STRANGE ADVENTURE

prologo~

"Ancora qualche secondo...Dai,dai!"sussurrai sotto voce ma sbattendo un pugno sul banco.Sia maledetta l'ora di stregoneria.
"Ha qualcosa da dire,signorina Potter?"mi fece con espressione severa sul volto l'onorevolissimo Severus Piton,colui che ha più espressioni facciali di quanti sono i segreti di Atlantide.
"No,signor Pitone...Volevo dire Piton!"dissi beffeggiandolo e cominciando a ringraziare mentalmente Shisus per il suono del pipistrello o campanella.
"Signorina,informerò immediatamente suo padre del suo comportamento disonorevole,assolutamen-"
"ASSOLUTAMENTE inadatto alla sua persona...E bla,bla,bla..."lo interruppi e continuai a prenderlo per il culo.
Mi guardò male e se ne andò indossando il suo cappello nero,toga nera scarpe nere...Insomma,poteva benissimo essere scambiato per una tenda ambulante!
Io dovevo ASSOLUTAMENTE andarmene da quella maledettissima scuola.
Sia maledetta la sua ora di lezione e tutta questa scuola,non ce la facevo più tra incantesimi o compiti a casa,cene,appuntamenti combinati,dragoni o guardie del corpo!
Ma dico io,non potevo nascere nel mondo babbano?Magari la magia non esiste neanche tutt'ora ma,almeno,potevo fare ciò che volevo e quando volevo.
Mentre pensavo a tutto questo,mi stavo dirigendo verso la mia camera,o meglio reggia,costruita apposta per me.
Anche questo lo odiavo,essere diversa dagli altri solo perché ho e avevo una fottuta cicatrice a forma di fulmine a lato della fronte,vicinissima all'attaccatura dei capelli,preziosi capelli che pettino con cura e lego in una coda bassa color pece.
Quel giorno era speciale per me,ero riuscita a programmare la mia fuga,fuga dal mondo ingiusto che mi circondava.
Provai e riprovai quel benedettissimo incantesimo per il teletrasporto sino allo svenimento che,con fatica e sacrificio,sottrassi a quel vecchietto simpatico di nome Silente...Mi ricorda tanto Babbo Natale...No,aspettate...Mago Merlino,facente parte di quella favola babbana.Sono un genio del male!
Tornando a noi...Ero più che pronta ad andarmene con la mia bacchetta,la scopa e la mia fantastica toga blu scura.
Arrivata in camera,buttai all'aria la cartella,facendola poi levitare per evitare la rottura di un vaso costoso.Per un pelo non rischiavo il digiuno.
Mi misi davanti allo specchio e tolsi la spilla della scuola,mi sistemai meglio le scarpe e la mia adorata mantella sulle spalle.
Tirai un lungo sospiro,chiusi gli occhi e cominciai a recitare la formula di salvezza che mi avrebbe fatto sentire libera,autonoma.
"Transfer hoc corpus ultra speculum!"gridai,schiaffeggiandomi mentalmente.
Perché?
Perché l'incantesimo teletrasporta in un luogo X,se al momento della formulazione,non viene specificato il punto d'arrivo.
E può essere usato solo una volta.


BOOM


"Ahia!"urlai accorgendomi di essere atterrata sul cemento,o qualcosa di simile.
"Kyaaaaaa~"un boato generale si alzò e si abbattè sulle mie povere orecchie.Aprii piano gli occhi e in alto a me vidi il cielo scuro puntinato dalla luce bianca e sfumata delle stelle e mille colori accesi e fosforescenti ai lati.
'Ma dove minchia sono?' fu la prima cosa che pensai.
Guardai attorno a me,con fare spaesato e vidi un mare di gente dagli occhi a mandorla fissarmi.Sgranai gli occhi,mostando il loro viola acceso ma leggermente oscurito.Insomma,Castle era antica e non ultra moderna e non aveva abitanti con le mandorle agli occhi...Bensì le noci!
Urla,vocii generali,passaggi di informazioni e flash di cellulari furono tutti puntati su di me.
Io ero ancora a terra,spaventata da quella situazione e da mille babbani che mi indicavano,senza un minimo di riguardo nei miei confronti.
"Disarmo!"
Tutti i telefoni caddero a terra e,contemporaneamente,tutti i presenti cominciarono ad urlare,chianandosi per raccogliere i loro dispositivi ormai distrutti per la violenza inaudita che viene utilizzata nell'incantesimo.
"Le lezioni di quell'imbusto sono servite a qualcosa" mormorai divertita mentre cominciavo a fuggire per le vie di quella città a me sconosciuta.
Destra.Sinistra.Ancora sinistra.Vicolo cieco.
Non avevo via di scampo ma poi ricordai di avere una bacchetta e così...
"Wingardium leviosa!" 
Il cameramen che mi aveva inseguito e spuntato da chi sa' dove,cominciò a sollevarsi da terra e volteggiare in aria.
"YAH!"mi imprecò dietro,penso,ma io gli feci compire più giravolte,tipo ballerina di danza classica per fargli mollare quella dannata cosa.
Tutto il resto della folla cominciò a filmare qull'avvenimento che superava i limiti della fantasia.
Peccato che la telecamera era ancora puntata su di me.
"Ge..Geminio!"
Quei macchinari si duplicarano,cadendo a terra ma registandomi e facendo finire la mia faccia sul notiziario.
Fortuna che ero riuscita a scappare,percorrendo più di otto chilometri e a rifugiarmi in palazzo,dove le luci erano tutte spente e le porte serrate...
"Alohomora!" e la porta in vetro celeste si aprì spaccandosi in mille pezzi.
Notai che c'era scritto S.M. o qualcosa di simile...Ma che cavolo di nomi danno?E poi ad un palazzo non si può dare un nome,è inutile!
Pff,questi babbani...
Che poi,la scritta rispecchiava totalmente la mia situazione e così pensai:'S.(ono) nella M.(erda)'.
Mi nascosi dietro una scrivania sentendo degli schiamazzi e altre urla provenire da altre sale adiacenti.
Com'è che si diceva...Chi la fa' se l'aspetti!...O meglio..Si salvi chi può!