Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: MoCridhe    30/11/2014    9 recensioni
Felicity sta per lasciare Starling City. Oliver troverà il coraggio di chiederle di restare?
Dal testo: "Era un codardo? Sì, e ormai aveva imparato a convivere con quel sentimento. Se c’era un pericolo ci si buttava dentro a capofitto, senza neanche pensarci, ma con Felicity, o meglio, con i suoi sentimenti, era tutta un’altra storia. Non aveva il coraggio di allungare la mano e prendere quello che desiderava così tanto, così ardentemente, tanto da non riuscire a dormire la notte. Ma non poteva! Lui le aveva fatto capire in molti modi che la loro era una storia finita ancora prima di cominciare. I suoi timori e le sue paure non sarebbero scomparsi nel nulla, così, per magia.
Eppure… in quel momento sentiva che se non avesse fatto qualcosa l’avrebbe persa per sempre."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Salve a tutti! Era da un po' che avevo in testa di pubblicare qualcosa su questa coppia che amo alla follia. Spero che questa piccola cosa vi piaccia. 

^_^ Buona lettura!

-Tu la ami?-
Certo che l’amava.
Poteva essere solo amore quello che sentiva ogni volta che la vedeva allontanarsi dal covo con la voglia di seguirla per chiederle cosa avrebbe fatto quella sera, cosa avrebbe mangiato, chi avrebbe incontrato, a chi avrebbe sorriso. Era amore quello che provava dopo tutto il tempo passato insieme a dare la caccia ai criminali, a rendere Starling City una città migliore, a combattere ogni notte fianco a fianco. Era amore, certo, perché tirava sempre un sospiro di sollievo ogni volta che dopo aver messo piede nel covo il sorriso di lei rendeva quel luogo un posto migliore, tanto da fargli pensare “eccomi, sono a casa”.
Da tempo sapeva di amarla e lo sapeva anche in quel momento, che se ne stava con Laurel ferma, davanti a lui, in attesa di una risposta.
Laurel, che aveva preso il posto di Sarah già da tempo come Black Canary e che, come lui, frequentava il covo, viveva insieme a lui ogni missione e che, proprio cinque minuti prima, gli aveva chiesto di riprovare a stare insieme.
Oliver si era ritrovato a fissarla come un pesce lesso senza riuscire a dire una parola. Nella sua testa, una vocina insistente gli impediva di rispondere.
E così, davanti alla donna che aveva amato per metà della sua vita, la donna che aveva imparato ad apprezzare anche in battaglia, si era ritrovato con il cuore in fibrillazione e senza una risposta da darle. In verità non era la risposta in se a fargli paura, Oliver temeva di più la reazione che avrebbe avuto. Non voleva che Laurel scivolasse di nuovo nel tunnel buio dal quale era uscita con tanta fatica.
In quanto donna forse lei aveva la vista più lunga, o forse lei non aveva paura ad ammettere quello che lui si teneva dentro da tempo.
Davanti alla scena muta di Oliver, si era resa conto del perché del suo rifiuto, e per quanto le facesse male, non poteva esimersi dall’ammetterlo apertamente davanti a lui.
Se non altro per mettere le cose in chiaro, una volta per tutte.
-Sai, chissà perché mi aspettavo una reazione del genere- aveva detto cominciando a camminare su e giù, cercando di trattenere le lacrime - anzi, mi stupisce che non l’abbia capito prima. Se una donna confessa il proprio amore ad un’altra persona ci sono solo due motivi perché l’altro rimanga fermo a fissarla senza dire niente, facendole fare la figura dell’idiota. Il primo, è perché non ricambia il suo amore. Il secondo, è perché c’è un’altra donna nella sua vita che ha già preso posto nel suo cuore. Nel tuo caso, penso che siano entrambi dei validi motivi-
-Di cosa stai parlando?- le aveva risposto a quel punto Oliver fermo nelle sue convinzioni. Aveva la voce roca; riuscire a parlare si era rivelato più difficile del previsto.
-Sto parlando di una biondina, alta quasi quanto me. Occhi azzurri, parlantina vivace e incredibilmente brava con i computer. Sto parlando dei tuoi sentimenti per Felicity. Sto parlando del fatto che da quando ti ha detto che avrebbe lasciato la città per sempre sei cambiato. Sei diventato più ombroso e negli occhi hai una fitta di sofferenza perenne-
Si era fermata per riprendere fiato, per lasciargli il tempo di capire ed elaborare le sue parole, tuttavia c’era una domanda che aveva bisogno di porgli e alla quale sperava che Oliver rispondesse con sincerità.
-Tu la ami?-

“Ecco, lo ha capito” pensò Oliver per un breve momento e se fosse stato un codardo forse le avrebbe anche risposto di no. Ma nel tempo intercorso dalla domanda, aveva capito che non poteva mettere a tacere i sentimenti che provava per lei, neanche per il fragile equilibrio psichico di Laurel.
Nella sua mente avevano preso a vorticare i ricordi del passato. I momenti del loro primo incontro e quelli successivi nella Arrow cave. Gli ultimi due anni passati a lavorare fianco a fianco senza che nessuno dei due avesse mai trovato il coraggio di farsi avanti. Sapeva che Felicity aveva avuto una cotta per lui in passato e che per la sua sicurezza era stato meglio non incoraggiare il loro legame, ma era stata una scelta che aveva fatto soffrire entrambi. Forse molto di più lei che Oliver, che a quel tempo pensava solo di non essere degno per nessuno, tantomeno per una ragazza dal cuore puro come Felicity. Aveva pensato solo alle sue missioni, ad acciuffare il cattivo di turno e a tenere nascosto tutto ciò che quella biondina, entrata come un uragano nella sua vita, gli faceva sentire ogni volta che parlava con lui.
Fel aveva dovuto sopportare le ragazze con cui si era “intrattenuto”, sia che si trattasse di Helena, Isabel, Sara o Laurel, e ogni volta il suo sguardo ferito faceva più male di un proiettile al curaro.
Gli indizi c’erano tutti. Gli apparvero nitidi davanti agli occhi come se fossero scritti su un tabellone. Nonostante questo, nessuno dei due aveva avuto la forza di fare un passo nella direzione dell’altro.
Quando aveva lasciato che Slade rapisse Felicity, si era sentito talmente lacerato dal dolore e dalla paura che si era ripromesso di proteggerla sempre, e che non avrebbe mai permesso a niente e a nessuno di farle del male. Volutamente nel gruppo dei ‘nessuno’ c’era finito pure lui. Ecco perché quando le aveva chiesto di uscire e il loro appuntamento si era rivelato disastroso, nonché pericoloso per la vita di entrambi, soprattutto per Felicity, alla fine si era tirato indietro.
-Allora? Rispondimi- lo aveva incalzato Laurel. Non ce la faceva più a guardarlo corrodersi dentro – merito una risposta. Merito di sapere perché me ne sto qui in attesa di sapere se sei interessato ad un’altra donna e non hai nemmeno il coraggio di dirmelo guardandomi in faccia-
Era vero, Oliver non la stava più guardando in viso. Sapeva che se l’avesse fatto avrebbe dovuto dirle la verità e a quel punto la paura che sentiva dentro sarebbe raddoppiata. Ma non poteva lasciarla così, Laurel meritava una riposta e il prezzo da pagare per la sua sincerità sarebbe stato il suo cuore spezzato. Non poteva più preoccuparsi per lei, doveva smetterla di farlo.
-Te lo chiederò un’ultima volta Oliver. Sei innamorato di lei? Rispondimi!-
-Sì! - aveva sbottato liberandosi di un peso enorme – è così. È la verità. La amo- la sua voce si fece sempre di più un sussurro fino ad esaurirsi del tutto. L’intensità di quelle parole lo travolse come un’onda lasciandolo senza fiato.
Vedendo il viso scioccato di Laurel si rese conto che, dopotutto, lei non voleva saperla la  verità. Ma ormai aveva messo le carte in tavola e non poteva più tirarsi indietro.
-Credo… credo che sia sempre stato così. Avevo solo paura di dirtelo e francamente non so neanche perché te lo sto dicendo: noi non abbiamo un futuro. Ho accettato da tempo il fatto che non possiamo stare insieme-
Laurel lo guardò impietrita ancora per un po’, poi parve riprendersi o almeno ci provò.
-Credo che sia scattato qualcosa in te quando ti ha detto che sarebbe partita. Il tuo cuore si è chiuso a riccio sui sentimenti che ha sempre provato per lei e questa volta ha prevalso sulla tua mente- Oliver la guardò, mentre la luce del tramonto la avvolgeva completamente. L’uomo che aveva appena rubato un diamante prezioso era stato relegato in un angolino della sua testa, ora non aveva la forza per pensarci. Davanti ai suoi occhi apparve il volto di Felicity mentre  scompariva dietro le porte scorrevoli di un treno che l’avrebbe per sempre allontanata da lui.
Non aveva avuto nemmeno la forza per salutarla, o meglio, era letteralmente scappato dal covo con la scusa di dover acciuffare il ladro e riprendere il diamante. Sapeva che il suo treno sarebbe partito tra circa mezz’ora e che non avrebbe avuto il tempo di tornare alla base per i saluti. Anche se aveva cominciato a dirle addio già da una settimana; ogni volta che la guardava e che le stava accano, cercava di imprimersi a fuoco nella mente ogni più piccolo dettaglio del suo viso, del suo sorriso, del suo corpo e del suo profumo.
Aveva ragione Laurel, era diventato un’altra persona in quella settimana e solo in quel momento si rese conto di averlo fatto volontariamente. In un tacito accordo con il suo cuore aveva stabilito che non avrebbe lasciato campo libero alla disperazione  o alla tristezza,  e perciò si era buttato a capofitto nel lavoro. Usciva spesso e rientrata sempre molto tardi, così da non trovare più nessuno ad aspettarlo al suo rientro.
Sapeva che se l’avesse vista forse avrebbe trovato il coraggio di chiederle di restare e questo non poteva farlo. Non poteva privare la sua Felicity della felicità che tanto meritava.
Ricordava ancora quanto fosse al settimo cielo la sera in cui si presentò al covo con la notizia che aveva vinto un importante premio informatico per la sua collaborazione con le industrie  Holt.
Gonfio d’orgoglio l’aveva abbracciata stretta e aveva inspirato a lungo il suo profumo.
-Sono felice per te, lo meritavi- poi guardando verso John aveva aggiunto – abbiamo sempre creduto in te e sapevamo che ce l’avresti fatta-
-Lo so e non potevo desiderare degli amici migliori di voi. Solo che…- Felicity si interruppe; nella sua voce un velo di dispiacere. Si allontanò da Oliver mentre i due la guardavano straniti.
-Che ti prende ora?- le chiese John avvicinandosi.
-E’ che non so come dirvelo-
-Dirci cosa?- le chiese a quel punto Oliver. Dentro di se aveva cominciato ad avvertire una brutta sensazione.
-Il signor Holt mi ha chiesto di trasferirmi a Central City, nella sede distaccata delle sue industrie, per seguire il reparto di sviluppo delle tecnologie informatiche-
- E tu cosa gli hai risposto?- le chiese Oliver con lo stomaco chiuso in una morsa. Non poteva giurarlo ma sicuramente il suo volto aveva perso qualche tonalità di rosa. 
Il cuore di Felicity perse qualche battito mentre gli rispondeva.
-Io… io ho accettato-
Oliver incassò le spalle e abbassò lo sguardo.
-Ti prego, dì qualcosa- sussurrò Felicity con il cuore in gola. Dentro di se sperava solo che Oliver trovasse il coraggio di chiederle di restare, di non andare, di non partire.
Come quella volta in cui gli confessò della sua cena con Palmer e aveva sperato fino all’ultimo minuto che lui si presentasse e la portasse via dal ristorante.
Ma, in entrambi i casi, non successe niente di tutto ciò.
Oliver aspettò qualche secondo prima di tornare a guardarla, i loro occhi si scontrarono e, prima che lasciasse la stanza, le augurò solo buona fortuna e poi si richiuse la porta alle spalle.
Era un codardo? Sì, e ormai aveva imparato a convivere con quel sentimento. Se c’era un pericolo ci si buttava dentro a capofitto, senza neanche pensarci, ma con Felicity, o meglio, con i suoi sentimenti, era tutta un’altra storia. Non aveva il coraggio di allungare la mano e prendere quello che desiderava così tanto, così ardentemente, tanto da non riuscire a dormire la notte. Ma non poteva! Lui le aveva fatto capire in molti modi che la loro era una storia finita ancora prima di cominciare. I suoi timori e le sue paure non sarebbero scomparsi nel nulla, così, per magia.
Eppure… in quel momento sentiva che se non avesse fatto qualcosa l’avrebbe persa per sempre.
Laurel continuava a guardarlo, era come se riuscisse a vedere la lotta interiore che Oliver aveva ingaggiato contro il suo cuore e la sua mente. Nonostante fosse appena stata rifiutata, era dispiaciuta per lui. I sentimenti di Oliver erano così limpidi che voleva solo che lui provasse un poco di felicità.
-Va da lei- gli disse semplicemente. Oliver la guardò sorpreso.
-Se stai soffrendo così tanto vuol dire che è quella giusta. Quella per cui vale la pena tentare il tutto e per tutto. Va da lei, fermala, impediscile di partire-
-Non posso- disse lui stringendo le mani attorno al suo arco.
-Credi che questo sia una buona ragione per lasciarti sfuggire la donna che ami?-  afferrò l’arco di Oliver e lo strappò via dalle sue mani – c’è un uomo sotto quel cappuccio. TU non sei solo quel cappuccio. Anche noi possiamo essere felici, meritiamo di essere felici-
-L’ho già fatta soffrire troppe volte-
-E lo farai ancora se le permetti di partire senza averle detto quello che provi per lei-
-A quest’ora sarà già andata via-
-No, se ti sbrighi e la raggiungi alla Stazione-
Ci mise due secondi a prendere una delle decisioni più importanti della sua vita e non poteva che essere più felice in quel momento;  finalmente il suo cuore aveva vinto l’eterna lotta corto la ragione e ora lo guidava in una corsa frenetica in direzione della Stazione: aveva un treno da fermare.  

 

Felicity era appena scesa dal taxi e con la valigia stretta in una mano, la borsa nell’altra e un macigno di proporzioni megalitiche sul cuore, si apprestava a raggiungere il suo treno. Credeva di essere in ritardo, aveva aspettato oltre il limite consentito al covo, in attesa del ritorno di Oliver ma lui non si era presentato. Aveva salutato John e Roy e con le lacrime agli occhi era salita sul taxi con la morte nel cuore. Si guardava attorno come se si aspettasse di vedere da un momento all’altro un volto famigliare, ma era circondata solo da sconosciuti. Già sentiva la mancanza di quella che per lei era diventata a tutti gli effetti la sua famiglia e aveva cominciato a chiedersi se partire fosse la scelta migliore. Era contenta dell’opportunità lavorativa che aveva ottenuto, ma dentro di lei sapeva che se avesse messo piede su quel treno non avrebbe mai più avuto la possibilità di essere felice come lo era stata fino a quel momento, con le persone che amava di più al mondo, facendo qualcosa di veramente importante.
La missione di Arrow aveva dato un senso alla sua vita. Il team era la sua famiglia. Poteva stare senza la sua famiglia? Poteva fare a meno del supporto fraterno di John? Poteva vivere senza Oliver?
La risposta era No. No, non poteva, non ci sarebbe mai riuscita. Lo amava troppo per rinunciare a lui.
Eppure lui continuava a rinunciare a lei…
Fu quel pensiero razionale a ridestarla da quel momento di nostalgia. Oliver era il fulcro di tutto, Oliver le dava e le toglieva la felicità. Non poteva rimanere o avrebbe continuato solo a farsi del male.
Il treno era pronto a partire e lei stava per salirci sopra quando una voce la fece congelare sul posto e il suo cuore riprese a battere forsennato nel petto.
-Felicity!- urlò ancora e credette di avere le allucinazioni perché non riusciva a vederlo nella fiumana di gente che affollava la Stazione dei treni a quell’ora. Si convinse che la voce di Oliver fosse solo frutto della sua fantasia e riprese da dove si era interrotta fino a quando una mano non la afferrò dal braccio e le impedì di salire.
Impaurita, si lasciò sfuggire un urlo, ma quando vide il viso di Oliver la sorpresa prese il posto dello spavento.
-Oliver-
-Non partire- le disse tirandola giù dal treno.
-Co…come?- balbettò lei frastornata.
-Hai sentito: non partire-
-Dovrai impegnarti di più se vuoi convincermi a restare e poi perché dovrei starti a sentire, non hai nemmeno voluto salutarmi. E ora vieni a dirmi di non partire?-
-Sì-
-Perché?-
Si guardarono intensamente mentre il treno per Central City sfrecciava via proprio accanto a loro.
Arrabbiata più per il fatto che ancora una volta Oliver la stesse tenendo appesa a un filo che per aver perso il treno, si voltò e cominciò a camminare lasciandolo indietro sbigottito.

-Stupido… testone… arrogante… presuntuoso di un Queen-  sussurrava Felicity mentre camminava intenzionata a prendere il treno successivo. Era sempre la stessa storia con lui, perché non riusciva ad essere onesto?
-Felicity, ti prego aspetta- urlava lui mentre lei camminava spedita verso la sua destinazione.
-Perché dovrei aspettare? Se vuoi farmi perdere anche il prossimo treno ti conviene trovare una scusa migliore della precedente-
-Non era una scusa, ti sto chiedendo di restare-
-E ancora una volta ti sto domandando perché?-
C’era un sacco di gente attorno a loro due, eppure sembrava che fossero da soli. Felicity continuava a camminare e lui la inseguiva, fino a che non si fermò e chiaro e deciso disse:
-Perché non posso vivere senza di te-
Fu come se un secchio di acqua gelata le finisse addosso. Per qualche secondo le mancò il respiro e non fu più capace di fare un solo passo.
Si voltò verso di lui e aspettò che la raggiungesse.
-Non hai appena detto quello che hai appena detto-
-E invece l’ho detto-
-E cosa ti aspetti che faccia adesso?-
-Restare-
Felicity deglutì a fatica il macigno che aveva piantato in mezzo alla gola e riprese a parlare.
-Sai, poco prima che tu arrivassi stavo pensando esattamente la stessa cosa. Mi sono detta: posso vivere senza di lui? La mia risposta è stata: No, non posso. Eppure stavo per salire lo stesso su quel treno-
-È perché non sapevi che sarei venuto a chiederti di rimanere-
-No, è perché volevo smettere di soffrire-
In una falcata Oliver le prese il viso tra le mani e appoggiò la sua fronte su quella di lei.
-Perdonami, ti prego… perdonami-
-Oliver non mi bastano le tue scuse, voglio di più di questo- si staccò da lui e guardandolo negli occhi decise di essere sincera una volta per tutte - Io ti amo. Ti amo così tanto che mi sembra di impazzire. Ti amo da sempre, ma sei un tale egoista… pensi che insieme non possiamo essere felici. Che mi farai solo del male e che soffrirò, perché credi di non essere capace di amare. Ma io lo so che non è così. Lo so per il modo in cui mi guardi, per il modo in cui mi sorridi, per il modo in cui mi tiri sempre fuori dai guai. Lo so per il modo in cui litighiamo e per la luce che vedo nei tuoi occhi. Oliver…lo so, perché mi rendi felice. Ma se non metti le paure da parte, se non ti lasci andare… tutto questo non ha alcun senso. Il mio amore per te non ha alcun senso- a quel punto i suoi occhi si riempirono di lacrime mentre lo guardava con il cuore in mano. Lui era fermo e immobile, come una statua. Sperava che si svegliasse e le dicesse qualcosa.
Al contrario, Oliver preferì agire: colmò la distanza che li separava e la strinse tra le sue braccia schiantando le sue labbra su quelle di lei. Presa alla sprovvista rimase immobile per qualche secondo prima di decidersi a ricambiare. Oliver le prese il viso tra le mani e la scostò appena, giusto il tempo di dirle – mi avevi già convinto al primo ti amo- lei rise, con il cuore colmo di gioia e lo strinse ancora più forte- non dire mai più che il tuo amore per me non ha senso, mi hai riportato alla vita Felicity. Anche io ti amo da impazzire e non voglio più negarlo-
-Bene, ne sono felice-
-Dici che ora possiamo andarcene? Ci stanno guardando tutti- disse rivolgendosi a un capannello di persone che si era fermato ad osservarli.
-Sì- rispose lei ridendo prendendolo per mano - Sì andiamo-

 

-Smettila di guardarmi così- disse Oliver. Aveva il volto di Felicity a meno di venti centimetri di distanza, erano stesi sul letto di lei, e Fel continuava a fissarlo con il mento appoggiato sul suo petto mentre lui giocava con una ciocca dei suoi capelli attorcigliandosela intorno al dito.
-Così come?-
-Come se fossi la persona migliore di questo mondo o la più importante per te-
-Ma lo sei. Lo sei, anche se è difficile per te da credere. Lo sei sempre stato-
-Davvero mi vedi così?-
-Assolutamente. Sei quello che sei grazie a quello che fai e questo ti rende migliore di tutti gli altri, ma è quello che sei, non quello che fai, a renderti la persona più importante per me-
Oliver si alzò e con uno scatto le strinse il viso tra le mani grandi invertendo le posizioni. La baciò intensamente, così tanto che le fece mancare il respiro.
-Dio, se ti amo- la baciò di nuovo, questa volta senza staccare gli occhi dai suoi – sei così bella-
Cominciò ad accarezzarle il viso delicatamente e poi scese a lambirle tutto il corpo. Felicity si inarcò sotto quelle carezze e non fu più tanto sicura di riuscire a domare le sue emozioni. Da quando si erano stesi su quel letto non faceva altro che pensare ad un modo per trattenersi dal saltargli addosso e l’alcool che aveva in circolo non aiutava. Erano arrivati dalla Stazione che era già buio e non potevano nemmeno consumare una cena decente. In casa non c’era più niente, dopotutto lei stava per lasciare la città. L’unica cosa a loro disposizione si trovava in uno degli scatoloni che aveva imballato e che John avrebbe dovuto spedirle il giorno dopo: una bottiglia di vino rosso. Tra una chiacchiera e l’altra avevano finito per cenare solo con quella.
-Ti amo- le diceva lui tra un bacio e l’altro.
-Anche io- rispondeva lei inarcandosi sempre di più. Gli aveva infilato la mano sotto la maglietta e aveva preso ad accarezzargli la schiena in modo così sensuale da mandarlo in estasi. Non ci volle molto prima che le sue mani si spostassero sul fondoschiena, invitandolo ad accostare il bacino al suo. Sentire il suo desiderio attraverso la stoffa dei Jeans le strappò un gemito di lascivia che per Oliver su impossibile non sentire.
Si staccò a malincuore dalla sua bocca e la fissò attentamente :
-Non voglio rovinare tutto facendo le cose di fretta-
-Oh credimi, non rovineresti nulla, le miglioreresti semmai. Ti desidero da così tanto, troppo tempo-
Oliver credette di potersi rompere in mille pezzi tanta era l’emozione che provava in quel momento. Felicity gli sfilò la maglietta e iniziò a lasciargli piccoli baci umidi sul collo, sul petto, sui muscoli torniti delle braccia. La sua pelle era di fuoco e aveva la stessa consistenza della seta. Il suo profumo era così intenso che credette di impazzire. Ribaltò le posizioni mettendosi a cavalcioni su di lui e guardandolo decisa negli occhi iniziò a sfilarsi la camicetta.
-Mi credi se ti dico che aspetto questo momento da molto tempo?-
-Signor Queen… mi stai dicendo che vedermi nuda era in cima alla lista dei tuoi desideri?- lo provocò Felicity. Si abbassò a baciarlo e lui corse subito a slacciarle il reggiseno. Si perse a guardarla e ad accarezzarla, era perfetta.
-“Averti” era in cima alla lista dei miei desideri – la smania di averla prevalse sulla dolcezza che lo aveva dominato fino a quel momento e allora cominciò a toccarle i seni e a baciarle i capezzoli intirizziti. Felicity si inarcò lasciandosi sfuggire un gridolino e si aggrappò alla sua nuca. Poco dopo gli slacciò i jeans e in men che non si dica Oliver fu nudo davanti a lei. Delicatamente la fece stendere sulla schiena e le tolse i pantaloni e gli slip con una sola mossa. Risalì dalla caviglia fino alla vita e al seno con una scia infuocata di baci e poi si perse a guardare nei suoi occhi blu, agitati come il mare in tempesta. I capelli biondi sparpagliati sul cuscino, le lebbra sensuali e gonfie per i baci che si erano appena scambiati… era bellissima.
Le alzò la gamba destra e la passò sul suo bacino mentre con decisione entrò in lei facendola urlare di piacere, riempiendola completamente.  
-Oh Dio…- sussurrò Felicity non riuscendo a trattenersi. Questo strappò un sorriso a Oliver che cominciò a spingere in lei facendole sentire quanto la desiderasse. Si scambiarono baci pieni di passione, mescolando il sapore dell’una e dell’altro, lasciando che fossero i loro istinti a guidarli. Si strinsero forte e si amarono come non mai. Si unirono con il corpo e con la mente in maniera così profonda che quando il piacere li travolse li lasciò senza fiato.
Rimasero uniti per un tempo infinito, quando si staccarono si persero entrambi nel mare calmo dei loro occhi. All’improvviso, la risata calda di Felicity ruppe il silenzio che si era creato e fece voltare Oliver che cominciò a guardarla stranito.
-Che c’è?- le chiese girandosi sul fianco, il braccio a sorreggergli la testa.
-Sono felice- rispose con un sorriso radioso - felice, come non mi capitava da tempo. Ed è tutto merito tuo-
Il telefono di Felicity cominciò a squillare proprio in quel momento. Si girò verso il comodino per afferrarlo e Oliver cominciò a baciarle la schiena, spostandole i capelli da un lato, arrivando fino all’orecchio.
-È John- disse Felicity ridacchiando per colpa dei brividi –Oliver devo rispondere-
-Okay- disse sbuffando tornandosene al suo posto.
Felicity si schiarì la gola prima di accettare la chiamata, come se John avesse potuto capire solo dalla voce quello che avevano appena  fatto. Quel pensiero la fece arrossire – Pronto?-
-Fel, tutto bene? Sei arrivata a destinazione?-
“Metti il vivavoce” mimò Oliver e Felicity lo accontentò.
-Emhh, no John. In realtà non sono partita-
-Che cosa? E come mai? Non dirmi che c’entra quel testone-
“Cosa?” sussurrò Oliver indignato, questo fece ridere Felicity e John capì che c’era qualcosa che non andava.
-Aspetta, non dirmi che…-
-Sì, è qui, con me-
-Ciao John!- lo salutò con calore Oliver.
-Ragazzi, ma che sta succedendo?-
-Succede che ci amiamo- riprese Felicity- come potevo andare via?-
-Mi prendi in giro? Vuoi dire che finalmente vi siete decisi entrambi a darvi una possibilità?-
-Sì, è così- rispose Oliver depositando un bacio delicato sul naso di Feliciy -se avessi saputo che era questo quello che mi stavo perdendo, avrei mollato già da tempo-
- Oliver!- urlarono sia John che Fel scioccati.
-Che c’è?- rispose Oliver- ti amo da morire, non potevo dirlo?-
Felicity lo guardò con gli occhi lucidi – John devo riattaccare- stava per scoppiare dal desiderio di fare di nuovo l’amore con lui.
-No, ei aspetta!-
-Ciao, John- disse lapidaria Felicity.
-Addio John- aggiunse Oliver. Detto questo chiuse la chiamata e lanciò il telefono sul comodino. Si buttarono di nuovo l’una sulle labbra dell’altro in un bacio mozzafiato che ben presto li condusse  di nuovo sulla via della perdizione.
-Fel?-
-Che c’è?- rispose lei impaziente di continuare.
-Anche tu mi rendi felice-

Grazie per essere arrivati fino in fondo! Sarei tanto felice se lasciaste un pensiero per dirmi cosa ne pensate, se è stata di vostro gradimento, se devo darmi all'ippica xD o se in futuro posso cimentarmi in qualcosa di nuovo. Sempre Olicity, ovvio! ;)
 

 


 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: MoCridhe