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Autore: Gino94    27/11/2014    0 recensioni
[Horror-Giallo]
[Horror-Giallo][Horror-Giallo]Dalla famosa collana di R.L. Stain, "piccoli brividi", i nostri vari protagonisti 12enni si ritrovano a dover affrontare sfide più grandi di loro e a sconfiggere mostri, alieni, fantasmi e pupazzi parlanti. Che fine faranno i nostri intrepidi protagonisti?
Genere: Fantasy, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Eccomi qui con un nuovo capitolo!
D'ora in poi, ho deciso che metterò le ultime frasi orginali del libro, così da non disorientarvi troppo! Buona lettura.

1,2,3...Invisibile! (Let's get Invisible!)


Dal libro:
"Mancino si preparò al lancio.
No! Non era possibile! Era uno scherzo, un'illusione ottica!
Mancino lanciò, ma stavolta non cercai di prendere la palla.
Ero incapace di muovermi, paralizzato dal terrore.
Mio fratello aveva lanciato con la mano destra!"



-Hei Max, ti senti bene?- mi chiese Mancino fissando il mio volto incredulo.
Ci  misi qualche secondo a rispondere perché i miei pensieri erano ancora confusi. Come era possibile che adesso mio fratello tirasse con la destra?
-Sì, scusa, mi sono distratto.- solita scusa senza senso, ma sinceramente non avevo idea di cosa rispondere.
Nella mia mente continuavo a vedere Mancino che tirava la palla con la mano destra, cercai di capire cosa fosse accaduto o se mi stessi preoccupando per nulla, forse si era allenato con la mano destra e io non ne sapevo nulla.
Impossibile! Mancino aveva sempre usato la sinistra, sempre.
Rimuginai a lungo sull’accaduto, tanto da non accorgermi che mio fratello – o quello che poteva sembrare- si era stufato di vedermi pensieroso e si era messo a giocare da solo.
Finalmente, dopo svariati minuti ricollegai tutto: il giorno prima, dopo essere rimasto invisibile per dieci minuti, mi era sembrato diverso, quasi freddo e distaccato come Erin e Zack, o per meglio dire, come i riflessi di Erin e Zack. Mi tornò alla mente anche la chiamata di Mancino ai miei amici dicendo che avevo cambiato idea riguardo lo specchio.
-Ma certo!- esclamai convinto di aver trovato la soluzione.
Quello che prima stava giocando con me e che ha tirato con la mano destra non era Mancino bensì la sua immagine riflessa.
Ma come era possibile?
Quando lo specchio si ruppe tutti i riflessi erano tornati nello specchio, perché quello di Mancino no?
Che sia rimasto troppo tempo in questa dimensione e adesso appartenesse a questo mondo?
Il pensiero mi fece rabbrividire, dovevo assolutamente portare mio fratello indietro. Anche se questo nuovo Mancino era molto più calmo e serio, e la cosa non mi dispiaceva molto, non era affatto mio fratello. Pensandoci bene cominciò a mancarmi il buon vecchio Mancino, sempre attivo e sempre in vena di fare scherzi.
Mi precipitai in camera mia e presi il telefono, dovevo chiamare assolutamente Zack e gli altri, dovevo chiedere il loro aiuto per far tornare indietro Mancino. Era talmente nervoso che sbagliai più e più volte il numero di Zack finche dopo il terzo tentativo ci riuscì.
-Pronto.- fece Zack, avevo riconosciuto la sua voce.
-Zack ti devo parlare- esclamai senza nemmeno presentarmi.
-Sei tu Max?- mi chiese.
-Certo, sono io, ascolta domani tu, Erin e April dovete venire a casa mia!-  sbottai tutto d’un colpo senza nemmeno spiegarmi.
-Perché? Cosa è successo?- mi chiese di nuovo confuso.
-Riguarda lo specchio- gli risposi semplicemente, ero sicuro che avrebbe capito.
-Oh no no!- fece con una punta di disappunto –Basta con quello specchio, ci ha già portato abbastanza guai!-.
Zack era spaventato quanto me dopo quello che era successo, non tutti i ragazzini hanno l’occasione di vivere un’avventura come la nostra, non credete?
-Lo so Zack, anche io avrei non avuto più averci a che fare con quel maledetto specchio, ma riguarda anche Mancino- risposi con tono triste.
-Che gli è successo?- mi chiese
-Credo che sia ancora intrappolato nello specchio-
-Cosa?? Ma ne sei sicuro?-
Gli raccontai di oggi pomeriggio e del suo comportamento ambiguo in questi giorni, ero molto triste al pensiero che mio fratello non fosse tornato.
-Max, sinceramente non so se ho voglia di vedere ancora quello specchio- ammise Zack.
E come biasimarlo?
-Lo so, ma solo voi potete aiutarmi- lo implorai –Per favore-.
Dopo qualche minuto discussione riuscì a convincerlo, ci demmo appuntamento per il pomeriggio seguente insieme a Erin e April. Elaborai con Zack un piano che forse avrebbe portato indietro Mancino. Non sapevo se avrebbe funzionato ma era la sola chance che avevo.
 
Il giorno dopo a pranzo tirava una certa aria pesante, fissavo incessantemente mio fratello, notando ogni suo strano comportamento, convincendomi ancora di più che non fosse lui. Avevo lo sguardo fisso sul purè di patate e con la forchetta mischiava l’intruglio per poi portarlo alla bocca.
-Che strano silenzio, non è da voi- fece notare la mamma, portandosi un pezzo di salsiccia alla bocca –Cosa mi raccontate di bello?-.
-Beh…- incominciai io, guardando un ultima volta mio fratello, che zitto mangiava il suo pranzo.
-Ho letto su una rivista che tempo fa alcune persone credevano che gli specchi rubassero l’anima-.
Non raccontai quella leggenda a caso, lo feci aspettandomi una chissà quale reazione di Mancino ma, a mio malgrado non mostrò alcun interesse in ciò che avevo detto.
-Che assurdità!- rispose la mamma ridendo.
 
Per il resto del tempo rimasi in camera mia tutto il tempo, aspettando con ansia che arrivassero gli altri, controllai l’orologio più e più volte. Mancino, o meglio, il clone di Mancino era uscito per andare a giocare a Baseball con amici, così quando Zack e le ragazze fossero arrivati avremmo avuto tutto il tempo per mettere in atto il nostro piano.
Alle tre in punto sentì suonare il campanello, mi precipitai in soggiorno e aprì la porta. Vidi Zack e Erin all’entrata.
-E April?- chiesi guardandomi in giro.
-Doveva fare la babysitter- rispose Erin accomodandosi in casa.
-Zack mi ha raccontato tutto- continuò lei –Ma sei sicuro di quello che dici?-
-Credo di sì…- risposi titubante.
-Ma come facciamo a portarlo indietro, lo specchio è rotto!- fece notare Erin.
-Avevo già pensato anche a questo- risposi –Dobbiamo aggiustarlo, dobbiamo incollare i vari pezzi-.
-Ma è impossibile!- protestò Zack.
-Dobbiamo almeno provarci-.
In fretta e furia, salimmo in soffitta, facendo attenzione che la mamma non ci notasse.
Entrammo nella stanza segreta e come al solito appoggiai il cartone alla porta per non farla chiudere.
Una miriade di cartoni apparvero davanti ai miei occhi, avevamo nascosto lo specchio dietro di essi e con cura cominciammo a toglierli tutti.
-Dove sono i frammenti dello specchio?- mi chiese Zack.
-Li ho messi in uno di questi cartoni-.
Cominciammo a frugare in tutti i cartoni ma nessuno di quelli conteneva i pezzi dello specchio.
-Sei sicuro di averli messi qui?- mi chiese Erin confusa.
-Sì sono sicurissimo!- risposi esterrefatto.
Li ricontrollai tutti uno per uno ma dei frammenti nessuna traccia.
Dove erano finiti?
Che il finto Mancino li avesse buttati via durante la notte?
Alzai lo sguardo verso lo specchio, era stato coperto da un velo grigiastro per evitare che qualcuno si specchiasse ancora.
Presi un lembo del lenzuolo e lo tirai scoprendolo ciò che c’era sotto.
Sia io che Erin e Zack, alla visione dello specchio rimanemmo a bocca aperta.
-Come è possibile?- esclamò Zack incredulo.
Lo specchio era stato aggiustato, tutti i pezzi erano stati messi al loro posto e non vi era nemmeno un accenno di crepe, sembrava nuovo di zecca, come se non lo avessimo mai rotto.
-Ma…- non riuscì a dire nient’altro, non potevo credere ai miei occhi.
-Questo specchio è malvagio- ammise Erin spaventata.
-Meglio così, non dobbiamo perdere tempo ad aggiustarlo- scherzò Zack, ma aveva ragione.
-Ora dobbiamo solo attirare qui Mancino, cioè, il riflesso di mancino.-
Mi avvicinai allo specchio, avevo una paura tremenda nel vedere la mia immagine riflessa poiché mi ritornò alla mente il momento in cui l’altro me mi inseguì dentro lo specchio.
-E poi?- chiese Erin –Poi cosa facciamo?-
-Beh…- cercai di rispondere con lo sguardo fisso sullo specchio –Accenderò la luce e poi non so che accadrà-
-E se non dovesse tornare indietro? E se cercasse di farci ritornare invisibili?- esclamò Erin terrorizzata all’idea.
-Non succederà- la rassicurai –Dobbiamo evitare a tutti i costi che questo accada!-.
Sentì la porta d’ingresso sbattere e la voce di Mancino che avvisava la mamma del suo arrivo.
-E’ qui!- esclamò Zack –Come lo attiriamo in soffitta?-
Feci per rispondere quando sentì la voce della mamma.
-Vai a vedere dove si è cacciato Max- ordinò a Mancino –Credo sia di nuovo in soffitta-.
-Mamma non credo sia il caso…- rispose Mancino .
-Dai, vai a vedere-.
Oh grazie mamma! A quel punto mio “fratello” dovette venire in soffitta per non destare sospetti.
Lo sentì salire le scale ed entrare.
-Eccoti qui!- lo accolse Zack con un sorriso.
Mi chiesi che idea aveva.
-Cosa state facendo?- chiese Mancino sospettoso.
-Stiamo decidendo di cosa fare dello specchio- rispose Zack mettendogli una mano sulla spalla.
-Ma è rotto…- rispose.
-No, si è aggiustato da solo- ammise Zack –Vieni, ti faccio vedere-.
-No io…- Mancino cercò di inventare una scusa ma a quanto pare non gli venne in mente nulla.
Zack lo trascinò nella stanza e io ebbi il modo di notare il terrore nei suoi occhi.
Alla vista dello specchio illeso anche Mancino spalancò la bocca.
-Ma come è possibile? Mi ricordo di averlo rotto con la palla da baseball!- esclamò.
-Nemmeno noi sappiamo perché- rispose Erin.
Mi avvicinai a mio fratello ancora tra le grinfie di Zack.
-Oh beh, io adesso devo scendere- disse tutto d’un tratto preoccupato.
-Perché scusa? Non ti piace più lo specchio?- gli chiesi con un sorriso beffardo.
-Dopo quello che è successo no…- capì che stava facendo di tutto per allontanarsi.
Zack lo teneva stretto per una spalla e io l’afferrai dall’altra.
-Che volete…- cercò di dire Mancino guardandoci entrambi terrorizzato, Erin si piazzò sotto la catenella della lampada.
-Adesso!- gridai e sia io che Zack spingemmo il falso Mancino verso lo specchio ed Erin tirò la cordicella.
Un lampo di luce mi abbagliò e Mancino sparì.
Fu fantastico il mondo in cui ci intendemmo senza aver pianificato nulla.
-Adesso?- mi chiese Erin.
Mi guardai in giro e chiamai Mancino più e più volte ma non rispose nessuno.
-Aspettiamo ancora un attimo e poi tira di nuovo la cordicella- ordinai a Erin.
Non ero affatto sicuro di quello che stavo facendo, così improvvisai sperando in un miracolo.
Passarono diversi minuti e la tensione saliva sempre più. Erin teneva in mano la cordicella, pronta a tirarla da un momento all’altro, mente Zack si sedette per terra con le mani incrociate.
-Posso tirarla ora?- chiese Erin impaziente.
-Sì- le risposi fissando la porta.
La luce intensa di spense e l’oscurità regno nuovamente nella stanza, Zack si alzò e cominciammo a guardarci in giro con occhi vigili.
-Perché non è ancora tornato?- chiese Zack.
-Abbi pazienza- cercai di rassicurarlo ma io stesso ero agitatissimo. Il cuore mi batteva a mille e non avevo idea di chi sarebbe tornato indietro.
I minuti passarono ma nessuno apparve, Erin controllava continuamente l’orologio e subito dopo alzava la testa per fissare lo specchio.
-Max, sono già passati dieci minuti e non è tornato nessuno- mi fece notare Erin.
Cominciai a chiamare il nome di mio fratello in mondo insistente, ma a mio malgrado nessuno rispose.
-Cosa facciamo? Adesso sono spariti entrambi!- puntualizzò Zack portandosi una mano tra i capelli metà lunghi e metà corti.
Fissai il vuoto per qualche secondo, spremendomi le meningi per trovare una soluzione, ma per mia sfortuna ce n’era solo una.
-Vado a prendere mio fratello- risposi, la pelle mi si accapponò –Diventerò invisibile ed entrerò nello specchio-.
Non avrei mai voluto farlo accidenti, ma era mio fratello!
-Ma Max…- sibilò Erin –E se non dovessi ritornare nemmeno tu?-.
Grazie Erin, come se non fossi già spaventato di mio.
Non le risposi e avanzai verso lo specchio ritrovandomelo a qualche centimetro dal naso.
-Accendi la luce- le ordinai.
Nessuno indugiò oltre e la lampada si accese.
Vidi di nuovo quella fastidiosa luce che mi bruciava gli occhi, mi girai in direzione dei miei amici che guardavano un punto imprecisato della stanza.
-Max, sei qui?- chiese Zack.
-Sì…- risposi –Per adesso-.
Cominciai a sentirmi leggero e sempre più lontano da loro, mi lasciai fluttuare in alto e senza che me ne accorgessi la luce divenne sempre più intensa.
Una moltitudine di colori danzavano davanti ai miei occhi e la luce non accennò a diminuire. Sebbene avessi già sperimentato quell’esperienza non riuscivo proprio ad abituarmici.
Cominciai a correre nel vuoto o per meglio dire, nella luce.
-Mancino!- lo chiamai –Dove sei?-.
Gridai il suo nome senza sosta continuando a correre finche uno strano sussurro mi fermò.
-Max!- una voce mi chiamò.
La sentì a malapena, era debole e sembrava lontana,  pensai  fosse quella di Zack o di Erin, ma subito mi accorsi che proveniva da dentro lo specchio.
-Max!- fece di nuovo, la voce rimbombava ovunque –Aiutami!-.
Era la voce di Mancino!
Cercai di capire da dove provenisse, ma sembrava che fosse ovunque, che non venisse da un punto preciso.
Continuai a correre sempre più veloce accorgendomi di come la voce di Mancino  si alzava sempre più ad ogni mio passo.
-Sto arrivando fratellino! Tieni duro- esclamai.
Vidi ombre muoversi in tutte le direzioni e la luce cominciò ad accecarmi la vista da quanto era luminosa. Però continuai ad avanzare seguendo la voce di Mancino che mi implorava aiuto.
Non avevo idea di quanto tempo stavo correndo, mi sembrarono secoli quando la voce guida cessò.
Smisi di correre chiamando ancora mio fratello, ma non rispose nessuno.
Le ombre si fecero sempre più vicine oscurandomi la vista, chiusi gli occhi per qualche secondo e quando gli riaprì vidi me stesso.
-Sei tornato Max- esclamò il mio riflesso con un sorriso gelido –Vuoi fare lo scambio?-
-No!- esclamai –Voglio riportare indietro mio fratello!-.
-Non puoi- rispose –E’ stato troppo tempo qui dentro e ora ci rimarrà per sempre.-
-Non è possibile. Non ti credo!- speravo con tutto me stesso che stesse mentendo, cominciai a tremare al pensiero che mio fratello fosse prigioniero di quel maledetto specchio per l’eternità.
-E invece è così!- tuonò il mio riflesso –E ora, facciamo lo scambio!-
-No!-.
Spinsi l’atro me con forza facendolo cadere a terra per poi correre più lontano che potevo da lui.
-Mancino ti prego rispondi!- implorai.
-Max!- lo sentì di nuovo chiamarmi, non ero mai stato così felice di sentire la tua voce.
-Dove sei?-
-Non lo so…-.
Mi guardai in giro ma vidi solo la solita luce e altri colori che cambiavano ogni secondo. Tutta un tratto un’altra ombra mi si piazzò davanti e mi bloccò il passaggio.
Vidi solo gli occhi spenti e l’espressione triste ma non riuscì a focalizzare per bene la sagoma davanti a me.
-Non puoi liberarti di me- fece la sagoma.
Indietreggiai di qualche passo e pian piano i miei occhi riuscirono a distinguere l’ombra: era mio fratello.
-Tu sei il riflesso di Mancino- esclamai indicandolo.
-Io posso essere un fratello migliore- cercò di convincermi.
-No, io rivoglio mio fratello, quello vero!- urlai.
-Non puoi- rispose una voce dietro di me, mi girai e vidi di nuovo me stesso –Ora voi due appartenete a questo specchio e ci rimarrete per sempre!-
Mi avevano circondato e non avevo nessuno via di fuga, i due si avvicinarono e, prendendomi per entrambe le braccia mi bloccarono. Cercai di liberarmi dalla loro morsa dimenandomi come un animale in trappola ma erano troppo forti e riuscirono a tenere la presa.
-Finalmente!- esclamò il mio riflesso soddisfatto –Possiamo uscire da questo specchio e vivere!-.
Cercai di urlare, di chiamare Zack e Erin ma dalla bocca non uscì alcun suono, pensai di arrendermi, che non c’era più nessuna possibilità quando qualcosa si avventò sul finto Mancino facendolo cadere a terra.
Vidi Mancino, quello vero, che ansimando fissava il suo riflesso. Velocemente mi liberai dalla presa del mio gemello e presi mio fratello per mano.
-Dobbiamo andarcene di qui!- gli ordinai.
Lui non protestò, annuì e cominciammo a correre.
-Noooo!- sentì gridare dietro di noi.
Sapevo che i due riflessi ci stavano rincorrendo ma se mi fossi voltato avrei perso secondi preziosi  così mi limitai a correre, più veloce che potevo con il vero Mancino in parte a me.
Notai la stessa luce che mi aveva accompagnato in tutto il percorso farsi più luminosa davanti a me, come se ci guidasse verso l’uscita, la sentì calda e rassicurante e avanzando sempre più verso quella direzione cominciai a sentire le voci di Zack e Erin.
-Ragazzi spegnete la luce presto!- gridai.
-Max, il tuo riflesso ci sta raggiungendo!- mi avvisò Mancino senza fiato.
-Non dobbiamo fermarci-.
Sentì che mi stavo avvicinando all’uscita, la luce si fece sempre più intensa e dovetti chiudere gli occhi.
-Ci siamo quasi!- dissi a mio fratello.
All’improvviso una mano mi afferrò la gamba facendomi cadere.
-Max! Il tuo riflesso!- urlò Mancino.
Sentì la mano salda del mio gemello trascinarmi indietro, cominciai a scalciare violentemente cercando di liberarmi dalla presa.
-Corri Mancino, corri!- ordinai a mio fratello.
Sentì i suoi passi allontanarsi e capì che aveva ricominciato a correre.
-Non te ne andrai di qui!- gridò l’altro me afferrandomi la gamba con più ferocia.
-Nooooo!- gridai, con tutta la forza che avevo in corpo strizzai gli occhi e mi dimenai con entrambe le gambe.
Quando aprì gli occhi la vista era annebbiata. Strofinai gli occhi e mi accorsi che il mio riflesso non mi stava più tirando.
-Max? Stai bene?- sentì la voce squillante di Erin vicino a me.
Quando aprì nuovamente gli occhi mi accorsi di essere nella stanza segreta, in soffitta.
Ero steso sul pavimento e i ragazzi mi stavano fissando preoccupati.
-Che è successo?- chiesi frastornato.
-Abbiamo spento la luce e siete tornati indietro- rispose Zack.
Mi alzai e mi avventai su Mancino, lo vidi lanciare la palla da baseball contro il muro e riprenderla, con la mano sinistra!
-Mancino!- lo chiamai –Sei tu?-
Mio fratello si girò e cominciò a sghignazzare.
-E chi vuoi che sia?- rispose sarcastico.
-Ce l’hai fatta Max!- esultò Erin gettandosi tra le mie braccia.
-Bleah!- esclamò Mancino disgustato, io invece divenni rosso come un peperone.
 
Dopo quella faticosa e terrificante avventura decidemmo di disfarci definitivamente dello specchio. Lo portammo in discarica e lo abbandonammo in mezzo a un cumulo di rifiuti.
Non mi ero mai sentito meglio in vita mia, ora tutto era tornato a posto. Basta con il diventare invisibile e basta con la soffitta.
Io e Mancino rimanemmo in camera tutta sera a parlare di quello che era accaduto, mi raccontò di quanto fu terrorizzato rimasto intrappolato nello specchio per tutto quel tempo, del suo riflesso che lo aveva obbligato con la forza e di tutto il resto. In fine decidemmo di non raccontare a nessuno quella storia e di farne il nostro più grande segreto.
Era piuttosto tardi ed ero stanco morto. Fare avanti e indietro da uno specchio era piuttosto snervante per non dire faticoso. Mi precipitai in bagno per lavarmi i denti, accesi la luce e mi guardai allo specchio. Mi fissai per parecchi secondi e notai che avevo un ciuffo fuori posto, subito presi un pettine e me lo sistemai. Dopo aver lavato i denti,  mi guardai un altro secondo allo specchio controllando che ogni capello fosse al suo posto e uscì dal bagno.
-Max…- un sussurrò mi bloccò i movimenti.
Mi guardai in giro, forse era la mia immaginazione.
-Max…- lo sentì di nuovo, capì che proveniva da dietro di me.
-Molto divertente Mancino!- ironizzai.
-Max…- sentì di nuovo.
Mi girai pronto a scovare mio fratello quando, guardando lo specchio, rimasi paralizzato.
-Max, ti prego, fammi uscire!- mi implorò il mio riflesso intrappolato nello specchio del bagno.
Spalancai la bocca in un urlo di terrore.
  
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