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Autore: Mel_mel98    01/12/2014    2 recensioni
|Spoiler!| post Mockinjgay|
Quindici anni. Proprio così, quindici anni, una situazione familiare difficile e tutta la vita davanti.
Non si sente felice. E in realtà nemmeno triste. Solo... strano. C'è qualcosa che non va, qualcosa è cambiato e adesso tutto sembra più complicato.
Il piccolo viaggio di un ragazzo, alla ricerca di ciò che ha perso, o non ha mai avuto. Ciò che gli manca, per poter sorridere ancora.
{Partecipa al contest Pesca a Prompt di Ili91}
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Bimbo Cresta-Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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«And our people talk to me, but nothing ever hits
So people talk to me, and all the voices just burn holes»

 

“Bene, ragazzi, e anche per oggi la lezione è finita! Potete tornare a casa”

La voce dell'insegnate viene ben presto sovrastata dal rumore delle sedie spostate, di passi frenetici, dalle risatine, dalle battute, che segnano inevitabilmente la fine di un'ennesima giornata di scuola.

Pochi minuti e la stanza ripiomba nel suo solito e composto silenzio.

“E tu, che fai, non vai?”- chiede la donna all'ultimo ragazzino rimasto, ancora seduto al suo posto.

“Ora vado.”- si limita a rispondere lui, senza guardarla negli occhi.

“Sbrigati, che qui io devo chiudere a chiave la porta!”- lo rimbecca allora, vedendo che nonostante tutto, il giovane non sembra minimamente intenzionato ad alzarsi.

Allora quello sbuffa, infila malamente i quaderni in cartella ed esce, senza nemmeno salutare. L'unica insegnate del mondo che non vede l'ora di mandare a casa gli studenti l'ha trovata proprio lui. Un caso più unico che raro, ed è toccato a lui.

In effetti sembra che i “casi” nella vita siano tutti suoi. È un caso che lui sia l'unico abitante del distretto 4 che non abbia mai passato una notte in barca, o una serata in riva al mare. Oppure ad aver pulito pesce la mattina presto, quando persino il sole ancora resta a dormire. Già, a lui non è mai capitato niente del genere. Eppure ha già quindici anni, ormai. Sarà un caso.

Cammina nel giardino dell'edifico scolastico, calciando distrattamente un sassolino che disgraziatamente viene a trovarsi sulla sua traiettoria verso il cancello.
No, non è un caso. Non è un caso se la gente quando va a comprare il pane lo guarda di sottecchi, se vede le donne anziane bisbigliare tra loro portandosi la mano di fronte alla bocca quando passa per il porto.
Se, una mattina sì e l'altra pure, quando apre la porta trova sulla soglia di casa generi alimentari di ogni tipo, fiori, oggetti di prima necessità, piccoli doni tutti anonimi.

Non è un caso. Accade da sempre, per quanto può ricordare. E quando qualcosa accade così spesso smette di essere “caso” e diventa ordinario.

 

Non voleva uscire da scuola, per il semplice motivo che non sa bene dove andare, adesso.
Non ha voglia di tornare a casa, di questo ne è certo.
Non vuole andare in piazza, dove tutti i ragazzi della sua età si ritrovano di solito. Non sa bene perché, ma spesso si sente più grande di loro. Ha l'impressione di capire il mondo meglio di loro, di vedere la vita in una maniera completamente diversa. In molti glielo hanno detto, di essere noioso, o un po' troppo solitario. E in genere i più grandi terminano il discorso con la stessa frase, che lo fa arrabbiare, che gli fa storcere il naso. Che lo fa sentire inferiore, o in qualche modo, in difficoltà.

Tutto il contrario di tuo padre, la gente si permette di dirgli.
Lo fa sospirando, alzando gli occhi al cielo.
Come se fosse colpa sua, come se anche quello non fosse solo un altro strano scherzo del destino.
Che gli ha portato via suo padre, e lo ha reso poi così vulnerabile e bisognoso di lui.

 

Raggiunge la spiaggia, nonostante sia un luogo che produca così tanti dubbi e domande dentro la sua testa, dentro al suo cuore. Ma ormai è così abituato a quella sensazione di smarrimento che spesso lo coglie, che non gli dà neanche più peso.
Ha smesso di sentirsi solo, ha smesso di sentire la mancanza di suo padre. Un giorno decise di non pensare più a dove fosse finito, decise di smettere di chiedere dettagli a sua madre, che non sapeva dargli altro che lacrime. Lacrime amare, per giunta.

È triste, in un certo senso, essere l'unico ragazzo a non essere mai stato al largo. Per lui il mare è ancora un grande mistero. Ma questa, come tutte la altre, è una cosa che i giovani fanno con i propri padri. Si tratta di una specie di tradizione, nel suo distretto. E lui un padre non ce lo ha mai avuto.

Forse è per questo che non gli manca. Perché non può mancarti ciò che non conosci.

 

Immerge la mano nella sabbia, la tira fuori e rimane ad osservare i granelli volare via, trasportati dal vento. Oggi c'è la tramontana.
Sente un brivido lungo la schiena, porta le ginocchia al petto e si raggomitola su sé stesso.
In ogni caso, non riesce proprio a non chiedersi cosa ci sia laggiù, oltre l'orizzonte. Non ha mai avuto il coraggio di chiederlo a qualcuno, nella paura di sembrare sciocco o ingenuo. Ma sotto sotto sa che nessuno sarebbe in grado di rispondergli.
Così continua a guardare avanti, con gli occhi semichiusi per via della luce troppo forte. Tutte quelle stupide domande che in genere hanno i bimbi di sei o sette anni, tipo dove vada a finire il sole quando scende la notte, o come facciano le foglie a ricresce sugli alberi all'inizio della primavera, girano ancora nella sua testa. Ha la risposta per ognuna di esse. Razionale, logica, chiara. Ma vorrebbe qualcosa di diverso.
Vorrebbe sentire una di quelle storie che le mamme si inventano solo per i propri figli, vorrebbe sognare la Fatina dei Denti e l'Uomo Nero, per una volta.

Ecco qualcosa che gli manca. Gli manca la sua ingenuità, la sua purezza. Non è sicuro di non averle mai avute ma... forse ne è stato in possesso per troppo poco tempo. Stringe le mani a pugno in un gesto rabbioso.
Tante volte si è ritrovato a pensare che suo padre deve essersele portate via nella tomba.
Troppe si è sorpreso a desiderare di riavere indietro la sua infanzia, con la spensieratezza e la gioia di vivere.
Sempre ha scacciato via quei pensieri scuotendo la testa, per tornare nella sua quotidianità.

 

Il modo di pensare lo ha ereditato dalla mamma. L'aspetto fisico dal papà.
Ma in ognuna di queste caratteristiche c'è una piccola sbavatura, che lo rende diverso dagli originali.
A differenza della madre, lui è capace di mettere in ordine i suoi pensieri, di fare spazio tra i ricordi per aggiungercene di nuovi.
Rispetto al padre beh... è bello, non se ne può discutere, ma non possiede il fascino di Finnick Odair. Non ha quel suo sorriso sghembo, quel tono seducente, quel fare malizioso.
Gli è ricapitato di sfogliare qualche album di fotografie nascosto in cantina, coperto da strati di polvere e lanugine. Sa com'era fatto suo padre.
Non è sorpreso del fatto che Annie se ne sia innamorata, né tanto meno del fatto che Finnick abbia amato lei.
Lui stesso adora le sue labbra, così perfette, la sua espressione rilassata nel sonno, le sue mani delicate, morbide al tatto nonostante i diversi tagli dovuti quella sua strana mania di fare e disfare nodi.

 

Il vento si fa più forte, e lo distoglie finalmente dalle sue riflessioni. Sbatte più volte le ciglia, respira a pieni polmoni e lascia che la salsedine gli si attacchi ai capelli.
Si alza improvvisamente e si avvicina al mare, con la speranza che gli schizzi di quelle poche onde possano dargli conforto.
Si sente confuso, disorientato. Sente qualcosa bruciargli nel petto, ma non riesce bene ad identificarla.
No, non è dolore, si rifiuta di crederci. Ha smesso di soffrire tanto tempo fa.
Ma quella sensazione non fa che aumentare, fino a diventare insopportabile, fino a tramutarsi in un grido disperato dentro la sua testa.
Fermatelo, vi prego. È come se cercasse aiuto, lui che da quando è nato ha sempre scelto di cavarsela da solo. Ma questa volta è diverso. È un fastidio troppo grande.

Forse sono tutti quei dubbi che sono accumulati nel suo cuore. Forse sono quelle domande che non ha mai osato pronunciare. Forse sono quelle verità che non ha mai voluto ascoltare direttamente. Forse, dopo tanti anni, in quel ragazzo così forte e così fragile allo stesso tempo, comincia a mancare qualcosa.

 

This is the start of how it all ends



Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! ;)
Oddio, è la prima volta che pubblico su questo fandom, sono super eccitata! E tra le altre cose è anche la prima ff con cui partecipo ad un concorso... Che evento!
Bene, comincio subito con l'avvertirvi che questa originariamente doveva essere una one-shot, solo che poi mi sono lasciata trasportare dalle parole ed ho deciso di dividerla in due capitoli. Dato che probabilmente senza la musica nelle orecchie non sarei mai riuscita a scrivere qualcosa di leggibile, ho deciso di dedicare ciascun capitolo alla canzone che mi ha maggiormente ispirata. Come credo qualcuno abbia già notato, questo è frutto dell'ascolto di Yellow Flicker Beat di Lorde, parte della colonna sonora de "Il canto della rivolta, parte 1".
Mi sembra di aver detto tutto... 
Grazie mille a chi è riuscito ad arrivare fino a qui (nonostante questa pessima disposizione del testo che non riesco a modificare, quando diventarò più esperta cercarò di migliorare...), spero che qualcuno si fermi anche a lasciare qualche recensione, essendo la prima volta che pubblico qui mi farebbe molto piacere sentire dei pareri, magari per aggiustare un po' il tiro! ;)
Il prossimo capitolo, che ovviamente è già pronto, penso di postarlo in settimana, dato che siamo a lunedì...
Quindi, ci sentimo presto!
Mel

   
 
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