Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: SaWi    27/11/2014    1 recensioni
«Te lo ricordi, Haru, quando ci siamo incontrati per la prima volta?»
La domanda, nonostante improvvisa, non sorprende Haruka, il quale si volta lentamente verso Rin e lo osserva restando per qualche momento in silenzio, come se volesse riflettere attentamente prima di rispondergli. E' un giorno estivo particolarmente caldo, il cielo è sereno e nessuna nuvola osa sfidare la luce del sole; hanno deciso di andare alla piscina di loro proprietà per rilassarsi un po' e rinfrescarsi in tranquillità. Sono difatti seduti al bordo piscina, uno accanto all'altro, i piedi immersi nell'acqua.
«Me lo hai già chiesto.»
Una risata, sempre meravigliosa, sfugge al compagno. Haruka lo osserva sorridere e farsi più vicino, muovendosi senza troppa fatica, e quando capisce di star per sorridergli a sua volta al solo guardarlo, torna a concentrarsi sul gioco di luci che i raggi solari creano sulla superficie dell'acqua.
«Lo so, te l’ho chiesto un’infinità di volte, ma non mi stanco mai della risposta.»

Anche se sono passati molti, tanti anni, qualcosa non cambia mai.
Rinharuweek, day 8. Prompt: Eternal.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non posso dire nulla di troppo riguardo questa fic; è un po'... bittersweet il finale, ma non sono una persona crudele, quindi non ci saranno lacrime di dolore (?)
Si tratta di Rin e di Haruka sempre, ma sono due Rin e Haruka un po' divesri, perché si conoscono da tanto tempo. Capitere leggendo <3

Buona lettura dunque!
EEEE un grazie alla mia Beta-reader RinRin che ha cancellato gli orrori tra passato/presente che avevo fatto xDDD






Ti ricordi,
quel che era la vita prima che ci incontrassimo?



 

«Te lo ricordi, Haru, quando ci siamo incontrati per la prima volta?»

La domanda, nonostante improvvisa, non sorprende Haruka, il quale si volta lentamente verso Rin e lo osserva restando per qualche momento in silenzio, come se volesse riflettere attentamente prima di rispondergli. E' un giorno estivo particolarmente caldo, il cielo è sereno e nessuna nuvola osa sfidare la luce del sole; hanno deciso di andare alla piscina di loro proprietà per rilassarsi un po' e rinfrescarsi in tranquillità. Sono difatti seduti al bordo piscina, uno accanto all'altro, i piedi immersi nell'acqua.

«Me lo hai già chiesto.»

Una risata, sempre meravigliosa, sfugge al compagno. Haruka lo osserva sorridere e farsi più vicino, muovendosi senza troppa fatica, e quando capisce di star per sorridergli a sua volta al solo guardarlo, torna a concentrarsi sul gioco di luci che i raggi solari creano sulla superficie dell'acqua.

«Lo so, te l’ho chiesto un’infinità di volte, ma non mi stanco mai della risposta.»

Haruka non ha bisogno di voltarsi per sapere quanto il suo sguardo e il suo sorriso siano ancora più dolci della sua voce.

«Sì, me lo ricordo.»

«…E?»

Sospira, poggiando il capo sulla spalla dell’altro. È sempre il solito cocciuto irritante ed insistente di un tempo, ma Haruka ha imparato ad amare anche quel suo lato. Ha imparato molto altro, con il passare degli anni e si è sempre stupito di ogni piccolo cambiamento.

«Mi stavi antipatico.»

«L’altra parte, Haru.»

Il sorriso non ha vacillato per nulla, ne è sicuro.

«Mi colpì il tuo sorriso.»

Haruka avverte la mano un po’ ruvida dell’altro vicina alla propria; emana un fortissimo calore, come sempre. E' lo stesso calore piacevole che gli dona un bagno caldo, lo stesso tepore che sente nel petto e sulle guance quando Rin gli cinge le braccia attorno a lui, quasi ogni notte – e nelle notti in cui non lo fa, è solo perché è Haruka a ricambiare quel gesto.

«Non uscì dalla mia testa.»

Il mugugno che segue indica che Rin sta per ribattere. È così piacevole comprenderlo, giorno dopo giorno sempre di più.

«Vorresti dire che ormai è uscito da lì?»

«Forse.»

Le dita dell’altro lo sfiorano e lo accarezzano e lui lo lascia fare, socchiudendo gli occhi. E' un gesto così familiare ormai che non dovrebbe renderlo più così leggero, e invece ogni volta riesce a rasserenarlo. Più di quanto già non sia.

«Le tue bugie non mi fanno neanche più arrabbiare.» gli dice poco dopo, afferrandogli il mignolo per tirarglielo affettuosamente. «Che mi dici allora di quando sono andato in Australia la prima volta?»

Inevitabilmente, nonostante il numero degli anni passati da quella loro gioventù, Haruka non riesce a trattenere un cipiglio di dispiacere. Rin se ne accorge – sa quel che ha appena fatto – e riesce a far passare tutto semplicemente poggiandogli la mano sulla propria, finalmente. Il calore aumenta, e con esso anche la leggerezza nel petto del moro.

«Va bene allora… argomento off limits.» prosegue Rin, inclinando anche il proprio capo, così che si appoggi lentamente su quello di Haruka, ancora sulla sua spalla. I capelli di Rin, ancora morbidi e piacevoli al tatto, gli solleticano la tempia. «La nostra ultima estate alle superiori?»

«Anche questo lo sai.»

«Assecondami un po'!»

Haruka sospira ancora e si scansa dall'altro solo per poter tornare a guardarlo in volto. Rin gli sorride nuovamente, anche se sembra un po' imbronciato per aver perso il suo comodo appoggio. Il moro, tutt'altro che dispiaciuto – anche se dal suo gesto, forse, si potrebbe evincere il contrario – lo accarezza col dorso della mano su una guancia.

Rin, come fosse la prima volta che viene sfiorato con quella dolcezza, arrossisce.

«Grazie.»

Ora riesce a dire quella parola con molta più facilità, ma il modo con cui gli occhi del compagno si sgranano appena è invariato.

«Haru…» gli sussurra, afferrandogli la mano per baciarla. «Rispondimi per bene senza tentare di concludere tutto con una sola parola. Sei migliorato rispetto ai monosillabi ma—»

Il pizzico che riceve sulla guancia non gli permette di continuare e il moro accenna un sorriso al suo broncio. Infine, si convince ad accontentarlo.

«E' stata difficile.» inizia, tornando a guardare l'acqua e abbassando la mano che aveva poggiato sul volto del compagno; l'altra è ancora sotto quella partner ed è calda. Forse anche un po' sudata, ma non gli da fastidio. I ricordi di quegli anni sono ancora chiari nella sua mente e proprio per questo la confusione e la paura che provò in quel periodo minacciano ancora di poterlo toccare. Non gli piace, per niente, ma sa cosa deve cercare perché quelle insicurezze non gli creino problemi, ed è esattamente quel che fa. Gli basta pensare all'aiuto di tutti i suoi amici e a quel breve viaggio in Australia con Rin per poter continuare e rispondere. «Ma è preziosa. La gara, e i giorni in Australia.»

Rin resta in silenzio ad ascoltarlo e torna a sorridere; sa già cosa sta per dire Haruka, ma non vuole precederlo; desidera che sia lui a parlare. Rin non sembra stancarsi mai di sentire la sua voce, e se è per lui, si sforza un po'.

«Quando mi baciasti ho pensato stessi scherzando.»

La mano poggiata sulla sua lo stringe e lo accarezza.

«Poi vidi il tuo sguardo.»

Il suo dito viene sfiorato con dolcezza e in ogni gesto Haruka può sentire ogni parola che Rin tace in quel momento. Grazie agli anni passati assieme, il moro ha imparato a capire Rin. A leggerlo no, non sarebbe probabilmente mai riuscito a vedere veramente tutto di lui, ma non gli interessa; lui lo interpreta, lo scruta, lo ascolta e si impegna ogni volta che qualcosa va storto, migliorandosi.

E' migliorato. Rin lo sa.

«Anche io…» riprende dopo una breve pausa, ricambiando la stretta. Ora i loro palmi si toccano e le dita possono intrecciarsi tra loro. «…condividevo quel sentimento.»

«Stento ancora a credere che tu ricambiasti.»

«Lo so.» Haruka distanzia leggermente la sua mano per accarezzare l'anello che il partner ha al dito, compagno del suo. «Anche io.»

Rin ridacchia e questa volta è lui a poggiarsi per primo sulla spalla del moro, chiudendo gli occhi.

«Bastardo.»

Invece di prendersela per l'insulto, si volta verso di lui per strofinare con affetto il naso tra i suoi capelli. Sa che a Rin piace particolarmente e anche se agli inizi non era molto propenso a queste dimostrazioni d'affetto, ora non si pente di aver ceduto alle insistenze dell'altro. Può così godersi il buon profumo dello shampoo alle ciliegie e di Rin.

«E la prima gara internazionale?»

«Ho parlato abbastanza.» ribatte subito il moro, ma è abbastanza consapevole di quanto sia inutile; eppure è cocciuto, ci prova comunque.

«Ti brucia ancora, eh? Hai perso

Inevitabilmente, Rin provoca. Inevitabilmente, lui si corruccia e risponde. «Erano solo sette centesimi di secondo, e quella dopo la vinsi.»

«Beh, in altezza stai continuando a perdere.» Eccola. Haruka la stava aspettando, la battuta preferita di Rin. «E di ben otto cen—»

Aveva sviluppato molte tecniche per zittire Rin, ma oltre agli sguardi minacciosi, nessuna è più efficace di un bacio sulla guancia. Così, repentino, si sporge maggiormente con il capo e lo bacia. Ancora, lo vede arrossire lievemente, ma la sua espressione non si corruccia più per l'imbarazzo come un tempo. Resta distesa e serena.

«Sleale.» lo rimprovera.

Ma non è Haruka quello sleale, e il partner lo sa bene, perché non è lui — non era lui il ragazzo che in Australia si era dichiarato, gli aveva fatto comprendere appieno cosa fosse quell'elettricità che avvertiva in corpo ogni volta che era con lui e che poi, subito dopo, gli aveva detto che sarebbe restato in Australia. Lasciandolo solo. Inizialmente non ci aveva riflettuto troppo, ma la mancanza lo aveva colpito non appena si era trasferito a Tokyo. Non poterlo vedere né sentire di persona era stato difficile. Era stato soffocante, a tratti. Ma con lui aveva avuto Makoto – l'amico che continua ancora a capirlo con un semplice sguardo nonostante le loro strade si siano separate da tempo – e l'oceano. L'oceano li aveva collegati. Nella capitale giapponese è difficile scorgerlo, ma lui lo aveva sentito dentro di sé. Spesso era andato nei pressi del porto, o in posti particolarmente alti e vicini alla distesa d'acqua solo per vederla. La consapevolezza che Rin potesse guardare simili acque lo aveva sempre consolato e fatto sorridere. E Haruka sorride anche ora, con più facilità di prima.

«A che stai pensando?» rompere il silenzio è la specialità di Rin, specialmente da quando capiva quando Haruka era sovrappensiero. Vuole sapere sempre quel che è in grado di farlo sorridere, così da far in modo che accada più spesso.

«Alla tua proposta.» queste piccole menzogne il compagno ancora ha difficoltà a leggerle, per questo le usa spesso quando vuole nascondergli qualcosa. Il mugugno che segue indica che Rin ha già compreso a cosa si sta riferendo, e per questo motivo è già in leggero imbarazzo. Nonostante sia passato tanto tempo, il compagno continua a reagire male quando si tratta di quel particolare ricordo. «A come sei riuscito a sbagl—»

«Non ho sbagliato un bel niente.» lo interrompe bruscamente Rin, alzandosi dalla sua spalla per guardarlo di traverso, e il broncio che ha in volto è adorabile, esattamente come la prima volta che lo aveva visto. «E' solo colpa tua che ficchi il naso dove non dovresti, che hai sempre la stessa faccia, che non si capisce mai cosa pensi, che…»

Va avanti per un po' e Haruka lo ascolta attendendo che concluda le sue lamentele.

«Sei tu» riprende appena si zittisce. «che mi desti un anello di fidanzamento e poi…»

«Non—» tenta di interromperlo, ma lo ignora senza neanche battere ciglio.

«…invece di chiedere per un fidanzamento ufficiale, mi chiedesti di sposarti.»

«E—ERO NERVOSO E—»

E' incredibile come, sul serio, riguardo quel momento Rin riesca ancora a imbarazzarsi tanto. Ora infatti ha il volto arrossato, ha alzato il tono della voce e sta balbettando. Haruka lo avvicina e fissa il suo sguardo in quegli occhi rossi, ancora lucenti e giovani, ma non smette di stuzzicarlo, perché è incredibilmente divertente.

«Ti inginocchiasti persino. Di colpo, ricordo che quella sera avevi le ginocchia ferite.»

«Haru…!»

Sorride e per evitare che continui a protestare poggia la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi. I ricordi, a quel modo, si fanno più vivi, e il moro prosegue a parlare, dimostrandosi più loquace del solito – ma in realtà è sempre loquace quando si tratta di Rin.

«Volevi che il fidanzamento fosse ufficiale e comprasti questi con i soldi degli sponsor…» gli accarezza una mano, sfiorandogli l'anello che indossava. E' semplice, argentato e liscio, ma all'interno vi sono incisi dei petali di ciliegio, eleganti e a detta del compagno romantici. Sono un po' come la loro relazione, quegli anelli: riservatezza esteriore ma… la bellezza dei ciliegi in fiore nei loro petti. «Capii che avevi fatto qualcosa quando non trovai più i soldi. Te ne accorsi e affrettasti tutto, mi portasti fuori a cena, ai piedi della Tokyo Tower e poi iniziasti a fare un discorso smielato.»

«Non… era smielato.» il mugugno di Rin lo zittisce un attimo, e mentre pensa a come continuare poggia la mano libera sulla sua guancia. «Era romantico.»

«Forse. Non dopo che invece di dire fidanzamento dicesti matrimonio e andasti nel panico non appena ti risposi sì.»

«N—»

«Andasti nel panico.» ripete prima che Rin possa ribattere. Poi si separa dalla sua fronte per baciargliela e scansargli qualche ciocca. «Perché?»

Rin è arrossito e nonostante il bacio, nonostante il tanto tempo passato è ancora un po' corrucciato. «Lo sai.»

«Io ho parlato.»

Tocca a te.”

«…Non pensavo mi amassi così come ti amo io.» mormora, abbassando lo sguardo verso la sua mano con l'anello. La accarezza, la stringe e la solleva verso le proprie labbra, tra i loto volti. Haruka lo osserva, senza far nulla, e ripensa ai tanti discorsi romantici di Rin, alle tante volte in cui lo aveva baciato sulle mani per dimostrargli il suo amore. Ripensa in particolare a quando lo sentì parlare per la prima volta del filo rosso del destino, e ha la certezza che i loro mignoli ne siano legati. «Ero sorpreso.»

«E?»

«Ero un cretino.»

«Sei un cretino.»

Rin sbuffa appena ma subito dopo gli sorride e finalmente gli bacia la mano, proprio come fece quella lontana sera. «Un cretino che ami.»

Questa volta è il turno di Haruka di arrossire lievemente. Non importa quante volte glielo dica, sentirsi dire che sa quanto lo ami è sempre unico.

«E che ti ha fatto vedere nuovi mondi, no?»

A quanto sembra, è il turno di Rin di molestarlo. Il moro volta il capo in fretta, un vizio non ancora perso e che probabilmente non perderà mai, e si pente delle parole che gli sfuggirono il giorno del loro matrimonio. Gli disse che era grazie a lui se aveva 'spiccato il volo verso luoghi sconosciuti', e oltre ad aver fatto piangere Rin dalla gioia, aveva anche ottenuto molestie gratuite a vita.

«E che mi ha fatto anche ingelosire.»

Rin sbuffa nuovamente, assottigliando lo sguardo. «Ancora con quella storia?»

Sì, ancora, ma solo per infastidirlo e fargli cambiare così discorso. Probabilmente il compagno se ne è reso conto, ma ha scelto di assecondarlo. E' da così tanto che stanno assieme che hanno compreso entrambi che a volte lasciar correre è la scelta giusta. Ma solo a volte, perché ci sono e saranno sempre questioni importanti o differenze che non devono essere ignorate.

«Sì.»

Si tratta del giorno in cui, al culmine della loro popolarità per via della vittoria alle prime Olimpiadi a cui avevano partecipato, Haruka vide Rin parlare con delle giovani fan un po' troppo inclini al toccare. Lo vide sorridere a tutte, lo vide abbracciarne un paio per farsi delle foto assieme a loro e infine lo vide baciarne una, sulla guancia. Prima di allora Haruka non era mai stato geloso, ma la reazione tranquilla di Rin ai sorrisi e agli sguardi di quelle giovani ragazze lo aveva innervosito e spaventato. Non aveva parlato a Rin per almeno un paio di giorni.

«Lo sai che è stato tutto un malinteso.» Rin ha ragione, perché quando finalmente Haruka si era deciso a parlargli, aveva capito di essere stato un idiota persino più di Rin, tanto tonto da non accorgersi dei flirt delle ragazze. «E non è colpa mia se sono un gran figo.»

«Eri, forse.»

Rin si imbroncia molto più di prima, ma la sua espressione è sempre adorabile. Haruka però si sente in dovere di aggiungere qualcosa, perché sa che basta poco per trasformare quel cipiglio in un sorriso meraviglioso e in due grandi occhi lucenti, e adora ogni volta sempre di più osservare quel rapido mutamento. «Lo sai cosa sei ora.»

Ed è esattamente così, perché Rin sa, e con una risata si sporge in avanti per far sì che i loro nasi si strofinino con dolcezza. «Dovresti dirmelo te comunque.» gli mormora, e Haruka può sentire ogni sbuffo d'aria sulle sue labbra.

«…Splendido.»

«Hehe~» ridacchia l'altro un attimo prima di baciarlo teneramente sulle labbra, e non importa quanto quel gesto possa essere familiare, usuale e normale per loro, ogni volta Haruka sente il petto leggero e un piacevole calore al volto. Anche ora, quando Rin gli morde delicatamente il labbro inferiore prima di allontanarsi, succede esattamente così. «Come il mio shining d'altronde.» aggiunge, facendo l'occhiolino. «Splendente.»

Il suo soprannome preferito.

«Smielato.» lo rimprovera con un sorriso, accarezzandogli i capelli. Rin non gli risponde né lo scansa in alcun modo: lo lascia fare e si spinge come un gatto contro la sua mano, continuando a guardarlo con la felicità sulle sue labbra e nei suoi occhi. Haruka però non si lascia distrarre dal suo sguardo e si interessa più ai capelli del partner. Li liscia, anche se avevano ben poco da essere pettinati, e in un piacevole silenzio inizia ad intrecciarli per farne delle piccole trecce. Le prime volte convincere Rin a farsi acconciare così casualmente i capelli non fu affatto facile, ma non protestava più da tempo, forse perché si era reso conto di quanto potesse rilassare entrambi.


 

Quando conclude la quarta piccola treccia di capelli bianchi, Rin gli lascia un altro bacio delicato, sul naso questa volta.

«Dovremmo andare ora, hai il naso tutto rosso per il sole.»

«Non sono io con la pelle sensibile.»

«Oh, forse un tempo.» rimbecca subito dopo l'altro, baciandolo nello stesso punto. «Vecchietto.»

Haruka assottiglia gli occhi e lo spinge via con un dito sulla fronte rugosa ma in realtà sta sorridendo dentro di sé. «Sakura verrà a prenderci sicuramente a breve.»

In risposta Rin mormora un assenso; Haruka in un primo momento si stupisce di non sentire alcuna protesta, ma quando Rin si appoggia nuovamente alla sua spalla per tornare a stringergli la mano, capisce che anche lui non ha alcuna voglia di andarsene. Quel posto, la loro piscina – tirata su assieme, grazie al loro lavoro e ai loro sforzi – porta con sé non solo ricordi, ma una sensazione calda e speciale, quella della famiglia. La famiglia che dopo le vittorie sportive si era allargata con l'adozione di un bimbetto, Sakura; Haruka non avrebbe mai creduto di poter sperare – e in primo luogo di desiderare – qualcosa del genere, ma quando Rin gli fece quella proposta, lui accettò subito. Le leggi erano mutate, incredibilmente, e per loro avere una famiglia era divenuto possibile. Realtà. Con Sakura ovviamente, oltre alla felicità e al calore di un legame ancora più intimo, arrivarono responsabilità maggiori – ma anche bisticci e piccoli e divertenti litigi giornalieri riguardo a chi somigliasse maggiormente loro figlio. Nonostante non ci fossero legami di sangue, Rin diceva sempre – e continua a dire – che il bambino aveva la stessa impassibilità di Haruka a volte, e la stessa testardaggine, mentre Haruka gli rinfacciava sempre che era un immancabile romantico dalla lacrima facile, come Rin. Makoto, e così anche Gou e Sousuke invece, affermano tutt'oggi che somigli ad entrambi: dicono che ha il sorriso di Rin e lo sguardo di Haruka.

E hanno ragione.

«Che cucini questa sera?»

«Sgombro.»

Rin borbotta qualcosa e gli da un pizzico sul fianco. «Mi chiedo perché continui a domandartelo.»

«Anche io.» gli sorride. «Mag—»

«Nonniiii~!»

Entrambi si voltano subito verso l'origine di quella voce e sorridono al piccolo pargolo in arrivo.

«Piccola peste che ci fai qui?» esclama Rin allungando le braccia verso il bambino che corre verso entrambi ridacchiando. Alle sue spalle, poco distante poggiato contro un muro, Haruka vede Sakura e sua moglie sorridergli. E' sicuro che loro figlio fosse lì da molto prima. «Attento attento, non si corre a bordo piscina—»

Ma loro nipote, se possibile, è più cocciuto di Haruka e più irresponsabile di Rin. Si getta tra le loro braccia, aggrappandosi alle magliette di entrambi con le piccole mani, mostrandogli due bellissimi occhioni verdi e una fila sbilenca di denti da latte. Haruka lo adora; gli accarezza con dolcezza il capo e lo prende in braccio, tenendolo però rivolto verso Rin – così come non ha mai smesso di sapercela fare con i bambini, non ha mai scordato quanto Rin possa prendersela se tenta di tenere 'solo per sé' il nipotino.

«Nonno Rinrin!» lo vede tendere le braccia verso il compagno che si avvicina e si fa prendere il volto tra le mani. Il piccoletto gli tira leggermente le guance, poi si interessa alle trecce tra i suoi capelli per un po'. «Papà dice che i vecchi non devono stare troppo al sole!»

«I vec—» Rin sembra strozzarsi con le sue stesse parole e ritirandosi getta un'occhiataccia sopra la testolina del nipote. «A chi è che dovrebbe assomigliare quello lì, eh?» borbotta, facendo un cenno del capo verso Sakura, che si gode la scena da lontano. Haruka è certo che può anche sentirli, e ridere di conseguenza.

«A te.»

«E mamma dice che…» ridacchia il bimbetto senza curarsi dei loro bisticci «…dovete stare lontani dalle piscine, specialmente nonno Haru-chan!»

«Questo non accadrà mai.»

«Ma sentilo.» mugugna Rin mentre si alza. «Non se la prende se gli danno del vecchio ma se gli proibiscono di andare vicino all'acqua cambia completamente tono.» così concludendo, ovviamente con il suo immancabile e invariabile sorrisetto di sfida sulle labbra, aiuta anche Haruka a mettersi in piedi.

“Sta zitto” vorrebbe rispondergli, ma l'ennesima risata del loro nipotino è contagiosa e quindi tace. Il piccoletto poi si aggrappa ai loro i pantaloni, e i tre si avvicinano con calma a Sakura, così che possa essere lui a prenderlo in braccio, ma prima di seguirlo e fare come gli dice lui per andare in un posto riparato dal sole, si voltano entrambi indietro, lui e Rin.

Avvertono qualcosa chiamarli.

Si guardano, poi spostano lo sguardo sulla piscina per osservarla, per guardare l'acqua calda e i riflessi del sole su di essa. Il sole non è più tanto alto come prima e resterà in cielo ancora a lungo. Loro non sono stanchi e c'è ancora tempo per fare la spesa e preparare la cena, anche se per caso Sakura e la sua famiglia avessero accettato un eventuale invito. Rin e Haruka tornano a guardarsi a vicenda, e entrambi sorridono.

C'è ancora tanto tempo.

Non possono resistergli.

“Non opporre resistenza all'acqua”, Haruka dice sempre.

Corrono – con attenzione, perché l'età ha pur sempre cambiato qualcosa, rendendoli più disciplinati – e nel giro di pochi attimi sono in costume, al bordo piscina – perché ovviamente indossavano i costumi, sotto gli abiti normali, e il fatto di non avere né cuffie né occhialetti non li preoccupa. La piscina è loro e il cloro ha smesso di dargli fastidio da troppo tempo.

Sakura li chiama, rimproverandoli, ma nella sua voce c'è quasi più rassegnazione che preoccupazione; sa che non gli daranno mai ascolto e infatti non si voltano neanche. Sono tornati momentaneamente nel loro piccolo mondo di sfide e del nuoto, quello che veramente non è mai cambiato nell'essenza dal loro primo incontro: Haruka sente l'elettricità sulla pelle, le dita pizzicare e il corpo irrequieto, pronto allo sforzo. Quelle sensazioni sono invariate.

«Allora Haru, cinque vasche questa volta?»

«Dieci.»

«Dieci?!» esclama Rin, ma sta già riscaldando i muscoli delle sue braccia e spalle. «Non verrò a trascinarti verso il bordo della piscina se ti arrendi a metà della terza vasca.»

Haruka lo ignora.

«Tre, due…» inizia a contare, mettendosi in posizione. «Uno.»

Rin sorride. «Ready, set.»

«Go!»


 


 


 

Haruka si tuffò forse con leggero ritardo e la forma di Rin non fu quella perfetta come un tempo, ma… ci sono emozioni e sentimenti che non cambiano mai. Sentimenti che una volta che vengono scoperti, che vengono coltivati, non possono estinguersi. E così come la loro passione per il nuoto, Haruka e Rin avevano un'altra passione, il loro amore.
Sì, è banale, è scontato. Ma questa è la loro storia, questo è un piccolo spaccato della loro vita, e per quanto possa sembrare smielato, romantico all'inverosimile e cliché, le loro passioni non sono mai cessate.
Il loro amore è sempre stato vivo, tangibile; mi ha cresciuto, mi ha fatto diventare quel che sono oggi. Grazie a loro non starei qui, non avrei queste splendida famiglia, non avrei una meravigliosa piscina pubblica dove far scoprire la passione del nuoto a tanti altri bambini.
C'è un motivo per cui sto scrivendo questo piccolo bigliettino, allegato a questo video.
E' perché volevo renderlo ancora più eterno. Il mio amore per loro, la loro passione.
Ma mi rendo conto che il mio contributo è inutile; non hanno bisogno delle mie parole scritte, e non perché non possono più leggerle, ma perché il filo rosso di cui tanto mi parlava papà Rin non può spezzarsi, e perché gli oceani, le acque di cui papà Haru non smetteva mai di raccontarmi, non possono venire separati.
E' eterno.

Vi voglio bene,
Sakura Matsuoka, 19/04/2XXX


 

Lo ricordo,
e non è nulla di paragonabile a quel che abbiamo ora







 

__________________________________________________
Spero vi sia piaciuta-- non mi cimento quasi mai nel presente nelle fic, perché mi ci trovo male, ma in questa l'ho ritenuto necessario per mettere ancora più in risalto il presente in cui Haruka e Rin si trovano e il loro passato, i loro ricordi. Mi sono... un po' commossa da sola nello scriverla, perché questi due mi fanno male, però sentivo la necessità di buttarla giù, quindi eccola qui <3
Ho voluto dargli un futuro positivo, allegro e smielato, mantenendo il tutto abbastanza ovattato, così che tutti possano immaginarsi quel che preferiscono!
Con ciò, vi lascio portandovi all'attenzione la data della lettera di Sakura. Immagino che la scriverebbe dopo qualche giorno dalla morte dei suoi genitori e... beh, li ho fatti morire durante la fioritura dei ciliegi. Non ho resistito; me li sono immaginati vecchietti e sorridenti che li guardavano fiorire e si spengevano sotto i ciliegi.

Commentate se vi è piaciuta, mi fa un immenso piacere!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: SaWi