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Autore: Jay_Myler    29/11/2014    0 recensioni
La Principessa Gommarosa sta lavorando ad un progetto per una macchina del tempo, per la seconda volta, ma questa volta pensa di aver trovato u n metodo più sicuro per poter viaggiare nel tempo; ma come per la prima volta, sarà scatenato un tremendo guaio che fa tremare tutta la terra di OOO. In tre onde d’urto temporali i vari protagonisti vengono scambiati di linea temporale con i protagonisti della fan fiction di re ghiaccio, che in realtà esistono in un’altra linea temporale. Gommarosa riuscirà a ristabilire il giusto flusso del tempo e riportare ogni abitante nel proprio mondo?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fionna, Gommorosa/Gumball, Marceline, Marshall Lee
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Adventure time... portami via!'
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Terra di AAA
 
Nel regno di AAA tutto scorreva liscio come l’olio, i cattivoni erano già stati presi a calci nelle chiappette da un bel po’ di tempo e l’eroina di turno ora poteva riposarsi, meritatamente nella sua casetta albero, nella tranquillità e nel silenzio della pace che le cullava il riposo.
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! LO ODIO QUELLO STUPIDO!»
Fionna saltellava sul divano morbido del suo salotto, mentre cercava di strappare dei pezzi di stoffa da un cuscino che si era trovato tre le sue grinfie e che ora si era trovato a fare da valvola di sfogo.
«Suvvia dolcezza, vedrai che le cose si sistemeranno, ormai è un periodo che fate sempre quello, litigate e fate pace, litigate e fate pace… vedrai che anche questa volta non faticherete a riappacificarvi.» la rassicurò Cake, mentre sottraeva quel povero cuscino alle immane torture medievali che gli stavano infliggendo. «Anche se quel ragazzo non mi piace per niente.» concluse a denti stretti.
La ragazza si vide portare via il cuscino e stava per sfoderare la spada per riprenderselo, quando, in un momento di lucidità, gettò a terra l’arma e si passò le mani tra i suoi lunghissimi capelli; quasi rimpiangeva di non indossare più il suo vecchio cappello a coniglietto, che per tanti anni, nella sua infanzia l’aveva accompagnata in epiche battaglie. Ora che era diventata una vera signorina, come le diceva sempre Cake, e che aveva deciso di stare con quello screanzato svolazzate, sempre parole di Cake, doveva vestirsi e comportarsi come una ragazza matura, continuando sempre a proteggere, però, la sua amata terra, ormai in un periodo di pace e silenzio; le mancava tantissimo calciare quelle chiapette disoneste e sciabolette se lo faceva bene!
Si mise a sedere mentre raccoglieva tutta la sua chioma da una lato, cominciando ad intrecciarla senza pensarci troppo. Se solo il suo ragazzo fosse stato un poco più buono e meno Re dei Vampiri! Di certo non lo voleva mieloso e zuccheroso come il Principe Gumball, quello rasentava il diabete, ed era così concentrato sul fare dolci e cose zuccherine mentre governava su Dolcelandia che non l’aveva mai considerata abbastanza come una donna quale era diventata, a differenza di Marshall Lee, che anche se con commenti poco appropriati ed apprezzamenti un po’ spinti, aveva subito dimostrato di essersi accorto dell’enorme cambiamento che era avvenuto in Fionna; non voleva che il suo Marshall cambiasse, lo avrebbe voluto giusto un tantino meno irrequieto e cattivo, un po’ più come il Principe Fiamma magari. Quel ragazzo lo aveva letteralmente visto crescere, anche se molto rapidamente; da minuscolo fiammaleone coccoloso, si era trasformato in uno splendido ragazzo dai capelli di fuoco. L’animo caldo del Principe l’aveva sempre affascinata e la sua non indifferente bellezza l’aveva colpita anche da più piccola; tra di loro c’era stata da subito una forte amicizia, ma la cosa non si era mai spinta oltre; dopo che lei e Lee si erano iniziati a frequentare, la ragazza aveva perso di vista il povero Fiamma, che spesso e volentieri si trovava con Gumball ad alimentare il suo forno magico, a cucinare chissà che cose… magiche!
Se in un primo momento, la ragazza, aveva visto il sovrano di Dolcelandia come ragazzo, così affascinante, con il potere e così interessante, con il Principe Fiamma questa scintilla non era mai nata, forse per la tempistica, forse per i loro caratteri così simili, forse perché a quel tempo aveva già in mente Marshall. Chissà se sarebbe mai nato qualcosa tra di loro in caso contrario, ma adesso si stava chiedendo come avrebbero risolto questo ennesimo litigio lei ed il suo ragazzo; lui era così… lugubre e cattivo ragazzo, così dalla parte del caos, ma allo stesso tempo non aveva mai fatto del male a nessuno, era solo un po’ ribelle ed amava suonare il suo basso, quindi lui non poteva essere così cattivo come si diceva. O forse lei non aveva mai visto la sua indole predatrice; a conti fatti, lei teneva davvero tanto a Marshall Lee, ma si stava chiedendo se, visto le loro ultime vicende, fosse lui il suo futuro.  
«Vedi Cake, è questo il vero problema; è un periodo che litighiamo sempre… io… ho paura di perderlo, sorellona.» disse mentre abbandonava l’intreccio dei capelli, per buttarsi tra il pelo soffice della coda della sua gatta pezzata.  «Litighiamo per ogni minima cosa, anche quando non ce n’è motivo, certe volte vorrei che la terra tremasse, squarciandosi in mezzo e che la Nottesfera se lo venisse a riprendere!»
CRABOOOOOOOOM!
«Dolcezza, dovresti fare attenzione a ciò che desideri!» disse la gatta, mentre si allargava a mo’ di cuscino gigante, per prenderla al volo, dopo che quella terribile scossa, aveva fatto cadere la ragazza giù dal divano.
«Accidenti, chissà come sta Marshall!» disse Fionna piombandosi fuori dalla porta di casa, correndo all’impazzata per raggiungere il suo ragazzo.
 
 
Terra di OOO
 
«Per tutti i Dolcibotti, cosa è successo?» si chiese la Principessa Gommarosa, mentre si massaggiava la testolina gommosa; il suo laboratorio era tutto in disordine e la macchina del tempo era gravemente ammaccata su un lato, così che la forma sferica iniziale, si fosse tramutata in una specie di ovale asimmetrico; dalla finestra proveniva una strana luce mattutina, l’alba era decisamente all’orizzonte e a lei mancavano un bel po’ di ore di memoria. Si alzò da terra e poggiando una mano sul suo bancone da lavoro, le venne in mente cosa era successo a lei ed alla sua creazione scientifica.
«Se soltanto Marceline non mi avesse spaventato così tanto ieri notte, non sarei inciampata, distruggendo la mia adorata creazione! Adesso non saprò mai se funzionasse o meno!» singhiozzò.
Ci aveva speso così tante ore di lavoro sopra, per non parlare della progettazione, dei calcoli matematici, algebrici, quantistici, di tutte le ricerche che aveva svolto, le nottate di sonno saltare, gli zuccheri ingeriti, le giornate di Sole perso, ma soprattutto l’addolorava l’aver perso la sua adorata creazione! Sarebbe stata l’invenzione del secolo, forse addirittura del millennio, grandi cose si sarebbero potute fare se solo non ci fosse finita miserevolmente e pesantemente sopra, compromettendola definitivamente. Era tutta colpa di…
«Marceline! Dove si è andata a cacciare?» la sua voce era un misto di rabbia e di confusione, con un velo di paura: giocare o interferire con oggetti così potenti ed ancora instabili, così come era stata la sua macchina del tempo, poteva aver comportato delle conseguenze più o meno gravi; forse anche irreparabili ed orribili. Dietro un’anta della porta intravide una ciocca nera come la pece; dovevano essere i capelli di Marcy, che poteva essere svenuta lì terra, o forse peggio… ma al peggio non voleva assolutamente pensare. Quella vampira era la sua più grande sciagura e la sua più grande gioia; la Regina dei Vampiri suscitava in lei sentimenti contrastanti, sentimenti che comunemente non vengono provati nello stesso momento per una medesima persona. La adorava da impazzire, con quei suoi modi ribelli, con la sua spavalderia e quella sua cattiveria che millantava ogni istante, le faceva perdere la testa, in ambo i sensi; per non parlare di quanto adorasse la sua voce melodiosa, mentre si accompagnava con il suo basso, o dei suoi lunghi capelli corvini che le incorniciavano il viso pallido e quei due minuscoli morsetti sul collo che la facevano appartenere alle creature della notte; che sembrasse una creatura dell’altro mondo era assodato, ma la sua straordinaria bellezza non sembrava appartenere alla Nottesfera.
Tra le due ragazze non s’era stato sempre questo rapporto contrastato, non era da sempre che si punzecchiavano l’un l’altra, non era da quando si erano conosciute che si sentivano in dovere di contrastarsi e contraddirsi qualunque cosa dicessero; il loro rapporto prima era diverso, era più intimo, più amichevole, ma quello era solo uno spettro del passato, che l’induceva a porsi soltanto più sgarbatamente nei suoi confronti.
Si avvicinò sommessamente, come se il peggio potesse sentirla e concretizzarsi se l’avesse sentita arrivare e un passo dopo l’altro si avvicino all’entrata del laboratorio. Vide quella ciocca prima muoversi leggermente, poi sparire completamente dietro il legno; il peggio era scongiurato, la sua adorata Marceline era ancora incolume, anche se più si una volta le aveva fatto perdere la pazienza, ed ora le aveva fatto distruggere la sua scienza, la voleva ancora bene. Sorpassò la barriera di legno che le separava e con un grosso sorriso, le si avvicinò per aiutarla, stendendole una mano.
Il suo sorriso si spense immediatamente.
Ritirò leggermente la mano.
«E tu chi sei?»
 
Jay Myler
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