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Autore: pinky_neko    27/11/2014    3 recensioni
Possono due ragazzi, che non si sopportano a vista e che non perdono mai occasione per lanciarsi frecciatine a vicenda, cominciare ad evitarsi anche se evidentemente attratti l'uno dall'altro?
Assolutamente si!
E' cominciato tutto in una serata d'estate.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ai Mikaze, Syo Kurusu, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Innanzitutto… scusatemi per l’imperdonabile ritardo!!! Sono passati due mesi dall’ultimo aggiornamento, il tempo è davvero volato ed io quasi non me ne ero nemmeno accorta!!! Chiedo umilmente perdono!! >//< *si prostra di fronte a tutti i lettori*
Spero comunque che leggerete questo capitolo e che lo possiate apprezzare. Come sempre, ci metto il cuore nei miei testi! :3
Detto questo, vi lascio al capitolo, direi che avete aspettato abbastanza!! ù.ù
Buona lettura!! <3
(ci vediamo in fondo! XD)

 
 
 
Si trovava di fronte alla loro camera da ormai dieci minuti buoni. Sapeva con certezza che il suo senpai era all’interno e proprio per questo non aveva il coraggio di abbassare quella maniglia e farsi avanti.
Si mise a contemplare i decori di legno della porta con un trasporto tale che non rispecchiava sicuramente il caos completo che aveva governato la sua mente in quell’ultimo mese.
Infatti, da quella sera d’estate in cui era successo l’improponibile – almeno secondo la visione del biondino -, aveva cercato in tutti i modi di evitare Ai, non sapendo come seguire i consigli che i suoi compagni di band gli avevano dato. E comunque, anche il senpai non gli aveva minimamente rivolto la parola, si era limitato semplicemente a fargli trovare ogni mattina sulla sua scrivania il plico di impegni della giornata. L’imbarazzo di quello che era successo e soprattutto di quello che avrebbero dovuto dirsi aveva decisamente preso il sopravvento.
Insomma, abitavano sotto lo stesso tetto e addirittura dormivano nella stessa camera – e grazie al cielo era tornato pure Natsuki – ma era come se non esistessero l’uno per l’altro.
O meglio, cercavano di non vedere l’altro ma, nonostante questo, spesso Syo si era ritrovato a fissarsi nei suoi occhi ciano, intensi e travolgenti, e tutto quello che avrebbe voluto fare in quei momenti di estasi completa era immergersi in quel cielo azzurrissimo ed elevarsi ad altezze sconfinate per poter raggiungere il cuore del ragazzo a cui appartenevano. Poi succedeva sempre la stessa cosa: comprendeva il senso dei suoi pensieri - e per poco non vomitava per quanto zuccherosi e diabetici avevano potuto essere -, si voltava dall’altra parte e scappava a più non posso per mettere la maggior distanza possibile tra lui e il senpai.
Era patetico? Forse un pochino, ma non poteva farci proprio nulla. Non aveva idea di come affrontare la situazione e l’unica soluzione, come gli avevano ricordato i suoi amici quasi un mese prima, era quella di parlargli.
Parlargli, certo. Come se fosse stato semplice valicare quello sguardo di ghiaccio dal quale non trasparivano mai emozioni e confrontarlo in una chiacchierata amichevole che, dove avrebbe portato, ancora non si sapeva chiaramente.
Eppure, c’era sempre qualcosa che lo attraeva di Ai e ormai era inutile negare che gli piacesse. Più di una volta si era ritrovato ad osservarlo nel sonno: il suo viso rilassato ne rifletteva i lineamenti morbidi che durante il giorno erano sempre induriti da quella maschera di freddezza che si ostinava a indossare nonostante i suoi sedici anni. Ne seguiva i movimenti del petto che si alzava e abbassava ritmicamente, segno che il suo sonno era tranquillo, a differenza di quello del biondino che, invece, ogni volta che si abbandonava tra le braccia di Morfeo, non faceva altro che rivedere centinaia e centinaia di volte la stessa scena: il corpo di Ai avvinghiato al suo in un ammasso informe di coperte malamente avvolte attorno le loro gambe nude e, non appena si svegliava, si ritrovava sempre con un’erezione insoddisfatta che svettava tra le gambe. E il peggio era che doveva addirittura aspettare ad alzarsi dal letto per fare in modo che sia il senpai – con il quale si rifiutava categoricamente di incrociare lo sguardo la mattina – che Natsuki fossero usciti.
Per quel motivo il momento della doccia era diventato un appuntamento giornaliero con il suo appagamento sessuale. E tutto questo era dannatamente frustrante!
Stava seriamente impazzendo per la situazione assurda in cui si trovava e doveva per forza mettere la parola fine una volta per tutte a quella faccenda. Fece l’unica cosa sensata alla quale aveva pensato nell’ultimo mese: abbassò la maniglia.
 
Ciò che non si aspettava di vedere, una volta entrato nella propria camera, era un Ai seduto per terra ai piedi del letto a castello nel quale dormivano i suoi kohai, intento a maneggiare qualcosa che teneva tra le mani.
Sentendo la porta chiudersi, si voltò. “Ah, sei tu.”
Syo non si preoccupò nemmeno di rispondere, attirato dall’oggetto in legno che il senpai aveva appena appoggiato sulle sue gambe.
“Cosa stai facendo col mio violino?”
Non sapeva se essere arrabbiato o semplicemente confuso del perché lo avesse tirato fuori dal suo baule personale. Si, effettivamente forse era più arrabbiato che altro.
“Chi ti ha detto di rovistare tra le mie cose?”
“Non ti ho mai sentito suonare…” L’unica frase che uscì dalle labbra di Ai in un sussurro bastò a placare la furia che stava montando dentro il biondino.
Si scrutarono qualche minuto. Era da quella mattina, da quel fatidico risveglio, che non si trovavano da soli nella stessa stanza, che non erano così dannatamente vicini. Troppo, per i gusti di Syo, nonostante fosse ancora fermo sulla soglia.
“Perché l’hai tirato fuori?” chiese, quasi intimorito.
“Come ho già detto: non ti ho mai sentito suonare.”
Aspettò qualche secondo prima di parlare. Non perché non sapesse cosa dire, ma erano i suoi occhi a bloccarlo. Quel profondo color ciano lo bloccava sul posto, si sentiva come fosse sotto esame costantemente, come se lo stesse giudicando. In quel momento, si domandò se magari non aveva paura di un giudizio negativo nei suoi confronti da parte del senpai, anzi no, da parte di Ai.
Stava esitando, era insicuro forse? Poi perché tutti quei problemi proprio in quel momento?
“Non suono più.”
Le parole gli erano scivolate fuori dalle labbra senza nemmeno che se ne accorgesse. Era strana quella sensazione. Aveva davvero paura di quello che Ai gli avrebbe detto. Lo avrebbe giudicato? Gli avrebbe riso in faccia? No, non l’avrebbe fatto e questo lo sapeva per certo. Ma allora cos’era che lo preoccupava tanto?
“Perché?”
Il biondino prese un bel respiro mentre gli si avvicinava e si sedeva sul bordo del letto di Natsuki.
“Da quando ho iniziato a cantare non suono più. Non so dirti perché, semplicemente non mi sento più di farlo.”
“Forse… devi solo trovare una valida motivazione.”
Syo abbassò lo sguardo, sorpreso dalle parole che gli erano appena state rivolte, incatenando i suoi occhi con quelli ciano del senpai che lo fissava impassibile. Dopo qualche secondo di silenzio, il senpai decise di continuare, vedendo come l’altro non facesse che guardarlo, come avesse detto la cosa più strana del pianeta.
“Quando suono il sintetizzatore, cerco sempre di trasmettere tutte quelle emozioni che non riesco a donare mentre canto. Mi completa.”
Si alzò da terra, rimettendo il violino nella sua custodia nera, per poi sedersi sul letto accanto a Syo prima di continuare.
“È questo che dovrebbe fare uno strumento, completarci. Dove non arriviamo noi con la nostra voce, può arrivare il nostro strumento, ma solo se gli fai suonare la musica del cuore.”
Dire che il biondo fosse rimasto scioccato era poco. Decisamente non si sarebbe aspettato di sentir parlare Ai in questo modo, non dopo giorni in cui a malapena si dicevano buongiorno. Era strano trovarsi lì, seduti l’uno accanto all’altro mentre ancora riecheggiavano nell’aria le ultime frasi di Ai. Una motivazione… gli bastava trovarne una, una semplice motivazione per tornare a suonare il violino.
“Quando ero piccolo”, continuò poco dopo “ogni volta che suonavo i miei genitori e parenti sorridevano sempre, mi applaudivano ed erano felici. Penso fosse per questo che suonavo all’epoca, per vederli felici, ma ora loro non sono qui…”
“Puoi rendere felice qualcun altro. Me, per esempio.” lo interruppe Ai, sussurrando appena le ultime parole, come non volesse veramente farsi sentire dal maggiore.
In un attimo, in un batter di ciglia, i loro volti si ritrovarono a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro. I loro respiri si mescolavano, mentre gli occhi affogavano nel mare che avevano di fronte. E poi iniziò, casto, semplice e inconsapevolmente voluto da entrambe le parti. Era un bacio dolce, lento, umido, e proprio per questo ebbe l’effetto di una tempesta dentro di loro.
Nelle loro anime, nel loro cuore, stava suonando la sinfonia più bella che si potesse sentire, perfettamente in sincrono con le loro emozioni. E fu allora che capirono: quello era amore, quel tipo di amore soffocato per troppo tempo che aveva solo bisogno di scavare la sua strada tra i cuori dei due giovani idol. Un tipo di amore che era sbocciato alla prima occhiata, al primo sorriso e al primo sguardo, ma che era stato così tanto soppresso da strabordare, fuoriuscire e soggiogare le menti dei due amanti che, in poco tempo, si ritrovarono distesi sul letto, mentre i loro vestiti raggiungevano in fretta il pavimento.
 
 


 
E rieccomi!! ^^ Allora, premetto che tutto il discorso sul violino sembra strano a me per prima, ma volevo proprio metterglielo! XD Ho avuto questa “illuminazione” una sera, prima di andare a dormire, e da allora ho sempre voluto aggiungerlo a questo capitolo, quindi eccovi la scena! :D 
Comunque, la parte che ho preferito scrivere è quella finale, quando si perdono l’uno negli occhi dell’altro e si baciano, capendo per la prima volta quanto sia forte il loro sentimento. Spero che anche a voi sia piaciuta! :)
Credo inoltre di dovervi dare qualche spiegazione temporale: come avrete capito, ciò che succede in questo capitolo avviene un mese dopo le vicende degli scorsi (che, invece, se ricorderete, sono successe tutte nell'arco di una sera e la mattina dopo... bel salto, eh?! XD) Pensavo che una dichiarazione da un giorno all'altro, subito dopo essere finiti a letto insieme per la prima volta - e addirittura da ubricahi!!!! - non fosse molto realistica, quindi ho decisa di lasciar passare un po' di tempo, durante il quale i due hanno fatto chiarezza sui loro sentimenti, ma comunque non sapevano come confessarsi... almeno fino adesso! (anche se una vera confessione non c'è ancora stata! ;P)
Bene, detto questo, il prossimo sarà l’ultimissimo capitolo di questa faniction – spero solo di non metterci altri due mesi prima di pubblicare… :S -. No, dai, abbiate fede, non sono sicurissima di arrivare a dicembre, ma per i primi di gennaio dovrei completare totalmente la fanfiction! :) 
Comunque sia, spero che abbiate apprezzato il capitolo - seppur corto, ma questa è lunghezza standard dei capitoli fino adesso e l'ho voluta mantenere XD -, che non vi sia sembrato troppo strano o contorto o altre cose varie e che per qualsiasi cosa - critica, semplice commento o giudizi vari - potete farmi sapere liberamente!! ^^
Un bacione a tutti quanti!
Pinky_neko :*
  
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