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Autore: WeakerAngel    29/11/2014    1 recensioni
Apro il libro che mi aveva consigliato Edward e noto una parte sottolineata che dice:"Ci innamoriamo di chi è in grado di tenerci testa, di chi non cede, di chi ci sfida, di chi è misteriosamente affascinante, di chi è in grado di distruggerci, di chi è il nostro degno avversario, quello con cui siamo alla pari per gusti e pensieri.
Ci innamoriamo dell'impossibile perché siamo fatti così.
In fondo, ci innamoriamo di chi ci assomiglia ma sotto i nostri occhi è diverso da tutti, di chi non ha tutti i nostri difetti.
O li ha, ma li rende perfetti..".
Chiudo gli occhi e così anche il libro, dando sfogo ai pensieri che tengo prigionieri nella mia testa..
Genere: Erotico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Camille Belcourt, Magnus Bane
Note: Lemon, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Londra,2005
*JULIA'S POV*
Che meraviglia il Natale! Io e la mamma eravamo andate a comprare una sciarpa da regalare a papà, speravo che il mio regalo gli piacesse molto! 
Londra era bellissima in questo periodo: luci colorate ovunque e addobbi che risollevavano il morale ai bambini.
Oltre alla sciarpa avevo comprato due collane: erano uguali, grigie, con dei simboli incisi sulla superficie..
Mamma mi aveva chiesto perché le volessi tanto, ma non so nemmeno io il motivo.
La signora che me le aveva vendute era strana, quando avevo preso le due collane che mi interessavano, aveva increspato le labbra in un sorriso maligno..
Quando io e la mamma siamo tornate, papà mi aveva accolta con un abbraccio e io misi le collane acquistate nella tasca dei jeans mentre mia madre nascondeva il regalo di papà.
Eh, si sentiva che si avvicinava il Natale!
Ma il Natale non durava tanto in casa mia, infatti mia madre mi aveva mandata in camera mia solo per stare con mio padre e litigare.
Pensavano che non sentissi le urla provenire dal salotto o il rumore del vetro che si infrangeva sul pavimento o sul muro, ma non era così..

Il bello è che la bambina di 7 anni sono io, non loro..

Nonostante le lacrime rigassero il mio volto, trovai la forza per fare l'unica cosa che mi faceva dimenticare quelle brutte: disegnare..
Appena presi la matita mi tornò in mente la signora che mi aveva venduto le collane e la mia mano iniziò a disegnarne la fattezze finché alla fine non riuscì a scaturirne la venditrice.. 
La matita venne sostituita dal pastello nero per colorarne i capelli: quella lieve pressione del pastello che scivolava sul foglio per donare colore alla figura e quel suono familiare che indicava il consumo del pastello, mi distraevano dai problemi.
Solo che il suono che ora echeggiò nella stanza era troppo forte per essere unico: c'era qualcuno che stava disegnando con me..
Alzai la testa istantaneamente notai che davanti a me una bambina era seduta comodamente sul pavimento. 
Aveva i capelli marroni, un po' più corti dei miei, il ciuffo le ricadeva leggermente sugli occhi; colsi la sua espressione infastidita ma lei continuò a colorare incurante dei capelli.
Tossii per richiamare la sua attenzione e solo allora spostò la sua attenzione dal disegno a me, scostandosi i capelli con la sua mano.. Completamente decorata con segni neri..
Piacere mi chiamo Susanna, ma mi puoi chiamare Susan se vuoi- mi disse sorridendo.
<< Emh piacere io sono Julia.. Come hai fatto ad arrivare fino a qui? >> le domandai incuriosita..
<< Volevo venire qui e basta.. Perché sei triste? >>

Non mi conosce davvero e sa cosa sento..

<< Che cosa sono quelli? >> chiesi indicando i disegni neri sul suo braccio.
<< Sono rune, me le ha fatte mia madre, io non sono così brava.. Ma ci sto arrivando.. Ora mi dici perché sei triste? >>
I suoi occhi erano grandi e profondi; le presi la mano, calda al contatto, e, senza dire una parola, la condussi al parchetto vicino casa mia.
<< Mamma io vado al parchetto! Torno subito! >> avvertii mia madre ricevendo subito una risposta positiva stridula dal troppo urlare con papà..
L'aria fuori era fredda e pungente ma la mano di Susan era come una rassicurazione che mi incoraggiava ad andare avanti..
Fatti pochi passi riuscimmo a scorgere delle altalene arrugginite che si scontravano l'una contro l'altra a causa del vento.
Io e Susan ci guardammo negli occhi e corremmo più velocemente possibile per vedere chi arrivasse prima tra le due.
Lei fu la prima a toccare il ferro dell'altalena e a salirci per dondolarcisi.
Quando finalmente riuscii anche io a dondolarmi sul vecchio gioco, chiusi un attimo gli occhi e stranamente sentii la stessa emozione di quando disegnavo: felicità; come se una corsa con Susan avesse fatto scivolare i problemi dal mio corpo..
<< I miei genitori litigano continuamente e io ci sto male.. >> sussurrai rispondendo alla domanda che fino ad ora era rimasta priva di risposta.
<< Eh? ah! Beh chi capisce i genitori? Pensano che non sappiamo determinate cose e poi siamo i primi a lamentarcene.. per questo penso che non solo i genitori possano essere considerati famiglia, no?.. >>
Di fronte al mio sguardo confuso, lei si affrettò ad aggiungere << Per esempio dov'è la tua migliore amica? >>
Lessi i suoi occhi traboccanti curiosità e notai con grande stupore che stava trattenendo il respiro.. Proprio come me..
<< Beh io non ho una migliore amica.. >>

Voglio che diventi la mia migliore amica.. ti prego..

<< Capisco.. >> e proseguì  dondolandosi più forte per poi cadere sul prato.
Con la preoccupazione nel sangue fermai l'altalena e corsi nella sua direzione..
Si stava tenendo il ginocchio con la mano e urlava imprecando a bassa voce..
<< Stai bene? >> l'avevo detto un po' troppo veloce?
<< No.. Mi fa male.. >> ero stanca di vederla soffrire..
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<< Vuoi essere la mia migliore amica? >> dissi interrompendola con parole che non avrei mai detto volontariamente.
Il suo viso si rilassò magicamente e subito dopo lei scoppiò a ridere sdraiandosi sul prato.. << Pensavo non ne l'avresti mai chiesto.. Comunque si Juls, mi piacerebbe essere la tua migliore amica >>
La felicità invase ogni cellula del mio corpo e all'improvviso mi ricordai delle collane nelle mia tasca dei jeans e così mi sedetti dietro Susanna..
*SUSAN'S POV*

<< Ma che succede? >>
Il metallo freddo premeva sul mio petto.
Rivolsi il mio sguardo verso quest'ultimo e vidi una collana con le rune del Libro Grigio.. Come faceva ad averle se lei era una mondana?..
Sorrisi pensando alla mia vita così diversa dalla sua e nonostante tutto il solo fatto di starle vicino mi fece sentire bene: perché mi accettava per quella che ero, senza guardare che ero una cacciatrice (anche se lei non lo sapeva..)  Mi guardò come se fossi speranza..
La sentii spostarsi per ritornare a sdraiarsi di fronte a me.. 
<< Così non ti scordi di me >> confessò sorridendo con le lacrime che faticavano a rimanere ferme negli occhi.. E in questo momento mi sentii talmente bene che la strinsi forte a me..

È così che ci si sente quando si è felici? 
<< Sarà meglio rientrare a casa, si è fatto tardi, andiamo in camera mia e giochiamo! >> esclamò senza un contegno.,
Annuisii consapevole che la notte stessa sarei dovuta tornare all'Istituto.. 
Corremmo ridendo fino in camera sua.
I suoi genitori stavano guardando la televisione: meglio così, non mi avrebbero visto..
Dopo quella corsa ci lanciammo sul morbido letto di Julia sbellicandoci dalle risate.

È così facile divertirsi con lei..

<< Ho sonno  >> annunciai sbadigliando.
<< Allora dormiamo. Notte migliore amica >> disse chiudendo gli occhi.
<< Notte migliore amica >> blaterai chiudendo gli occhi e accarezzando il metallo gelido della collana..

   
 
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