Film > Cenerentola
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Autore: piumetta8    27/11/2014    5 recensioni
Genoveffa, sola con il suo ego ma pronta a ribellarsi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genoveffa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ha venticinque anni ormai e nessun pretendente ha mai bussato alla sua porta per chiederla in sposa.

Cenerentola ha avuto la sua favola. Ha sposato il suo principe.

Anastasia, il disonore della famiglia, ha trovato la felicità con il suo umile panettiere.

Lei, Genoveffa, probabilmente passerà il resto della sua vita con sua madre, con Lucifero e con un altro centinaio di gatti. Come ogni strega delle favole che si rispetti.

Finalmente sono concluse le infinite lezioni di solfeggi e gorgheggi che sua madre le ha imposto fin da quando era bambina.

Perché nonostante i compiacimenti di sua madre e i finti apprezzamenti del suo maestro di musica, Genoveffa ha sempre saputo di essere stonata coma una campana. Di non avere una voce adatta al canto.

"Voi ragazze dovete essere graziose e capaci nelle arti e nel ballo. Così riuscirete a trovare un marito adatto al vostro rango!"

Soleva ripetere sua madre e lei stringeva i denti e continuava ad umiliarsi e a stonare.

Ora, a venticinque anni, zitella (nubile le piace di più), senza più Cenerentola a servirla e a riverirla e senza più Anastasia con cui combinare le sue malefatte- anzi l'argomento Anastasia scappata con un umile panettiere viene accuratamente evitato in presenza di Madame- si sente terribilmente sola.

E quanto in una fredda giornata di inverno Madame muore, Genoveffa si sente abbandonata in quella casa ormai dispersiva.

Forse è il giusto conto da pagare per essere stata così egoista in passato.

Anastasia viene per il funerale della mamma ma non resterà a lungo. Lei che ora vive un'esistenza più povera ma certamente più felice a giudicare dalla sua espressione distesa.

"Ricordi le sere insieme: io e te alla spinetta, la mamma ad accompagnarci con il flauto? Non l'ho mai detto ma spesso sentivo Danielle cantare in sottofondo e, giuro su mia figlia, era molto più brava di noi due!"

Anastasia non è più la ragazzina viziata di un tempo. Chiama Cenerentola con il suo nome di battesimo e ha una figlia che ama con tutta sé stessa.

Per un istante Genoveffa desidera prendere il suo posto, provare quegli stessi sentimenti.

"Che ne dici se cantiamo insieme un'ultima volta? Per la mamma."

Genoveffa scuote la testa a quell'improvviso invito della sorella.

"No."

Rifiuta gentilmente. Quella sera stessa spartiti e pentagrammi bruciano nel caminetto. E lei si sente finalmente leggera.

Si ritira nella sua stanza e apre la finestra per arieggiarla: dal giardino proviene una dolcissima melodia che si interseca con la voce di Cenerentola che, mentre lava i pavimenti, intona:

"Oh canta usignol...Oh canta usignol..."

Solo un ricordo. Richiude la finestra e anche il canto dell'usignolo svanisce.

Probabilmente l'uccello è diventato la cena di Lucifero.

   
 
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