Ricordo ancora il tuo strano modo di tenere la sigaretta sul lato più estremo della bocca, in modo da riuscire a parlare anche mentre fumavi. Ti ostinavi a fare della filosofia anche se le tue labbra erano impegnate a tenere in equilibrio quel bastoncino cancerogeno dal quale eravamo dipendenti. Non per niente era il tuo momento preferito (il nostro momento) per  parlare di cose serie e importanti.

ra quando ci auto distruggevamo insieme, emettendo fumo insieme, facendo arte, insieme. Insieme, era una parola che ripetevi spesso, era il nostro motto, la nostra promessa. Una promessa che avevamo mantenuto per anni e che ogni minuti che trascorrevamo  insieme, sia tra le risate che tra le lenzuola, si faceva sempre più solida.
Cos’è, allora, che l’ha infranta? Cos’è che ha tolto quel patto da tuoi occhi? È stata forse la mia gelosia, la mia infantilità, la mia irruenza che ti ha fatto preferire lei a me?? Lei, quella ragazza perfetta che tutti vorrebbero avere come amica, quella ragazza spiritosa, intelligente, dolce e sempre disponibile, quella ragazza che era tutto il contrario di me.
Ricordo ancora come l’hai conosciuta: eravamo insieme, incatenati dalla nostra promessa, in tour con la sua band, avevamo legato molto in quei giorni con quei ragazzi. Ricordo come lei ti guardava affascinata, come era impossibile non guardarti, come lei ti sorrideva e come tu le ricambiavi il sorriso. Ricordo di come con me evitavi di parlarne e come con gli altri non esitavi a fare il suo nome. Lo ricordo fin troppo bene. Brucia come il sole del deserto sulla mia pelle fin troppo debole per nascondere le cicatrici.
Ricordo quando mi sentivo così diverso da quello a cui ero abituato. Ricordo quando qualcuno riusciva ad amarmi, quando tu riuscivi ad amarmi. Ricordo ancora quando mi sentivo vivo, tra le tue braccia, immersi nel nostro rifugio reso intoccabile da quella promessa. Ed è quella stessa promessa che ha distrutto tutto, che mi ha fatto capire che se non mi vuoi tu, non mi vuole nessuno.
Ricordo quel giorno quando hai sposato quella ragazza perfetta, senza dirmi niente. Ricordo le mie lacrime che non mi permettevano di rendermi complice di uno dei tuoi più bei giorni della tua vita. Ricordo il tuo sorriso, lo stesso che mi rivolgevi dopo aver fatto l’amore. Lo ricordo ancora, amore mio.
Ora chiudi gli occhi, prendiamoci del tempo per farci piangere a vicenda, non ti preoccupare, è meglio così, sono abituato ad essere abbandonato. E’ inutile, amore mio, lo sai anche tu che ho paura di stare bene.