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Autore: Lady_Pendragon    27/11/2014    5 recensioni
Merlin annuì silenziosamente, come se avesse percepito il suo disagio e gli diede un libro che teneva nella tracolla.
Glielo porse e sorrise dolcemente, come se fosse in imbarazzo.
- Forse questo vi aiuterà a recuperare la memoria. . . In ogni caso, già solo il fatto di esser venuto qui, sulla sponda del Lago di Avalon, mi da la sicurezza che siete voi l'altra faccia della medaglia. -
Il biondo aggrottò le sopracciglia e si rigirò il libro fra le mani, leggendone il titolo.
" La leggenda di Re Artù " . . .
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Do you remember me, Arthur?


Quella mattina la superficie dell'acqua del Lago di Avalon era calma, piatta, liscia.
Un giovane dai capelli bruni, minuto e dagli occhi chiari e spenti guardava dinnanzi a se, dove l'orizzonte svaniva nella nebbia.
Teneva un libro dalla copertina antica e vecchia in mano destra, dalle pagine bianche e dalle sfumature gialle.
Nell'altra stringeva una penna e quando chinava il capo colmava quelle pagine vuote di parole.
Il silenzio lo avvolgeva, lo cullava fra i suoi pensieri più profondi.
Improvvisamente un rumore lo fece sobbalzare e alzò lo sguardo verso il Lago.
La superficie dell'acqua non era più liscia e piatta, ma scossa da piccoli cerchi uguali che diventavano sempre più grandi in ordine crescente.
Il giovane si voltò con aria corrucciata, per vedere chi o cosa avesse attirato la sua attenzione.
Ma ciò che vide gli fece quasi fermare il cuore in gola.

<< Ti ho disturbato? >>

Chiese un ragazzo dai capelli biondi, quasi d'oro, dagli occhi azzurri come il cielo d'estate.
Il bruno scosse quasi impercettibilmente il capo, sbattendo più volte le ciglia scure e lunghe, come a destarsi da un sogno.
Il biondo lo guardò con aria stranita, come a non capire perché si stesse comportando così.
Infondo aveva solo tirato un sasso nel Lago. 

<< Sto parlando con te, mh?! Sei sordo, muto? Oppure solo un idiota? >>

In quel momento il moro soffocò delle lacrime.
Quelle parole, quel tono così impertinente, quella strafottenza, dio se gli era mancata.
Cercò di trattenere un pianto imminente, mascherandolo con una risata isterica.

<< N-no scusatemi... io. . . Sono solo felice di vedervi. >>

Il biondo alzò un sopracciglio, per evidenziare l'aria già abbastanza stranita.

<< Felice di vedermi?! Ma se non ci siamo mai visti! E poi, perché mi dai del voi?! Da dove vieni, sei scappato da un manicomio? Forse hai dei seri problemi mentali... >>

Commentò il biondo posandosi le mani sui fianchi, con fare altezzoso.
Il bruno scosse il capo e lo guardò negli occhi.
Dio, non si ricordava proprio nulla... 

<< Davvero? Non vi ricordate di me, Arthur? Eravamo amici un tempo... >>

Disse il moro con il cuore in mano.
Il biondo scosse il capo, accentuando la propria aria confusa storcendo le labbra.

<< Aspetta... Come conosci il mio nome? E. . . Mi hai chiamato... amico?! >>

Domandò accentuando la parola " amico" con una punta di ironia.
A quella frase il bruno ebbe un altro batticuore.
Era come rivivere la stessa scena per la seconda volta.
Non poté nascondere un sorriso e chiuse il libro che poggiava sulle proprie ginocchia, riponendolo nella propria tracolla marroncina.
Si alzò e guardò negli occhi il suo miraggio, il suo sogno divenuto realtà. 
Il suo Re.

<< Già, errore mio. Io non ho amici così idioti. >>

Il moro rise nel dire quelle parole e il biondo serrò la mascella sentendosi canzonato.
Si avvicinò al più mingherlino e non interruppe il contatto visivo nemmeno per un secondo.
Come a scavane nei suoi occhi chiari che improvvisamente sembravano aver preso vita.

<< Con chi credi di avere a che fare, mh? >>

Disse il biondo con evidente impertinenza, rimanendo immobile.

<< Con voi, Arthur Pendragon. Credetemi, vi conosco meglio di chiunque altro su questo pianeta. 
Ma forse siete voi a non ricordare chi eravate.
Re una volta e Re in futuro.
Finalmente siete tornato e questa volta non permetterò a nessuno di portarvi via da me. >>

Il moro parlò lentamente, come se stesse raccontando una storia. 
Il biondo cercò di far attenzione ma scosse il capo bruscamente, puntando il dito dinnanzi al viso del più minuto.

<< Devi smetterla, ok? Con tutte queste... scemenze! Non so chi sei, e neanche come ti chiami- >>

<< Merlin. >>

Lo interruppe il bruno, annuendo con il capo.
Arthur aggrottò le sopracciglia, indietreggiando di un passo.
Non aveva mai sentito quel nome prima d'ora.
Ma allora perché gli suonava famigliare?

<< Senti, " Merlin " , non so cosa ti passi per la tua testa bacata, ma io non ho tempo per queste idiozie. La prossima volta farò meglio a guardare dove tiro un sasso. >>

Replicò Arthur, evidenziando senza neanche pensarci il nome del bruno, che fremette appena a quel suono.
Solo lui lo pronunciava in quel modo, strascicando la lettera M.
A quel pensiero sorrise, sentendosi un po' infantile nel pensare ciò.
Alzò lo sguardo sul biondo e si morsicò appena il labbro inferiore, come a cercare le parole adatte.

<< Sono sicuro che ci rincontreremo, perché se siete qui un motivo ci sarà e il mio destino è quello di starvi accanto.
Anche perché senza di me, sareste perso, in qualsiasi epoca voi vi troviate. >>

Arthur lo guardò sempre più confuso, come se il moro stesse parlando in un altra lingua a lui incomprensibile.
In realtà stava solo parlando di qualche secolo fa, ma tutto ciò che diceva era vero.
Era la loro storia divenuta leggenda con il passare degli anni.
I bambini e i genitori prima di loro avevano sentito più di una volta ormai la storia di Re Artù, del regno di Camelot, dei Cavalieri della tavola rotonda e di Mago Merlino. 
Solo colui che ne faceva parte sembrava non conoscerla, nonostante l'avesse vissuta.

<< Tu. . . >>

Il biondo non trovo una frase adatta con cui ribattere.
Forse perché era troppo confuso, o magari perché sentiva un fondo di verità in quelle parole.
Insomma, quegli occhi a pensarci bene, gli erano famigliari, così come il suo nome.
Merlin annuì silenziosamente, come se avesse percepito il suo disagio e gli diede un libro che teneva nella tracolla.
Glielo porse e sorrise dolcemente, come se fosse in imbarazzo.

<< Forse questo vi aiuterà a recuperare la memoria. . .  In ogni caso, già solo il fatto di esser venuto qui, sulla sponda del Lago di Avalon, mi da la sicurezza che siete voi l'altra faccia della medaglia.>>

Il biondo aggrottò le sopracciglia e si rigirò il libro fra le mani, leggendone il titolo.

<< " La leggenda di Re Artù " . . . Andiamo, è da bambini! Perché mai dovrei leggere una cosa simile? Consigliato da un idiota come te, poi. >>

Merlin si era preparato ad una reazione simile, insomma, ad Arthur non era mai piaciuto leggere.
Asino era allora e asino sarebbe stato in ogni epoca. pensò il mago.
Guardò negli occhi il biondo e mise la mano sulla sua.

<< Vi prego... Non siate scettico, altrimenti mi rendete le cose impossibili. Fidatevi di me come allora, sono sicuro che dentro di voi quella fiducia è ancora viva.
Leggetelo, domani vi aspetterò qui, alla stessa ora di oggi.
Sono sicuro che non mancherete. >>


Il biondo scosse appena il capo, abbassando lo sguardo verso le loro mani, l'una sopra l'altra.
Che strano, non gli dava fastidio.
Anzi, era come se fosse quello, il suo posto.
Non fece nemmeno in tempo a realizzare il tutto che quella mano dalle dita lunghe ed esili lo abbandonò, lasciandogli una sensazione di freddo sul dorso della mano.
Merlin lo guardò ancora per qualche secondo negli occhi, come a convincersi che quella è la realtà, la sua seconda occasione.
Alla fine, le parole del drago erano vere.
Aveva atteso così tanto il loro avverarsi...
Indietreggiò appena, come a costringersi da solo a distogliere lo sguardo altrove.
Lo superò e si incamminò verso la strada, con le mani in tasca e il respiro dietro ad una sciarpa rossa, per ripararsi dall'aria fredda e pungente.
Arthur rimase lì, con il libro in mano.
Ma che diamine gli stava succedendo?
La sua vita stava andando così bene, e ora uno sconosciuto gli parlava di Re Artù. gli dava del voi e pretendeva di stravolgergli tutto così, dal nulla?

<< Dannazione! Tutte a me... >>

Esclamò sedendosi su di una panchina.
Sbuffò sonoramente e guardò il libro che stringeva fra le mani.
Non ne leggeva uno da tantissimo tempo.
Suo padre Uther considerava libri del genere delle enormi stronzate.
Si, testuali parole.
L'infanzia di Arthur non era stata una passeggiata, la mancanza della madre l'aveva fatto soffrire moltissimo, e il carattere di suo padre non era dei migliori.
Per di più la ragazza che avevano in affidamento, Morgana, ultimamente sembrava così. . . strana.
Sospirò e lentamente aprì quel piccolo libro, iniziando a leggere la storia di un regno che una volta aveva creato, amato, e portato alla pace. <
 

Salve gente! :D
Allora, che dire. . . Riguardando la 5x13 in tv mi sono sentita un vuoto incolmabile al petto. 
Nonostante l'avessi vista già tantissime volte, la mancanza di questa serie tv si fa sentire Così, mi sono messa a scrivere un ipotetica sesta stagione.
Ovviamente non avrebbe mai una trama così banale, diciamo che questo è più un mio sfogo che altro.
Avevo semplicemente voglia di scrivere, e così ho colto anche l'occasione di provare a stendere una long.
Se alcune cose no vi sono chiare, è normale, volevo sviluppare gli avvenimenti pian piano nei capitoli, così da evitare di renderli noiosi, oppure eliminare la possibilità che io mi ritrovi a non saper cosa scrivere nel prossimo episodio.
Cosa che, ahimè, potrà succedere.
E' la prima storia a capitoli che decido di pubblicare, non vi assicuro che giungerà al termine, sono una abbastanza "instabile" ma... mi impegnerò, cercherò di fare il mio meglio :D
Credo di aver parlato fin troppo xDD
Buona lettura, e grazie a coloro che leggono ciò che scrivo, mi riempiono il cuore di gioia <3
Baci, 

Lenore Watson
   
 
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