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Autore: Gora_DC    29/11/2014    4 recensioni
Uno dei momenti più difficili e più dolorosi che hanno affrontato Micol e Blaine.
Missing moment di "Not While I'm Around", bisogna leggere la storia per poter capire il testo.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli angeli vengono se tu li preghi e  

quando arrivano ti guardano, ti sorridono e se ne vanno, 

per lasciarti il ricordo di un sogno lungo una notte  

che vale una vita e poi non torna più! 

Tiziano Ferro. 

 

 

Il cielo nero come la pece ricopriva la città, Blaine era sul suo divano a guardare un punto indefinito fuori dalla finestra. Erano due giorni che trascorreva seduto nella stessa posizione. Ormai credeva di aver finito le lacrime ma, anche quando la stanchezza lo assaliva, i ricordi tornavano a fargli visita, più forti di prima, lasciandolo a singhiozzare nuovamente. 

Era avvolto nella sua coperta, quella con cui era solito coprirsi la sera, quando solo le braccia del suo amato non bastavano a riscaldarlo, quella stessa coperta che aveva ancora il suo profumo e che, se chiudeva gli occhi per qualche secondo, lo induceva a credere che fosse proprio lui ad abbracciarlo. Quelle forti braccia a cui si era aggrappato innumerevoli volte negli ultimi tempi e che ora non c'erano più. 

Sembrava un incubo, era tutto un maledettissimo incubo, da cui Blaine voleva solo trovare il modo di svegliarsi. 

Peccato che dalla realtà non ci si possa svegliare, ma si può solo trovare la forza di andare avanti, forza che ormai lui sentiva di non avere più. 

Era tutto pronto, Cooper gli aveva dato una grandissima mano nell'organizzazione e non sapeva come essergli riconoscente; era stato lì anche la sera prima per forzarlo a mangiare qualcosa e, quando Blaine con un sorriso tirato gli aveva promesso di cenare dopo una doccia calda, era tornato a casa. Solo che, per la prima volta, Blaine si era trovato a non mantenere una promessa fatta  a qualcuno. Aveva buttato la cena nella spazzatura ed era tornato a sedersi su quel grande divano, uno spettatore silenzioso del suo amore ormai perduto. 

E, per quanto volesse essere forte, sentiva che il suo mondo era finito, che non c'era più alcun motivo per alzarsi e uscire, per lottare o fare progetti.  

Non c'era più alcun futuro senza di lui. 

Sospirò per l'ennesima volta mentre stringeva a sé ancora di più quella grossa coperta, quando il telefono di casa riprese a squillare. 

Da due giorni non aveva smesso un minuto. 

Sua madre, i suoi amici, i suoi colleghi, erano tutti in ansia per lui e, per quanto apprezzasse la loro preoccupazione, non gli andava di sentire nessuno. Nelle ultime quarantotto ore non aveva risposto ad alcuna chiamata, se non a qualcuna di sua madre, con la quale aveva conversato a monosillabi. Ma era esausto e non gli andava di sentire altre persone ripetere quanto fossero dispiaciute o quanto gli fossero vicine. 

Blaine non voleva nessuno, rivoleva indietro solo il suo Sebastian. 

Non riusciva a concepire il fatto che se ne fosse andato per sempre, che per uno strano scherzo del destino non lo avrebbe più rivisto, non ora che le cose tra di loro andavano così bene, non ora che Sebastian aveva finalmente deciso di sposarlo.  

Era come se Blaine fosse entrato in un universo parallelo in cui non riusciva neanche più a concepire la sua vita. 

Troppo irreale per essere vero. 

Stava per alzarsi e staccare la spina del telefono, quando partì la segreteria telefonica. 

"Blaine rispondi... Blaine ehi!" 

Nel sentire la voce di suo fratello, Blaine alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Anche se gli doveva davvero tanto per averlo aiutato ad organizzare il funerale, iniziava ad averne abbastanza della sua insistenza.  

"Ascoltami, ok? Tanto lo so che sei lì e so che vuoi restare solo, ti giuro che dopo oggi ti lascerò in pace a crogiolarti nel tuo dolore finché vorrai, se è questo quello che desideri, ma ora rispondimi ti prego!" 

Blaine avrebbe voluto tanto alzarsi e rispondere, o per urlargli di smetterla o anche semplicemente per staccare la spina del telefono, ma il sospiro di Cooper e un leggero lamento di sottofondo lo fecero allarmare, tanto da indurlo ad alzare la testa e guardare il telefono, come se questo lo avesse aiutato a concentrarsi meglio sulla chiamata. 

"Blaine ti prego... Io non voglio darti fastidio, né tanto meno allarmarti, ma questo non è il momento di chiuderti in te stesso, mi senti Blaine? Micol..." 

A quel nome, Blaine spostò la coperta  e corse al telefono. 

Micol era da Cooper dalla sera dell'incidente, Blaine gli aveva chiesto di prendersi cura di lei finché non avesse capito cosa fare e come sarebbero andate le cose ora che suo padre non c'era più. 

In realtà Blaine aveva il terrore di (ri)specchiarsi in quegli occhietti verdi, così identici a quelli di Sebastian, e dover dire a Micol che il suo amato principe non sarebbe più tornato da lei. Non aveva il coraggio neanche di pensare a cosa avrebbe detto a quella creatura innocente quando l'avrebbe rivista, non quando ancora lui non riusciva a credere a quello che era successo.  

Con che coraggio l'avrebbe guardata negli occhi per dirle che non le restava più nessuno?  

Ma era ancora la sua bambina e, se avesse avuto bisogno di lui, sarebbe corso in suo aiuto. In più sentiva la sua mancanza ogni ora che passava lontano da lei. 

Senza pensarci due volte, rispose al telefono. 

"Cosa è successo? Lei... Lei sta bene?" chiese allarmato. 

"Ah ma allora ci sei?" rispose canzonatorio Cooper. 

"Cooper smettila, dimmi che succede!" alzò la voce Blaine. 

"Sì Blaine sta bene, solo che... è meglio se vieni qui." 

Cooper sembrava piuttosto provato, aveva un tono di voce davvero spento e, per quanto Blaine cercasse di capirlo, non se la sentiva di muoversi. Non era ancora pronto a rivederla. 

"Io... io non..." balbettò senza riuscire a elaborare una frase di senso compiuto. 

"Blaine, senti, io ce l'ho messa tutta, ci ho provato, ma adesso anche lei non ce la fa più. Ha iniziato a chiedermi quando sareste venuti a prenderla e ha iniziato a piangere. Non posso, io... solo... vieni qui ok?" 

"Falle guardare un po' di tv, qualche cartone animato dovrebbe farla calmare."   

"No Blaine, basta!" alzò la voce Cooper, mentre i singhiozzi di Micol si sentivano in lontananza, "non è stupida, ha capito che c'è qualcosa che non va e ha bisogno di te, lo capisci questo?" 

"Ma io..." cercò di difendersi Blaine. 

"Blaine ti prego, lo so e ti capisco, ma ti scongiuro, ricordati che è tua figlia!" 

Ecco, Blaine non era neanche certo di poterla definire ancora tale, poteva considerarsi davvero suo padre anche se Sebastian non c'era più? 

"No... Lei..."  

"Non ti azzardare a dire quello che stai per dire, fratellino, perché, Blaine, non voglio neanche che pensi una cosa simile, lei è tua figlia! Perciò, per quanto la situazione sia difficile, alza il culo e vieni qui!" disse con convinzione Cooper. 

E forse era proprio per questo che Blaine amava suo fratello, perché per quanto fosse infantile ed egocentrico a volte, riusciva anche ad essere maturo e saggio. Era il fratello maggiore migliore del mondo, e Blaine questo glielo doveva riconoscere. 

"Ok, mi vesto e ti raggiungo!" 

 
 

 

*** 

  

 

All'incirca una ventina di minuti dopo, Blaine era davanti alla porta del suo ex appartamento.  

Quante cose erano cambiate da quando non viveva più lì... 

E ora ognuna di quelle cose era stata spazzata via con la morte di colui che amava. 

Aveva vissuto con suo fratello per quattro anni, prima di conoscere Sebastian e decidere di andare a vivere con lui. Non si era mai reso conto di quanto, in realtà, non gli fosse mai dispiaciuto così tanto lasciare quell'appartamento. Amava suo fratello, questo era logico, ma non si era mai sentito fuori posto con Sebastian e Micol. Era entrato a far parte di quella famiglia come un membro ufficiale, come se lo fosse sempre stato, come se si fossero sempre appartenuti, e ora?  

Ora non aveva più niente. 

Cercando di non lasciare cadere altre lacrime, suonò il campanello. 

Aprendo la porta, Cooper non ritrovò il Blaine di sempre, ma il suo fantasma; faceva davvero fatica a riconoscerlo. Blaine era pallido, con profonde occhiaie, segno di chi aveva passato la notte in bianco, la barba di almeno due giorni e i capelli che andavano in qualsiasi direzione. Non che lui stesse messo meglio, anche Cooper se la stava davvero passando male, pensò Blaine, iniziando a sentirsi terribilmente in colpa. Aveva lasciato Micol a lui dalla sera dell'incidente. Cooper era andato a prenderla per tenerla con sé come ogni settimana e per lasciare ai suoi genitori un po' di intimità. Ma, dopo la chiamata dal commissariato e tutto il resto, Blaine gli aveva chiesto di tenerla per un po'. Non riusciva neanche a prendersi cura di se stesso, figurarsi di una bambina. Solo che aveva accollato la responsabilità a Cooper, che poverino non c'entrava niente. In più Blaine sapeva bene quanto fosse sveglia Micol che  per quanto avesse appena tre anni, avrebbe iniziato a cercare suo padre.  

"Finalmente sei qui, entra!" Tirò un sospiro di sollievo Cooper, prendendo Blaine per un braccio e tirandolo dentro.  

"Che succede?" si ritrovò a chiedere preoccupato. 

Nel sentire la sua voce, Micol comparve nell'ingresso. Aveva un viso stanco e provato, doveva aver pianto per delle ore, gli occhi e le guance rosse ne erano la prova. 

"Daddy" urlò la piccola, iniziando a correre verso Blaine che, sentendosi chiamare, si era chinato e aveva aperto le braccia. 

Fu quando Micol gli buttò le braccia al collo, e lo strinse a sé così forte da rischiare di soffocarlo, cbe Blaine capì di aver commesso una sciocchezza. Micol avrebbe sofferto, proprio come stava soffrendo lui, ma era una bambina forte e intelligente e sarebbe stata la sua ancora di salvezza. Non importava quello che dicevano gli altri, o quegli stupidi documenti, lei era sua figlia a tutti gli effetti e l'avrebbe protetta, si sarebbe preso cura di lei, perché era quello che avrebbe fatto anche se Sebastian fosse stato ancora lì. 

"Shh, bambina mia, sono qui" sussurrava Blaine al suo orecchio, prima di prenderla in braccio e darle un bacio sulla testa, "andrà tutto bene" continuava a sussurrarle cercando di mantenere la calma ed evitare di scoppiare a piangere anche lui.  

Senza dire niente, lasciandosi Cooper alle spalle, Blaine portò Micol nella sua vecchia stanza e l'adagiò sul letto, per poi stendersi accanto a lei.  

La guardò per un po', asciugandole le lacrime e cercando di farla calmare. 

Il suo cuore era distrutto, e pensare di doverle dare un dispiacere così grande lo riduceva in briciole, perché, se c'era una cosa che Blaine desiderava, era vedere quel meraviglioso angelo sorridere sempre. 

Le accarezzò piano la testa e, al contatto, la bambina aprì gli occhi, guardò il suo papà e tirò un sospiro di sollievo. 

"Dov'è papà?" chiese a bassa voce. 

Alla domanda, Blaine rimase in silenzio, mentre cercava di ricacciare indietro le lacrime che gli si erano formate agli angoli degli occhi. 

"Michi, ti ricordi cosa ti disse papà quando nonno Richard andò via?" 

La bambina molto cautamente annuì, "è andato in cielo, gli angeli avevano bisogno di lui." rispose dolcemente. 

"Ecco... Purtroppo quegli stessi angeli, ieri sera..." Blaine faceva davvero fatica a parlare, ma sapeva che era la cosa giusta da fare. Non credeva in Dio o nel paradiso, ma se serviva a far immaginare Sebastian in un luogo felice, in cui stava bene ed era al sicuro, non avrebbe impedito a Micol di crederci. "Ieri sera papà ha ricevuto la stessa chiamata ed è dovuto correre da loro... Adesso è con nonno Richard." 

Ma  per quanto volesse essere forte, Blaine non ce la fece più a trattenersi e due grandi lacrime gli rigarono il viso, facendo preoccupare Micol che, nel vederlo così, si era alzata sulle ginocchia e si era avvicinata ancora più a lui. 

"E quando torna?"  chiese subito dopo la piccola. 

Blaine, non riuscendo a trovare le parole, scosse la testa e abbracciò la figlia. "Devi sapere che quando si va tra le nuvole non si può tornare indietro, adesso è lì, felice e in compagnia del nonno." 

A quelle parole Micol scoppiò a piangere ed ad urlare "no, rivoglio il mio papà, lui deve tornare, andiamo noi da lui." 

Blaine, non trovando più il coraggio di aggiungere altro, strinse a sé la sua bambina, piangendo con lei, continuando a sussurrarle "shhh" e "andrà tutto bene". 

Si addormentarono abbracciati, con i visi ricoperti di lacrime e i cuori a pezzi. 

 
 

 
 

*** 

 
 

 
 

Erano all'incirca le cinque del pomeriggio quando la funzione finì.  

Non era stata una cerimonia molto lunga, ma molto intima; Blaine aveva preferito che ci fossero solo le persone più vicine a lui e a Sebastian. C'erano state molte lacrime, tanti fiori, e diverse pacche sulle spalle, ma per tutto il tempo Blaine si era tenuto stretto alla mano di sua figlia. 

Micol stringeva la mano del suo daddy,  guardando il punto in cui ormai era stato seppellito Sebastian, non riusciva a smettere di piangere, guardando la foto del suo papà, mentre stringeva la mano dell'unica persona che gli era rimasta. Mentre Blaine non riusciva ancora a capire cosa ne sarebbe stato di loro, distolse lo sguardo e lo posò su sua figlia, così piccola e indifesa. In quel momento  promise a se stesso e a Sebastian che si sarebbe preso cura di lei, che non le avrebbe mai fatto mancare niente, che avrebbe fatto di tutto per farla crescere sana e forte, e che non avrebbe passato un solo giorno senza ricordarle che uomo meraviglioso fosse suo padre. 

Cooper, che era andato a fare un saluto alla tomba di suo padre, tornò per avvisare suo fratello che era ora di andare e che si stava facendo buio. Blaine annuì e, quando fece per seguirlo, la mano di Micol lo fermò. La bambina era rimasta immobile a guardare la foto del suo papà, avevano scelto una foto bellissima, che ricordasse per sempre il suo sorriso, e Blaine si chinò verso di lei. 

"Amore, dobbiamo andare." 

"Daddy..." sussurrò appena. 

"Dimmi tesoro." 

"È davvero felice ora che è sulle nuvole?" 

"Certo amore mio." 

"È andato lì perché qui con noi non lo era?" Fu solo in quel momento che la piccola alzò lo sguardo, per specchiarsi negli occhi di Blaine che non riuscì più a respirare. 

Come avrebbe spiegato a sua figlia che non era colpa sua se Sebastian se n'era andato, che mai avrebbe voluto fare una cosa del genere? 

Si chinò verso di lei e le accarezzò il viso, cercando di trovare le giuste parole. 

"No amore, lui era felice con noi, lo era tantissimo, ma non ha potuto fare a meno di andare via. E non pensare mai che lui non ti amasse abbastanza, perché lui non ti avrebbe mai lasciato se ne avesse avuto la possibilità. Ok, Michi?" 

Era ormai buio, quando Blaine abbracciò sua figlia. 

"Guarda  Michi" si alzò Blaine, indicandole l'unica stella apparsa in quel momento, "deve essere papà che ci dice che sta bene..." 

"Dici davvero?" 

"Ne sono sicurissimo, lui è sempre qui a prendersi cura di noi e, finché sarà qui" portò un dito sul suo cuore, "lo terrai al sicuro dentro di te, lui non ti lascerà mai!" 

Micol annuì, tornando a guardare quell'unica stella così luminosa e finalmente sorrise. 

"Andiamo a casa?" chiese Blaine, prima di vedere la sua bambina stringergli la mano ed annuire. 

"Si Daddy, andiamo a casa." 

 
 

 
 

 
 

 
 

NOTE DELL'AUTRICE. 

Salve ragazzi! Sono tornata con un piccolo pezzo di storia che volevo tantissimo scrivere e che progettavo di farlo già da un po'.  

So che non è un "missing moment" particolarmente felice, ma è il momento in cui Blaine si rende conto che tutto dipende da lui e che l'unica cosa che gli resta è proprio la sua bambina. Come sapete amo particolarmente ogni personaggio e ogni aspetto di questa storia, quindi per me scrivere questo momento non è stato molto semplice. 

Per ora ne ho scritto un altro, quindi il tempo di rivederlo e betarlo e pubblicherò anche quello!  

Non so che altro dirvi, la canzone all'inizio non so se è proprio indicata, ma la stavo ascoltando mentre pubblicavo e mi ha colpito così tanto da volerla inserire. 

Un piccolo omaggio ad una mia carissima lettrice a cui sono particolarmente affezionata, Zurry ti voglio bene <3 

Un ringraziamento speciale lo devo a babykit87l, klainessmiles e UnintendedMe,b perché se non fosse per queste tre meravigliose ragazze non avrei mai avuto la forza di continuare a scrivere!! Vi amo tutte e tre!!! Siete meravigliose!! 

Per ora è tutto. Ci vediamo al prossimo aggiornamento!!!  

Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre. Baci a tutti! 

 
 

PS. Come sempre ringrazio la mia beta, Nessie86, che dovrebbero ribattezzare Flash!!! Grazie mille honey! <3 

 
 

 

 
 

 

  
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