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Autore: SSJD    01/12/2014    3 recensioni
Per il compleanno di Vegeta, Bulma ha deciso di organizzare un torneo di arti marziali riservato ai soli sayan. Per l'organizzazione si è fatta aiutare dai suoi figli, oltre che da Goku e i suoi figli. Dopo una serie di malintesi e gelosie da parte di Vegeta, tutto finisce bene e il torneo è anche un'occasione per sanare vecchi rancori e dare spazio anche ad alcune sorprese...
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Pan/Trunks
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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DRRRRRRRRRRRRRR DRRRRRRRRRRRR

Ancora quella diavolo di vibrazione di quel dannato cellulare. Un altro sms, il decimo quella mattina. Il quinto da quando si era seduto a far colazione con lei. Non lo sopportava veramente più, a tutto c’era un limite e il limite era già stato abbondantemente superato.
Avrebbe voluto prendere il cellulare e infilarglielo da qualche parte, per non sentirlo più, lo tratteneva solo il fatto che, all’arrivo di ogni nuovo sms, magari le sarebbe anche piaciuto….
La cosa che lo irritava maggiormente era che lei, qualche giorno prima, quando erano cominciate a diventare tante le telefonate e, ancora di più, gli sms, gli aveva detto che era presa con un grosso impegno di lavoro e che aveva una scadenza da rispettare. Lui le aveva creduto, ma si domandava comunque come mai ad ogni messaggio o mail che leggeva, le compariva sul volto un sorrisetto malizioso e perché lui non potesse più ascoltare le telefonate che lei riceveva in continuazione.
La domanda che maggiormente gli girava per la testa era, da qualche giorno, sempre la stessa: ‘ Perché sento un dannato odore di guai?’

Bulma prese in mano il telefono, lesse il messaggino appena arrivato e, sul suo viso apparve, come sempre, un leggero sorriso. Stava per rispondere quando la sua apparente felicità fu bruscamente interrotta dal rumore dei pugni che Vegeta aveva appena sbattuto sul tavolo. La ragazza alzò lo sguardo spaventata e gli disse:
“Vegeta, ma sei matto, mi hai fatto prendere un colpo, lo sai?”
“Donna adesso basta, a tutto c’è un limite. Dimmi a chi stai scrivendo” urlò lui senza nemmeno averla ascoltata.
Lei si sorprese molto del nervosismo del sayan e, come se nulla fosse gli rispose gentilmente:
“Nessuno che tu conosca, è un fornitore…”
“Mi piacerebbe molto sapere “fornitore” di che cosa per generare in te tanta eccitazione…” continuò lui innervosito.
“Scusa, ma cosa intendi dire?” chiese la donna che non capiva proprio da dove venisse tutta quella rabbia improvvisa.
“Intendo dire che sono stanco, sono due settimane che vieni a letto dopo le due di notte e, più di una volta, ti sei addormentata sul divano o in laboratorio e ti ho portata a letto io. Intendo dire che sono due settimane che non facciamo l’amore e, nonostante ciò, mi sembra che tu abbia sempre un sorrisino soddisfatto” spiegò il sayan visibilmente arrabbiato.
Bulma non se la prese affatto per ciò che il suo sayan stava insinuando. D’altra parte era vero. Nonostante fossero già due settimane che non si baciavano nemmeno più, lei si sentiva comunque euforica, felice ed appagata e tutto questo solo perché stava preparando un’enorme festa a sorpresa solo per lui, solo per fargli piacere. L’organizzazione l’aveva impegnata e stancata molto, ma la soddisfazione di essere quasi arrivata alla scadenza del compleanno di Vegeta e di aver quasi finito tutti i preparativi per il regalo che gli voleva fare, la rendeva sorprendentemente felice.
L’avevano sempre divertita gli attacchi di gelosia del principe. Prima di tutto perché lei non aveva occhi altro che per lui e, secondo, non credeva che al mondo potesse esistere un uomo che avrebbe osato anche solo avvicinarsi a lei in quel senso, con lui in giro. Con il tempo Vegeta era riuscito solo ad accettare il fatto che Goku fosse un giorno sì e uno no nei paraggi, ma niente di più.
Senza dire nulla, Bulma si alzò dalla sua sedia e andò a mettersi a cavalcioni sulle sue gambe. Lo baciò con molta passione togliendogli, dopo poco, lo sguardo imbronciato che aveva dalla mattina. Quando lei si staccò, lui le sussurrò nell’orecchio:
“Bulma…no…ti prego…non puoi provocarmi in questo modo e poi andartene tutto il giorno al lavoro…”
Lei iniziò a baciargli il collo e, quando arrivò vicino all’orecchio gli sussurrò:
“Vieni Vegeta, andiamo di sopra, oggi il lavoro può aspettare…”
Il sayan non poteva quasi crederci. La prese in braccio così com’era e la portò in camera da letto.
Passarono la mattinata a fare l’amore. Sembrava che il loro desiderio non si esaurisse mai.
Quando verso mezzogiorno entrambi avvertirono un certo languorino, Vegeta, che stava delicatamente accarezzandole i lunghi capelli azzurri, le chiese:
“Bulma, è stato bellissimo stamattina…mi sei mancata tanto. Ti prego, dimmi che non mi devo preoccupare di come dover uccidere qualcuno perché mi sono fidato di te…”
Lei si voltò per poterlo guardare negli occhi e, dopo averlo baciato gli disse:
“No Vegeta, non ti devi preoccupare. Io ti amo e mi dispiace di averti trascurato in questi giorni, ma ti prometto che, dopodomani, il mio lavoro sarà finito e tutto tornerà come prima, ok?”
Lui le sorrise, era veramente felice di come era passata la mattinata, in quel modo così inatteso. Dopo qualche istante di assoluta pace, il sayan le disse allegramente:
“Bulma, ho fame!”
“Eh, eh, anch’io!” esclamò lei sentendo il suo stomaco brontolare.

Mentre si rivestivano, Bulma rimise sulla base il ricevitore del telefono che aveva staccato per non essere disturbata in quella mattinata di assoluto piacere con il suo principe.
Quando finì di vestirsi, andò in bagno e, appena chiusa la porta, sentì suonare il malefico apparecchio, come lo chiamava sempre Vegeta.
DRIIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIIIIIN
“Rispondi tu, per favore, Vegeta? Arrivo subito!”
‘Che palle!’ pensò il principe prendendo il ricevitore e rispondendo scocciato:
“Pronto? Chi è?”
Bulma, sentendolo da dentro il bagno, si mise a ridere per come Vegeta aveva risposto malamente al telefono. Non era abituato…ma che importava? A lei piaceva così!
“Vegeta?!?” rispose sorpresa la voce dall’altra parte.
“No idiota, Vegeta sono io, TU chi sei?” chiese il sayan arrabbiato facendo scoppiare da ridere a Bulma.
“Sono Goku!” rispose l’altro che era esterrefatto di non aver sentito la voce di Bulma come al solito.
“Kaaroth? Cosa vuoi?” chiese Vegeta mettendo fretta a Bulma che voleva parlare con l’amico.
“C-C’è Bulma?” chiese l’altro titubante.
“Bulma? Certo che c’è, cosa pensi? Che me la sono mangiata visto l’orario?” rispose scocciato il principe di ricevere una telefonata nell’ora di pranzo.
“Eh eh…me la passeresti?” chiese Goku gentilmente.
“In che senso?”
“Come in che senso? Me la potresti passare?”
“Kaaroth, ma come ti permetti? Ti dovrei passare Bulma? E hai il coraggio di chiedermelo?” chiese Vegeta sempre più furioso interpretando male ciò che Goku gli stava chiedendo.
A quel punto però, Bulma uscì dal bagno e andò a salvare entrambi dall’equivoco in cui erano finiti. Vegeta le cedette il telefono dicendole scocciato:
“È Kaaroth, vuole che io ti ‘passi’ a lui. Ma è scemo?”
Lei si mise a ridere e, per non offendere nessuno dei due disse:
“Grazie Vegeta per aver risposto e avermelo ‘passato’…Se vuoi cominciare a scendere, arrivo subito a preparare il pranzo. Ok?”
“Sì, sì, va bene, ma cerca di muoverti…altrimenti divoro tutto quello che trovo di commestibile” disse uscendo dalla stanza Vegeta, ma fermandosi dietro al muro, nel corridoio, per ascoltare la conversazione.
“Hey Goku, che piacere sentirti! Come va?” chiese la ragazza allegra.
“Bulma, ma sei impazzita? Mi hai fatto spaventare, sai? Perché non rispondi al cellulare? Ti ho chiamato tipo venti volte! Ma lo sai che il telefono di casa era staccato, fino a pochi minuti fa? In più, quando finalmente riesco a prendere la linea, mi risponde Vegeta?!? E mi tratta pure male, come se gli avessi chiesto di venire a letto con te. Ma si può sapere cosa succede? In un momento così delicato sparisci per un’intera mattinata?” disse Goku tra con un tono tra il preoccupato e l’arrabbiato.
“No…ehm…non è successo niente…il cellulare ha la batteria scarica e….non lo potevo ricaricare perché abbiamo avuto…un altro black out dovuto agli allenamenti di Vegeta…Ma cosa volevi dirmi di tanto urgente?”
Vegeta ascoltava di nascosto da fuori la porta e già si chiedeva perché diavolo Bulma non avesse detto a Kaaroth la verità su come avesse trascorso la mattinata e, quindi, sul perché avesse staccato il telefono. Ancora di più si stupì della facilità con cui la sua donna era riuscita a mentire pur dovendo improvvisare. Con crescente nervosismo si mise ad ascoltare, ma potendo sentire solo ciò che diceva Bulma, creò nella sua mente un’idea completamente distorta della realtà che gli fece venire, nel giro di pochi minuti, un gran mal di testa.
“Bulma, c’è una notizia buona e una cattiva…” le disse Goku.
“Scelgo…ehm…la prima” rispose lei distrattamente, infilandosi le scarpe e tenendo il ricevitore appoggiato tra l’orecchio e la spalla.
“Hanno chiamato dal laboratorio, il test sul nostro campione è positivo! Ce l’abbiamo fatta Bulma, sei stata bravissima!!” le disse Goku entusiasta.
“Come scusa? Ho sentito bene? Tutti i nostri campioni sono positivi?” chiese lei che non aveva sentito bene a causa della posizione scomoda in cui era.
“Sì, tutti! Così non ci saranno problemi!” continuò allegro Goku.
“Ma che bello! Sono così felice! Ma dimmi il resto dai!” disse Bulma eccitata dalla bella notizia appena ricevuta.
“Purtroppo la brutta notizia è che il fornitore ha portato il materiale sul posto e ha detto che ce lo dobbiamo montare da soli, perché per lui è impossibile finirlo in due soli giorni” disse Goku un po’ abbacchiato.
“Che cosa? Dobbiamo farlo noi? Ma come facciamo? Nemmeno se ci sbattiamo giorno e notte ci riusciamo!” rispose la donna in evidente stato di panico.
“E invece no! Mi è venuta un’ideona! Senti un po’: oggi pomeriggio ci troviamo là, porta il progetto. Io vengo con Gohan, Goten e gli altri. Se non ce la facciamo per stasera, domattina finirò io con Crillin e Yamko. Ancora meglio se ci può raggiungere anche Trunks! Eh, che ne dici?”
“Oh Goku, davvero faresti questo per me? Sei veramente un tesoro! Come farei senza di te?”
“Ma dai Bulma, cosa vuoi che sia? È solo un piacere, per me, aiutarti! E poi stasera faccio venire Chichi al cantiere che quella baita che hai comprato per i lavori, mi ha fatto venire una certa voglia…”
“Hey! Sei il solito depravato…Comunque ok, vengo, ma solo un’oretta, altrimenti poi…mi vengono a cercare…eheh…!” disse Bulma un po’ pensierosa.
“Mhmm…solo un’ora? È un po’ pochino, ma se spieghi a Gohan come leggere il progetto, sono sicuro che poi potrà continuare a seguire lui i lavori, è l’unico che ci capisce qualcosa!!”
“Ma dai, non è mica così complicato! Vedrai che sarai bravissimo! Come al solito!” lo rassicurò lei.
“Ok, meglio! Così finiamo prima! A dopo Bulma!” concluse Goku.
“A dopo Goku e…Grazie”
“Ciao”
“Ciao” concluse Bulma chiudendo la conversazione.
Bulma rimise il ricevitore sulla sua base e, con la testa fra le mani, si mise a pensare a cosa poteva dire a Vegeta per potersi allontanare, anche una sola ora, nel pomeriggio. Vegeta sporse la testa da dietro lo stipite della porta, per vedere cosa Bulma stesse facendo e, quando la vide così assorta, i suoi pensieri cominciarono a ruotare in circolo nella sua testa, senza trovare una spiegazione che gli potesse far passare la forte emicrania che gli era venuta. Ad un tratto sentì la porta della camera di Trunks che si apriva e vide Bulma alzarsi, come se fosse stata richiamata alla realtà da quel rumore. Prima che lei si voltasse per uscire dalla camera e scendere in cucina a preparare il pranzo, Vegeta si era già infilato nella camera del figlio, prima che potesse uscire, richiudendo velocemente la porta dietro di sé.
Trunks rimase esterrefatto. Vegeta non era mai entrato in camera sua, in tutta la sua vita. Così gli chiese:
“P-papà? C-cosa ci fai qui?”
“Trunks, tu adesso hai un minuto per spiegarmi cosa sai di ciò che sta combinando tua madre. E vedi di rispondermi sinceramente, altrimenti le prendi” disse Vegeta visibilmente arrabbiato.
Trunks era sconsolato. In quel momento capì due cose: uno, sua madre avrebbe fatto bene a non dirgli niente, anziché spiegargli tutto il suo progetto, così ora non doveva mentire all’unica persona a cui sulla Terra non avrebbe mai voluto farlo. E due, quel giorno, qualsiasi cosa avesse detto a suo padre, le avrebbe prese comunque. Con aria di chi sa già quale è il suo destino, gli rispose:
“Ehm…se ti dico che non ne so nulla?”
“TRUNKS! Mi stai prendendo in giro? Guarda che ho già un mal di testa terribile, vedi di non farmi arrabbiare ancora di più, altrimenti….” disse il sayan aumentando visibilmente la sua aura.
“Ok, ok, papà, calmati…Va bene, te lo dico. Però mi devi promettere di fidarti di me. Non posso dirti tutto e ti prego di non chiedermelo, ma capisco che in questo periodo con la mamma è stata dura convivere…per cui proverò a spiegarti qualcosa, ok?”
Vegeta si calmò e ascoltò suo figlio con aria molto, ma molto interessata.
“Parla” gli disse seccamente.
“La mamma sta lavorando ad un grosso progetto” iniziò Trunks.
“Trunks, questo lo so già…voglio sapere cosa c’entra Kaaroth in tutto questo e perché poco fa, dopo che ho passato tre ore magnifiche a letto con tua madre, quella che pensavo essere una giornata idilliaca è stata rovinata dalla telefonata di quell’idiota” lo interruppe il principe facendolo visibilmente arrossire dall’imbarazzo.
“Ehm…vedi…il progetto…ehm…lo stanno facendo assieme. Cioè, Goku le sta dando un aiuto…”
“Tsk, mi piacerebbe tanto sapere che genere di aiuto le sta dando, visto che è sempre così allegra…” sbottò Vegeta.
“Questo…non posso dirtelo…ma non capisco, papà, di che cosa ti preoccupi? A quanto mi hai detto, mi sembra che tu e la mamma andiate d’amore e d’accordo…cos’è che vuoi sapere realmente?” chiese il ragazzo cercando di rassicurare il padre.
“Mi preoccupa il fatto che tua madre e Kaaroth parlino al telefono di nascosto. Mi preoccupa che abbiano mandato dei test da fare in laboratorio e questi abbiano dato risultati positivi e soprattutto mi preoccupa che oggi lei e quel maledetto sayan si incontrino e io non so né dove, né quando e, ancora peggio, a fare che cosa…Tu non sai niente nemmeno di questo immagino? Vero?”
Sul volto di Trunks apparve un leggero sorriso seguito però da un espressione di stupore e chiese:
“Hai…hai ascoltato la telefonata della mamma? Ha detto che i test sono positivi?”
“Già, infatti…Sai Trunks, ti conviene parlare” lo minacciò Vegeta.
“Beh…ecco…lei e Goku hanno fatto fare dei test su dei materiali speciali inventati dalla mamma…Tutto qui” rispose Trunks cercando di dire il meno possibile.
“Che tipo di materiali?”
“Una sorta di vetro speciale…che non può essere distrutto…”
“E Goku cosa c’entra?” chiese il principe che si era notevolmente calmato, ma in compenso sempre più curioso.
“Ehm…lui l’ha…l’ha provato…” disse Trunks sapendo quale sarebbe stata la domanda successiva del padre.
“Provato dici? E come, ci ha battuto contro la testa dura che ha fino a quando non se l’è rotta?” chiese ironicamente il principe con un mezzo sorriso, immaginandosi la scena.
“No…no….ehm…Papà, mi dispiace, anche questo non posso dirtelo...” rispose Trunks che non poteva dirgli che Goku aveva usato l’onda energetica al pieno della sua potenza. Sapeva che, altrimenti, suo padre si sarebbe arrabbiato di nuovo e gli avrebbe chiesto come mai Bulma non aveva domandato a lui di testare il nuovo materiale, anche i suoi colpi erano molto potenti.
Dopo qualche minuto di riflessione, Vegeta gli disse:
“Sta bene, allora dimmi dove deve andare oggi pomeriggio con Kaaroth e poi ti lascio andare”
“Per questo mi cogli alla sprovvista, veramente, papà. Non sono informato su questo, ma aspetta…Oggi dovevano consegnare il materiale, forse riguarda questo. Mi è venuta un’idea, ora scendiamo a pranzo, parlo io con la mamma e cerco di informarmi. Lei non sa che noi abbiamo parlato e mi spiegherà ogni cosa. Così poi ti dirò ciò che posso, ok?” disse il ragazzo allegro.
“Ok, ci conto”
I due scesero a pranzo e a loro si unì anche Bra che era appena uscita dalla camera gravitazionale per il suo allenamento mattutino con Goten il quale, invitato da Bulma, si unì a loro per il pranzo. Mentre mangiavano, solo i ragazzi chiacchieravano allegramente fra di loro.
“Come vanno gli allenamenti?” chiese Trunks a Goten e Bra che sembravano visibilmente affaticati.
“Sono veramente molto duri. Abbiamo deciso di aumentare la gravità di cento unità ogni ora e adesso siamo stremati” rispose Goten anche a nome di Bra.
A Vegeta non sembrava vero che anche sua figlia si stesse impegnando tanto per diventare una combattente. Aveva sempre creduto che la scusa di andarsi ad allenare con Goten, fosse un modo come un altro per stare con lui e andarci a letto. Osservandoli attentamente, Vegeta capì che quella mattina si erano allenati sul serio e incuriosito chiese:
“E a quale gravità sareste arrivati?”
“Quando ci avete chiamato per mangiare eravamo a 500 G” rispose Bra orgogliosa, sapendo di far felice il suo amato papà.
“C-cinquecento?” chiese Trunks basito della forza di sua sorella e del suo amico.
“Faresti bene ad allenarti un po’ anche tu Trunks, altrimenti…” tentò di dire Bra che fu bruscamente interrotta da un calcio sotto al tavolo da parte di sua madre che le sedeva di fronte.
“Ha ragione tua sorella Trunks, stai diventando una pappa molle. Vorrà dire che oggi pomeriggio ti allenerai con me…così mi rilasso un po’ i muscoli dall’attività di stamattina…” disse Vegeta facendo l’occhiolino a Bulma facendola arrossire.
“Ma papà…” disse Trunks sconsolato sapendo che, a fine giornata, avrebbe dovuto rimandare l’appuntamento con Pan perché, come minimo, avrebbe avuto qualche costola rotta.
“Niente ma. Tanto Goten e Bra oggi non si allenano più…almeno non nella camera gravitazionale…dico bene ragazzi?” chiese Vegeta con un sorriso malizioso.
I due diventarono rossi. Fino a quel momento non sapevano che Vegeta fosse a conoscenza della loro relazione, ma erano entrambi felici nel vedere che il sayan non era adirato con loro per questa.
“Ehm…no, non ci serve più per oggi…ma io dopo pranzo avrei un impegno e per cui…non mi fermo…nel pomeriggio” rispose timidamente Goten che si doveva incontrare col padre e il fratello per aiutare Bulma.
“Ok, tanto meglio!” rispose Vegeta che sembrava aver ritrovato il buonumore dopo aver percepito la nuova forza combattiva della figlia.
“E tu cosa fai tesoro?” chiese rivolgendosi a Bulma che sembrò risvegliarsi da un sogno che non si era ancora concluso dalla mattinata trascorsa con il suo principe.
“Eh? Io? Io vado a lavoro, ovviamente…come…come sempre no?” rispose lei un po’ frastornata per la domanda a bruciapelo.
Vegeta non se la prese per la risposta. Se ciò che gli aveva detto Trunks era vero, allora anche la risposta di Bulma non era una bugia. Il sayan si sentiva stranamente tranquillo.
Dopo pranzo, Trunks aiutò la madre a sparecchiare per cogliere l’occasione di chiederle cosa avesse ancora da fare nel pomeriggio. Quando Bulma glielo spiegò, il ragazzo rimase un po’ sconcertato. Le chiese se un solo pomeriggio sarebbe bastato per tutto quel lavoro e anche se fosse stato meglio se, anche lui, fosse andato a dare una mano, anziché rimanere ad allenarsi con suo padre.
A quella domanda Bulma lo guardò e seriamente gli disse:
“No Trunks, il desiderio di tuo padre di allenarsi con te è una manna dal cielo. Così potrò stare anche un po’ più dell’oretta che ho promesso a Goku, per spiegargli il progetto. Magari chiedo a Bra di venire con me, a quanto ho capito è diventata anche lei così forte da poterci aiutare!”
“Già, hai ragione, ma cercate di tornare prima che finisca il nostro allenamento, altrimenti non saprò più cosa inventarmi, per non far venire papà al cantiere”
“Ok, farò del mio meglio e…Trunks…grazie” rispose la donna dandogli un bacio affettuoso sulla guancia.

   
 
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