si sente sola e vi farete compagnia a vicenda! Sono abbastanza grande per poter stare da solo! E stai tranquillo: non cercherò di uccidermi per la disperazione, sto bene!” ribatté Sam, innervosito dall’atteggiamento del fratello.

Dean lo guardò.

Sapeva che suo fratello non era nella sua forma migliore, lo sapeva fin troppo bene, ma sentiva che se fosse rimasto chiuso in quella stanza, dopo le ore passate a guidare sarebbe impazzito…

“Allora vado – disse – non starò fuori molto, ok?”

“Divertiti” rispose Sam, facendogli un cenno con la mano, senza alzare gli occhi dal computer.

“Lo farò fratellino, lo farò” rispose Dean, chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

 

 

Sam sollevò lo sguardo dal portatile e vide che le tende erano ancora aperte.

Si alzò per andare a chiuderle, ma qualcosa lo trattenne.

Pioveva forte…

La pioggia, il vento….si soffermò a guardare fuori dalla finestra, quasi affascinato dalla forza degli elementi.

Avrebbe tanto voluto che quell’acqua e quel vento potessero cancellare il suo tormento….

 

 

 

 

Il ragazzo contemplava la pioggia, il braccio appoggiato sul vetro e la fronte sul dorso della mano.

Aveva un’espressione infinitamente triste in viso, quasi come se dovesse piangere da un momento all’altro…

Jhonnie Coleman continuò a guardare la finestra illuminata di un anonimo motel di periferia e quel ragazzo: Sam Winchester.

 

 

 

 

  
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