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Autore: Ali9916    30/11/2014    1 recensioni
Il mio cervello continuava a ripetermi di non fermarmi...di correre il più lontano possibile...perché quello che stava arrivando era terribile, pericoloso..me lo sentivo dentro...mi sentivo il pelo che si arruffava mentre correvo a cavallo del vento..mi sentivo pizzicare il muso..e quando succede significa che qualcosa di terribile sta per accadere. Le voci nella mia testa urlavano di scappare lontano..lontano da tutto...nella foresta, la foresta è sempre stata come un rifugio per me, per noi di questa specie e dopo quelle voci arriva sempre la solita sensazione di benessere, come se fossi la persona più forte del mondo, come se potessi mutare forma..cosa che è vera, perché io sono speciale, sono nata la prima luna piena di ottobre, sono nata in un giorno di perfezione sotto la luce della mia luna, la mia dolce luna, perché io non sono una normale ragazza, il mio nome è Luna, come la signora che ogni notte veglia su di me da lassù, perché io sono un lupo mannaro.
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ɲσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Ecco a voi il capitolo successivo di "BadMoon", spero che vi piaccia e spero che mi facciate sapere il vostro parere cosicché io possa migliorare, un grazie speciale a tutti quelli che recensiscono e grazie anche alle persone che leggono questa ff. 
Buona lettura :) 

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Lorcan mi guardò, i miei occhi si confondevano nei suoi, un ciuffo di capelli neri come la pece gli ricadde sul volto, si avvicinò a me senza distogliere il suo sguardo dal mio. Eravamo a pochi centimetri di distanza, potevo sentire il battito del suo cuore  calmo e regolare. A differenza sua, il mio sembrava in tempesta, batteva all'impazzata, Lorcan fece un altro passo nella mia direzione, si abbassò e mi baciò. Un bacio caldo, passionale, che durò abbastanza da farmi ricredere su ciò che avevo pensato, in realtà lui era un ragazzo dolce, ma non lo dava a vedere. Un bacio che per la sua durata mi fece dimenticare di Andrew, della sua mancanza, ma che invece mi fece concentrare di più su Lorcan. 
Con una mano mi prese dietro alla schiena e mi avvicinò ancora di più, adesso il mio battito era ancora più accelerato. 
Dei bisbigli di voce maschile mi riportarono alla realtà, malgrado non volessi, mi staccai da lui, dalle sue calde labbra. 
"Hai sentito anche tu?"
Chiesi mentre cercavo di sentire a chi appartenessero queste voci. 
"Mi dispiace Luna" 
Disse Lorcan mentre indietreggiava.
"Ti dispiace per cosa?"
Mi stava iniziando a preoccupare, quel bacio, quel suo comportamento, non riuscivo proprio a capire, finché non udii dei passi affrettati provenire dalle scale e poi la sentii, sentii quella voce e la riconobbi subito, era Clayton. Quel pazzo di Clayton che mi aveva catturata, il Clayton di cui io non avevo preso una cotta all'inizio della scuola. 
"Avanti! Sbrigatevi!"
Riuscii a scorgere qualche parola.
Una lacrima mi rigò il volto, scese piano, non potevo crederci, non volevo.
"Lorcan..perché? Perché mi hai fatto questo?"
La mia voce era un sussurro, piena di dolore, di tristezza. 
Quello che successe dopo lo vissi a rallentatore, come succede dei film.
Clay che entrava urlando, uomini che mi afferravano, mi toglievano finalmente il braccialetto elettrico, ma solo per ammanettarmi, Lorcan che mi guardava da un angolo della stanza, i suoi genitori che prendevano la loro ricompensa e infine, ancora Clayton, che mi si avvicinava con una di quelle siringhe contenenti il liquido giallastro con cui avevo già avuto esperienza. 
Non potevo lottare, non ero ancora del tutto in piena forza ed ero anche ferita emotivamente, ma non potevo nemmeno stare lì a guardare, la mia natura è combattiva, non potevo permettermi di venire catturata senza lottare. 
Mi asciugai le lacrime sulla spalla, vidi Clay che si avvicinò a me mormorando qualcosa che non riuscii a capire. Aveva ancora gli occhi arrossati, i capelli arruffati, non era il vero Clay, il mio amico, l'unico amico. 
"Clay..non farmi compiere delle zaino di cui potrei pentirmi"
Fu il mio lupo a parlare, quell'istinto che certe volte, quando sono più debole o più arrabbiata, prende il sopravvento, mi aiuta a combattere, a sopravvivere, a non sottomettermi.
"Guarda un po' chi si rivede e tu mi staresti minacciando?"
Domandò lui mentre una risata amara rimbombò nella stanza.
Guardai la guarda sulla mia destra, poi quella sulla sinistra, contai gli uomini dietro a Clayton, erano 5, muniti di teaser, probabilmente non sarei riuscita a scappare da lì, dovevo trovare un'altra soluzione, infine guardai Clayton. Un sorriso apparve sulle mie labbra, mentre per un momento un lampo di paura passò nel suo sguardo. 
Era giunto il momento della fuga, con o senza spargimenti di sangue. 
   
 
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